8 cose che non sai sull’ecoscandaglio

Forse stai per acquistare un ecoscandaglio, il primo per la tua barca. O forse vuoi cambiare l’ecoscandaglio per pesca che già possiedi. O magari ne hai acquistato uno da pochi giorni, ma devi ancora iniziare a utilizzarlo, perché non hai deciso dove montare il trasduttore. In tutti i casi, ti consigliamo di prenderti una pausa e di leggere questo lungo post: eccezion fatta per i veri esperti, in questo articolo tutti quanti potranno trovare delle informazioni molto utili sull’ecoscandaglio, per scegliere il modello migliore, per utilizzarlo al meglio e perché no, per avere qualche nozione in più da sfoggiare di fronte agli amici.

Si potrebbe pensare che l’ecoscandaglio sia in qualche modo una forzatura elettronica nel nostro modo di navigare. Non bisogna però dimenticare che secoli e secoli di progresso ci hanno portato non tanto a inventare un nuovo dispositivo, quanto invece a replicare una tecnologia già presente in natura: i grandi cetacei, infatti, usano da sempre il loro sonar naturale per individuare le proprie prede. Ecco dunque che l’ecoscandaglio diventa l’alleato ‘naturale’ di qualsiasi tipo di barca, sia di quella del pescatore, alla ricerca di pesci, sia del semplice diportista, alla ricerca del fondale perfetto per buttare l’ancora, oppure intento a evitare pericolose secche o bassifondi.

ecoscandaglio e accessori

1- Come si misuravano i fondali prima dell’ecoscandaglio?

Oggi, in qualsiasi momento, puoi collegarti a un negozio di nautica online, acquistare il tuo nuovo ecoscandaglio e, una volta montato il tutto sulla tua barca, visualizzare il fondale marino e i pesci che nuotano sotto la chiglia della tua barca. Ovviamente non sempre è stato così semplice, anzi. A partire dal quindicesimo secolo, per seguire in modo preciso una rotta e per trovare agevolmente un porto, nonché per navigare in acque sconosciute con fondali potenzialmente pericolosi, si iniziò a usare in modo diffuso lo scandaglio. Il sonar, ovviamente, era ancora di là da venire. Per carpire informazioni sul fondale marino si utilizzava dunque un cono di piombo, di circa quattro chilogrammi, legato a una corda con un diametro di circa due centimetri. Tale fune, lunga in generale tra i 15 e i 40 metri, riportava le diverse misure grazie a dei nastrini di diversi colori, a segnalare quindi la distanza esistente tra la superficie e il fondale.

Va peraltro sottolineato che il peso di piombo, oltre a trascinare lo scandaglio fino in fondo, aveva una seconda funzione: era infatti munito di una cavità contenente del grasso – tipicamente del sego – il quale aveva la funzione di raccogliere piccole quantità di materiale dal fondo marino. Si poteva sperare, quindi, di portare a galla, insieme al piombo, anche una piccola testimonianza del tipo di fondale. Il funzionamento dello scandaglio, del resto, non era per nulla scontato: non va dimenticato che tale strumento veniva utilizzato in movimento, mentre quindi la barca – nella maggior parte dei casi navi di grandi dimensioni – procedeva lungo il suo cammino. L’incaricato era dunque tenuto a lanciare da prua il peso, cercando di farlo cadere il più avanti possibile, mentre la barca rallentava l’andatura a circa 4 nodi. Così facendo, si contava di poter avere una lettura veritiera, non falsata da angolazioni non perpendicolari.

2- Chi inventò l’ecoscandaglio per la pesca?

Per millenni non abbiamo saputo nulla dei veri fondali marini. Ci limitavamo a immaginare leggendari mondi sottomarini e mostruosità inenarrabili, nonché a naufragare di continuo, per la felicità dei moderni archeologi del Mediterraneo. Tutto è cambiato con l’introduzione dell’ecoscandaglio, che è andato felicemente sostituire il sagolino piombato di cui abbiamo appena parlato. Va dunque detto che il primo ecoscandaglio fu brevettato dal tedesco Alexander Behm nel 1913 (un anno dopo della tragedia del Titanic, per fare un po’ di contesto). Non si può però non sottolineare che un dispositivo molto simile venne presentato sulla rivista ingegneristica Teknisk Ukeblad dal norvegese Hans Sundt Burggraf nel 1904, con 9 anni di anticipo. Si trattava in ogni caso di un ecoscandaglio rudimentale, lontanissimo dal poter essere realmente utilizzato per la normale navigazione, e ancor meno per la pesca.

Il sonar venne dunque utilizzato per anni esclusivamente in campo bellico. Fino al 1948, nessun pensò quindi di applicare la localizzazione acustica – resa più potente dalla conducibilità dell’acqua – al mondo della pesca. I primi furono i fratelli giapponesi Kiyotaka e Kiyotaka Furuno: anche qui, però, non avevamo ancora a che fare con un vero e proprio schermo, quanto con dispositivo scrivente, in cui le indicazioni sul fondale marino venivano scritte su un rotolo di carta termica che scorreva all’interno dell’apparecchio. Insomma, per arrivare ai gioiellini di elettronica digitale che si possono acquistare nei migliori negozi di nautica, di passi se ne sono fatti tantissimi!

come funziona l'ecoscandaglio

3- Come funziona l’ecoscandaglio? O meglio, come funziona il trasduttore?

Le componenti principali di un ecoscandaglio, come è noto, sono tre: l’ecoscandaglio vero e proprio, dotato di pulsanti e schermo, il trasduttore e il GPS. Il cuore dell’ecoscandaglio è di fatto costituito dal trasduttore, ovvero dalla sonda deputata a inviare segnali sonar nell’acqua per individuare il fondale marino, eventuali pesci e perché no, ipotetici relitti.

Ma come funziona il trasduttore nel concreto? Già il termine ‘sonar’, di fatto, può aiutarci a capire, essendo l’acronimo dell’espressione SOund NAvigation and Ranging, a indicare quindi quei particolari impulsi acustici che, emessi dal trasduttore, continuano a propagarsi fino al momento in cui non incontrano un ostacolo. Raggiunto quell’ostacolo, gli impulsi ‘rimbalzano’, creando per l’appunto quella ‘eco’ che dà il nome all’ecoscandaglio. Per farti un’idea del funzionamento concreto del trasduttore, potresti pensare al fatto che la grandissima parte del suo tempo è dedicata all’attesa degli echi di ritorno.

La maggior parte degli ecoscandagli operano sue due frequenze, una più bassa e una più alta. L’accoppiata classica è quella di 50/200 KHz. Gli impulsi ultrasonici da 50 KHz, e quindi con una frequenza bassa, riescono a penetrare fino a profondità maggiori, riportando però meno dettagli a livello dello schermo; i segnali a 200 KHz, da parte loro, si fermano più in alto, ma riportano un maggior numero di particolari – oltre a fotografare una parte più ampia del fondale.

4- Perché si vendono ecoscandagli senza trasduttore?

Buttando un’occhiata nella categoria del nostro negozio di nautica online dedicata a questi accessori, avrai potuto notare che, in molti casi, questi dispositivi elettronici per la navigazione e per la pesca vengono spesso venduti senza trasduttore. La domanda, ovviamente, sorge spontanea: per quale motivo vendere un ecoscandaglio senza sonda, se in mancanza di quest’ultimo elemento non è possibile scandagliare il fondale marino?

La risposta, in realtà, è più semplice di quanto ci si potrebbe aspettare. Quella di vendere determinati ecoscandagli senza trasduttore è una politica molto comune tra i venditori di accessori per la nautica, per il semplice fatto che, al di sopra di una certa soglia, si preferisce lasciare ai diportisti e ai pescatori la possibilità di scegliere l’ecoscandaglio più adatto alle proprie esigenze. Per questo motivo, in linea generale, i dispositivi più economici sono già forniti di un trasduttore incluso, non essendoci un’infinita gamma di sonde associabili a un ecoscandaglio di primo prezzo. Nel caso dei dispositivi più avanzati e dunque più costosi, invece, si tende a non proporre un trasduttore incluso, così da permettere a ognuno di acquistare l’ecoscandaglio più adatto. Su questo punto, in ogni caso, torneremo davvero a breve.

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5- Dove posizionare l’ecoscandaglio sulla barca?

Nei forum online come nel nostro servizio di assistenza, non si contano gli utenti che si domandano come montare l’ecoscandaglio e quindi, più nello specifico, dove posizionare il trasduttore. Anche questa è una domanda più che legittima, in quanto la posizione della sonda può influenzare grandemente – nel bene e nel male – il funzionamento stesso del dispositivo.

Dunque, dove posizionare l’ecoscandaglio? Se si parla del dispositivo in sé, ovvero del monitor, non esistono delle regole precise e assolute. É sufficiente posizionarlo in un luogo confortevole, tipicamente accanto al timone. Totalmente diverso il discorso per quanto riguarda la sonda: la domanda ‘dove montare il trasduttore’, infatti, è ricca di interesse. La posizione classica del trasduttore è a poppa, per il semplice fatto che la parte posteriore della barca è più protetta e più stabile rispetto alla prua. La poppa non fende l’acqua, in genere non è aggredita dalle onde, e salva dunque la sonda da pericolose oscillazioni. Come risultato, montare il trasduttore a poppa ci garantisce in genere delle misurazioni più precise, nonché una maggiore sicurezza. Va però sottolineato che esistono anche dei trasduttori che non vanno montati in questa posizione, i quali di caso in caso possono essere passanti o interni alla barca (e su questo ci torneremo tra qualche paragrafo).

Oltre a capire dove montare il trasduttore, è importante pensare anche a come montarlo, ponendo una particolare attenzione nel montaggio delle apposite staffe: sbagliare l’inclinazione può infatti portare a una visione limitata del sonar.

Antenna ecoscandaglio per la pesca

6- Dove montare l’ecoscandaglio sul gommone?

Non tutti si domandano come montare l’ecoscandaglio sulla barca; in molti, infatti, si chiedono dove posizionare il trasduttore sul gommone, e perfino sui piccoli tender. In questi casi, oltre a usare al meglio l’attrezzatura per il montaggio del dispositivo, dalle staffe metalliche alle ventose, è necessario talvolta usare un po’ di fantasia. La posizione ideale è, nella maggior parte dei casi, lo specchio di poppa, con apposita staffa a slitta (come quelle proposte per esempio nel catalogo Osculati).

7- Qual è il trasduttore giusto per la tua barca?

Come abbiamo visto, spesso gli ecoscandagli vengono venduti senza sonar. Sta a te, quindi, scegliere il trasduttore migliore per la tua barca. Vediamo prima di tutto la potenza: i modelli più economici hanno una potenza di circa 500 Watt e, lavorando fino ai 250 metri di profondità, possono soddisfare il pescatore amatoriale senza troppe pretese. Esistono però delle sonde molto più potenti, con una potenza di 1 o persino 2 Kilowatt, in grado quindi di analizzare il fondale marino con tutt’altro grado di precisione e a profondità ben maggiori. Detto questo, possiamo passare ad analizzare le differenti tipologie di trasduttori.

Il più diffuso, come anticipato, è quello da montare a poppa, per la funzionalità e per la semplicità di montaggio. Esiste poi il trasduttore passante, che però – necessitando di un foro importante nello scafo – deve essere montato da dei professionisti; a scapito di questo iniziale svantaggio, il trasduttore passante garantisce un’ottima lettura dei fondali anche a velocità elevate. Non va dimenticato che il trasduttore passante è da evitare su barche che vengono trasportate con carrelli a rulli, visto l’alto rischio di danneggiarlo. Il trasduttore da interno potrebbe sembrare il più semplice di tutti, potendo essere montato internamente allo scafo, in posizione centrale. Il problema è che questa sonda funziona solo a patto di avere davanti a sé tuttalpiù una carena di pochi millimetri di vetroresina, e anche in questo caso la sua efficacia – dovendo oltrepassare un ostacolo – sarà per forza di cose ridotta rispetto ai modelli normali.

8- Quale ecoscandaglio acquistare?

Questa è una domanda da un milione di dollari: quale ecoscandaglio devi acquistare per la tua barca? Tutto dipende in primo luogo dalle tue esigenze, e in secondo luogo dal tuo budget. Chi cerca un semplice fishfinder, ovvero un dispositivo cercapesci in grado di esaminare poche decine di metri di profondità, può accontentarsi di un modello economico, con un prezzo che si aggira intorno ai 100 euro. Per degli ecoscandagli veri e propri, in grado di analizzare i fondali in profondità, i prezzi non possono che salire: si parte dai dispositivi a primo prezzo, tendenzialmente intorno ai 150 e 200 euro, per arrivare fino al top della gamma, oltrepassando i 1.000 euro, e infine ai dispositivi per la pesca professionale, al di sopra dei 5.000 euro.

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Ora sai quale ecoscandaglio acquistare per la tua barca e come montare il trasduttore, e sei a conoscenza di qualche piccola chicca su questo accessorio nautico, che ti potrà tornare utile in qualche conversazione tra lupi di mare. Se ora hai le idee più chiare, visita il nostro negozio online dedicato agli accessori nautici: potrai trovare i migliori ecoscandagli Lowrance, Simrad, B&G e Garmin. E se hai altre domande, non esitare: i nostri assistenti sono pronti a cancellare tutti i tuoi dubbi!




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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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