Oggi vedremo come regolare l’inclinazione del motore fuoribordo per avere un assetto perfetto, per non rischiare di rovinare l’elica del nostro motore marino, per navigare sempre in sicurezze e con soddisfazione e, diciamolo, per non fare brutte figure. Sì, perché in mare come nei laghi italiani non è affatto raro vedere persone che o non sanno regolare l’inclinazione del motore fuoribordo o, ancora più semplicemente, non sembrano per nulla a conoscenza dell’esistenza del trim, e che si muovono dunque a destra e a manca nelle acque mantenendo sempre l’elica nella stessa medesima posizione, fregandosene di tutte le conseguenze. Il fatto è, però, che ci sono diversi sintomi pronti a segnalarci la posizione errata del motore fuoribordo, e altrettante conseguenze negative che andrebbero per quanto possibile evitate. Che senso ha investire in una barca a motore nuova o usata per esaudire il proprio sogno da diportista, per poi finire per guidarla male e maltrattarla? Ecco perché oggi ti spiegheremo cos’è il trim, come regolare l’inclinazione del motore fuoribordo e, già che ci siamo, come usare eventualmente i flap della tua barca. Buona lettura!
Regolare l’inclinazione del motore fuoribordo: due parole sullo specchio di poppa
Il nostro motore fuoribordo è agganciato allo specchio di poppa della nostra barca. Visto che in questa guida sull’utilizzo del trim parleremo parecchio di inclinazione e di angoli, è bene ricordare brevemente qual è la forma dei classici specchi di poppa dotati e il motivo di queste linee. In linea generale, lo specchio di poppa è una superficie piana posizionata in modo perpendicolare – o quasi – rispetto all’asse dello scafo. Si è scelto di provvedere degli specchi di poppa piatti sugli scafi plananti perché questa disposizione, rispetto a un approccio tondeggiante, garantisce una resistenza minore al crescere della velocità, permettendo alla carena di entrare più velocemente in planata ‘staccandosi’ dal flusso d’acqua. Dopo questo veloce ripasso, torniamo a noi: cos’è il trim?
Cos’è il trim?
Il trim elettrico è un meccanismo presente nella maggior parte dei motori fuoribordo con potenza superiore ai 25 – 30 cavalli: di fatto, è un dispositivo teso a modificare la posizione, o meglio, l’inclinazione del motore fuoribordo. Di per sé non è affatto un meccanismo difficile da comprendere. Dobbiamo infatti pensare al motore fuoribordo della nostra barca come a un dispositivo fissato in un solo punto fisso alla poppa, nella parte superiore, e ‘libero’ nella parte inferiore, che dunque può lavorare – meglio, dovrebbe lavorare – come la gamba di una ballerina alla sbarra che si alza e si abbassa. Gli scopi di questa mobilità verso l’alto e verso il basso, che portano dunque a modificare l’angolo tra lo specchio di poppa e il gambo del fuoribordo, sono principalmente due. Questo meccanismo permette infatti di alzare del tutto il motore fuoribordo, tirandolo completamente fuori dall’acqua, in modo da potersi avvicinare a fondali particolarmente bassi, da poter alare e varare la barca e via dicendo; la seconda funzione di questo meccanismo, quella ‘propria’ del trim, è invece quella di variare l’assetto del motore fuoribordo e quindi della barca. È ovviamente su questa seconda modalità di utilizzo durante la navigazione che ci concentreremo oggi. Ma da cosa è costituito il trim? Ebbene, in primo luogo abbiamo ovviamente il meccanismo e i braccetti veri e propri che distanziano e avvicinano l’elica alla poppa, e quindi la vera anima del trim. Poi abbiamo l’interfaccia utente, e dunque i comandi e gli indicatori presenti alla postazione di comando. In genere, sulla monoleva di accelerazione c’è infatti – in posizione laterale – una sorta di interruttore a tre stadi (o tre posizioni) che permette di far alzare e di far scendere il motore fuoribordo. Questo stesso interruttore, tra l’altro, è presente anche sul motore stesso. Attenzione: va sottolineato per chiarezza che, quando parliamo di ‘alzare e abbassare il motore’ non parliamo di un vero e proprio movimento verticale, come è quello di un ascensore, ma sempre e comunque di un movimento angolare, come la gamba della ballerina di cui abbiamo parlato prima. Sempre in linea generale, guadando ancora all’interfaccia utente, sul cruscotto è solitamente presente anche un indicatore che ci ricorda la posizione del trim, dicendoci dunque se questo è posizionato in basso o in alto. Attenzione: questo valore non è mai però assoluto, in quanto in condizioni diverse i concetti di alto e basso possono prendere sfumature diverse. Questo indicatore, dunque, deve essere letto sempre e comunque tenendo in considerazione parecchi altri fattori, come vederemo tra poco. Ora, in ogni caso, sai com’è il trim: andiamo a vedere come usarlo per regolare l’inclinazione del motore fuoribordo durante la navigazione!
Come e quando regolare il trim del motore fuoribordo
Bene, vediamo dunque come regolare l’inclinazione del motore marino durante la navigazione. Ipotizziamo dunque di salire sulla nostra barca in una bella giornata di sole, di sci ogliere gli ormeggi e di andare a fare una breve escursione al largo. Come si inserisce il trim in questa situazione? Ebbene, bisogna partire dal presupposto che ogni singolo passaggio, di per sé, richiede una regolazione del trim leggermente diversa, che non può essere decisa a priori. Certo, ci sono delle indicazioni di ordine generale e sempre vere che andremo a vedere nei paragrafi successivi, ma va sottolineato che l’arte di trimmare, e quindi di regolare l’assetto della barca durante la navigazione, è soprattutto una questione di attenzione e di esperienza. Con il tempo, poi, l’uso del trim diventerà semplice e praticamente automatico, un po’ come quando, dopo le prime settimane di patente di guida, iniziamo a inserire e a scalare le marce senza farci assolutamente caso.
La regolazione dell’inclinazione del motore fuoribordo, durante la navigazione, ha quattro obiettivi principali. Regolare perfettamente il trim serve infatti per assicurare una navigazione confortevole, con prestazioni alte, con un buon risparmio del carburante e, infine, con una ridotta usura del motore. Come vedremo tra poco, infatti, una regolazione errata del trim può portare alla cavitazione dell’elica, la quale non ha altro che conseguenze negative sia per la navigazione che per il nostro motore marino nel suo complesso, elica compresa.
Dunque, partiamo: in che posizione deve essere il trim? La posizione di partenza deve essere quella negativa, e questo significa che il motore fuoribordo deve essere regolato verso il basso. L’aggettivo ‘negativo’ viene usato a indicare il particolare angolo che si viene a creare tra lo scafo della barca e la pinna che sta appena al di sopra dell’elica (pinna orizzontale che ha lo scopo di ‘schiacciare’ l’acqua sulle palle dell’elica, ritardando per quanto possibile il fenomeno della cavitazione) e che è l’ideale per dare la maggiore spinta possibile all’imbarcazione per uscire fuori dall’acqua e andare dunque in planata. Ecco dunque che, per iniziare, si inserirà la marcia, si regolerà il motore fuoribordo in assetto negativo e si darà gas.
Può tornare utile, in questo passaggio, ripassare velocemente cosa vuol dire planare con la barca. La nostra imbarcazione inizia a planare quando, superata una certa velocità critica, riesce ad alzarsi sull’acqua, smettendo dunque di solcarla per scivolare su di essa. La velocità critica da superare per entrare in planata cambia ovviamente di barca in barca, in base al suo dislocamento. Entrando in planata l’attrito e la resistenza opposta dall’acqua vengono ridotti al minimo, ed è dunque in questo modo che è possibile acquistare velocità e risparmiare carburante.
La regolazione del trim è dunque necessaria per entrare velocemente ed efficacemente in planata. Nel momento in cui la nostra barca si sarà alzata sull’acqua, sarà possibile – anzi, assolutamente consigliabile – intervenire nuovamente sul trim, per cambiare l’assetto alzando il motore. Ma come è possibile capire fino a quale punto alzare l’elica? Ebbene, come si diceva, qui è l’esperienza a farla da padrone, perché i fattori da tenere in considerazione sono un po’ sfumati: con il tempo, però, interpretarli diventerà sempre più semplice.
Il primo segnale al quale prestare attenzione è il volante nautico. Vuoi capire se il tuo trim è troppo basso? Allora prova a girare (leggermente) il volante nautico a destra e a sinistra. Se l’assetto è negativo, ti renderai conto che da una parte lo sterzo sarà particolarmente morbido e liscio, mentre dall’altra sarà invece rigido, tanto da resistere alla sterzata. Questo è il primo fondamentale segnale da tenere in considerazione quando si agisce sul trim dopo la planata. Il secondo segnale è prettamente visivo: per considerarlo dobbiamo voltarci all’indietro e dare un’occhiata alla scia lasciata dalla nostra barca. In qualsiasi caso, la nostra poppa starà ‘scrivendo’ sull’acqua, lasciando dei segni ben visibili. Con un assetto negativo del motore fuoribordo, però, le scie laterali della barca saranno accompagnate da abbondanti spruzzi, causati per l’appunto dalla bassezza marcata del motore. Nel momento in cui andrai a sollevarlo leggermente, questi spruzzi diminuiranno per poi scomparire del tutto. Quando dunque il volante sarà parimenti ‘morbido’ da entrambe le parti e le scie della barca saranno ‘pulite’, il tuo trim sarà regolato perfettamente.
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Bisogna però anche imparare a non esagerare. Abbiamo dunque capito che in partenza il trim deve essere abbassato del tutto, per poi essere alzato nel momento in cui siamo in planata. Ma quanto deve essere alzato? E come si capisce quando il motore fuoribordo è troppo alto? Ebbene, devi capire che un trim regolato troppo in alto porta l’elica vicina alla superficie, diminuendo in modo consistente la pressione dell’acqua attorno alle pale. Ne consegue dunque che l’elica fa una presa minore, dando così meno spinta alla barca. Il primo sintomo di un motore troppo alto, quindi, è proprio la perdita di velocità: se i giri del motore aumentano e la velocità diminuisce, molto probabilmente devi abbassare il trim. Un altro segnale difficile da non captare è il cambiamento netto del rumore del motore, il quale diventa particolarmente invadente e fastidioso, segno che molto probabilmente si ha a che fare con la cavitazione che, tra l’altro, a causa del ‘vuoto’ che si forma intorno all’elica, può portare a lungo andare a dei danneggiamenti concreti delle pale. In questi casi è dunque necessario abbassare il trim, avendo cura, di nuovo, di non esagerare: se i giri diminuiscono troppo, molto probabilmente abbiamo abbassato eccessivamente l’elica.
A tutto questo va sommato il fatto che la regolazione del trim dipende parecchio anche dalla distribuzione dei pesi sulla barca. La presenza di un particolare carico a poppa o a prua, dei passeggeri che si muovono durante la navigazione, sono tutti fattori che incidono sull’assetto della barca, e quindi sulla regolazione necessaria del trim. Certo, spiegato così sembra che trovare sempre la regolazione perfetta del motore fuoribordo sia un vero e proprio inferno, ma non è affatto così: è sufficiente iniziare a fare caso a tutti i sintomi e tutti i fattori, per arrivare poi a variare l’inclinazione del motore fuoribordo in modo automatico, senza particolari preoccupazioni.
Regolare l’inclinazione del motore fuoribordo: I flap
Per completezza, aggiungiamo un breve accenno a degli altri elementi meccanici che permettono di variare l’assetto delle nostre barche. Parliamo dei flap, ovvero di dispositivi che negli ultimi anni hanno fatto la loro comparsa su determinata barche. Tutti noi conosciamo, perlomeno per sentito dire e per averli visti durante qualche volo, i flap degli aerei, ovvero quegli ipersostentatori che permettono alle ali di aumentare la loro portanza. Ecco, nel mondo delle barche il discorso è simile, anche se non, ovviamente, uguale. Prima di tutto, ti sarai certamente accorto che non tutte le barche montano dei flap. Il motivo è semplice: non tutte le imbarcazioni ne hanno bisogno!
Si tratta di piccole superfici mobili posizionate sullo specchio di poppa, ai lati, da una parte e dall’altra del motore, che possono essere inclinate eventualmente verso il basso. Attenzione: anche qui, come per il trim, non si parla di movimenti verticali, quanto invece di inclinazioni diverse rispetto alla carena della barca. I flap hanno per l’appunto il compito, laddove necessario, di prolungare la superficie dello scafo oltre la poppa: non deve dunque stupire che il loro montaggio sia previsto su quelle barche che tendono ad abbassarsi nella parte posteriore, e che in linea di massima fanno una certa fatica a entrare in planata. Questo ‘affondamento’ può essere dovuto a un errore di assetto oppure alla presenza di carichi particolari. I flap, in questo senso, permettono di caricare dei pesi a poppa senza modificare l’assetto ottimale della barca. Pensa per esempio a una barca usata per la pesca, che si trova ad avere carichi da una parte o dall’altra della poppa: sarà comodissimo, in questi casi, poter inclinare verso il basso l’uno o l’altro flap, in modo da tornare a un assetto perfetto e a un grande comfort di guida.
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