Qualche tempo fa abbiamo realizzato una guida sulla scelta dei capi d’abbigliamento must have in barca: nella lista non poteva ovviamente mancare la giacca cerata, elemento cardinale di ogni strategia per mantenersi asciutti e caldi durante la navigazione. Ovviamente oggigiorno diamo questo capo d’abbigliamento quasi per scontato, eppure sarebbe bene ricordarsi che senza le cerate sarebbe praticamente impossibile vivere la passione della nautica 365 giorni l’anno. Questi capi d’abbigliamento garantiscono infatti protezione, calore, ma anche ergonomia, e quindi libertà di movimento e comfort, anche nelle situazioni più complicate.
Ma quando effettivamente è bene indossare una giacca cerata? E come scegliere la cerata ideale in base al tipo di navigazione e alle temperature che si affronteranno? E ancora, come prendersi cura di questa giacca nautica, per farla durare nel tempo e prolungare il suo valore?
La giacca cerata, un vero must have dell’abbigliamento nautico
La giacca cerata presenta un nome piuttosto significativo, che già di per sé è un ottimo punto di partenza per capire cosa rende speciali questi capi d’abbigliamento per la navigazione. Ma quando è stato messo a punto un indumento di questo tipo? Sappiamo che l’uomo naviga da secoli, tanto che i primi esempi di canoa si fanno risalire a circa 8.000 anni fa; anzi, sappiamo che agli austronesinani impararono a muoversi anche per lunghissime distanze nelle acque del Oceano indiano e del Pacifico già 4.000 o persino 5.000 anni fa. E che dire dei Fenici, che con le loro navi commerciali solcavano il lungo e in largo il Mediterraneo?
Per secoli tutti questi naviganti non poterono fare altro che subire le intemperie, dagli spruzzi alle onde, dalla pioggerellina alle tempeste: come potevano i normali tessuti creare una barriera efficace? Qualcuno però pensò a come fronteggiare questa comune evenienza: non stupisce che i primissimi a farlo furono i naviganti dell’estremo nord, quegli eschimesi – gli Auleti – che in kayak pescavano nel mare di Bering, tra Russia e Alaska. Quando i primi esploratori occidentali raggiunsero queste terre, nel 1741, scoprirono che gli Auleti avevano trovato un materiale impermeabile e allo stesso tempo lavorabile, ovvero l’intestino delle balene. Ecco che allora con questo materiale realizzavano dei “Kamleika”, confezionati usando non ago e filo, ma colla (sempre di balena).
In Occidente ci si mise alla ricerca di un capo sempre impermeabile, ma più comodo, e più accessibile. Nel 1823 il chimico scozzese Charles Macintosh brevettò quella che può essere considerata come la primissima cerata, ovvero una tela impermeabile rivestita di gomma naturale e imbevuta di nafta. Da lì gli esperimenti per avere delle giacche idrorepellenti a partire da un rivestimento esterno si moltiplicarono. Pensiamo al norvegese Helly Juell Hansen, che nel 1877 iniziò a produrre delle cerate decisamente più confortevoli, oppure, spostandosi in Nuova Zelanda, a Edward Le Roy – peraltro un altro scozzese – confezionò nel 1898 delle giacche resistenti all’acqua per pescatori, rivestendo un tessuto con una soluzione di olio, gomma e cera.
Nella seconda metà del secolo il rivestimento più comune per le cerate diventa via via il PVC, più facile da usare e meno costoso rispetto alle pellicole precedenti, che è stato successivamente superato dal Gore-Tex, che dalla sua ha capacità traspirante e leggerezza. Eppure, ça va sans dire, il nome del capo resta pur sempre quello precedente: cerata.
Quando indossare la cerata?
Se la domanda fosse “quando portare la cerata in barca” la risposta sarebbe semplicemente “sempre”. Sì, perché una giacca cerata a bordo può sempre essere utile, fatta eccezione per chi fa delle brevissime uscite in barca, di poche ore, nelle sole giornate estive di pieno sole.
Si sa, il segreto del vestire bene in barca – e quindi in modo sicuro e confortevole – è quello degli strati, che permettono cioè di aggiungere come di togliere dei vestiti in base alla situazione meteorologica. Tipicamente gli stati sono 3 e l’ultimo, il più esterno, è emblematicamente la cerata, che offre prima di tutto protezione e, nelle sue versioni più moderne, anche traspirabilità.
E va detto, come meglio si vedrà tra poco, che esistono cerate per la navigazione costiera e giacche cerate per la navigazione offshore, così come cerate più leggere, pensate per essere indossate durante un temporale estivo o primaverile, o cerate pesanti, pensate appositamente per la navigazione invernale.
Quindi, quando indossare la cerata? Tutte le volte in cui si necessita di una protezione in più, principalmente dagli schizzi o dalla pioggia, ma anche ovviamente dal vento e dal freddo, sapendo che la barriera costituita da questi tessuti “tecnici” è efficace contro tutte queste minacce, nei migliori casi anche per diverse ore.

Nel nostro e-commerce di accessori per la nautica, nella sezione dello shop dedicata all’abbigliamento per la barca, c’è un’intera sezione dedicata alle cerate per la barca a vela: qui si possono trovare modelli anche molto differenti, a livello di tessuti, di forme, di vestibilità, di prezzi e ovviamente di utilizzo.
Ci sono per esempio le cerate più classiche, quelle cioè realizzate con del tessuto spalmato in PVC e con cuciture saldate, con cappuccio e tasche ridotte al minimo: si tratta di capi che offrono una buona protezione, ma che certo – se paragonati ai prodotti più elaborati – non presentano livelli eccelsi di comfort.
E ci sono poi le giacche cerate più evolute, con una vestibilità decisamente migliore. Ebbene, qui la grossa differenza sta tra le giacche per la barca offshore o costiera, che offrono livelli di protezione diversi; categoria a parte è poi quella delle giacche cerate “racing” che puntano in particolar modo sulla libertà di movimento, per il mondo delle regate e non solo.
Come scegliere quindi il modello perfetto in base al proprio reale utilizzo?
Come scegliere la giacca cerata ideale
Vediamo i fattori da considerare per scegliere la giacca cerata perfetta, sapendo che ognuno avrà esigenze differenti.
- La capacità traspirante: chi desidera una giacca cerata da indossare a lungo, senza perdere libertà di movimento, dovrebbe superare le vecchie cerate in PVC, ingombranti e poco confortevoli, poco adatte per esempio per il velista che vuole muovere spalle, gomiti e polsi senza ostacoli. I modelli in Gore-Tex offrono comfort e traspirazione.
- Il cappuccio: ogni giacca cerata che si rispetti deve avere un cappuccio; questo dovrebbe essere regolabile, ed eventualmente retrattile, rimovibile e, per i climi più rigidi, foderato all’interno.
- Il colletto: una buona cerata, a prescindere dal cappuccio, dovrebbe proteggere il collo; nei modelli offhsore questa parte è molto alta e foderata con del tessuto caldo, talvolta con del pile removibile;
- I polsini: le migliori cerate, quelle pensate per essere indossate a lungo al freddo o sotto la pioggia, prevedono delle “guarnizioni” interne, che bloccano quindi il passaggio di aria e acqua a livello dei polsi.
- Le cuciture e le zip: queste sono le principali vie d’ingresso dell’umidità, e per questo le migliori cerate presentano cuciture saldate o eventualmente nastrate, e zip impermeabili, spesso con copertura, per non lasciare passare nemmeno una goccia;
- La vestibilità: buona parte delle giacche presenta delle cinghie in vita per stringerle e farle aderire per bene, in modo da non ostacolare i movimenti.
- Le tasche: le migliori giacche da barca hanno un buon numero di tasche, utili per tenere al caldo le mani – se adeguatamente foderate – o per tenere con sé strumenti importanti, dal VHF in poi. Occhio: queste tasche devono essere sì capienti, ma non sporgenti, per non trasformarsi in pericolosi appigli durante i movimenti in barca.
Manutenzione e pulizia delle cerate nautiche
Sì, le giacche cerate sono pensate per essere utilizzate in ambienti marini, e sì, sono realizzate con materiali molto resistenti. Ma non bisogna certo pensare che queste “dotazioni di bordo” siano eterne: è bene invece prendersene cura con attenzione, procedendo quando necessario a dei lavaggi seguendo le indicazioni del produttore a livello di temperature, di centrifuga, di asciugatura e di detergente da utilizza. La regola generale è quella di usare detersivi non aggressivi, non abrasivi, e lasciare sempre arieggiare le giacche cerate, senza riporle quindi ancora umide: il rischio è quello di dare il via a una coltura di muffa!