E il caricabatterie per la barca, come si sceglie?

Ecoscandagli, salpa ancora, maceratori per wc nautici, luci di navigazione, ma anche frigoriferi in barca, ormai, l’elettricità la fa da padrona, rendendo assolutamente indispensabile poter contare su un impianto elettrico di bordo efficiente e commisurato in base ai nostri fabbisogni. Certo, lì in mezzo al mare abbiamo imparato tutti quanti che bisogna ‘risparmiare’: non bisogna sprecare lo spazio con bagagli troppo grandi, non bisogna infilare nel piccolo frigorifero alimenti a caso, non bisogna usare troppa carta igienica nel wc marino e no, non si deve nemmeno usare l’elettricità come se si fosse connessi a una normale rete elettrica di terra. In barca, infatti, esiste un limite di energia disponibile, che non dovrebbe peraltro mai essere raggiunto.

Diventa dunque importante non solo scegliere le batterie per nautica giuste per la nostra imbarcazione, ma anche acquistare il caricabatterie per la barca più adatto, scegliendo tra le tantissime offerte disponibili sul mercato. Nel nostro e-commerce dedicato alla vendita online di accessori nautica, per esempio, abbiamo un’ampia gamma di caricabatterie per barca Quick e Victron Energy, per soddisfare le esigenze di qualunque diportista, anche del più esigente in termini di energia elettrica.

Vediamo, quindi, come si sceglie il caricabatterie giusto per la propria barca!

 

La corrente elettrica

Chi ne mastica un po’ di elettricità può passare oltre. Per tutte le altre persone che invece sono a digiuno di Ampere, di Volt, di Ohm e di Watt, faremo un ripasso velocissimo: quando si compra una batteria nautica o un caricabatterie per la propria barca, infatti, si finisce inevitabilmente per scontrarsi anche in queste unità di misura che hanno a che fare con la corrente elettrica. Ovviamente non puntiamo a fare una lezione completa di elettronica: basterà capire a cosa ci si riferisce con queste oscure paroline con degli esempi molto semplici – ci scuseranno per la nostra ‘leggerezza’ i periti e gli ingegneri elettronici, che preghiamo di andare oltre senza guardare.

Pensiamo ora a un impianto elettrico come se fosse un semplicissimo impianto idraulico, con serbatoio in alto e rubinetto in basso, in fondo a un tubicino. Nel momento in cui apriremo il rubinetto si creerà un flusso, per l’appunto definito corrente. A definire l’intensità della corrente elettroca ci sono gli Ampere, che indicano la quantità di corrente – ovvero di elettroni  – che attraversa il conduttore in un secondo. Un Ampere, più precisamente, corrisponde a 6 miliardi di elettroni in un secondo. Ma allora cosa sono le altre unità di misura? I Volt indicando la tensione, la quale, in questa analogia idraulica, misura l’altezza complessiva del nostro impianto idraulico: maggiore sarà l’altezza del serbatoio, maggiore sarà la tensione della corrente, misurata per l’appunto in Volt. Ma non tutto rema in favore del flusso di corrente: esistono infatti anche gli ostacoli. Nel caso del nostro impianto idraulico, gli ostacoli sono costituiti dal diametro ridotto del tubicino di uscia. Ebbene, l’unità della resistenza in elettronica è l’Ohm. Minore è il numero degli Ohm, minore è la resistenza che si oppone alla corrente.

Per capire cosa sono i Watt, infine, bisogna uscire dal nostro esempio idraulico. Watt definiscono la potenza istantanea erogata o assorbita in un istante. Per questo motivo, per capire quanta ‘potenza’ abbiamo a nostra disposizione, non parliamo quasi mai di Watt, quanto invece di kWh, a definire il numero di potenza erogata in un intervallo di tempo.

Bene, dopo questo ripasso teorico possiamo tornare al nostro topic, ovvero alle batterie e ai caricabatterie per barca!

Cosa s’intende per caricabatterie della barca

Prima di procedere con il resto dell’articolo, vogliamo fare una precisazione, o meglio, un chiarimento che vediamo ormai come indispensabile. Questo articolo dedicato ai caricabatterie della barca e alla loro scelta è stato scritto nel 2021. Nel settembre 2022 siamo tornati su questo pezzo e, visto la progressiva diffusione dei motori fuoribordo elettrici per barca, abbiamo deciso di chiarire che quando parliamo di caricabatterie della barca non ci riferiamo alle colonnine di ricarica per imbarcazioni elettriche, quanto invece, come lo definiremo tra poco, a quel dispositivo che costituisce ” l’anello di congiunzione tra il motore della barca (o la rete della banchina in porto) e le batterie della nostra imbarcazione”. Le colonnine di ricarica sono un’altra cosa, e stanno facendo pian piano la loro comparsa sui moli italiani. Ha fatto notizia per esempio nel 2021 la comparsa delle colonnine di ricarica per natanti elettrici lungo i moli veneziani, colonnine pensate per fungere anche da attracco e per confondersi con il tipico paesaggio veneziano, laddove tutti i maggiori porti turistici si stanno pian piano dotando di stazioni di ricarica appositamente pensate per le imbarcazioni a batteria. Detto questo, torniamo a parlare dei caricabatterie della barca!

ricarica batterie per barca
E-doc di E-concept

La batteria della barca

Nel momento in cui procediamo a vela, o quando siamo in rada, i nostri consumi elettrici sono soddisfatti dalle nostre batterie. La maggior parte di noi non conosce assolutamente nulla di questi oggetti, e li vede come dei magici contenitori di energia elettrica, che si riempiono durante la fase di carica e si svuotano durante l’utilizzo. Come si misura la capacità di una batteria? Come facciamo a sapere, quindi, quanta energia è contenuta in questo serbatoio? Ebbene, la capacità di una batteria (per barca ma non solo) è espressa con l’unità di misura dell’intensità della corrente, per ora: parliamo dunque di Ah, e quindi dei nostri Ampere per ora. Più alto sarà il numero di Ah della batteria della nostra barca, maggiore sarà l’energia che potrà essere immagazzinata – immessa dai nostri caricabatterie per barca – durante la navigazione o durante le soste.

Di batterie per nautica ne esistono diverti tipi: si passa da batterie di base da 50 Ah per arrivare a delle batterie molto pesanti (svariate decine di chilogrammi) che possono arrivare a 300 Ah. In linea generale, bisogna sottolineare che le comuni batterie per barca non vanno mai lasciate scaricare del tutto – da qui il funzionamento dei caricabatterie come lo vedremo poi – per non essere danneggiate in modo irreversibile.

I consumi della barca

Per acquistare batteria e caricabatterie per la barca è necessario capire quali sono i propri consumi. Va detto che calcolare il proprio fabbisogno elettrico in barca non è difficile come potrebbe sembrare: bisogna solo avere la pazienza di prendere in considerazione ogni singolo dispositivo elettrico presente in barca, annotare il relativo assorbimento di funzione e rapportarlo a un determinato periodo di tempo.

Solitamente in questi casi si guarda alle 24 ore. Guardiamo per esempio al frigorifero della barca: se lo abbiamo comprato di recente dovremmo avere da qualche parte il foglio riportante il consumo di watt giornaliero. Negli altri casi è necessario vedere i Watt dell’elettrodomestico – ipotizziamo 80 – e dividerli per il numero di Volt, in modo da ottenere, seguendo la legge di Ohm, il numero di Ampere, ovvero circa 6. Un frigorifero normale, ovviamente, non sta acceso sempre: il suo generatore si accende di tanto in tanto, in base alla temperatura interna settata dall’utente, alla temperatura esterna, alla tenuta delle guarnizioni e via dicendo. Possiamo però immaginare che un buon frigorifero si attivi per circa 7 ore al giorno: avremmo quindi 6 Ampere per 7 ore, e quindi circa 42 Ah.

Da non perdere:   Rolex Capri Sailing Week. La settimana della vela nel Golfo di Napoli.

Si dovrà fare pazientemente questo calcolo per tutti i dispositivi elettrici presenti a bordo, passando per i winch e per la radio VHF marino (tutti tra l’altro meno energivori del frigorifero) per arrivare, infine, al nostro fabbisogno quotidiano in Ah. Si potrà dunque capire facilmente capire quale tipo di batteria è obbligatorio avere a bordo in base anche alla frequenza delle ricariche, tenendo in ogni modo in considerazione il fatto che le normali batterie per barca non vanno mai, per nessun motivo, scaricate del tutto: si pensi che le classiche batterie al piombo non devono mai essere scariche oltre la metà!

Il caricabatterie della barca

Dunque, a cosa serve il caricabatterie della barca? È subito detto: è l’anello di congiunzione tra il motore della barca (o la rete della banchina in porto) e le batterie della nostra imbarcazione. Il suo compito è dunque quello di ricevere la tensione in entrata, regolarla di tensione e instradarla verso le batterie, andando a ottimizzare la carica di energia. Visto dall’esterno il compito di questi dispositivi sembra semplice, veloce e tutto sommato facile. In realtà, però, le cose non stanno esattamente così. Anzi ci sono tanti fattori da tenere in considerazione in base ai quali andare a regolare il compito della ricarica: parliamo dello stato della batteria, della sua tipologia, della temperatura e via dicendo. Questo per dire, insomma, che il caricabatterie non lavora sempre nello stesso modo. Prima di tutto a fare la differenza è il tipo di batteria: un caricabatterie collegato a una batteria a elettrolita liquido, per esempio, dovrà lavorare a voltaggi più alti rispetto a un altro caricabatterie collegato invece a un serbatoio di energia a gel. E verso la stessa batteria si dovrà variare approccio anche in base alla temperatura. Ma nessuno di questi grattacapi deve preoccupare il diportista: a risolvere il tutto, per l’appunto, ci pensa il caricabatterie, il cui scopo è quello di assicurare tutta l’energia possibile ai naviganti, senza mai stressare le batterie.

Come funziona il caricabatterie della barca?

Dedichiamoci al funzionamento del caricabatterie della barca. Ovviamente non andremo troppo in profondità: qui non vogliamo spiegarti come costruire un caricabatterie! Ti basta invece sapere come funziona. Ecco quindi che devi sapere che questo dispositivo affronta tre passaggi diversi, caratterizzati di volta in volta da un’attività peculiare. Tutti saremmo portati a pensare che un caricabatterie indirizzi tutta la corrente al massimo della potenza verso una batteria fino al momento in cui questa è carica: fine della storia. Non è però così. Per aumentare la durata della batteria, infatti, il caricabatterie si comporta in modo diverso.

Per prima cosa, c’è la fase della carica vera e propria. Questo step, il più importante, porta la batteria fino a circa il 75% della sua carica. Si arriva fino a qui con un voltaggio di circa 14 Volt (12,1 o 14,8 V) e con l’invio di una corrente compresa tra il 20 e ik 40% dell’amperaggio effettivo della batteria (o delle batterie). A questo punto si passa alla seconda fase, che prevede una diminuzione progressiva e continua dell’amperaggio, fino alla ricarica completa della batteria, tenendo al massimo la tensione. Infine, c’è la terza fase: qui non si parla più di una vera e propria ricarica, quanto invece di un mantenimento della situazione raggiunta. In questo step si utilizza una tensione ridotta (13,1 o 13,5 V) che, pur garantendo un mantenimento ottimale, non va a surriscaldare le batterie.

Questo particolare procedimento di ricarica viene definito dalla normativa internazionale DIN con la sigla IUoU, a definire la fase I, la fase UO e l’ultima fase U.

carica batterie Quick

Scegliere il caricabatterie per la barca

Bene, ora abbiamo visto qual è il ruolo e qual è il funzionamento di questi dispositivi. Ora possiamo passare nel concreto alle caratteristiche da prendere in considerazione prima di acquistare un caricabatterie per barca. Per prima cosa, è necessario controllare qual è il voltaggio in uscita, il quale può essere settato a 12 Volt oppure a 24 Volt. È poi necessario che il numero di uscite massimo sia sufficiente per l’utilizzo che se ne farà: un caricabatterie a a due uscite, ovviamente, sarà insufficiente per chi intende caricare 3 banchi di batterie. Ovviamente non bisogna trascurare l’efficienza del caricabatteria: il migliore dispositivo, da questo punto di vista, è quello che produce energia riducendo al minimo gli sprechi. I caricabatteria Quick, per esempio, hanno un’efficienza elevata, che arriva fino al 92%.

Queste sono le regole generali per scegliere un caricabatterie marino. É necessario poi concentrarsi sulla tipologia di batterie che si andranno a caricare, e quindi tra batterie a elettrolita liquido, o a Gel o AGM (le batterie Quick hanno per esempio cariche differenziate in base ai tipi di batteria) nonché su altri aspetti come la rumorosità, la velocità e la compatibilità dei generatori.

Ma come ci si deve regolare sulla capacità di carica? Ebbene, non esistono regole assolute. In linea di massima, si cerca sempre di accompagnare le batterie di una barca con un caricabatterie con un capacità di ricarica pari a (circa) il 15% della capacità totale. È possibile anche adottare un caricabatterie con una capacità di ricarica maggiore, per velocizzare i tempi di ricarica: in questo caso, però, è necessario controllare che le batterie siano in grado di accettare la potenza prevista dal nuovo caricabatterie. Se infatti le batterie AMG possono accettare una potenza di carica fino al 40%, questa quota si abbassa fino al 30% nel caso della batterie a Gel.

Bisogna poi pensare a come verrà effettivamente costruito l’impianto elettrico della barca. Si potrebbe per esempio pensare di collegare 3 batterie in parallelo, le quali potrebbero esse ricaricate singolarmente con un caricabatterie a 3 uscite o tutte insieme con dispositivo con una sola uscita. In tal caso, comunque, il dispostivo di ricarica dovrà avere una capacità pari al 15% del totale delle batterie. Se invece si decidesse di collegare le batterie in serie, per non rischiare, si dovrà nella maggior parte dei casi utilizzare un caricabatterie a 3 uscite per ricaricare singolarmente ogni batteria: con questo tipo di installazione, infatti, non si sommeranno gli ampere, quanto invece i volt; un caricabatterie a una uscita per una ricarica complessiva potrebbe dunque portare a uno sbilanciamento (si pensi al caso in cui una delle batterie collegata a un caricabatterie a singola uscita da 24 Volt venisse collegata a un’utenza da 12 Volt).

Insomma, l’acquisto di un caricabatterie per la barca non è affatto difficile: è sufficiente partire dalle informazioni giuste!

Ti è piaciuto l'articolo?

Clicca sulle stelle per votare

Media voti 3.9 / 5. Numero di recensioni 15

Nessun voto per ora. Sii il primo a valutare questo post.

Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.
  1. Salve, avrei bisogno di un consiglio. In barca ho una batteria da 12v/200AmH per l’accensione motore e poi due batterie da 12v/120AmpH messe in serie per i servizi: qual’è il modo migliore per tenerle cariche? posso usare un caricabatteria a 12V con tre uscite da collegare singolarmente ad ogni batteria? Oppure per le due batterie in serie è necessario un caricabatteria con uscita a 24V? Grazie!

    • Buongiorno Antonino, ti ringraziamo per averci scritto. è sempre consigliato avere un carica batterie a più uscite, abbinato a un ripartitore di carica.

Cosa ne pensi? Dicci la tua

Non hai inserito nessun commento
Inserisci il tuo nome prima di commentare

Contenuti che potrebbero interessarti

- -pubblicità - -

Resta aggiornato


Su promozioni e novità riguardo il mondo della nautica.

Iscrivendoti accetti le condizioni generali e l'Informativa Privacy.

Hai una storia da raccontare?

- -pubblicità - -

Accessori nautici e pesca sportiva

1 store online di accessori nautica e articoli per la pesca sportiva qualità: i migliori brand e tanto made in Italy, catalogo con più di 50.000 articoli.

Ultimi articoli
00:06:16

Mini Transat: Sopravvivere all’Oceano Atlantico – La Sfida Giorno per Giorno EP 2

Nel secondo episodio della serie Mini Transat, scopri come...

Come funziona un Ecoscandaglio? Funzioni Avanzate e Consigli per Sfruttare al Massimo il Tuo Dispositivo

Dopo aver esplorato le basi sull’ecoscandaglio e la sua...

Come utilizzare il pilota automatico in navigazione

Una domanda si diffonde sempre di più tra i...

Vittorio Malingri. La vela non è “roba” di muscoli ma di testa.

Vittorio Malingri è un mito della vela. Lui che è...
Condividi