Proviamo a fare chiarezza una volta per tutte? Oggi parliamo dell’ancora galleggiante: a cosa serve, come si usa e i vari tipi.
Come molti diportisti e appassionati sapranno, le ancore galleggianti servono a rallentare la barca o per stabilizze lo scarroccio in deriva. Gli skipper provetti, e più in generale chi ha conseguito da poco la patente nautica, dovrebbero averne una in dotazione, e più avanti vedremo perché.
L’ancora galleggiante può essere costituita da un cono di tela, in pvc o nylon, di dimensioni proporzionate alla stazza della barca e assicurata per mezzo di alcune sagole ad una cima.
Come funziona l’ancora galleggiante?
Il loro utilizzo può avere varie funzioni. Si può pescare a traina, o si può limitare l’azione del vento e posizionare la barca con la murata perpendicolare al vento e alla corrente.
Non tutte le unità natanti hanno in dotazione l’ancora galleggiante. Prima di addentrarci nell’uso di questo dispositivo nautico, cercheremo di fare chiarezza su due tipi di ancore galleggianti:
- a paracadute (più usata nelle manovre di navigazione);
- a trascinamento (utilizzata nella pesca a drifting del tonno, a traina e a bolentino per stabilizzare le esche).
Ancora galleggiante a paracadute
Si tratta di un dispositivo che permette un rallentamento della barca, ma non il suo completo arresto. L’ancora galleggiante a paracadute è utilizzata a prua per mantenere lo scafo controvento e il più possibile fermo.
Ad esempio, l’ancora galleggiante a paracadute si usa quando si vuole proseguire la navigazione verso un approdo per ripararsi, ma il moto ondoso è così forte da rischiare continuamente la fuoriuscita dell’elica dall’acqua.
In tal modo, si scongiura il rischio che la prua possa finire nel cavo dell’onda. Questo modo di utilizzate l’ancora galleggiante a prua viene anche detto mettere la barca alla cappa, cioè prendendo il mare al mascone per consentire all’unità navale di scarrocciare.
Ancora galleggiante a trascinamento
Per pescare, l’ancora galleggiante a trascinamento è la migliore soluzione. Questo dispositivo è messo in acqua a poppa e può prevedere più coni a seconda della velocità, della forza del vento e delle dimensioni dello scafo.
L’ancora galleggiante a trascinamento è utilizzata nella pesca in drifting. Serve per rallentare la barca quando la corrente o il vento gli imprimono una velocità tale da non permettere un’azione di pesca ottimale.
Spesso può accadere che la velocità della barca in deriva sia tale da sollevare troppo le esche piombate, non garantendone il posizionamento sull’amo e allontanando troppo velocemente la scia di pastura.
In questi casi, l’ancora galleggiante a trascinamento, rallentando la barca, ripristina una corretta azione di pesca in drifting o al bolentino di profondità, per facilitare il calcolo dello scarroccio dal momento in cui vengono calate le esche, a quando raggiungono il fondo.
Come si usa l’ancora galleggiante
Come si usa l’ancora galleggiante? Questo dispositivo si fila dalla poppa in mare aperto quando il vento è forte e si vuole manovrare più facilmente la barca rallentandone l’andatura.
L’ancora galleggiante si utilizzata soprattutto quando si è alle prime armi.
Gli skipper esperti sanno tenere la barca sul punto con i motori, ma per i diportisti con poca esperienza è preferibile rallentare lo scarroccio con una o due ancore galleggianti.
Bisogna fare molta attenzione a evitare che la cima dell’ancora galleggiante non sia ben tesa: quando vi è un particolare moto ondoso, c’è il rischio che l’elica possa fuoriuscire dall’acqua e la cima dell’ancora possa attorcigliarsi al suo asse.
Quale scegliere?
Ovviamente è un po’ come chiedere “Qual’è la barca giusta da comprare?”. Dipende da armatore a armatore, da esigenze diverse per utilizzi diversi dell’imbarcazione.
Un consiglio che ci sentiamo di dare è comunque di averne sempre una a bordo che ci aiuti in caso di tempo avverso, perchè come tutte le precauzioni in barca, non sono mai troppe.
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