Nello scorso articolo abbiamo visto come lanciare correttamente la zattera di salvataggio oltre ad alcune tecniche per l’imbarco. Dando per scontato l’affondamento della barca e della sua irrecuperabilità oggi voglio darti alcuni consigli su come gestire la situazione in cui ti sei venuto a trovare nel migliore dei modi e come sopravvivere su una zattera di salvataggio.
Fra la barca e la zattera
Utilizzo dell’abbigliamento
Prima di parlare di come sopravvivere su una zattera dobbiamo assicurarci di riuscire a raggiungerla. Se la zattera è lontana o non riesci ad arrivarci assicurati di essere in possesso del tuo giubbetto di salvataggio. Il giubbotto ti farà risparmiare molta energia in acqua, soprattutto con mare formato. Ma se non ci hai pensato e non hai per le mani niente che possa essere adattato allo scopo come una boa o altro esiste una tecnica che ti permetterà di utilizzare alcuni dei tuoi vestiti per rimanere a galla impiegando un minimo di energia. I tessuti bagnati possono essere gonfiati fino ad un certo limite. L’aria al loro interno rimane intrappolata e così i vestiti possono essere utilizzati come galleggiante di emergenza. fai un nodo alla tua maglietta in prossimità della vita e soffiaci dentro. Oppure, dopo esserteli levati ovviamente, esegui un nodo ad ogni gamba dei pantaloni, girali sottosopra dopo averli agitati fuori dall’acqua per riempirli di aria e affondali per la vita. Queste sono tecniche che dipendono dalla calma del mare e del vento. Potrebbero essere necessari alcuni tentativi prima di riuscire nell’intento e dovrai “gonfiare” nuovamente i vestiti dopo pochi minuti.
Non toglierti le scarpe se sei in prossimità di secche o scogli ma sappi che se indossi stivali essi potrebbero trattenere troppa acqua non permettendoti di galleggiare liberamente; valuta da te se gli stivali sono un vantaggio o meno.
Risparmiare Energia
Se sei in acqua e non hai fatto in tempo ad indossare supporti o addirittura vestiti nel caso di sveglia improvvisa dovrai rimanere a galla cercando di risparmiare più energia possibile. A meno che il naufragio sia avvenuto ad una ragionevole distanza da riva evita di nuotare per quanto possibile. Fai il cosiddetto “morto”.
La densità del corpo umano è molto più bassa della densità dell’acqua salata. Ciò significa che è facile rimanere a galla. Tuttavia, la paura, la stanchezza e la respirazione frenetica portano ad agitarsi scompostamente facendo bere molta acqua al naufrago. Agitarsi significa affogare. Anche solo alcuni sorsi di acqua mentre fai un respiro lungo possono farti annegare.
È importante rilassarsi. Il modo più semplice per risparmiare energia è appunto fare il morto, galleggiare sulla schiena. Grazie a questa tecnica puoi risparmiare molta energia che puoi utilizzare in un secondo momento. Se hai difficoltà con questa tecnica, ad esempio le tue gambe vanno a fondo, sdraiati a pancia in giù con il viso nell’acqua e allarga le braccia. Quando devi respirare, spingi con le braccia e solleva la testa quanto basta per respirare, come se stessi facendo snorkeling.
Se il mare è molto agitato queste due tecniche potrebbero non funzionare. Usa la seconda tecnica che ti ho spiegato ma lascia che le gambe si immergano fino a raggiungere una posizione quasi verticale di maniera da acquistare maggior stabilità. Mantieni la testa sott’acqua fino a quando non hai bisogno di respirare. Questa tecnicà ti farà risparmiare molta energia dato che non è necessario lottare per tenere la testa fuori dall’acqua a tutti i costi.
Rilassarsi e controllare la respirazione è la chiave della tua sopravvivenza.
Crampi
Rimanere a galla per molto tempo infreddoliti ed impauriti può causare l’insorgere dei crampi. Non avere paura. Cerca di rilassarti e prova a premere il muscolo interessato usando il pollice o il palmo della mano. Se una seconda persona può aiutare prima di premere allungate il muscolo insieme. Il crampo non è un nemico da sottovalutare dato che molte persone affogano vicino alla spiaggia proprio a causa loro.
Evitare l’ipotermia
Uno dei segreti per sopravvivere su una zattera è mantenersi caldi. Se il naufragio avviene in acqua fredde e devi scegliere fra cibo e indumenti scegli i secondi. In climi freschi è molto importante proteggersi dagli elementi e dal rischio di ipotermia. Questa è la seconda causa di morte in mare. Quando si affrontano dei viaggi con condizioni Meteo Marine impegnative è bene vestirsi adeguatamente per resistere in caso di permanenza prolungata in acqua.
Per combattere il freddo l’indumento migliore che puoi avere a disposizione è sicuramente la muta stagna o la muta in neoprene. La prima deve essere indossata prima di entrare in acqua mentre le seconda ti protegge anche da bagnata. Se riesci ad arrivare alla zattera di salvataggio, sarebbe ottimo avere a disposizione indumenti caldi come la lana ed il polipropilene o anche indumenti antivento. In condizioni impegnative tutto ciò che ti può proteggere dal freddo è una benedizione. Ricordati di inserire qualche indumento nella tua borsa stagna proprio in vista di situazioni del genere. Inoltre la grab bag, una volta vuota, può essere usata come dispositivo di galleggiamento. Se dovessi naufragare in acque tropicali non pensare che non avrai freddo una volta in acqua perchè dopo due ore a mollo capirai che l’ipotermia è in agguato. Usa la muta perché oltre a trattenere il calore corporeo nell’acqua ti aiuterà a stare a galla senza alcuno sforzo. In acqua fredda invece, una muta ti proteggerà per un breve periodo di tempo, ma non è sufficiente a preservare il calore del tuo corpo se rimani in acqua in maniera prolungata.
Squali
Gli squali fanno paura a tutti vero? Soprattutto dopo averne visto uno dal vivo ci si augura di non trovarselo in acqua ma sei davvero a rischio di attacco se la tua barca affonda?
Molti studi recenti hanno dimostrato che pochissime specie di squali possono essere pericolose per l’uomo e che ogni anno vengono segnalati pochissimi incidenti se non in alcuni luoghi precisi. E’ opinione unanime al giorno d’oggi che gli squali non sono gli animali pericolosi rappresentati in film come “Lo Squalo”. La seguente immagine è tratta da un film in cui la USS Indianapolis viene affondata.
Alcuni pensano che lo squalo più pericoloso per l’uomo sia il Bianco, per altri è il Tigre e per altri ancora è lo squalo Cucciolo. Sicuramente lo squalo è attirato da rumori insoliti come ad esempio una barca che affonda e che quindi, se è nei paraggi voglia investigare sulla causa di questo rumore. E’ molto importanti una volta di più mantenere la calma e non agitarsi. Io personalmente ho abbastanza timore degli squali e ho letto il più possibile sulla loro biologia. Come si dice, Sapere è Potere.
Cosa fare dopo il naufragio
Sei sopravvissuto al naufragio e sei stato in grado di rimanere a galla e al caldo per prevenire l’ipotermia, o meglio ancora sei chiuso nella zattera ad aspettare i soccorsi. Ora devi essere pronto a sopravvivere in mare per un periodo di tempo X. Esattamente come se fossi perso in una foresta dovrai applicare le regole base della sopravvivenza. Per prima cosa dovrai proteggerti dagli elementi, quindi trovare acqua e cibo. Inoltre assicurati immediatamente di avere a portata di mani i razzi di segnalazione. Essere preparati ad una eventuale richiesta di aiuto aumenterà le tue possibilità di essere trovato da potenziali soccorritori aerei e navi e imbarcazioni di passaggio.
E’ saggio lasciare l’area del naufragio o è consigliabile rimanere sul posto fino al salvataggio? Dipende dalla situazione. La prima domanda da porsi è “Quali sono le mie possibilità di essere salvato?”
Se sei stato in grado di inviare un segnale di soccorso ed i soccorritori hanno risposto e capito la tua posizione esatta e situazione meteomarina o se possiedi dei dispositivi di segnalazione e comunicazione rimani dove sei. Aspetta i soccorsi anche se a seconda delle condizioni climatiche potrai aspettare più o meno tempo. Devi sapere che il maltempo può anche rendere impossibile la ricerca per molte ore.
Non sei riuscito ad inviare un segnale ma sei in una zona in cui è molto probabile avvistare una nave? Anche in questo caso rimani dove sei e aspetta di vedere un’imbarcazione prima di lanciare un razzo segnaletico.
Se non ti aspetti che nessuna squadra di soccorso ti cerchi e puoi vedere la costa, ma solo se il vento o la corrente ti spingono in quella direzione potresti provare a raggiungere la terra. Ma, a meno che tu non sia sicuro di poter nuotare fino a riva potrebbe essere meglio risparmiare energia e rimanere sul posto.
Ogni situazione richiederà un’azione diversa. È importante pensare a tutto prima di decidere di lasciare il sito del relitto.
Dove vado?
Non sei riuscito ad inviare una richiesta di soccorso e hai deciso di muoverti ma sei in mezzo al mare e non vedi nessuna costa. Dove vai? Hai una mappa? Se sei così fortunato da possederne una e conosci il tuo punto nave sarai in grado di decidere dove dirigere la tua zattera. Costruire una vela di fortuna non è così difficile e potrai creare un albero ed un boma con attrezzature disponibili o recuperate dal naufragio. Sappi però che combattere su di una zattera contro una forte corrente o un vento impetuoso potrebbe risultare un’ardua impresa. Molto spesso nell’antichità i naufraghi oceanici preferivano percorrere 5000 miglia a favore di vento e corrente piuttosto che 1000 in direzione contraria. Navigare nella direzione opposta ad un’isola vicina è una decisione difficilissima da prendere, ma potrebbe salvarti la vita.
Se ne vuoi sapere di più puoi informarti sui grandi naufragi e di come i marinai a bordo di queste navi sono riusciti a sopravvivere su una zattera o una piccola barca anche in 60 persone. Cerca su Internet il naufragio della Hercules, Lady Hobart, il naufragio della Essex, Lord Eldon, la goletta di Oroolong, Saginaw, il viaggio di Shackleton e i naufraghi di Tofua.
Devi scegliere la tua destinazione in base alla corrente ed al vento e non alla vicinanza della terra a meno che tu non sia sicuro di poterci arrivare con le tue sole forze. Evita le piccole isole visto che la possibilità di raggiungerle è quasi nulla. È meglio puntare verso una costa più distante ma più ampia e meno difficile da scorgere.
Se non hai una mappa le cose si complicano e scegliere la tua meta diventa più difficile. Posso suggerirti però di frequentare un corso di navigazione astronomica. Potrà esserti utile sia per cultura personale che per situazioni estreme come un naufragio.
Sopravvivenza sulla zattera di salvataggio
Nel prossimo articolo apprenderemo come poter sopravvivere su una zattera evitando e ponendo rimedio a situazioni potenzialmente pericolose quali ipotermia, insolazioni, mancanza di acqua e mancanza di cibo.
Sii sempre sicuro di avere il tuo equipaggiamento di emergenza revisionato e pronto all’uso
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