Mollo tutto e giro il mondo in barca a vela.
Quante volte lo abbiamo detto, o per lo meno pensato, soprattutto quando certe situazioni sembrano risolvibili solo caricando a bordo di una imbarcazione un buona cambusa per partire verso mari lontani.
Questo però non basta, perché prima di tutto ci vuole coraggio, per mollare tutto.
Lorenzo Leonello e Annalisa De Cesare hanno avuto il coraggio di farlo, e lo hanno fatto veramente dalla A alla Z partendo il 1°giugno 1997 dal porto di Rimini, giorno in cui è iniziato il loro giro del mondo durato 4 anni.
“Siamo nati come viaggiatori da “aereo, zaino e tenda”, e non eravamo dei velisti. Poi un giorno, in Polinesia Francese, abbiamo conosciuto una coppia che stava girando il mondo in barca; è stato allora che abbiamo capito che era quello il modo migliore per viaggiare.”
Così, una sorta di lampadina si accede e Lorenzo ed Annalisa iniziano a valutare, e a studiare, il modo per mollare gli ormeggi e girare il mondo.
“Non essendo velisti abbiamo prima studiato e poi imparato strada facendo. Abbiamo una deformazione professionale: come informatici, di base, non sappiamo niente, quindi prendiamo un manuale e studiamo come si fa. Più o meno abbiamo usato la stessa tecnica per il nostro viaggio in barca a vela.”
Il piano prende forma.
Siamo alla fine degli anni ottanta e Lorenzo e Annalisa si sono appena laureati in informatica; per partire e girare il mondo però servono i soldi, quindi trovano un lavoro ed iniziano a pensare alla barca.
“Abbiamo comprato il progetto dallo studio di Van de Stadt e lo scafo è stato costruito a Fano. Dell’allestimento invece ce ne siamo occupati noi.”
E così è nata Walkabout, un 34 piedi di acciaio.
Walkabout significa letteralmente “cammina in giro” ed è un viaggio che gli aborigeni australiani fanno almeno una volta nella vita, seguendo un itinerario tramandato attraverso dei canti antichi.
Ricapitolando: dall’idea di partire a quel 1° giugno 1997, quando è iniziato il viaggio di Lorenzo ed Annalisa, sono passati 10 anni, più 4 in giro per il mondo; totale 14 anni.
Per questo ci vuole coraggio a mollare gli ormeggi per un giro del mondo, e anche tanta costanza e convinzione.
Cosa è successo in quella domenica del 1° giugno 1997?
Annalisa. Era la partenza della regata bellissima, famosissima e che ricordo anche con commozione, la Rimini-Corfù-Rimini. All’epoca era un grande evento con equipaggi che venivano anche dalla Russia, partecipavano barche bellissime e di prestigio e, in perfetto stile romagnolo, c’erano anche gli stand gastronomici. Noi ci siamo aggregati a questa festa con l’idea di partire insieme alle barche della regata ma con l’intenzione di non tornare con loro.
Lorenzo. La cosa commovente era la gente che ci portava regali e con le lacrime agli occhi ci diceva che stavamo facendo quello che avrebbero voluto fare loro. Una cosa incredibile. Poi in realtà quel giorno c’era scirocco molto forte, quindi vento contro rispetto alla nostra rotta, e ci siamo fermati a Pesaro per la notte.
Annalisa. Avevamo la barca ancora con tantissime cose da sistemare ed eravamo molto stanchi.
Lorenzo. Un giornale locale ha anche ironizzato scrivendo che partivamo per il giro del mondo e ci eravamo già fermati a Pesaro.
Mollare tutto nel 1997 era considerata una scelta “pazza” più che coraggiosa. Cosa è cambiato oggi per chi vuole fare il vostro stesso percorso?
Annalisa. Forse oggi è ancora più pazza visti i tempi e il problema del lavoro, rispetto alla situazione di allora.
Lorenzo. È anche vero però che oggi c’è più flessibilità ed è facile cambiare lavoro, andando anche all’estero. Prendersi un periodo sabbatico, come spesso si dice, è più semplice. Nel 1997 c’era ancora l’idea della carriera, quindi il programma era, dopo la laurea trovare un lavoro e cercare di raggiungere una posizione. Noi infatti abbiamo lasciato il lavoro dopo 8 anni, quando in realtà dovevamo vedere i primi frutti per la nostra carriera lavorativa. La nostra scelta è stata molto più radicale e “pazza” visto che ci siamo proprio licenziati, venduto la macchina e lasciato la casa. Il momento in cui abbiamo firmato la lettera di dimissione è stato il punto di non ritorno, il successivo è stato il canale di Panama. A noi è andata bene, perché il nostro ex datore di lavoro, dopo 4 anni, ci ha cercato mentre eravamo nelle Seychelles per proporci un nuovo lavoro. Per questo abbiamo dovuto tornare in Italia in fretta e furia.
Avete scritto che le principali motivazioni che vi hanno spinto a questo viaggio sono state: vedere il mondo, dimostrare di essere autosufficienti, ritornare alla natura e staccarsi dai ritmi della civiltà occidentale. Oggi, dopo aver girato il mondo, aggiungereste altri motivi?
Lorenzo. Direi che anche oggi valgono ancora quelle 4 motivazioni.
Annalisa. Aggiungerei anche gli incontri con le persone, sia viaggiatori come noi che le persone dei luoghi che abbiamo visitato, perché lasciano un segno forte. Ma questo quando parti non lo sai.
Lorenzo. Gli incontri infatti sono quelli che ti aprono la mente, ti fanno scoprire situazioni e realtà incredibili, molto più dei posti che visiti. Infatti, la palma e la spiaggia bianca sono sempre quelle. In Polinesia Francese, ad esempio, il posto è bellissimo, un sogno, ma è ancora più bello perché la gente che vive su quelle isole ti accoglie come un figlio. La nostra idea era di vivere i posti che avremmo toccato lungo la nostra rotta, per questo in Polinesia Francese ci siamo fermati quasi un anno.
Quindi non era in programma una sosta così lunga?
Annalisa. Il progetto iniziale era arrivare in Pacifico e fermarsi per qualche tempo.
Lorenzo. Infatti, avevamo pensato ad un viaggio che sarebbe dovuto durare 2 anni e mezzo, così ce l’eravamo raccontata…
Annalisa. …più che altro l’avevamo raccontata ai nostri genitori. Poi arrivati in Polinesia abbiamo visto che il posto era bello e rappresentava quello che stavamo cercando.
Lorenzo. Andando contro diversi rischi, perché in realtà non puoi fermarti dove e quanto tempo vuoi, soprattutto per il meteo, a causa delle stagioni dei cicloni. In quell’anno però le statistiche davano un periodo favorevole per fermarsi e lo abbiamo fatto.
Chi comandava a bordo?
Lorenzo. Abbiamo fatto sempre tutto insieme, facendo un controllo incrociato. Ad esempio, lei segnava la rotta e successivamente io andavo a controllare, questo perché non si è sempre lucidi e spesso la navigazione è dura. Controllarsi a vicenda era una forma di sicurezza.
Complimenti. Io e mio marito riusciamo a discutere anche su come fare la lista della spesa.
Annalisa. In realtà in determinate situazioni l’orgoglio va messo da parte.
Lorenzo. A volte poi bastava anche solo lo sguardo per capirsi.
Annalisa. Per assurdo discutiamo più a terra che in barca.
Durante il vostro giro del mondo cosa sapevate di trovare e cosa è stata invece una sorpresa?
Lorenzo. Quello che non ci saremmo mai aspettati è sicuramente il lato umano, quindi la gente che abbiamo incontrato e conosciuto. Personaggi strani, interessanti e anche dei veri “pazzi” con i quali si crea un effetto “famiglia”, una vera e propria tribù navigante dove ci si aiuta senza interessi. Se in mare qualcuno ha bisogno lo aiuti, anche perché forse domani sarai tu ad aver bisogno di aiuto. Oggi questa cosa un po’ si è persa, almeno è quello che abbiamo notato noi. Quello che ci aspettavamo invece sono stati i luoghi del Pacifico che avevamo già visto nei nostri primi viaggi.
Annalisa. Un’altra cosa che non ci aspettavamo è stato che in barca c’è una sorta di dilatazione del tempo. Normalmente a casa hai mille cose da fare e arrivi a sera dove sei riuscito a farne la metà. In barca c’è questo vivere con una prospettiva diversa, forse perché vivi all’aperto e hai l’orizzonte sempre davanti a te.
Lorenzo. E poi sei libero, in tutte le sue sfumature. Quando sei libero, paghi tutte le conseguenze delle tue scelte.
Cosa avete provato una volta tornati a casa dopo 4 anni passati a bordo di una barca in luoghi paradisiaci?
Annalisa. In realtà i mesi precedenti al nostro rientro sono stati veramente duri, perché dovevamo rientrare il più presto possibile per il nuovo lavoro. Abbiamo navigato l’Oceano Indiano e il Mar Rosso fuori stagione, quindi con il rischio di cicloni e dei pirati, ed eravamo sempre da soli. In Mar Rosso era freddo e c’era vento sempre contrario. Ritrovarsi seduti in ufficio con il riscaldamento, al caldo, è stato fantastico. Non dovevamo preoccuparci del tempo o delle navi che ci passavano vicino – con la paura costante dei pirati.
Lorenzo. Dopo circa 5 mesi abbiamo realizzato di essere tornati a casa. All’inizio ci sono gli amici e la famiglia che non vedevi da tanto tempo, riscopri tante cose…
Annalisa. …il gelato, le lasagne, i cappelletti…la lavatrice.
Dopo il viaggio è nato il vostro cantiere. Cosa vi ha spinto ad intraprendere questa strada?
Lorenzo. Quando siamo tornati abbiamo lavorato per altri 8 anni come informatici, con ruoli importanti e di responsabilità, e tanto stress. Ci siamo accorti che le barche erano una cosa che ci piaceva e che il nostro viaggio e la barca che avevamo costruito erano il frutto di studio, prima, e di esperienza, poi, acquisiti in quei 15 anni di progetto. Anche qui abbiamo lasciato il lavoro, ma lo abbiamo fatto due mesi prima della grande crisi del 2008.
Annalisa. Diciamo che in quel periodo la maggior parte delle aziende legate alla nautica chiudeva e noi aprivamo il nostro cantiere: tempismo perfetto.
Lorenzo. Anche in questo caso abbiamo pensato ad una barca che rispecchiasse il nostro modo di vedere la navigazione su lunghe rotte e abbiamo preso spunto dalle barche del panorama oceanico come i VOR e i Class 40, cosa che per quel periodo era impensabile.
Annalisa. Volevamo fare una barca perfetta per il giro del mondo, secondo la nostra idea e la nostra esperienza.
Lorenzo. Così abbiamo costruito Walkabout 43, la barca che ora usiamo per fare charter.
Oggi quindi navigate in Grecia ed organizzate crociere.
Lorenzo. Abbiamo la base alle Cicladi, il posto più ventoso della Grecia, ma con la nostra barca non abbiamo problemi e ci permettere di navigare anche in condizioni impegnative, così possiamo trovare delle baie deserte anche a Ferragosto.
Annalisa. Walkabout 43 è infatti molto stabile, difficilmente qualcuno soffre di mal di mare, e anche con vento forte in pozzetto si sta comodi e tranquilli.
Lorenzo. Il charter ora è diventato il nostro lavoro e lo facciamo in un posto, le Cicladi, dove ancora si possono trovare dei posti poco battuti dalla massa, proprio perché c’è molto vento.
Ripartireste per un nuovo giro del mondo?
Lorenzo. Io, sì. Chiaramente con un altro spirito; quello di prendersi dieci anni per navigare e vivere in barca come facevano i pensionati americani che abbiamo incontrato durante il nostro viaggio. Loro spostavano la barca da un posto all’altro e ci passavamo alcuni mesi. Un modo per godersi la barca in giro per il mondo ma a tappe, senza perdere i contatti con la propria realtà per troppo tempo.
Annalisa. Ovviamente, farlo ora sarebbe diverso con delle aspettative che potrebbero risultare deludenti. Come quando torni in un posto che hai già visto, spesso lo ricordavi diverso e non trovi la stessa atmosfera che ti aveva affascinato la prima volta. Ho paura che perderebbe di poesia.
C’è qualcosa che vi manca di quel periodo in cui eravate in giro per il mondo?
Lorenzo. La giovinezza. Anche la libertà e la spensieratezza che avevamo…
Però lo stai dicendo poco convinto, come se il vostro viaggio fosse “cosa fatta capo ha”.
Lorenzo. Sì, perché poi in realtà è così. Dopo essere tornati abbiamo venduto subito Walkabout, ovviamente ci è un po’ dispiaciuto, ma avevamo già altri progetti.
Esco dalla casa di Lorenzo e Annalisa con una strana sensazione di serenità. Era da tanto tempo che volevo raccontare la loro storia, forse perché ho ancora in mente il giorno dopo il loro rientro, quando vennero a trovarmi in ufficio e io li guardavo come fossero dei marziani. Cercavo di vedere nei loro visi le isole, gli oceani, le persone che avevano incontrato in quei 4 anni. O forse ero solo curiosa di vedere una coppia che aveva deciso di seguire una rotta verso la scoperta del mondo.
Per seguire Annalisa e Lorenzo ecco i loro canali:
Sito www.walkaboutcharter.com
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Instagram Walkabout Charter