Catch & Release: cos’è e come farlo in modo corretto

Non ci sono dubbi: la pratica del Catch & Release, ovvero del Cattura & Rilascia, è sempre più diffusa, anche in Italia. Si tratta certamente di una modalità di fare pesca più sostenibile, che permette di divertirsi ugualmente senza uccidere la propria preda. Per fare del Catch & Release in modo corretto, però, è necessario seguire alcune regole piuttosto precise, per non vanificare l’obiettivo stesso di tale pratica: rilasciare un pesce ferito o sfinito può infatti compromettere del tutto il rilascio. Oggi vedremo quindi cos’è il Catch & Release, quali sono gli accessori da pesca necessari e come comportarsi per assicurare la vita al pesce una volta rilasciato.

Cos’è il Catch & Release

Per chi mastica un po’ di inglese la pesca Catch & Release non presenta dubbi di interpretazione: si tratta dell’attività di pesca che prevede di rilasciare il pesce non appena viene catturato, consentendogli quindi di tornare a nuotare libero e felice. Si cattura un pesce, si fa tutt’al più una foto velocissima, e si libera, per mettersi nuovamente a pescare, per poi procedere nuovamente con il Catch & Release.

Perché e quando rilasciare il pescato

La disciplina del Catch & Release ha senso solamente in una società come la nostra, la quale in tantissimi casi non vede la pesca come mezzo di approvvigionamento di cibo, quanto invece come attività sportiva. Ecco quindi che, per salvaguardare l’ambiente, e per preservare nel tempo la possibilità di pescare nei nostri mari, laghi e fiumi, optare per il Cattura & Rilascia può essere sicuramente una buona idea. Questa pratica in alcuni casi è obbligatoria (si pensi per esempio ai mesi in cui la pesca al tonno è chiusa, o nei casi di pesca sotto misura) mentre altre volte può essere facoltativa. Hai già catturato un quantitativo sufficiente di pesci? Sei uscito a pescare solo per divertimento, e non per riempire il congelatore? Allora il Catch & Release fa sicuramente al caso tuo.

Gli accessori da pesca per il Cattura & Rilascia

Di per sé, per fare della pesca Catch & Release, non serve assolutamente rivedere il proprio set di accessori da pesca. Possiamo quindi usare la stessa canna da pesca, lo stesso mulinello e via dicendo. A cambiare sono essenzialmente solo due accessori, ovvero l’amo e il guadino. Partiamo dal primo: la scelta dell’amo corretto nel caso della pesca Catch & Release è assolutamente fondamentale, per ridurre al minimo il danno fatto al pesce. Non serve essere dei pescatori esperti per capire che le ancorette possono fare grandi danni, laddove invece gli ami della dimensione corretta – meglio ancora senza ardiglione – possono essere sfilati dalle fauci o dalle labbra senza fare danni importanti, e non corrono il rischio di essere ingoiati. É certamente possibile anche sostituire le ancorette degli artificiali tipo hard-bait, sostituendole con dei più innocui ami.
Il secondo strumento a cui fare attenzione è poi il guadino da pesca, il quale dovrebbe essere tale da non ferire il pesce. Meglio quindi usare un guadino abbastanza grande e con delle maglie in gomma, tali da non andare a far incastrare il pesce tra le maglie, che devono quindi essere strette.

Da non perdere:   Pesca subacquea: tecniche e attrezzature da pro

Come fare Catch & Release in modo corretto

Abbiamo visto che, a livello di accessori da pesca, la pratica Catch & Release non presenta grandi problemi. L’attenzione deve essere invece posta alla modalità di pesca. Prima di tutto, per fare della pesca Cattura & Rilascia sarebbe sempre bene ridurre al minimo la durata del combattimento, per non stressare troppo il pesce: una lotta lunga porta a una grande produzione di acido lattico, il cui eccesso può portare alla morte del pesce poche ore dopo. Meglio, quindi, salpare velocemente la preda. Una volta catturata, sarebbe sempre bene evitare di toccare troppo il pesce con le mani. Se proprio dobbiamo farlo, meglio assicurarsi di avere le mani ben bagnate, (alcuni consigliano di usare dei guanti, ma le opinioni sono diverse in merito).
Il rilascio dovrebbe poi essere velocissimo, per non vanificare l’atto stesso, senza quindi attardarsi, imbastendo un set fotografico a bordo della barca. Si pesca, si fa una foto velocissima (senza tenere il pesce per la mandibola, e usando entrambe le mani), si slama e si lascia il pesce. La slamatura può avvenire con l’apposito slamatore – della misura giusta – o con una pinza da chirurgo. In ogni caso è necessario toccare il pesce il meno possibile, compiere l’azione in acqua ed evitare assolutamente di toccare le branchie.
Sarebbe sempre da evitare, va detto, di pescare dei pesci in acque profonde, se il desiderio è quello di rilasciarli: la differenza di pressione porta infatti al barotrauma, e quindi al gonfiamento drastico della vescica natatoria, tale da danneggiare gli organi interni.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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