Come molto probabilmente sai già, nel nostro e-commerce dedicato alla nautica si possono trovare tantissimi prodotti diversi, dai parabordi all’abbigliamento nautico, passando per ecoscandagli, per canne da pesca e cinture di salvataggio. Insomma, in questo enorme negozio online, in continuo sviluppo, si può trovare davvero di tutto. E qui, tra gli scaffali del nostro grandissimo magazzino, ci sono anche tanti accessori e ricambi per i motori fuoribordo: parliamo delle tavolette portamotore, delle cuffie per il lavaggio veloce, dei sistemi antifurto e via dicendo. Tra i diversi accessori per i propulsori per le barche abbiamo anche le pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo, un accessorio che rappresenta una novità degli ultimi anni e intorno al quale si è creato un vivace interesse. Questo lo sappiamo per diversi motivi: perché gli acquisti di questi elementi stabilizzatori sono andati via via aumentando nel tempo, e perché mese dopo mese si moltiplicano gli utenti che, attraverso i nostri vari canali – la chat in tempo reale del nostro e-commerce, il nostro centralino, i nostro social network – ci hanno domandato informazioni sulle penne stabilizzatrici per fuoribordo. E ancora, non è tutto qui: abbiamo notato che anche all’esterno c’è un vivo interesse per questi accessori per motori fuoribordo, con discorsi a essi dedicati sui più rinomati forum per diportisti e gommonauti. Insomma, delle pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo si parla parecchio: nella maggior parte dei casi, però, i discorsi finiscono con un bel punto di domanda. Quando si tratta di novità, del resto, è questa la prassi. Ed è proprio per questo che abbiamo deciso di scrivere questo articolo: vedremo insieme cosa sono gli stabilizzatori dei motori fuoribordo e, soprattutto, spiegheremo cosa non sono, per evitare facili fraintendimenti che abbiamo già avuto modo di sentire qui e lì. Ma non è tutto qui: dopo aver definito per bene questi accessori per i motori marini, sottolineeremo tutti i vantaggi che le pinne stabilizzatrici possono apportare a un motore fuoribordo, e quindi a una barca.
- Pinne stabilizzatrici delle grandi navi
- Pinne stabilizzatrici: da non confondere con i flaps
- Cosa sono le pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo?
- I vantaggi dello stabilizzatore per motori fuoribordo
- Gli svantaggi dello stabilizzatore per motori fuoribordo
Nel mondo nautico non esistono solo gli stabilizzatori per motori fuoribordo. Anzi, al contrario: gli stabilizzatori, in questo mondo, nacquero ancora prima dei motori fuoribordo, nel 1889. Probabilmente ti è già capitato fare una traversata su una nave di dimensioni importanti. Un grande traghetto, una nave da crociera. Ecco, sicuramente avrai notato che anche questi enormi mezzi marini, proprio come la tua barca, tendono a dondolare parecchio, con un movimento crescente con l’aumentare delle onde. Ecco, devi sapere che, in realtà, tutte queste grandi navi possiedono dei meccanismi appositamente ideati e installati per ridurre per quanto possibile il rollio: si tratta per l’appunto degli stabilizzatori, anche detti pinne stabilizzatrici – sì, proprio come le pinne stabilizzatrici dei motori fuoribordo. Prima di vedere cosa sono questi accessori, quindi, è bene spiegare cosa sono i loro “antenati”, e come di fatto questi due dispositivi siano estremamente diversi, per concezione, per fattura e per il compito che sono chiamati a fare.
Come detto, la storia degli stabilizzatori delle navi inizia nel 1889, quando Thornycroft ideò delle pinne stabilizzatrici per imbarcazioni di grandi dimensioni. Questa idea venne poi ripresa e sviluppata dai cantieri Mitsubishi. Si tratta dello specifico di due grandi pinne metalliche installate ai lati dell’opera viva della barca, una da una parte e una dall’altra, e che vengono fatte uscire al bisogno: durante una navigazione normale o mentre la nave è in porto, quindi, queste pinne sono posizionate all’interno dello scafo.
Gli stabilizzatori delle navi, dunque, vengono attivati solo nel momento in cui l’imbarcazione si trova ad affrontare un mare particolarmente mosso, che dunque di per sé creerebbe un considerevole rollio. Ma come possono queste due piccole ali laterali migliorare la situazione? Ebbene, per capirlo bisogna pensare principalmente a due cose, e quindi alla velocità della nave stessa, nonché all’azione idrodinamica che ha luogo su queste “piccole” pinne laterali.
Il principio di partenza è abbastanza semplice da afferrare: se le due pinne si presentassero nella stessa posizione e con profilo simmetrico, la loro incidenza sarebbe nulla. Il loro unico effetto sarebbe quello di creare dell’attrito all’avanzamento, rallentando leggermente l’imbarcazione, senza nessun reale benefico. Ma noi non abbiamo parlato di pinne simmetriche: una volta fatte uscire dallo scafo e messe in funzione, infatti, le pinne vengono inclinate, così da non essere più parallele al flusso d’acqua. Non solo, bisogna anche sottolineare che queste due ali vengono inclinate in modo diametralmente diverso: se una guarderà quindi verso l’alto, l’altra guarderà verso il basso. Così facendo, in virtù dell’angolo di incidenza discorde, le pinne possono effettivamente stabilizzare il movimento della barca, riducendo il rollio.
Qui, però, non stiamo parlando di navi: gli stabilizzatori di cui trattiamo oggi vengono infatti montati non nello scafo, quanto invece sul motore fuoribordo. Per capire il loro scopo, quindi, bisogna partire dal fatto che, a parte l’obiettivo di “stabilizzare” l’imbarcazione, le pinne stabilizzatrici dei motori fuoribordo e gli stabilizzatori delle navi non hanno nulla a che fare le une con gli altri.
Pinne stabilizzatrici: da non confondere con i flaps
Molte persone non hanno capito cosa sono le pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo perché tendono ad associarle agli stabilizzatori delle navi. Abbiamo visto, però, che questi hanno una funzione del tutto particolare, che ben poco ha a che fare con le stabilizzatrici dei propulsori fuoribordo. Ci siamo accorti, però, che c’è un altro dispositivo che, di tanto in tanto, viene confuso con le pinne stabilizzatrici: in questo caso si parla, va detto, di dispositivi innovativi, dei quali si sa tendenzialmente poco, ma che in ogni caso non hanno nulla a che fare con gli stabilizzatori del fuoribordo. Parliamo dei flaps: li conosci? Si tratta di due piastre posizionate a poppa, uno a destra e uno a sinistra del motore fuoribordo, azionate da un pistone. In posizione di riposo sono orizzontali, in linea dunque con la linea dello scafo, mentre quando attivate vengono rivolte leggermente verso il basso, con l’estremità dunque che tende ad affondare via via nell’acqua.
Il loro obiettivo è quello di allungare la linea della carena della barca da una parte o dall’altra – i flaps sono infatti pensati per essere azionati anche singolarmente – in modo da andare a compensare eventuali squilibri. Se azionati entrambi, i flaps “spingono” nell’acqua, andando a sollevare la poppa e a variare l’assetto della barca; se azionati singolarmente, sollevano quel lato della barca. Questa seconda funzione può essere molto utile soprattutto nelle barche da pesca, nel momento in cui si ha del peso eccessivo da una parte o dall’altra. La barca potrebbe quindi sbandare leggermente: grazie a queste comode alette mobili, è possibile andare a rimettere in linea la barca senza dover rivoluzionare il carico a bordo.
Non è, va detto, tutto qui: i flaps possono aiutare infatti anche in planata, ed è proprio per questo che, di tanto in tanto, vengono confusi con le pinne stabilizzatrici per i motori fuoribordo, le quali – come vedremo tra poco – hanno un ruolo proprio nella gestione della planata. Andando a prolungare la carena, infatti, i flaps possono a velocizzare l’uscita dall’acqua, con un movimento più sinuoso. Va però sottolineato che i flaps sono degli accessori che non servono assolutamente a tutte le barche: imbarcazioni che non hanno problemi in planata, che non presentano problemi di assetto e che non vengono caricate in modo squilibrato, di fatto, non hanno alcun bisogno di queste piastre a poppa.
Cosa sono le pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo?
Bene: abbiamo visto cosa non sono le pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo. Dopo aver liberato il campo, quindi, possiamo andare a vedere cosa sono nel concreto. Si tratta di peculiari spoiler in materiale plastico e molto resistente – si tratta solitamente di polimeri di propilene – che vengono montati sui motori fuoribordo, e più nello specifico a livello della piastra anticavitazione che si trova immediatamente sopra all’elica del motore. Di fatto, si tratta di una accessorio che va ad allargare, da una parte e dall’altra, la superficie della piastra stessa. Si tratta in tutti i casi di stabilizzatori costruiti con delle forme o con dei profili tali da non andare a creare dell’attrito con l’acqua, e tendenzialmente rivolti verso il basso, non orizzontali, in modo da sfruttare in pieno il flusso.
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Molti diportisti, va detto, non amano l’idea di montare delle pinne stabilizzatrici sul proprio motore fuoribordo, per un semplice motivo: non vogliono fare dei fori sulla piastra anticavitazione del loro propulsore. Il che è assolutamente comprensibile, a nessuno piace forare alcunché della propria barca. Non la carena, non la coperta, e no, nemmeno una parte del motore fuoribordo. Anche noi di HiNelson siamo d’accordo, e per questo motivo, insieme agli spoiler stabilizzatori SE per motori al di sopra dei 40 cavalli, abbiamo messo a disposizione degli utenti lo speciale supporto SportClip, che permette il montaggio delle pinne stabilizzatrici senza fori, sulla maggior parte dei motori fuoribordo in commercio.
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Abbiamo visto, quindi, cosa sono le pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo: vediamo ora, quindi, quali sono i vantaggi che possono portare alle nostre barche durante la navigazione.
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I vantaggi dello stabilizzatore per motori fuoribordo
I benefici delle pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo possono essere tanti: ecco una lista completa.
- Una planata veloce: come anticipato poco sopra parlando dei flaps, anche le pinne stabilizzatrici hanno un ruolo importante nella planata. Quando si parla di ottimizzare questo passaggio, si parla sempre, ovviamente, di renderlo più veloce, in modo da portare il più presto possibile la nostra barca nella posizione esatta. Ma come fanno questi spoiler a garantire una velocizzazione della planata? Grazie alla loro particolare forma, le pinne permettono di canalizzare il flusso dell’acqua, in modo da sollevare più velocemente la carena: in alcuni casi si parla di un dimezzamento dei tempi di planata. Per una barca che ha problemi di questo tipo, dunque, le pinne stabilizzatrici possono essere una soluzione.
- Miglior comfort a bordo: ecco cos’hanno in comune le pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo e gli stabilizzatori per le grandi navi visti sopra. Come suggerisce il nome, infatti, fanno a stabilizzare la barca, riducendo il beccheggio. Ovviamente, vista la posizione e la grandezza ridotta, le pinne non possono fare miracoli, soprattutto in caso di mare mosso. Cionondimeno, il comfort a bordo è destinato ad aumentare.
- Consumi ottimizzati: il fatto di portare velocemente la barca in planata non può che avere degli effetti positivi sui consumi, con una minore richiesta di carburante per l’avvio e per le varie ripartenze. Va sottolineato che non solo il tempo necessario per la planata viene ridotto: si riduce anche la velocità minima richiesta, così da non dover per forza mettere sotto sforzo il motore.
- Vantaggi per il traino: si pensi al tiro dei trainabili gonfiabili, oppure allo sci nautico. In entrambi i casi ci sono dei benefici, grazie alla possibilità di restare in planata con una minore velocità di crociera e alla possibilità di tirare velocemente lo sciatore fuori dall’acqua.
- Riduce ulteriormente il rischio di cavitazione: per ridurre il rischio di cavitazione, come è noto, è già presente la piastra anticavitazione alla quale viene fissata la pinna stabilizzatrice per il motore fuoribordo. Purtroppo, come è noto, nessuna elica, con nessuna impostazione, si può dire totalmente e assolutamente al sicuro dalla cavitazione, e quindi dalla creazione del vuoto intorno alle pale, con la conseguente crescita dei giri motore, l’aumento dei consumi, la perdita di prestazioni e il progressivo danneggiarsi delle pale dell’elica. Le pinne stabilizzatrici permettono di aumentare l’effetto anticavitazionale della piastra, soprattutto durante i cambi di direzione, in modo da aumentare l’efficienza dell’elica e quindi del motore nel suo complesso.
- Maggiore controllo: aumentando la stabilità della barca migliora il controllo di guida, grazie alla riduzione del beccheggio e del rollio. L’effetto benefico viene riscontrato soprattutto nelle manovre lente quando le pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo vengono montate su delle barche con carente a V particolarmente pronunciata.
Gli svantaggi dello stabilizzatore per motori fuoribordo
Quali sono i difetti delle pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo? Nei forum dei diportisti e gommonauti questo è un discorso abbastanza battuto. Si parla infatti di un’innovazione, di qualcosa di nuovo che genera qualche sospetto. In molti guardano a questi stabilizzatori con sfiducia per un semplice fatto: come abbiamo visto, e come è giusto che sia, nessuno ha voglia di fare dei fori alla piastra anticavitazione del motore fuoribordo. Come abbiamo visto, però, è possibile pontare le pinne senza effettuare nessun foro, con un intervento quindi che è totalmente reversibile, e che non lascia traccia. Non è tutto qui: ci sono diportisti che guardano con sospetto alle pinne dopo averne viste alcune “piegate” verso l’alto dopo alcuni mesi di utilizzo. Questo però è un difetto relativo agli stabilizzatori di qualità bassa, fatti cioè con materiali poco resistenti. Acquistando delle pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo di qualità, invece, non si corrono rischi di questo tipo. Detto questo, il consiglio è quello di valutare con attenzione l’installazione delle pinne caso per caso, in base al proprio motore fuoribordo e ai propri utilizzi, domandando in caso l’opinione di un esperto.
Ecco svelati, dunque, tutti gli aspetti che devi conoscere intorno alle pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo.
Ho trovato i vostri articoli interessanti ed utili per decidere se provare o no una pinna stabilizzatrice magari di quelle che non necessitano di bucare il fuoribordo. Sarei però curioso di sapere se l’aumento della superficie di sostentamento potrebbe arrecare danno ai pistoni del trim dato che gli sforzi causati dall’aumento della stessa sarebbero sicuramente superiori a quelli calcolati dal produttore del fuoribordo per il dimensionamento dei pistoni.
Cordialmente
Jacopo Guerra
Buonasera, vorrei sapere per un efb da 310 cv, nonostante la presenza dei flaps, può andar bene. Graazie mille
Buongiorno, ottimo articolo chiarificatore, ma questo articolo mi lascia un dubbio… Difetti?
non ho esperienza ma soprattutto su piccole imbarcazioni spesso sotto motorizzate come la mia 5.5 con 40cv sarebbero da montare a occhi chiusi?
Grazie
Buongiorno Enrico!
Ogni imbarcazione ha le sue peculiarità, l’importante sarebbe sempre farsi consigliare dopo attenta perizia da parte di un addetto al settore!
Speriamo di essere stati d’aiuto.
Team HiNelson
Ho un tender di 2metri e 50 motore mercury 3.5 devo anadare al minimo perché da solo al massimo cavita . 38.5 specchio gommone . Il motore andato a specchi di 38.1 .forse hanno alzato lo specchio perché con su persone si abbassa andando?? Bo
Buongiorno Manuel, ti consigliamo di provare gli spoiler che anticipano e migliorano la planata e che riducono la cavitazione (ecco i codici prodotto Hinelson di riferimento: DA0407 / DA0410). Se il problema dipende da modifiche fatte allo specchio di poppa o plancia di poppa nelle dimensioni o altezze, potrebbe non andar più bene il motore, in particolare per la lunghezza gambo o per le dimensioni dell’elica
Buona Sera, ho un semicabinato di 6 metri con un honda 130 cv BF ( peso 240 kg. ) ho notato che l’ imbarcazione per quanto ben motorizzata ( siamo al massimo di quella consigliata da cantiero DRAGO Boats ) stenta ad entrare in planata specie se con persone sulla seduta di poppa. Credo influisca anche il peso del motore sicuramente troppo pesante per questa imbarcazione ( probabilmente progettata all’ epoca si per un 130 CV , ma 2 tempi quindi molto più leggero. Volevo chiedervi se ritenete che il momtaggio di un kit pinne stabilizzatrici potrebbe migliorare la situazione.
Penso sia una prova che si potrebbe fare ma sono a chiedervi;
Dato che trattasi pur sempre di una prova quale prodotto montare che non sia eccessivamente dispendioso, ma abbia comunque un qualit accettabile ??
Non mi andrebbe poi di forare la pinna anticavitazione del motore, ho letto che avete un kit per evitarlo quale sistema usa ??
Infine potreste indicarmi modelli di questi prodotti sul vs. sito in modo da esaminare i costi ??
Grazie e buona serata
Buongiorno Maurizio, la pinna stabilizzatrice è sicuramente un ottimo rimedio ai problemi di cavitazione, e favorisce la planata. Va però sottolineato che, se il motore è troppo pesante e non equilibrato per l’imbarcazione, l’effetto della pinna è molto ridotto. Il prodotto che ti suggeriamo è lo Stabilizzatore fuoribordo Hydrofoil Starfire – Sting Ray. A presto!
Buongiorno, la mia imbarcazione di 6 metri a fondo piatto monta un tohatsu mega 40. Plana anche rapidamente ma la planata mantiene la prua troppo alta e mi causa problemi di visibilità. Inoltre lo scafo piatto rende la manovrabilità difficoltosa soprattutto in retromarcia in presenza di correnti. Vorrei montare una pinna con alette laterali, cosa mi consigliate? Grazie Francesco
Ciao Francesco, Hai provato a regolare il trim? Abbassarlo il più possibile durante la navigazione potrebbe aiutare a migliorare la posizione della prua e la visibilità.
Speriamo di esserti stati utili. A presto!