Il combattimento nella pesca al tonno gigante

Il tonno gigante è probabilmente la più sognata e bramata preda tra i pescatori del Mediterraneo, e non solo. Non è di certo una pesca accessibile a tutti. Anzi, al contrario, ci sono parecchie barriere d’ingresso da superare. A partire da tutte le norme che regolano la pesca al tonno rosso, con delle date ben precise, dei chiari limiti di peso e via dicendo. Ma anche l’attrezzatura necessaria per darsi alla pesca a questa preda non è da tutti. Il combattimento nella pesca al tonno gigante richiede infatti strumenti appositi e molto resistenti, avendo a che fare con pesci che possono raggiungere svariate centinaia di chili. Si parla spesso di combattimenti di oltre due ore, che tengono impegnati due, tre o più esperti pescatori sulle proprie barche da pesca. Ma cosa bisogna sapere prima di mettersi alla ricerca di un combattimento nella pesca al tonno gigante?

Il tonno gigante: una presentazione

Quando si parla della pesca al tonno gigante si parla delle tecniche di pesca tese alla cattura del tonno rosso, anche chiamato tonno pinna blu. Si parla di una preda estremamente pregiata ed estremamente costosa, con carni che hanno un valore decisamente maggiore rispetto a quelle del più comune tonno a pinna gialla. Basti pensare che 3 esemplari su 4 di tonni giganti pescati del Mediterraneo non vengono venduti in Europa, quanto invece in Giappone, dove vengono contesi da svariati ristoranti in aste apposite. Il record per il prezzo di acquisto di un tonno a pinna blu nel leggendario mercato del pesce di Tokyo spetta per esempio a Kiyoshi Kimura, CEO della catena di sushi Sushi-zanmai, che nel 2020 ha acquistato un tonno decisamente grosso per 3,1 milioni di dollari. Sembra impossibile, ma non lo è. Parliamo infatti di enormi pesci che possono raggiungere 400, 500, 600 o persino – raramente – 700 chilogrammi.

L’attrezzatura per la pesca al tonno rosso

Venuti a conoscenza del peso potenziale di questa preda, si capisce che il combattimento nella pesca al tonno gigante non si improvvisa. È necessario avere le competenze giuste nonché le attrezzature da pesca adatte. Ma quali sono gli accessori da pesca necessari per affrontare il tonno pinna blu? Partiamo da un presupposto: ci sono diversi modi di insidiare il re del nostro mare. Lungo le nostre coste, la tecnica più diffusa per la pesca al tonno rosso è certamente quella della della pesca a drifting, arrivata nel nostro Paese – direttamente dagli Stati Uniti d’America – negli anni Cinquanta. Pescare il tonno a drifting vuol dire fare la tipica strisciata, andando a richiamare la preda utilizzando la pastura.
Serve quindi prima di tutto la pastura, tipicamente costituita da sardine. E serve una canna da pesca potente, resistente e robusta: l’obiettivo della maggior parte dei pescatori sportivi di tonno rosso è quello di insidiare esemplari oltre i 100 chilogrammi. Ecco allora che servirà una canna con una lunghezza compresa tra i 200 e i 220 centimetri, con una potenza da 60 a 80 libbre. La canna deve essere attrezzata con un mulinello da traina con freno a leva, bello capiente, caricato con almeno 500 metri di filo in trecciato, nylon o dacron, in ogni caso molto spesso, con un importante carico di rottura. Per preservare la lenza, il consiglio è quella di avere un’anellatura della canna da pesca a carrucola, tale da ridurre al minimo il surriscaldamento del filo durante il combattimento con il tonno gigante.

Da non perdere:   Manutenzione dell'attrezzatura e della canna da pesca: consigli e trucchetti

Il combattimento nella pesca al tonno gigante

Da dove iniziare? Il lavoro inizia ben prima del combattimento. Prima di tutto è bene disporre le canne a profondità differenti (coprendo tra i 40-50 metri di profondità e la superficie). Disposte le canne, all’alba è possibile iniziare a pasturare, a mano o con un pasturatore tritasarde, lasciando la barca in balia della deriva. In questo modo si creerà la famosa strisciata, che incrociando le dita dovrebbe richiamare i tonni.
L’azione di pesca vera e propria inizia nel momento in cui un tonno fa partire una delle canne: in quell’istante, è bene tirare a bordo le altre canne, per evitare ingarbugliamenti, senza peraltro ferrare immediatamente: il combattimento deve iniziare solamente alla fine della prima partenza del tonno. A quel punto è possibile iniziare a pompare, dosando le forze di ripartenza in ripartenza.
Anche perché, va detto, l’ultima fuga del tonno – quella che viene fatta nel momento in cui quest’ultimo vede chiaramente l’opera viva della barca – sarà forte, difficile da gestire dopo un combattimento tendenzialmente lungo. L’importante è restare concentrati, fino a quando il combattimento sarà finito. E ricorda: il rilascio del tonno rosso è obbligatorio durante i lunghi divieti di pesca, e certamente è ben accolto anche durante le restanti settimane.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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