Allagamento della barca: i motivi più comuni

Non serve fare alcuna indagine per sapere con una certa sicurezza che, tra gli incubi più comuni tra i diportisti, vi è proprio quello dell’allagamento della barca. Difficile trovare un proprietario di imbarcazione che non abbia mai sognato – o meglio, avuto un incubo su – questa evenienza, per poi svegliarsi non poco agitato ma, allo stesso tempo, sicuramente sollevato. Non si tratta però di un’esperienza che può avere luogo solo nel mondo onirico: le barche si allagano anche nella realtà, e talvolta finiscono persino per affondare. Ma quali sono le principali cause di allagamento della barca? E come evitare queste evenienze?

Le prese a mare, prima causa dell’allagamento della barca

Sono loro le prime e più comuni cause di allagamento della barca, le prese a mare. Il ruolo di questi rubinetti del resto è proprio questo, permettere l’ingresso dell’acqua all’interno dell’imbarcazione. Il problema è che talvolta l’acqua finisce per entrare quando non è affatto richiesta. Questo accade essenzialmente per due motivi: o perché la presa a mare non è stata chiusa durante la navigazione, o perché la presa a mare è danneggiata. Ecco allora che per evitare che la barca faccia acqua per via di questi fori nello scafo è necessario prima di tutto assicurarsi di chiudere le prese e a mare al momento opportuno, per evitare che – per esempio – l’acqua cominci a entrare dalla presa a mare del bagno con la barca sbandata di bolina. In secondo luogo, è d’obbligo effettuare un’attenta e periodica manutenzione delle prese a mare, pulendole, ingrassandole e controllandole con pazienza.

Urti e incagli, e la barca affonda

Certe volte l’allagamento della barca non è dovuto a incuria dell’imbarcazione, quanto invece a dei veri e propri incidenti, a delle emergenze impreviste che nel giro di pochi secondi possono trasformare una normale uscita in un dramma. Talvolta la colpa è tutta del diportista, talvolta è invece del fato. Certe volte infatti l’urto è praticamente imprevedibile. Può accadere per esempio che una barca si trovi a scontrarsi con un container perso in mare: si tratta di un evento fortunatamente raro, rarissimo, ma non impossibile. Tali container, infatti, una volta caduti dalle navi portacontainer non affondano immediatamente, avendo al proprio interno una sacca d’aria che li mantiene per qualche tempo nei dintorni della superficie. Ecco che allora il diportista sfortunatissimo potrebbe trovarsi a urtare questi enormi scatoloni di acciaio, lunghi anche 12 metri. Il danno, come si può immaginare, può essere importante, con la creazione di una fessura o di una vera e propria falla.

Altre volte invece la colpa è tutta del diportista: è questo il caso dell’incaglio, con lo skipper che non si rende conto di affrontare un fondale molto basso fino al momento in cui non lo urta. La collisione può determinare il blocco istantaneo della barca sul fondale o l’affondamento vero e proprio, nel caso di uno scoglio affiorante. Partendo dal presupposto che i nostri mari risultano perfettamente mappati, e che non esistono scogli o fondali sconosciuti, qui la colpa è tutta del diportista, che non ha controllato la cartografia nautica prima di muoversi.

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L’acqua che entra da passauomo e oblò

Quando l’acqua fa acqua, sempre di fori si parla. Si è parlato dei fori rappresentati dalle prese a mare, nonché dei fori creati da incidenti di navigazione più o meno gravi. Ma ci sono anche altri fori, altre fessure o aperture che potrebbero lasciar passare dell’acqua. Certo, in questi casi si parla molto di rado di un reale rischio di allagamento. Parliamo dell’acqua che potrebbe entrare dai passauomo o dagli oblò barca. L’acqua potrebbe per esempio entrare da un passauomo lasciato aperto da un passeggeri inesperto, dal quale potrebbe entrare acqua per via di un’onda più alta delle altre: l’allagamento non sarebbe probabilmente sufficiente da causare un affondamento, ma causerebbe comunque danni notevoli. Va sottolineato poi che i vecchi oblò a scafo (oggi per fortuna decisamente rari) hanno causato non pochi incidenti mortali nei decenni passati, proprio perché posizionati lì dove l’acqua entra a fiotti durante una sbandata. Ma non si parla sempre di aperture che dovevano essere chiuse e che distrattamente sono lasciate spalancate. Talvolta anche una guarnizione vecchia o difettosa potrebbe far entrare un po’ d’acqua durante la navigazione, causando qualche danno.

Quando l’allagamento della barca arriva dai serbatoi

Sopra abbiamo detto che quando la barca fa acqua, sempre di fori si parla. Ma non per forza si deve parlare dei fori che lasciano “entrare” l’acqua dall’opera viva. In certi casi infatti la perdita è interna alla barca, e di acqua dolce. Non va infatti dimenticato il fatto che buona parte delle barche presenta a bordo dei serbatoi d’acqua barca, i quali con il passare del tempo possono diventare meno resistenti, soccombendo magari dopo un urto. Ecco allora che si potrebbero avere delle perdite più o meno importanti di acqua dolce a bordo, non tali da portare all’affondamento, ma comunque sufficienti per un discreto allagamento della barca, con tutti i danni del caso. Meglio tenere sott’occhio i serbatoi a bordo!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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