Quali esche per pesca usare

Quando si parla di pesca, dalla barca, dalla riva o dalle scogliere, ci sono sempre tantissimi fattori da prendere in considerazione. L’ora del giorno, la stagione, il luogo, la propria preparazione, la vicinanza di altri pescatori… e ha una grande importanza anche la scelta degli accessori da pesca, a partire dal tipo di canna da pesca che si sta utilizzando, senza dimenticare ovviamente l’esca. Ed è proprio su questo ultimo fattore che ci vogliamo concentrare in questo post: oggi vedremo infatti quali esche usare in base al tipo di pesca che intendiamo fare. Parleremo di esche vive e di esche artificiali, di colori e di dimensioni, cercando, per quanto possibile, sia di fissare delle regole generali, sia di ricordare che di tanto in tanto è bene uscire un po’ dagli schemi troppo rigidi (senza quindi impuntarsi per forza sulle classiche esche per orate, sulle tradizionali esche per spigole e via dicendo). È infatti importante non fissarsi eccessivamente, fissando una tipologia di esca per ogni pesce: in base alla situazione, alle stagioni e allo spot, le regole possono cambiare. Non abbiamo a che fare, per altro, con dei robot: un’orata, per esempio, potrebbe decidere improvvisamente di farsi attirare da un’esca che nessun manuale di pesca consiglierebbe per quel tipo di pesce, come invece potrebbe decidere di snobbare, senza motivo, arenicole e paguri, tra le esche maggiormente consigliate per questo pesce. Chiarito questo punto, procediamo con questa guida su quali esche usare.

Le esche selettive

Prima di iniziare con questa guida su quali esche usare, è bene spendere qualche riga sulle esche selettive. Di cosa parliamo? Parliamo di quelle esche che restano sull’amo, e che dunque ci danno la possibilità di insidiare pesci di una grande dimensione. Il neofita, certo, potrebbe avere ancora qualche dubbio, dopo questa frase, sul cosa siano le esche selettive: si parla di quelle esche che, se usate durante la pesca, ci danno la possibilità di aspettare il pesce grosso per il quale ci siamo messi in barca quel giorno, senza che essa venga ghermita da pesci più piccoli che, in quella determinata situazione, non sono assolutamente il nostro obiettivo. Ma cosa vuol dire usare delle esche selettive? Non significa, va sottolineato, utilizzare delle esche che non piacciono ai pesci piccoli. No: vuol dire piuttosto utilizzare delle esche che i pesci piccoli non riescono ad attaccare. Come esempio pratico si può citare il granchio, un’esca che sì, piace praticamente tutti i pesci, ma i pesci più piccoli non riusciranno certo a insidiarlo davvero. Però ci proveranno, andando magari a creare intorno alla nostra esca una nuvola di mangianza, la quale sì, potrà doppiamente attirare il nostre pesce di taglia grossa, ovvero il nostro obiettivo.

Le esche vive

Le esche vive hanno tanti vantaggi, a partire dagli odori che queste emanano per attirare i predatori, che possono diventare a loro volta le nostre prede. Ma come scegliere le pesche vive da usare al mare? Invece di fare una guida partendo dai pesci che vorremmo catturare per elencare le migliori esche, procederemo al contrario, partendo dunque dalla tipologia di esca per arrivare ai pesci che si possono catturare con essa. Partiamo, ovviamente, dai vermi marini.

I vermi

Indubbiamente, con i vermi marini è possibile insidiare una grande quantità di pesci diversi. Partiamo dal coreano, tipico verme marino duro che può avere una lunghezza compresa tra i 10 e i 15 centimetri. Utilizzata solitamente per la pesca da riva e per il surfcasting, questa esca viene utilizzata principalmente per pescare la spigola, l’orata e la sogliola (e tra i pesci piatti anche la limanda); per garantire buoni lanci, e per avere un buon movimento in acqua, questo verme va appuntato alla testa.

Altro verme molto utilizzato è il saltarello o trimullina, classificato come semi-duro. L’utilizzo è il medesimo del verme marino duro, e quindi con innesco alla testa. Tendenzialmente più piccolo del coreano – tra i 6 e i 12 centimetri di lunghezza, è tipico della pesca da riva, e può essere usato per pescare orate, saraghi, spigole e sogliole.

Più ristretto l’utilizzo del bibi, un’esca più corpulenta seppure non troppo lunga – tra i 5 e i 12 centimetri di lunghezza – verme che viene utilizzato per la pesca a bolentino, per il surfcasting e per la pesca dalla riva. Grazie alla sua dimensione, questo verme permette di insidiare pesci di buona stazza, ed è ottimo in particolar modo per l’orata. L’innesco del bibi è particolare: questo tozzo verme presenta infatti un passaggio longitudinale da sfruttare in tutta la sua lunghezza, trapassandolo con l’ago da innesco.

L’arenicola è un verme lungo, tra i 10 e i 20 centimetri, di colore decisamente nero, che si distingue per i risultati eccellenti durante la pesca notturna. Viene utilizzato in molte tecniche diverse, dalla riva come dalla barca; può essere sia appuntato al tronco che innescato per intero. Con l’arenicola è possibile pescare la spigola, la tanuta, il sarago, l’orata, il rombo e la sogliola.

Chiudiamo con gli ultimi due vermi tra quelli usati principalmente, ovvero l’americano e il bigattino. Il primo, che alcuni chiamano verme di sangue per l’alto contenuto di liquido al proprio interno, può raggiungere i 20 centimetri di lunghezza, si presta per il surfcasting e in genere per la pesca da riva, e attira la sogliola, la limanda, il sarago, l’orata, la spigola, l’ombrina bocca d’oro e la mormora. Il bigattino è un’esca molto amata, soprattuto per chi pratica la pesca a bolognese e feeder in mare o in acque interne, che permette di pescare l’orata, il sarago, la spigola, la mormora, la carpa, il cavedano e il barbo.

Terminati i principali vermi marini, passiamo ai pesci.

I pesci

Vivi o morti, interi oppure a pezzi, i pesci possono certamente attirare i predatori. Tra le esche più facili da recuperare ci sono certamente le sardine, che riescono ad attirare praticamente qualsiasi pesce predatore. La sardina può essere utilizzata a pezzi oppure intera, per qualsiasi tecnica. Insomma, un vero e proprio passepartout.

Altra esca succulenta è il cefalo, pesce che in cucina si prepara solitamente arrostito, facile da pescare e presente nelle foci, a riva o nei porti, praticamente ovunque. Ottimo da vivo, può essere usato anche questo per diverse tecniche in mare, per attirare pesci dalla spigola al pesce serra. Non si può infine dimenticare lo sgombro, da usare ovviamente a pezzi o vivo, perfetto sia per la pesca a riva che per la pesca a bolentino o a traina. Con lo sgombro è possibile insidiare la cernia, la ricciola, il dentice, la spigola, la tanuta, il sarago e il rombo.

I crostacei

Sono essenzialmente due i crostacei che si prendono in considerazione come esca: il granchio, già nominato come esca selettiva, va innescato con uno o due ami e può essere utilizzato per la pesca da riva, per il surfcasting e per la pesca a bolentino. Perfetto per spigole, ombrine, orate, e saraghi. Il secondo crostaceo utilizzato come pesca viva è ovviamente il gamberetto (tenendo presente che il gamberetto grigio vive sui fondali sabbiosi, mentre quello rosa vive sulle coste rocciose). Da usare vivo e per la pesca dalla riva, è utilizzato per orate, saraghi e spigole.

Da non perdere:   Migliori ami da pesca: guida all'acquisto

Le altre esce vive

Tra le altre esche vive che si possono utilizzare ci sono ovviamente la seppia e il calamaro, con carne morbida e un po’ gommosa. Si tratta di esche da fare a strisce, da innescare direttamente sull’amo, per la pesca da riva, per la pesca a bolentino e per il surcasting, mirando a orate, saraghi, spigole e ombrine, queste esche se utilizzate vive, ad esempio nella pesca a traina, il target sarà il dentice, la ricciola, la spigola, la tracina, grosse orate e in rari casi anche il tonno rosso.

Non si possono poi trascurare i molluschi, che sono ottimi per pescare i pesci da fondo. Nel caso di vongole, capesante, fasolari e tartufi di mare, è necessario togliere il mollusco dalla conchiglia e appuntarlo sull’amo; nel caso delle cozze, invece, è bene appuntare l’amo direttamente nella cozza, montando eventualmente una seconda cozza senza conchiglia sull’amo.

I cannolicchi – da raccogliere con del normale sale durante la bassa marea o in apnea – vanno innescati con l’ago in lunghezza, e si prestano per la pesca di spigole, saraghi, orate, sogliole e rombi.

Scegliere esca artificiale

Le esche artificiali

Dopo questo viaggio tra le esche vive, vediamo quali sono le principali esche artificiali. Qui scegliere è particolarmente difficile: al momento dell’acquisto, infatti, davanti al pescatore si pongono tantissime esche artificiali diverse. Capire quali esche comprare e usare, in quella situazione, diventa davvero difficile. L’obiettivo non è ovviamente quello di avere l’artificiale più bella ed elaborata: no, la nostra meta deve essere quella di scegliere l’esca artificiale che possa garantire maggiori chance di ingannare le nostre prede (pur dovendo sottolineare che, come sempre, nessuna esca artificiale fa miracoli: a contribuire ci sono infatti anche la tecnica e la fortuna). Prima di tutto, bisogna suddividere le artificiali in hardbaits e in softbaits, in base alla loro ‘consistenza’. Detto questo, procediamo con l’analisi delle varie esche artificiali.

I minnows

Utilizzatissimi, i minnows sono l’imitazione di piccoli pescetti di mare. Nella maggior parte dei casi queste esche presentano una piccola paletta anteriore che permette all’esca di affondare e di fare determinati movimenti durante il recupero. Con i minnows è bene imprimere al recupero lineare o caratterizzato da stop & go un movimento a scatti , così da dare l’impressione di un pesce morente.

Esistono in ogni caso sia minnows galleggianti (che scendono comunque di circa un metro) e di minnows affondanti. A prescindere dal colore, di cui parleremo dopo, i minnows più piccoli, sotto i 5 centimetri, sono perfetti per aguglie, leccie stelle e e occhiate; quelli medi, tra i 5 e i 9 centimetri, sono da utilizzare per spigole, barracuda e luccio di mare; quelli grandi, infine, possono essere usati per lampughe, ricciole e serra.

Il wtd

Il wtd è un altro tipo di pesciolino artificiale, il quale si distingue dai minnows per il particolare movimento a zigzag che fa quando viene recuperato – ovviamente a patto di recuperare compiendo degli scatti stretti detto twitching con la canna verso l’alto o leggermente inclinata . L’artificiale in questione è perfetto per i pesci serra, spigole e lampughe.

Il lipless

Il lipless è una specie di minnow senza paletta anteriore. Non avendo alcuna paletta, può essere usato in superficie (in quel caso si sceglierà un modello galleggiante – floating) o affondante (se si compra un sinking).

Il popper

L’esca artificiale di tipo popper è un lipless che, oltre a non avere alcune paletta, ha anche la testa tagliata. Perché usare un’esca così ‘deformata’? Semplice: perché grazie all’assenza di una testa affusolata alza maggiore acqua durante il recupero, producendo un rumore mirato ad attirare i predatori. Furbo, no?

Il jerkbait

Chiudiamo questa carrellata di esche artificiali con il jerkbait o anche chiamato jerk minnow, un’evoluzione del minnow che guarda dritto dritto verso i barracuda, i pesci serra e le spigole. In realtà, non proprio dritto: a distinguere il jerkbait è infatti la sbandata laterale impressa all’artificiale con il classico recupero jerking, caratterizzato ovvero da frequenti scatti.

I colori delle esche artificiali

Quando si decide di acquistare un’esca artificiale non ci si interroga solamente intorno alla tipologia. No, davanti ai nostri occhi esplodono infatti un sacco di colori differenti. Quali esche usare, quindi, in base alla loro colorazione? Gialle? Blu? Rosse e bianche? Argento e blu? Verdi e grige? In realtà, quando si pensa all’estetica delle esche artificiali non si deve pensare tanto ai colori in sé, quanto invece al contrasto che questi vanno a creare. Bisogna infatti imparare a ‘vedere’ con gli occhi dei pesci.

Devi sapere che i pesci vedono piuttosto bene, hanno una buona messa a fuoco, scorgono anche i movimenti minimi e hanno un’alta capacità di individuare i contrasti, ben più alta rispetto a quella di individuare i colori. Di fronte a un sistema ottico che funziona molto bene, però, hanno un cervello che non fa proprio altrettanto. Insomma, i pesci vedono tutto, ma capiscono poco, ed è per questo che possono essere ingannati con una certa facilità (almeno in teoria).

A questa considerazione generale sui pesci bisogna aggiungere che non tutti i colori si vedono allo stesso modo sott’acqua. Si tratta in realtà di un discorso lungo e complesso, che ha a che fare con la luminosità, con le lunghezze d’onda dei vari colori e con la densità dell’acqua. Sta di fatto che, man a mano che si fa in profondità, si vede sempre di meno – per l’affievolirsi della luce – e si distinguono con maggiore difficoltà i colori. I primi a ‘scomparire’ sono i rossi e gli arancioni, che diventeranno grigiastri, mentre il verde e il blu durano un po’ di più, ma non troppo.

Quindi bisogna imparare a guardare alle esche artificiali con gli occhi dei pesci – che non capiscono tanto ma notano i contrasti e i movimenti – e come se fossero sott’acqua, lì dove insomma i colori in sé tendono a diventare via via meno importanti. Bisogna pensare alla torbidità dell’acqua, alla luminosità, alla profondità d’azione, al tipo di prede al quale è abituato il pesce che vogliamo pescare e via dicendo.

Per assurdo, per certo versi, sarebbe per esempio ideale usare un artificiale con pancia scura e dorso chiaro, e quindi tutto il contrario di quanto accade in natura: in questo modo il nostro predatore, guardando verso l’alto, vedrebbe infatti una sagoma scura, qualcosa che contrasta nettamente con il ‘chiarore’ della superficie. E questo è solo uno dei tanti ragionamenti che si devono fare quando si è di fronte alla scelta di un’esca!

Le esche giuste per i diversi pesci

Cerchiamo di guardare la questione da un’altra prospettiva. Quali esche usare per l’orata? Quali per il branzino? E quali per il sarago? Ecco qualche idea:

quali esche

Esche per orate

L’orata è un pesce diffidente, che è possibile ingannare con sarde, cannolicchi, granchi o di pesci piccoli, gamberetti, coreani, bibi e bigattini (in particolare per la pesca in notturna);

Esche per spigole

Per i branzini è possibile usare il coreano, la sarda, l’americano, i bigattini, i gamberi, i cucchiaini sui 5 centimetri, i minnows tra i 5 e gli 10 centimetri, i jerkbait tra gli 8 e 14 centimetri ed esche siliconiche;

Esche per saraghi

Si parla di esche non voluminose, come gamberi scusciati e tagliati a pezzi, i coreani, le tremoline, striscette di calamari, i bibi, la striscia di seppia e i bigattini.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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