Da una parte c’è chi si dispera per riuscire a prendere la patente nautica. Dall’altra c’è chi già ricorda con dolcezza il quiz e le ore passate a studiare sui libri di testo per quell’esame tutto sommato ‘semplice’, e che guarda avanti. Probabilmente anche tu, se sei arrivato su questo post, hai iniziato a pensare al passo successivo, non più soddisfatto di avere la navigazione come semplice ‘hobby’. Ecco allora che hai iniziato ad accarezzare l’idea di diventare istruttore di vela, per insegnare a tante altre persone i segreti e le tecniche per usare nel modo più corretto, piacevole e sicuro una barca a vela – o una tavola, un kite e via dicendo.
In questo articolo, dunque, ti spiegheremo come diventare istruttore di vela, tenendo ovviamente in considerazione le ultime novità, conseguenze del Nuovo Codice della Nautica. Prima di passare al lato burocratico e tecnico della questione, però, va precisato un presupposto: in nessun caso saper fare significa anche saper insegnare. E questo discorso non vale solamente per chi vuole diventare istruttore di vela. Al contrario, si ripetete uguale uguale per chi vuole diventare insegnante di una lingua, per chi vuole diventare un maestro d’arrampicata e via dicendo. Una cosa è fare, un’altra cosa è insegnare quella medesima cosa. A prescindere dai corsi, dagli esami e dai tirocini, devi dunque per prima cosa metterti in testa che già l’insegnamento, di per sé, rappresenta un passaggio non indifferente. Chi non impara e non capisce come insegnare, infatti, non riuscirà a trasmettere né le conoscenze sufficienti per navigare, né in generale la passione per le barche a vela.
Dopo questo piccolo prologo sui ‘retroscena’ dell’insegnamento, possiamo passare al cuore dell’articolo: ecco tutto quello che devi sapere per diventare istruttore di vela nel 2019.
Diventare istruttore di vela e Codice della Nautica
Come tutti i diportisti sanno ormai molto bene, con il 2018 è entrato in vigore il Nuovo Codice ella Nautica. Sono tante e diverse le nuove disposizioni che, in modo diretto o indiretto, possono portare a dei cambiamenti nella vita dei diportisti. È stata per esempio introdotta la dicitura inglese ‘commercial yacht‘ per indicare le unità da diporto utilizzate a fini commerciali, ovvero tutte le unità da diporto di cui all’articolo 2 del Codice e che non trasporta merci. Sono stati introdotti il Registro telematico delle imbarcazioni, lo Sportello telematico per i diportisti, nonché il Passenger yacht code italiano per le imbarcazioni che trasportano tra i 13 e i 35 passeggeri. E ancora, è stato introdotto il concetto di danno ambientale, ed è stata istituita la ‘Giornata del Mare’, fissata l’11 aprile. Con il Nuovo Codice della Nautica, infine, sono state introdotte tre nuove figure professionali: l’ufficiale di navigazione del diporto di 2° classe, il Mediatore del diporto e, per l’appunto, l’Istruttore di vela.
Ed è proprio da questa nuova definizione di questo ruolo che inizia questa guida su come diventare istruttore di vela.
I requisiti e i corsi necessari per diventare istruttore di vela
Chi è l’istruttore di vela? Fino a qualche tempo fa si potevano avere dei dubbi circa gli effettivi confini entro i quali si poteva parlare effettivamente di veri e propri istruttori di vela. Con il Nuovo Codice della Nautica, invece, non esiste più alcun dubbio: al comma 2 dell’articolo 49-quinquies si legge infatti che «è istruttore di vela colui che insegna professionalmente, anche in modo non esclusivo e non continuativo, a persone singole e a gruppi di persone, le tecniche della navigazione a vela in tutte le loro specializzazioni, esercitate con qualsiasi tipo di unità, in mare, nei laghi e nelle acque interne». Ma non è tutto qui, ovviamente. Nel comma successivo si precisa infatti che per esercitare professionalmente questo ruolo, e quindi per diventare un istruttore di vela professionista, è necessario essere iscritti in un apposito elenco nazionale tenuto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Ma chi può inserire il proprio nome in questo elenco? La risposta arriva al comma 4, dove si dice che l’iscrizione all’elenco degli istruttori di vela è «subordinata al pagamento da parte di coloro che intendono iscriversi di un diritto commisurato al costo sostenuto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per la gestione del predetto elenco».
Fin qui, insomma, sembrerebbe un susseguirsi di formalità: stando all’articolo 49-quinquies, di fatto, è sufficiente pagare una cifra quasi simbolica per comparire in un elenco. Le cose, ovviamente, non stanno così. Per scoprirlo bisogna andare all’articolo 49-sexies, dove si scopre che l’elenco – che verrà pubblicato sui siti istituzionali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, della Federazione italiana vela e della Lega navale italiana nonché dei Comuni in cui sono presenti centri velici – è costituito dai nomi delle sole persone che hanno una lunga serie di requisiti. Se infatti al comma 1 si sottolinea che «l’iscrizione abilita all’esercizio della professione in tutto il territorio della Repubblica», al comma 2 si elencano tutti i requisiti necessari.
Ecco quali sono, quindi, i fattori necessari per diventare istruttore di vela, e quindi per vedere comparire il proprio nome sul suddetto elenco:
- è necessario essere cittadini dell’Unione Europea;
- è necessario avere 18 anni;
- bisogna aver assolto l’obbligo di istruzione (legge 27 dicembre 2006, n. 296);
- è necessario avere residenza o domicilio o stabile recapito in Italia;
- è obbligatorio poi rispettare una certa etichetta, e quindi non essere stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza, non essere stati sottoposti a misure di sicurezza personali o alle misure di prevenzione, e non essere stati condannati a una pena detentiva superiore ai 3 anni;
- per diventare istruttore di vela è inoltre necessario avere un brevetto che abilita all’insegnamento. Tale brevetto può essere rilasciato – citiamo testualmente – «dalla Marina Militare, dalla Federazione italiana vela, o dalla Lega navale italiana, nel rispetto del sistema nazionale di qualifiche dei tecnici sportivi del Comitato olimpico nazionale italiano e del quadro europeo delle qualifiche – European Qualification Framework dell’Unione europea»;
- oltre al brevetto per l’insegnamento, l’istruttore deve essere in possesso anche di un certificato di idoneità psicofisica;
- per poter svolgere la professione di istruttore di vela è poi obbligatorio aver stipulato una polizza di assicurazione per la responsabilità civile, per tutelare sé stessi e persone terze eventualmente coinvolte in incidenti durante l’attività professionale;
Va poi sottolineato che l’iscrizione all’elenco degli istruttori di vela non è da considerarsi perpetua. L’iscrizione va infatti rinnovata ogni 6 anni. A questo scopo è necessario sottoporsi a delle visite mediche a cadenza triennale, nonché seguire degli appositi corsi di aggiornamento professionale, così come organizzati dalla Federazione italiana vela, dalla Lega navale italiana o dalla Marina Militare.
La questione del reddito
Va detto che l’introduzione dell’Albo degli istruttori di vela, di fatto, non va a cambiare nel concreto il percorso formativo che si deve affrontare per diventare un istruttore di vela. Si tratta per lo più di una serie di precisazioni, che vanno nella direzione di tutelare maggiormente chi decide di intraprendere questa professione, sia chi ne richiede i servizi. Da parte sua, come tra l’altro viene spiegato nella Normativa Corsi di Formazione 2019 della Federazione Italiana Vela (approvata nella Riunione del Consiglio Federale, N° 476 del 14/12/18) l’introduzione di questa figura «pone sempre di più la Federazione Italiana Vela davanti alla necessità di uniformare su tutto il territorio l’iter per il conseguimento del titolo di Istruttore di Vela e garantire il raggiungimento di quelle competenze» necessarie.
Non significa però che non esistano dei dubbi circa alcuni dettagli di questa ‘nuova’ figura. Va per esempio ricordato che l’istruttore di vela diventa la seconda figura professionale in Italia – oltre al maestro di sci – a vedersi riconoscere a livello legislativo. La legge parla chiaro: solo chi possiede tutti i titoli indicati dal legislatore può esercitare una di queste due professioni. Va però ricordato il fatto che tutti i Circoli velici affiliati alla Federazione Italiana Vela sono delle associazioni sportive dilettantistiche, e da questo presupposto si può aprire una discussione molto complessa per quanto riguarda il lato previdenziale. Le normative di riferimento, per ora, non possono infatti che essere quelle relative all’unica altra figura professionale parallela, ovvero il maestro di sci, per il quale l’Agenzia delle Entrate spiega che «la prestazione che il maestro di sci effettua nei confronti degli iscritti allo sci club è attività che rientra nell’esercizio della professione, ciò che esclude che il reddito possa rientrare tra i redditi diversi elencati nell’articolo 81 comma 1». Esistono poi altri conferme, correttive e cambi di direzione da parte delle singole Direzioni Regionali: da una lettura complessiva sembra che – per ora – prevalga l’idea secondo la quale un istruttore di vela che svolge la professione solamente a favore di un circolo velico iscritto al Coni può far rientrare la sua attività nella disciplina dei redditi diversi, senza essere dunque assoggettata a obblighi contributivi sul lato previdenziale.
Le violazioni e le punizioni previste dal Codice Nautico
Anche la condotta dell’istruttore di vela viene normata, con l’indicazione di tutte le sanzioni disciplinari a fronte di eventuali comportamenti contrari alla deontologia professionale. Per una trasgressione contenuta è previsto un semplice ammonimento, mentre per un’infrazione leggermente più importante si procede con la censura, e quindi con il biasimo formale. Nei casi più gravi, invece, è possibile procedere con la sospensione temporanea dell’attività professionale (per un massimo di 12 mesi) o persino con la radiazione, la quale proibisce in via definitiva di svolgere la professione di istruttore di vela. La sospensione è indicata, per esempio, nei casi in cui l’istruttore di vela sia sprovvisto di polizza di assicurazione , venga interdetto dai pubblici uffici per un periodo inferiore ai 3 anni o venga ricoverato in un ospedale psichiatrico giudiziario. La radiazione, invece, è obbligatoria nei casi più gravi, e quindi per l’interdizione superiore ai 3 anni dagli uffici pubblici, nonché, per esempio, per ogni delitto non colposo per la quale è prevista una pena minima di 2 anni.
Come diventare istruttori di vela FIV: Il sistema di formazione della Federazione Italiana Vela
Il percorso formativo della Federazione Italiana Vela prevede 4 livelli. Chi vuole diventare istruttore di vela punta al 1° livello, ovvero all‘istruttore base. Esistono però anche degli eventuali step successivi, con l’istruttore di vela di 2° livello, per allenare i club; l’istruttore di 3° livello, per diventare allenatore nazionale; infine, l’istruttore di 4° livello, per formare gli istruttori che la Federazione intende indirizzare ai massimi livelli della disciplina (quest’ultimo step, va detto, è gestito direttamente dal CONI).
Ci soffermiamo in questa sede solo sul Brevetto di Istruttore di I Livello di Vela, necessario per diventare un Istruttore base. Grazie a questo brevetto è possibile entrare nell’elenco degli istruttori di vela, e quindi insegnare le nozioni fondamentali per utilizzare tavole a vela, kiteboard, derive, yacht d’altura e monotipi. In tutto questa primo brevetto prevede l’acquisizione di 20 crediti formativi, i quali sono divisi in 5 crediti per le materie generali, 8 crediti specifici per la disciplina scelta e 7 crediti formativi assegnati dal tirocinio.
I moduli da intraprendere per diventare istruttore di vela base sono tre. Il primo modulo consiste in un corso della durata minima di 40 ore; il secondo modulo in un tirocinio (a titolo gratuito) che dura un minimo di 100 ore (ma che talvolta si protrae ulteriormente); il terzo modulo, invece, è un corso di altre 50 ore. Tutti e tre i moduli devono essere obbligatoriamente svolti nell’arco del medesimo anno solare. Questo significa che, se per qualche motivo non si dovesse completare il terzo modulo, l’anno successivo, per diventare istruttore di vela, sarà necessario ricominciare da capo. Solo in caso di Giustificati motivi sarà possibile fare un’eccezione e riprendere le lezioni l’anno successivo.
Per accedere ai corsi per diventare istruttore di vela è necessario superare le prove di selezione, durante le quali si dovranno affrontare dei test scritti (dove si dovrà rispondere correttamente all’80% delle domande), delle prove pratiche su gommone e delle prove pratiche su derive, tavola a vela, kiteboard e yacht d’altura. Una volta superato questo primo ostacolo, si potrà accedere ai corsi veri e propri, che inizieranno con il primo modulo.
Quanto costa diventare istruttore di vela?
Come abbiamo visto, diventare un istruttore di vela, per come sono le regole attualmente, è un percorso non particolarmente breve: tra il corso del primo modulo, il tirocinio e il corso del terzo modulo, infatti, ci sono parecchie ore da mettere in conto. Del resto, nell’ottica dei corsi organizzati dalla FIV, non basta che gli istruttori siano a loro agio sulla barca e che conoscano tutti i movimenti giusti. Un istruttore di vela certificato FIV conosce perfettamente le regole di sicurezza, e per restare tale deve aggiornarsi regolarmente nel tempo. Quello dell’istruttore di vela, anche nel caso in cui venga esercitato solamente nei fine settimana, è un lavoro serio, che ha una profonda dignità e importanza, per offrire la massima garanzia a chi naviga.
Va poi sottolineato che diventare istruttore di vela non presenta costi unicamente a livello di tempo e di energie. I costi di iscrizione possono cambiare di zona in zona FIV, ma per fare un esempio guardiamo alla XV zona FIV, ovvero al Piemonte, alla Val d’Aosta e alla Lombardia: qui la quota di iscrizione alle prove di selezione è fissata a 50 euro, da versare al Comitato prima della prova. Questa cifra, è bene saperlo, non verrà restituita, nemmeno nel caso in cui il candidato non superi le prove di ammissione al corso. La quota di iscrizione al l I Modulo Derive, Yacht d’altura e Monotipi, Tavole a vela e Kiteboard è invece di euro 160,00. A questa cifra vanno aggiunte le eventuali spese di viaggio, di vitto e di alloggio per seguire il corso.
Che dici, sei pronto per iniziare il tuo percorso per diventare istruttore di vela?
Buongiorno, sono interessato ad ottenere un brevetto da istruttore di vela che possa avere validità in tutta l’unione Europe… in pratica vorrei trasferirmi in Francia e aprire un piccolo club di vela, dove fare corsi di Surf, Windsurf, piccole imbarcazioni a vela, Catamarani.. ecc ecc.. ai clienti e\o ai turisti di passaggio…
Nel frattempo che sono in Italia, ancora… volevo ottenere un brevetto… che sia valido in tutta L’Unione Europea…
Potrebbe darmi un consiglio o indirizzarmi presso uno o più dei vostri corsi… che abbiano, appunto, questa peculiarità?
Possibiliste nei presi di La Spezia,
Cordialmente, Lorenzo