Come sopravvivere ad un naufragio Lanciare la Zattera di Salvataggio

Ho avuto la fortuna di fare un passaggio dalla Spagna fino alle Canarie e da lì fino alla Martinica con un amico che ha lavorato nella Guardia Costiera Norvegese per più di quindici anni. La Guardia Costiera Norvegese addestra la GC Americana quindi qualcosa ne sanno. Nel tempo trascorso insieme abbiamo parlato molto di procedure di sicurezza e gestione delle emergenze a bordo. Io ero fra le cose, l’addetto a lanciare la zattera di salvataggio.

Nello scorso articolo Le principali cause di un naufragio ho illustrato le condizioni per le quali una barca può naufragare. Oggi voglio parlare della cosa che può salvare la tua vita e quella dell’equipaggio se la barca cola a picco; la zattera di salvataggio.

 

La Zattera di Salvataggio

La zattera o liferaft è l’ultima speranza di salvezza ma deve essere presa in considerazione solo ed esclusivamente come opzione finale, dopo che tutti gli sforzi per mantenere a galla la nave madre non hanno dato i frutti sperati.

 

Ci sono molti casi in cui barche date di certo per affondate sono poi riuscite a rimanere a galla mentre l’equipaggio sulla zattera sparì senza lasciare tracce. Un esempio su tutti; il motore produce fumo grasso sottocoperta, l’equipaggio si spaventa e chiama la Guardia Costiera Croata che li trae in salvo. Due mesi dopo la barca viene ritrovata intatta su di una spiaggia in Italia.

Quindi prima di pensare alla zattera tira fuori tutti i tuoi assi nella manica e, se proprio nulla funziona, allora abbandonate la nave.

Lanciare una zattera è una cosa seria. In molti casi fa la zattera è la differenza fra vivere e morire. La Liferaft deve essere innanzitutto facile ed intuitiva da usare, anche se è buona norma affidarne l’utilizzo ad un solo membro dell’equipaggio il quale sa cosa fare e come farlo per ottimizzare i tempi di fuga dalla barca che affonda.

Escludendo chi del mare ne ha fatto un lavoro, chi si imbarca saltuariamente per navigazioni leggere non si aspetta una situazione di emergenza e molto spesso non è preparato ad affrontare un naufragio né psicologicamente né fisicamente.

La Leadership del capitano in una situazione di emergenza è fondamentale. Per questo la prima cosa da fare se sei tu lo Skipper è di spiegare a tutti le norme di sicurezza e come ci si comporta in caso di emergenza. Innanzitutto ti rimando all’articolo di cui sopra per le possibili cause di naufragio.

In ogni caso, la sopravvivenza dipende dall’evitare che il panico dilaghi a bordo. La paura fa commettere degli errori madornali e, per evitare questa situazione, dovrai rendere responsabile ogni persona a bordo della gestione di un aspetto dell’emergenza.

Esistono molti corsi che ti permetteranno di diventare un esperto nella gestione di situazioni estreme.

 

Le quattro persone chiave

Partendo dalla quantità ed età del tuo equipaggio elaborerai di volta in volta istruzioni differenti da dare a ciascuno degli occupanti della barca.

Uomo Zattera. Come dicevo dovrai scegliere una persona agile e scattante che sarà destinata alla zattera. Sarà il responsabile della preparazione al lancio; assicurati che capisca bene come rimuovere la zattera dalla sua sede (esistono vari tipi di liferaft e quindi accertati di sapere quale modello possiedi e come si usa). Inoltre dovrai dotarlo di un coltello per poter tagliare la sagoletta di apertura in caso di necessità, ad esempio nel caso in cui la barca stia già trascinando la zattera nel blu.

Sarà l’uomo che, terminata la procedura di messa in opera, griderà allo Skipper che la zattera è pronta all’uso.

L’uomo borsa. Una seconda persona sarà l’incaricato della grab bag, o panic bag, e cioè la borsa stagna  che contiene materiale aggiuntivo di emergenza. La stessa dovrebbe trovarsi in un posto comodo quale l’armadio umido delle cerate. Dovrà prenderla senza indugio e dirigersi verso la zattera. L’usanza che si sta diffondendo sempre di più è che anche le grab bag contenute all’interno delle zattere vengono sacrificate per facilitare la procedura di apertura. In compenso dotarsi di una borsa esterna ti permetterà di controllare subito date di scadenza ed eventuale presenza di umidità.

L’uomo VHF. Una terza persona sarà adibita alle comunicazioni. Dovrà saper come lanciare una DSC, inviare le coordinate della barca via VHF tramite una chiamata di soccorso. Istruitelo sull’uso di un’eventuale telefono satellitare. Spiegategli di inviare prima un PanPan e poi, se necessario, un Mayday. Il responsabile delle comunicazioni deve anche afferrare l’EPIRB montato sulla paratia vicino alla radio e portarlo con se sulla zattera.

L’uomo timone. Durante l’emergenza lo Skipper ha la responsabilità ad esempio di trovare la falla o di spegnere l’incendio, progettare una riparazione e, in definitiva, prendere la decisione di lanciare la zattera di salvataggio e abbandonare la nave. L’uomo timone sarà colui che si occuperà di manovrare la barca. Come capirai è un lavoro che, soprattutto in caso di maltempo, deve essere affidato ad una persona esperta. In caso di una falla il timoniere dovrà trovare il modo di procedere cercando di far entrare in barca meno acqua possibile mantenendo lo sbandamento e permettendo così allo Skipper di riparare lo scafo. Un ruolo molto impegnativo.

 

Grab Bag

Cosa dovrebbe contenere una Grab Bag degna di questo nome:

Una sagoletta di svariati metri

Torce impermeabili

Aghi e spago

Nastro adesivo

Sacchetti di plastica richiudibili

Spugne

Ancora galleggiante

Scaldamani a reazione chimica

Guanti di gomma

Maschera da Sub

Mazzo di carte (distraggono ed intrattengono)

Considerate la possibilità di dotare la vostra Grab Bag di occhiali da sole e di un paio di occhiali da vista di riserva se necessari.

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La Grab Bag è altamente personalizzabile. Pensate anche alla possibilità di inserire un secondo VHF portatile ed un EPIRB. La parola chiave in barca è RIDONDANZA.

 

Istruzioni di apertura zattera

1. La prima cosa da fare è ordinare di mettere a mare la zattera. Come ho gia detto nei miei articoli la posizione migliore per una zattera è agganciata al pulpito di prua pronta per uno sgancio rapido. Molte barche hanno la culla della zattera sotto il boma o a prua ma non è una buona posizione. Raggiungerla e tenersi saldi sul ponte mentre maneggi una borsa da 70/80kg è molto difficile ed ha poco senso. Controlla che la sagoletta sia agganciata e sgancia la zattera assicurandoti che cada a mare. Molto spesso l’impatto o l’allontanamento spontaneo della zattera dall’imbarcazione ne causerà l’apertura ma se così non fosse dovrai tirare con forza la cimetta di apertura. Srotola tutta la cima e quando sentirai che un aumento della tensione capirai che è il momento di tirare.

Da non perdere:   Consigli su come lavare la barca e mantenere pulita la coperta

 

Alcuni dotano la zattera con un gancio idrostatico similare nel funzionamento all’EPIRB. Ottima soluzione nel caso non ci sia tempo a disposizione per preparare e varare la zattera.

2. Prima di tirare la sagoletta assicurati che la zattera sia con il lato giusto rivolto verso l’alto. A volte le zattere si aprono al contrario e quindi assicurati che la persona l’uomo zattera sia in grado di entrare in acqua e girare la zattera nel verso giusto. Naturalmente durante una tempesta dovrà mantenere la calma ed il sangue freddo. Alcune nuove zattere sono auto raddrizzanti.

3. Con l’uomo zattera a bordo deve cominciare il trasbordo dei passeggeri. Il primo ad andare deve portare con sé la Grab Bag e metterla subito al sicuro di maniera che non rotoli fuori bordo. Dodìpodichè tutti, uno alla volta saliranno sulla zattera. La zattera dovrà rimanere fissata alla bara tramite la sagoletta fino alla fine delle operazioni. In un mondo perfetto l’ideale sarebbe salire a bordo della zattera direttamente dalla barca ma spesso non è possibile a causa di diversi fattori quali mare, vento e altro. Osservate bene come entrare nella zattera prima di saltare alla cieca. Tenetevi ben saldi alla sagola di emergenza la quale vi guiderà in salvo.

4. Nella zattera c’è una cima galleggiante collegata ad un mini salvagente. Una persona deve dotarsene ed aiutare chi per un motivo o per l’altro non riesce ad avvicinarsi o a salire. Nuotare vestiti e con indosso un giubbotto è difficile anche per un buon nuotatore. Siate pronti ad aiutarvi immediatamente. Se proprio il mare non lo permette tenetevi il meglio possibile alle grandi maniglie poste ai lati della Liferaft.

5. Non mantenere la zattera troppo vicina alla barca. Può capitare che un’onda porti la barca sopra la zattera o viceversa, che cada un albero e molte alter cose. Mantieniti ad una distanza di almeno 8 metri.

6. Quando tutti sono nella zattera tagliate il cordone ombelicale e utilizzando le due pagaie presenti nel kit remate per allontanarvi dalla barca. Non spaventatevi di rumori strani dato che dopo il gonfiaggio l’aria in eccesso tende ad uscire con un sibilo dalle valvole di sicurezza evitando così che la zattera scoppi.

7. Una volta terminate le operazioni di imbarco assicurati che tutti stiano bene e che non manchi nessuno. Se il mare è grosso avrete freddo e, una volta scesa l’adrenalina sarete assaliti da una senzazione di panico. Prendete subito le pillole per il mal di mare perchè stare in una zattera è un pò come cercare di navigare su una caramella gommosa; qualunque sia il tuo livello di sopportazione starai male.

Appena la situazione te lo permette procedi al controllo della zattera e delle provviste, oltre ai kit di sopravvivenza. Prendi in mano la situazione e rassicura tutti che verrete presto trovati. Se non siete riusciti ad inviare un MayDay questo è un buon momento per farlo. Da evitare assolutamente discussioni e congettuare riguardo al perchè la barca è naufragata. Controlla se ci sono altre navi nei paraggi e se la risposta è affermativa premurati di lanciare un razzo di segnalazione immediatamente.

 

Se hai già aperto una zattera di salvataggio saprai che anche con mare poco formato è un’impresa abbastanza impegnativa salire a bordo. Quindi la cosa più importante da mantenere in queste situazioni estreme è la Calma.

 

Nel prossimo ed ultimo articolo ti spiegherò come “Sopravvivere in una zattera di salvataggio alla deriva”.

 

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Buon Vento!




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Scritto da
Fabio Portesan
Fabio Portesan
Navigo nel Mediterraneo con la mia famiglia dal 2017. Fino al 2021 ho sperimentato il vivere in barca in tutte le stagioni accumulando un po' di esperienza marina. VideoMaker per passione e scrittore per necessità realizzo video di cultura marinara e manutenzione nautica dedicati ad un utilizzo più consapevole della barca ed alla salvaguardia dell'ambiente marino.

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