Il mare è pieno di pesci. Sì, ma alcuni attirano decisamente più di altri. Alcuni perché sono particolarmente buoni, alcuni perché sono grandi e particolarmente fotogenici, alcuni perché garantiscono combattimenti molto divertenti. Altri perché sono una specie di ‘novità’, e perché riuniscono gran parte delle caratteristiche precedenti. Tra queste specie c’è senz’altro il barracuda, ed è proprio a lui che vogliamo dedicare il nostro articolo oggi. Com’è la pesca al barracuda dalla barca?
Il barracuda è un pesce molto presente nei nostri mari, ma un tempo – non troppo tempo fa – non era affatto così. Tutto sarebbe dovuto infatti alla tropicalizzazione del Mediterraneo, la quale per l’appunto ha reso le sue acque via via più ospitali per pesci come il bramato barracuda, che fino tre o quattro decenni fa sguazzava solo nella parte più meridionale del Mare Nostrum. Ma chi è il barracuda? Tra poco, qui sotto, vedremo in modo approfondito le caratteristiche peculiari di questo pesce: per ora basti dire che si tratta di uno dei pesci predatori più interessanti che si trovano lungo le nostre coste.
La pesca al barracuda dalla barca non è però semplice: questo è un pesce per molti versi imprevedibile, che si comporta in modo a di porco stravagante. Si potrebbe dire, insomma, che il barracuda , o lo ami o lo odi. Meglio: durante le prime uscite in barca per pescare il barracuda, molto probabilmente rischierà di prevalere l’odio. Dopo un po’, man a mano che si riusciranno a interpretare le sue stranezze, i sentimenti verso questo lungo pesce cambieranno.
Poste queste premesse, vediamo come procedere con la pesca al barracuda dalla barca: per prima cosa impariamo a conoscere meglio questo pesce, abitudini e habitat compresi; poi vediamo quale tecnica può dare migliori risultati, e quali sono le esche più efficaci.
Alla scoperta del barracuda: differenze con il luccio e habitat
Come e quando pescare il barracuda dalla barca
Spinning al barracuda
Le esche per la pesca al barracuda dalla barca
Alla scoperta del barracuda: differenze con il luccio e habitat
Partiamo dall’essenziale: come è fatto il barracuda? Si tratta di un pesce lungo, fusiforme, schiacciato lateralmente, con un muso decisamente grande (la distanza esistente tra la punta del muso e gli occhi, infatti, è molto importante, e come vedremo dopo questa caratteristica non va trascurata). Si tratta di un pesce che sembra progettato per muoversi il più agilmente possibile, con delle pinne disposte in modo asimmetrico, per avere una grande stabilità anche nei repentini cambi di direzione. Quanto alle dimensioni e al peso, sono dati molto variabili. Certo, è possibile scontrarsi in barracuda lunghi oltre 130 centimetri, con pesi che a volte, eccezionalmente, superano i 10 – 11 chilogrammi. Nella maggior parte dei casi, però, si pescano barracuda di 1, 2 o 3 chilogrammi.
Questo è quello che si può vedere all’osservazione diretta. Aprendo qualche libro si scopre che il barracuda mediterraneo, ovvero la nostra preda, fa parte dalla famiglia dei Sphyraena, un gruppetto bello denso: qui troviamo infatti 26 specie diverse. Il suo nome scientifico è Sphyraena viridensis, a distinguerlo dagli altri “parenti”. Tra questi c’è un pesce molto simile, il quale per anni è stato considerato in tutto e per tutto lo stesso pesce: parliamo dello Sphyraena sphyraena, conosciuto anche come luccio di mare o, per creare ancora più confusione, come barracuda Europeo.
Di sfuggita – e non solo – potrebbe sembrare il medesimo pesce. Eppure, a guardare bene, c’è una differenza abbastanza marcata: il barracuda mediterraneo, ovvero il viridensis, presenta dimensioni in media più ridotte, è un filino più semplice da catturare e presenta delle livree azzurre sui fianchi, le quali sono praticamente assenti nei lucci di mare. Per non fare gaffe, inoltre, è bene aver presente la differenza tra il barracuda mediterraneo e il barracuda classico, ovvero il Sphyraena barracuda che vive solo nella calde acque tropicali.
Passiamo ora a informazioni più strettamente legate alla pesca del barracuda dalla barca. Che cosa mangia questo pesce? Come detto, si tratta di un gran predatore, che alcuni potrebbero definire persino feroce. Abbiamo detto che è agile, ma questo non significa che sia un maratoneta. Anzi, il barracuda non ama spostarsi troppo. Del resto, questo è in linea con le sue abitudini alimentari. Si tratta infatti di un predatore che predilige catturare le prede in superficie piuttosto che in profondità, senza andare a cercarle. Semplicemente, il barracuda si apposta, e aspetta che qualche preda passi nei suoi pressi, per poi aggredirle al momento giusto. Nella sua dieta ci sono alici, sardine, cefalopodi.
Il barracuda non vive da solo, anzi: il pescatore che ne cattura uno ha buone probabilità di fare il paio nella stessa area, partendo dal presupposto che questo predatore vive in branchi. Ma dove vive questo predatore? Abbiamo a che fare con un pesce pelagico, che vive quindi tendenzialmente al largo ma senza esagerare con la profondità, e senza disdegnare comunque di avvicinarsi alla costa. Anzi, non è affatto raro trovare dei barracuda nelle vicinanze di scogli, di coste alte, nelle adiacenze dei porti. In generale, si può dire che il barracuda ama l’acqua pulita, e che si può trovare in habitat piuttosto differenti: in ogni caso, il fondale roccioso sembra essere decisamente il suo preferito.
Come sempre, oltre ad affidarsi alla memoria dei luoghi particolarmente pescosi nelle uscite precedenti – facendosi eventualmente aiutare dal fido GPS nautico – e ad osservare la mappe nautiche per carpire il tipo di fondale, può rivelarsi utile alzare lo sguardo, per avvistare movimenti sospetti da parte dei gabbiani. Loro ovviamente stanno perlustrando la superficie – dall’alto – un po’ come stanno facendo anche i nostri barracuda – dal basso: meglio non trascurare, quindi, dei gabbiani che si muovono in centri concentrici. Molto probabilmente, infatti, stanno puntando qualcosa!
Come e quando pescare il barracuda dalla barca
Per capire come affrontare al meglio la pesca del barracuda dalla barca non basta certo sapere dove insidiare questo predatore. No, è necessario scoprire anche quando è il momento giusto per uscire a pescare il barracuda. Prima di entrare nel dettaglio, mettiamo le mani avanti: in generale, è possibile pescare il barracuda in qualunque momento delle giornata, trattandosi di un predatore a 360 gradi. Insomma, non ci si deve stupire se un pescatore riesca a catturare un barracuda a mezzogiorno. Eppure l’attività del barracuda tende a concentrarsi soprattutto verso il tramonto, nonché durante le ore di buio.
Sopra abbiamo visto qual è la tecnica di caccia del barracuda mediterraneo, che si apposta per insidiare la preda con uno scatto felino. Ebbene, come si può immaginare, questi agguati riescono tanto meglio quando la visibilità delle prede viene meno, così da non scorgere il sopravvenire del predatore. Insomma, il momento più adatto per organizzare la pesca del barracuda dalla barca è, in linea di massima, il tramonto, con le ore immediatamente successive annesse. Ciò non toglie, come premesso, la possibilità di poter insidiare dei barracuda particolarmente affamati e quindi pronti a essere ingannati anche durante il giorno, in pieno sole: evidentemente, la fame spinge talvolta i barracuda a ‘cambiare’ gli orari.
Ora sappiamo, quindi, dove e quando pescare il barracuda dalla barca. Ora non ci resta che capire come pescarlo. Premesso che il barracuda è preda esclusiva – o quasi – dei pescatori sportivi, questo pesce può essere oggetto di pesca a spinning oppure, più raramente, di pesca a traina. La tecnica più efficace per catturare questo predatore è sicuramente lo spinning, e per questo nelle prossime righe ci dedicheremo a quest’ultima.
Spinning al barracuda
Abbiamo già pubblicato, qualche settimana fa, una guida generale alla pesca a spinning. In questo paragrafo declineremo il tutto per il caso specifico del barracuda. E qui vale la pena tornare brevemente sull’anatomia di questo pesce, in particolare sul suo muso molto pronunciato: abbiamo visto che gli occhi di questo pesce sono molto distanti da muso, e in ogni caso permettono solamente una visione monoculare. Questo ha due conseguenze importanti per il pescatore. Prima di tutto, il barracuda tende a vedere bene le prede quando queste sono lontane dal suo muso, per perderle di vista nel momento in cui si trovano nelle immediate vicinanze frontali. In secondo luogo, il barracuda non può vantare una grande comprensione della profondità. Tutto questo si riflette nel modo di attaccare tipico del barracuda, che si butta all’attacco nel momento in cui la preda è in posizione laterale rispetto alla sua testa, e che in ogni modo sembra avere un’idea precisa della posizione della preda solamente quando questa è piuttosto distante.
A tutto questo va sommata la “grandezza” dell’occhio del barracuda, che riesce quindi a vedere piuttosto bene al venire meno della luce, a differenza delle sue prede.
Dopo questa osservazione, partiamo quindi con la pesca a spinning del barracuda. Siamo sul nostro spot e vediamo muoversi le nostre prede. Gettiamo la nostra esca: non servono grandi lanci, solitamente si riesce ad avvicinarsi parecchio con la barca allo spot, dato che i barracuda sembrano piuttosto “coraggiosi”. Le nostre barche, insomma, non li spaventano.
La situazione tipica di chi si approccia per le prime volte alla pesca del barracuda dalla barca è quella di alternare tutti i tipi di recuperi possibili, senza però riuscire a interessare il barracuda. Un recupero veloce, nulla. Un recupero lento, un qualche interesse, ma nessun attacco. Qualche stop & go, e sì, il barracuda sembra seguire e fermarsi di conseguenza, ma non attacca. Anzi: i barracuda più grossi, più vecchi e quindi più esperti, daranno di tanto in tanto una musata all’artificiale, per assicurarsi della sua commestibilità, per poi disinteressarsene.
L’errore è cercare di comprendere subito la mentalità di un barracuda, cercando di interpretare i suoi movimenti o non movimenti. Molto meglio, invece, avere pazienza, e alternare dei recuperi lineari e non troppo veloci a delle jerkate alternate, e quindi a delle strappate veloci. Così facendo, si moltiplicano le possibilità di incuriosire il barracuda.
Ma come si comporterà questo pesce una volta all’amo? Prima di tutto, va detto che i combattimenti con i barracuda non sono tendenzialmente lunghi. Anzi, si tratta di un pesce che dà tutto durante i primi minuti, con delle fughe molto potenti che potrebbero mettere a repentaglio l’attrezzatura: è bene quindi impostare correttamente la frizione del mulinello.
All’inizio, quindi, il barracuda cercherà delle poderose e rapide fughe. Poi potrebbe fare l’esatto contrario, nuotando molto velocemente verso di noi scuotendo la testa a destra e a sinistra, dando l’impressione di essere slamato – e talvolta ci riesce anche, lasciandoci a mani vuote. In questi casi bisogna recuperare rapidamente.
Le esche per la pesca al barracuda dalla barca
Quando parliamo di esche per la pesca al barracuda dalla barca, avendo trattato fin qui dello spinning, parliamo ovviamente di artificiali. E sì, va detto che il nostro barracuda mediterraneo non è particolarmente selettivo, e si lascia dunque attirare – seppur non subito, come visto – da un bel po’ di artificiali diversi.
Questo significa, quindi, che si può uscire per la pesca al barracuda dalla barca con un bel po’ di esche artificiali differenti, e molte di esse avranno ottime probabilità di riuscita. Partiamo dal presupposto che, tra il foraggio più apprezzato dai barracuda, ci sono le aguglie: ecco quindi che non è affatto sbagliato partire con degli artificiali minnow long jerk, e quindi con delle belle esche tra i 16 e i 20 centimetri. Quanto al colore, si può optare per qualcosa che imiti proprio le aguglie, o per qualcosa di decisamente più appariscente, con colori vivaci atti a incuriosire il barracuda.
Sarebbe però incauto partire con dei soli long jerk: in caso di mancata risposta dei barracuda, ci si può infatti sbizzarrire, a partire dall’utilizzo di minnow di misure decisamente minori. Qui le colorazioni devono essere più decisamente naturali. Meglio lasciar perdere dunque le fantasie più estreme, per restare su azzurro, bianco e grigio, scendendo anche intorno ai 10 centimetri di lunghezza.
Va infine sottolineato che le ancorette usate devono essere piuttosto solide: con i barracuda, infatti, quelle più deboli tendono spesso ad aprirsi, a causa del frequente attacco singolare e soprattutto della forza del barracuda durante le primissime fughe.