Sei in rada e occorre liberarsi velocemente dall’ancoraggio?
Che sia per un improvviso cambio di condizioni meteorologiche, per un vicino che ha sbagliato manovra o perché hai urgenza di tornare in porto, ecco alcuni consigli utili!
Ma quanto ci piace dormire in rada?
E’ proprio vero, basta organizzare i ritmi e tutto diventa più semplice, equipaggio felice, si spende meno e visto che a terra ci stiamo tutto l’anno, approfittiamo di questi momenti in mare anche per prendere consapevolezze spirituali: si vive soltanto con l’orologio biologico, il tempo si dilata e le esigenze cambiano.
Tutto molto bello, ma può capitare soprattutto in mare, che questa condizione paradisiaca cambi con facilità e le cause possono essere molteplici: un vicino che ha deciso di ancorare troppo vicino a noi, uno scoglio che non avevamo visto o non era segnalato proprio vicino al nostro scafo, un cambio repentino delle condizioni meteo, e ci troviamo costretti a cortocircuitare attimi di pura gioia per toglierci da una situazione di pericolo.
Come fare?
La prima cosa è la condizione psicologica, infatti semplicemente, in certi momenti una cosa proprio non ce l’aspettiamo, siamo rilassati, abbiamo preso il sole, fatto il bagno, stiamo per stappare il prosecco e…succede qualcosa.
Per liberarsi velocemente non bisogna mai farsi cogliere impreparati, questo non vuol dire non godersi la vacanza, ma sapere che in mare tutto è più difficile, tutto diventa più complicato quanto più sei preso dal panico.
Quindi sangue freddo e vediamo come liberarsi da una situazione difficile.
Arriva una burrasca e non ce ne siamo resi conto.
Se la burrasca arriva dal mare e abbiamo costa sottovento molto vicina, o abbiamo la possibilità di entrare velocemente in un porto o di raggiungere un sicuro ridosso, oppure sarà meglio modificare la rotta e prendere un po’ di distanza dalla costa.
E questo non solo per il rischio di scadere sottovento e finire su fondali più bassi con maggiore possibilità di frangenti, ma anche perchè a volte sotto costa il vento è più forte.
E ora preparare la barca e l’equipaggio è un tutt’uno, nel senso che la tranquillità e la risolutezza, la precisione e la chiarezza delle disposizioni del comandante, sono fondamentali per creare a bordo un clima di serenità.
Il messaggio è: non siamo in emergenza, il cattivo tempo è una eventualità che in mare si presenta e che si affronta tranquillamente in sicurezza perchè lo skipper ha le competenze e l’esperienza per farlo.
Quindi si fanno indossare i giubbini salvagente, se autogonfiabili meglio, e chi è in pozzetto deve essere assicurato alla life line.
Tutti devono avere un abbigliamento adeguato perchè poche cose come il freddo, magari associato all’ansia, contribuisce a scatenare il mal di mare.
Prima che le condizioni del mare diventino troppo dure è bene preparare qualcosa di caldo, the o caffè e metterla in un termos e magari preparare qualcosa da mangiare, come panini o anche più semplicemente biscotti secchi.
Quindi, se lo skipper al momento dell’imbarco ha provveduto, come si deve fare, a illustrare all’equipaggio dove sono e come funzionano le dotazioni di sicurezza e come si usa la radio, questo è il momento di ripeterlo e di verificare che l’equipaggio abbia capito.
Per quanto riguarda la barca possiamo dividere l’intervento in due parti:
In coperta: verificare e fissare ogni attrezzatura – mettere in chiaro tutte le manovre – ridurre correttamente le vele e eventualmente predisporre anche una tormentina – verificare la jack line e se non lo si è già fatto prima armarla – controllare l’accesso alla zattera di salvataggio che deve essere libero e agevole – controllare gli ombinali che siano liberi – controllare con una messa in moto che il motore funzioni regolarmente.
Sottocoperta: fissare riporre ogni oggetto mettendo al sicuro gli strumenti – chiudere tutti gli oblò, passauomo e prese a mare – organizzare il carteggio con carte e strumenti – predisporre un cellulare se si naviga in zone con campo – istruire l’equipaggio su dotazioni e uso della radio – preparare termos con bevande calde e panini.
Poi niente paura, si cerca il porto più vicino e più riparato o si continua a navigare.