Non hai mai guidato una marca a motore, o una barca in generale? Forse fino a oggi sei sempre stato passeggero su barche manovrate da altre persone. Forse, fino a oggi, ti sei limitato a spostarti in mare o in lago con un bel kayak. Ora però hai deciso di fare un passo in più, mettendoti alla prova con una piccola barca a motore, presa a noleggio, presa in prestito o acquistata. Ebbene, come certamente saprai, in Italia è possibile pilotare delle barche anche senza patente nautica, a patto di avere a che fare con un motore con una potenza al di sotto dei 40 cavalli e di restare entro le 6 miglia dalla costa. Di per sé, quindi, è senz’altro possibile effettuare delle escursioni soddisfacenti in barca a motore pur senza avere una patente nautica. Ma non ci si può certo mettere per mare senza sapere assolutamente nulla su come manovrare una barca a motore! È sempre bene avere al proprio fianco qualcuno che conoscere le barche e il mare, giacché gli imprevisti possono essere i più diversi, durante la navigazione, al momento dell’ormeggio o dell’ancoraggio, e via dicendo. In ogni caso, per prepararti a manovrare una barca a motore da solo, abbiamo deciso di individuare le “basi” fondamentali di partenza, a partire dalle differenza tra il guidare un’automobile e guidare una barca.
Come manovrare una barca a motore: le cose da sapere
Quali sono le cose da sapere prima di mettersi al timone di una barca a motore? È di fondamentale importanza capire che, anche se esistono dei punti in comune – come per esempio su molti piccoli motoscafi la presenza di un volante vero e proprio – sarebbe assolutamente pericoloso pretendere di manovrare una barca a motore come se fosse un’automobile.
Prima di tutto, non esistono strade, non esiste un fondo stradale: si parla di un battello che galleggia in acqua, e quindi su un elemento mobile, reso ancora meno stabile per via delle correnti e del vento. Ecco quindi che per manovrare una barca è sempre bene tenere conto anche delle forze di correnti e vento.
In secondo luogo bisogna tenere bene a mente che la barca non ha un impianto frenante. L’unico modo per rallentare e quindi per fermare la barca è quindi quello di inserire la retromarcia, così da andare a far girare in modo inverso l’elica; come si può immaginare, quindi, lo spazio di frenata può essere molto ampio. In generale, per dare un’idea ai novelli marinai dello spazio necessario per fermare una barca a motore, si parla sempre di una distanza pari almeno a 4 volte la lunghezza del battello stesso. A rendere la frenata piuttosto lunga e delicata è poi il peso della barca, che è ridotto nel caso dei più semplici gommoni, ma che è invece molto alto nel caso dei motoscafi. Il fattore peso va tenuto in considerazione anche per capire quali possono essere i danni in caso di urto: un accostamento errato, seppur a velocità estremamente bassa, può tradursi in danni importanti, sia per la barca stessa che per l’oggetto contro cui si finisce per battere, sia esso una banchina o un altro battello.
Come girare
Come cambiare la rotta della barca? Ovviamente è necessario agire sul timone. Nel caso di un timone a volante si tratta di un’operazione molto intuitiva, mentre può essere necessario prendere un po’ la mano nel caso di timone a barra, come spesso accade sui gommoni più piccoli con motore fuoribordo (in tal caso sarà necessario agire in modo inverso). Va poi sottolineato il fatto che non abbiamo a che fare con un veicolo su quattro ruote; si parla invece di un battello che, al momento della sterzata, gira su sé stesso, intorno a un asse che non è però posizionato centralmente nel senso della lunghezza; l’asse in questione si trova infatti spostato verso la prua, con la conseguenza di avere la poppa che si sposta in modo importante dalla parte opposta della sterzata. Non tenerne conto durante le proprie manovre significa andare incontro a probabili scontri.
In caso di ormeggio lungo una banchina o in altre situazioni potrà essere necessario girare del tutto la barca su sé stessa. Sarà necessario rallentare, girare il timone e dare un’accelerata decisa e breve, per avviare la rotazione. Per rendere la curva più stretta, una volta cambiata la direzione, si potrà agire con la retromarcia; nel caso di un’inversione in una via d’acqua con spazio ristretto potrebbe perfino essere utile mettere un uomo a terra armato di cima collegata a prua, da fissare alla riva, per permettere una rotazione a stretto raggio.
Il primo ormeggio
Il passaggio più delicato per chi si trova per la prima volta a manovrare una barca a motore potrebbe essere rappresentato dall’ormeggio alla banchina, a fine uscita. Il consiglio è quello di avvicinarsi alla banchina molto lentamente, andando a formare un angolo di circa 45° gradi con la sponda, per ingranare la retromarcia a circa 3 metri dal contatto. Quando la prua sarà negli immediati pressi della sponda, si potrà far saltare a riva un membro dell’equipaggio, per ormeggiare la prua; a quel punto sarà facile allineare anche la poppa, manualmente.
Ora sai quali sono le indispensabili basi di partenza per guidare una barca a motore: fatti aiutare durante le prime uscite, per diventare un lupo di mare in sicurezza!