Segnate sul calendario il 14 ottobre 2019.
Se volete essere più precisi, aggiungete lunedì 14 ottobre ore 06.30 a.m. (ora italiana).
Sì, perché questa è la data che ha segnato una vera svolta per la vela italiana, quando cioè un nostro skipper ha primeggiato, per la prima volta, in una regata importante come come la Mini Transat.
Stiamo infatti parlando della bellissima vittoria di Ambrogio Beccaria alla prima tappa della regata oceanica in solitario dedicata ai Mini 6.50, partita da La Rochelle e arrivata a Las Palmas, alle Canarie, dopo aver impiegato 8 giorni 19 ore e 52 minuti di regata e oltre 1400 miglia percorse.
Ambrogio, che tutti conosciamo come Bogi, è considerato da diverso tempo come l’enfant prodige della vela azzurra, e tutti stavamo aspettando questa edizione della Mini Transat, per vedere cosa sarebbe riuscito a combinare a bordo della sua Geomag, un Pogo 3 (categoria Serie), dopo le tante vittorie nell’ultima stagione del circuito di classe.
Una stagione che aveva confermato il talento del giovane milanese a bordo della nuova barca, lasciando a tutti gli amanti della vela oceanica grandi aspettative per l’appuntamento più importante delle piccole oceaniche; la Mini Transat. Aspettative e speranze di vedere per la prima volta un nome italiano sul podio, dove invece hanno sempre primeggiato i francesi.
La Mini Transat, come abbiamo raccontato in due precedenti articoli (Mini Transat – storia di una regata – Mini Transata – pronti per l’oceano) è considerata una regata difficile, impegnativa ma frequentata principalmente dalle nuove leve dei navigatori oceanici che hanno voglia di emergere ed iniziare una carriera sportiva con piccoli sponsor e piccoli budget.
Bogi aveva già dimostrato, come abbiamo raccontato in un alto post (Velista dell’anno – Ambrogio Beccaria), di avere il talento e le giuste potenzialità per ottenere buoni risultati in un settore poco frequentato, ma tanto sognato, dai velisti italiani. Grazie poi ai suoi successi è riuscito ad avvicinare e far appassionare quell’Italia che nello sport della vela ci crede e ci spera.
Notti passate davanti al computer, quindi, a seguire questo giovane skipper, dal sorriso contagioso, che virata dopo virata, miglia dopo miglia, ha creato scompiglio nel regno dorato delle regate oceaniche, sempre dominate da skipper d’oltralpe.
Il talento e di Ambrogio deve servire come esempio per i giovani velisti italiani.
“Ambrogio ormai è un libro aperto – ci confida Stefano Paltrinieri veterano e grandissimo conoscitore del mondo Mini 6.50 – Tutti conosciamo il suo talento e le sue capacità. Peccato che abbia dovuto andare in Francia a prepararsi. Speriamo, comunque, che con le sue vittorie riesca a “smuovere” le acque della nuova vela italiana.”
Della stessa opinione anche il giovanissimo minista Domenico Caparrotti. “Ambrogio è stato bravissimo, ha un passo in più rispetto ai francesi, e lo abbiamo visto. Il suo talento deve diventare un esempio e una fonte di ispirazione per la Classe Mini Italiana.”
Una regata che ha tenuto tutti con il fiato sospeso.
Proviamo allora a ripercorrere questa prima tappa dove Bogi ci ha regalato emozioni con il suo talento che fa bene alla vela, facendoci perdere anche qualche ora di sonno.
Gli 87 ministi iscritti alla Mini Transat sono partiti il 5 ottobre, con un ritardo di 13 giorni a causa di una profonda e violenta depressione, affrontando una regata che si era già prospettata non facile.
Bogi era partito bene ma dopo i primi rilevamenti era tredicesimo di categoria.
Dopo una prima notte molto sportiva con un mare formato e 25/30 nodi di vento, Ambrogio prende la testa della flotta dei Serie e non la perderà fino al quarto giorno di gara, tra mercoledì e giovedì notte, quando ha strambato verso le coste portoghesi perdendo così qualche posizione. La mossa tuttavia non è sembrata poi così azzardata vedendo cosa è successo nelle ore successive.
Geomag infatti torna presto in testa, con un largo vantaggio sul secondo, più di venti miglia. Ma ancora una volta nella notte successiva Bogi perde la prima posizione.
A casa, tra gli irriducibili che per ogni aggiornamento sono davanti al tracking, cala il silenzio e si trattiene il respiro.
Le ore che seguono sono le più dure per la flotta dei mini perché il vento cala drasticamente e bisogna sfruttare ogni arietta possibile.
La regata è a questo punto un vero terno al lotto.
La scelta di Ambrogio di andare più a Ovest per il momento non paga.
Sui social iniziano così i commenti e le previsioni sulle rotte scelte dai concorrenti, sperando sempre che la scelta di Bogi sia quella giusta.
La svolta arriva nelle ultime 24 ore: Ambrogio torna di nuovo in testa e supera Felix De Navacelle, proprio grazie al posizionamento più a Ovest che gli ha fatto agganciare in anticipo il nuovo vento.
A questo punto il tasto “aggiorna” sulla mappa del tracking diventa un tic nervoso per tutti gli appassionati.
Il tempo sembra non passare mai, e tutti vorremmo essere delle “mosche” per vedere cosa succede a bordo di quei mini, laggiù, in mezzo all’Oceano.
La regata termina con la vittoria di Ambrogio con un vantaggio in termini di tempo sul rivale di un’ora e 43 minuti, relativamente basso visto che vale la somma dei tempi per il risultato finale.
Ma come non esultare ed essere orgogliosi di Bogi visto che questa è la prima volta che un italiano conquista il podio di una tappa della Mini Transat?
E allora, diciamolo, grande Bogi!!!
Ecco il commento a caldo subito dopo il suo arrivo a Las Palmas:
“Sono molto felice, ma non me l’aspettavo così questa prima parte della Mini-Transat. E’ stata la regata più dura che abbia mai fatto, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Fino alla fine non pensavo di vincere. Da ieri mattina non ho ascoltato la meteo e le classifiche perché ero sicuro di aver perso tutto il vantaggio nella notte. Pensavo che il gruppo dei miei inseguitori fosse a Ovest visto che il vento che sarebbe dovuto entrare da sud-ovest ed ero quasi certo di aver sbagliato tutto! La meteo era quanto di più diverso da quella che avevamo studiato alla partenza.Quindi da una parte è stato molto divertente perché ti devi inventare strategie nuove che non hai studiato prima e ognuno tira fuori sorprese dal proprio sacco, ma difficile dall’altro canto a livello di nervi. La discesa lungo le coste portoghesi è stata velocissima e molto faticosa fisicamente… praticamente ho vissuto sott’acqua, Geomag era sempre bagnata. Andavo più veloce nei proto a un certo punto! Ma sono contento di essere riuscito a non farmi prendere troppo dall’adrenalina e tenere il ritmo, ho sempre mangiato e dormito lo stesso, e giocato un po’ d’anticipo, salvaguardando sempre un pochino di energie. Dopodiché è stata una follia, eravamo continuamente fermi nella bonaccia, praticamente fino all’arrivo. Ricordiamoci in ogni caso che questa è una corsa a tempo e che il vantaggio che ho su Felix [De Navacelle, ndr] è abbastanza ininfluente… ma non è neanche male!”.
Noi di HiNelson abbiamo voluto fargli le congratulazioni a voce e lo abbiamo chiamato al telefono.
Bogi, te lo devo dire, lunedì mattina quando ho visto il tuo risultato, ho saltato per tutta casa!!!! Complimenti da parte mia e di HiNelson.
Ambrogio. “Grazie!!! Mi fa molto piacere.”
Ascolta la versione integrale sul podcast.
Foto Breschi/Mini Transat La Boulangere