Gli accessori per la pesca alla bolognese

Abbiamo deciso di dedicare un intero articolo agli accessori per la pesca alla bolognese. Parliamo quindi di quella che è, molto probabilmente, la tecnica di pesca più praticata in assoluto dagli italiani, di una disciplina che trova le sue origini nell’Emila Romagna del secondo dopoguerra e che può essere praticata sia in acqua dolce che in mare. Certo, chi di solito pesca con tecniche più pesanti, più impegnative a livello fisico, può trovarsi dapprima spiazzato nella pesca alla bolognese, dove tutto è leggero, dagli accessori fino ai movimenti. Eppure sta proprio qui il bello della pesca alla bolognese: tutto si gioca sulla leggerezza, sulla capacità di perfezionare di volta in volta tecnica e movimenti.

Storia della pesca alla bolognese

Vale la pena, prima di vedere gli accessori per la pesca alla bolognese, spendere due parole sulla storia di questa tecnica, per capire perché si chiama in questo modo. Diciamo allora che il mulinello a bobina fissa che si usa sulla bolognese è stato inventato oltre oceano già nell’Ottocento, ma che la prima canna lunga ad anelli corredata da questa tipologia di mulinello è stata messa a punto proprio nella provincia di Bologna, negli anni Cinquanta: l’obiettivo era chiaramente quello di lanciare più lontano nei larghi fiumi emiliani, andando oltre i limiti della canna fissa. Non si parlo però subito di canne telescopiche: queste arrivarono solo tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, per venire poi perfezionate con l’impiego di boron e carbonio.

La tecnica per pescare con la canna bolognese

Con la canna bolognese è possibile pescare in porti, foci, fiumi, canali e scogliere. Si tratta già da questo punto di vista di una tecnica versatile, che trova il suo unico limite nel mare mosso, situazione nella quale è meglio optare per surf casting o spinning. Ma cosa caratterizza la pesca alla bolognese? Ovviamente si parla del lancio preciso, per poi mantenere il galleggiante in leggera trattenuta, attendendo pazientemente e con attenzione l’abboccata, incuriosendo la preda. Non bisogna pensare che, vista l’attrezzatura light, non si possa mirare a prede importanti: cefali, spigole, orate, saraghi e salpe sono tra le prede tipiche di chi pesca con questa tecnica.

La canna bolognese

Tra gli accessori per la pesca alla bolognese troviamo la canna, i galleggianti, le confezioni di pastura, il guadino e la fionda per lanciare i bigatini. Ma come deve essere la canna da pesca? La canna da pesca bolognese, chiamata anche “da passata”, è una canna telescopica piuttosto lunga: solitamente si parla di canne tra i 5 e gli 8 metri, realizzate con una buona percentuale di carbonio, per non farla soccombere alle sollecitazioni importanti di lancio e di recupero. L’anellatura della canna alla bolognese è a ponte lungo, con una potenza di circa 20 grammi. Ogni sezione presenta un anello.

Da non perdere:   Come effettuare la scelta del filo da pesca più indicato a seconda della tecnica?

Gli accessori per la pesca alla bolognese: il mulinello

Veniamo al mulinello per la pesca alla bolognese. Come è noto, caratteristica peculiare di questa tecnica è quella di usare fili molto sottili. Partendo da questo presupposto, prima di acquistare il mulinello è bene pensare a quelle che sono le sue funzioni: deve contenere una riserva di filo sufficiente per i lanci lunghi, e deve essere allo stesso tempo funzionale in fase di combattimento. Ecco allora che sarà bene scegliere tra mulinelli più piccoli e più grandi: chi si dà a una pesca alla bolognese particolarmente leggera potrà dirigersi verso mulinelli di taglia 1000, mentre chi si dirige verso una pesca più pesante virerà verso la taglia 4000. Il mulinello per la bolognese tradizionale, in ogni caso, si aggira intorno alla taglia 3.000, per andare a ospitare una lenza di ottima qualità – realizzata appositamente per la pesca alla bolognese – di 0,14 o 0,16.

Le esche per la pesca alla bolognese

Il pescatore che si dà alla bolognese deve sempre portare con sé, nella propria cassetta per la pesca, alcune bobine di fluoro carbon, nonché una buona riserva di ami da pesca (tipicamente dal numero 10 al numero 20) e di galleggianti, a penna o a pera, in base allo spot. E per quanto riguarda le esche? Ebbene, tutto dipende da quello che si desidera pescare. Chi va alla caccia di orate potrà optare per il bigatino, ottimo anche per i cefali, che rispondono bene anche con pane a fiocco, filetto di sarda e pastelle al formaggio. Il bigatino risulta ideale anche per i branzini, i quali prediligono anche vermi coreani e gamberetti vivi.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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