Proprio ieri si è svolta la Barcolana, quale momento migliore per parlare di barche da regata?
Prima di tutto facciamo una piccola classificazione tra barche da crociera, più comode e senza particolari velleità corsaiole e barche da regata, più performanti e leggere a scapito del comfort di bordo.
Oggi ci concentriamo proprio su queste ultime, protagoniste per la maggior parte alla Barcolana di ieri 8 Ottobre.
Come è strutturata una barca da regata?
Qui si apre un capitolo talmente complesso che neanche i più celebri progettisti saprebbero dare una risposta finita.
E’ infatti questa un’annosa discussione che si protrae da tempo immemore.
Possiamo dire che ci sono delle differenze sostanziali con le barche da crociera ma solo perché ci sono delle differenze tra armatore e armatore.
Un vecchio adagio popolare recita “il mondo è bello perché è vario” ed è proprio così: c’è chi preferisce crociere comode, all’insegna di bagni in acque cristalline, intenti a prendere la tintarella con in mano uno Spritz.
C’è chi prega per un piccolo refolo di vento per poter uscire a vela praticata proprio come sport.
In questo ultimo caso, necessitiamo sicuramente di una barca performante in quasi tutte le condizioni di vento, che ci assicuri sicurezza in mare coniugata con la velocità.
Quali sono le differenze sostanziali?
Iniziamo dallo scafo, per poi salire in coperta e finire con le vele.
Lo scafo da regata ha delle linee d’acqua complesse e deve rispettare (come succede in formula uno) precise normative, dimensioni, linee.
Chiaramente queste cambiano da barca a barca, ma ciò che conta in questo caso è un’efficientissima resistenza idrodinamica data dalla combinazioni di numerosi fattori complessi.
Peso e forma della chiglia, dello scafo, dall’opera morta alla pala del timone in carbonio e di tutti quegli accorgimenti che solo un ingegnere navale altamente qualificato sa valutare.
La coperta invece la troviamo molto “minimal” anche se in realtà non è così.
Per minimal intendiamo che non troverete tutte quelle comodità di una barca da crociera come il tavolo, le casse dello stereo o altri elementi che possano apportare peso e sono superflui alla velocità.
Troviamo magari attrezzatura di bordo altamente performante, una tuga sgombra da cime per ottimizzare il passaggio del team di bordo.
Altro discorso ancora va alle vele.
Una grande differenza tra le vele da regata e quelle da crociera è che, in una regata media, le barche navigheranno controvento per il 50 per cento del tempo.
Le barche da crociera invece, raramente navigano controvento: di solito, quando il vento soffia dalla direzione che i diportisti vogliono prendere, scelgono di andare da qualche altra parte, aspettano che il vento giri o issano la randa per stabilizzare la barca e accendono il motore.
Di conseguenza, le forme delle vele da crociera sono spesso progettate per ottenere migliori prestazioni anche quando le regolazioni non sono precise.
Al contrario, l’equipaggio di una barca da regata di solito cerca di regolare le vele con precisione, il più vicino possibile alla linea di mezzeria in caso di bolina, quindi le loro vele sono più piatte.
Di solito, inoltre, quando una barca da regata inizia a raggiungere certe velocità, l’equipaggio passa a vele diverse, più piccole, come i fiocchi o più leggere, come i Code Zero.
Non solo fattori tecnici.
E’ già, non basta parlare di aspetti tecnici per esprimere il concetto di barche da regata, ma anche di emozioni.
Come dimenticare Il Moro di Venezia, le sfide di San Diego?
Quante emozioni ci ha dato Luna Rossa, Mascalzone Latino, +39?
Vasco Vascotto su Robertissima?
Quanti appassionati di vela sono rimasti incollati al televisore durante la celeberrima America’s cup?
Le regate ci appassionano, ci fanno sognare e ci incoraggiano a praticare la vela in ogni sua forma.
“navigare necesse est, vivere non est necesse”
Ma anche Valencia 2007 io c’ero! Complimenti mi hai fatto tornare in mente ricordi bellissimi.
Grazie Steph! Felice che ti sia piaciuto.
Bellissimo traguardo 👏👏👏👏