Ecco alcune considerazioni sulla scelta per lo svernamento della barca
Ottobre è il mese in cui, ovunque nel nostro paese, la bella stagione chiude le porte e bisogna pensare a cosa fare con la barca.
C’è chi preferisce tenerla in acqua tutto l’anno perché la usa per fare regate e chi, invece, non essendo un appassionato delle competizioni, sa che fino a marzo aprile di uscire in barca difficilmente si tornerà a parlare e preferisce metterla a terra.
Le due scelte presentano vantaggi e svantaggi.
Il vantaggio principale del lasciare la barca in acqua è che la si può usare, ma questo è un vantaggio se si avrà il tempo di usarla. Molto spesso, se si vive distanti dal porto dove si trova la barca, durante l’inverno, complice le giornate corte e il freddo, si preferisce fare altro.
Altri, invece, che vivono in prossimità del mare, non perderanno l’occasione di uscire in quelle belle giornate invernali in cui il cielo è terso e il vento dolce e avere la barca a terra potrebbe essere un peccato. Secondo vantaggio, spesso è quello economico anche se questo può valere per entrambe le scelte.
Se si è in un porto si è affittato il posto barca per tutto l’anno o è di proprietà, mettere la barca a terra rappresenterebbe una spesa aggiuntiva. Risparmia invece chi il posto lo affitta solo per il periodo estivo e quando arriva l’inverno mette la barca a terra perché la sosta a terra è meno costosa di quella in acqua.
La manutenzione: lasciare la barca in acqua e usarla significa che questa continua a vivere anche durante l’inverno e sarà più difficile che qualche cosa si arrugginisca o si deteriori per colpa della salsedine. In una barca rimessata e non preparata a dovere, la salsedine che si annida in molte componenti dell’imbarcazioni le rovina e all’arrivo della bella stagione, quando la barca torna in acqua, sarà più facile avere delle rotture.
L’asciugatura: uno degli indubbi vantaggi del tenere la barca a secco per i mesi invernali è che quando la si rimetterà in acqua questa sarà più leggera perché nei mesi a terra si sarà asciugata perdendo buona parte dell’acqua che si annidava nel suo scafo.
Le barche, soprattutto quelle più vecchie, anni 90 o 80, quando non si usavano ancora gli starti iniziali di mat (stuoia di fili di vetro alla rinfusa) impregnati con resine vinilesteri (la resina vinilestere assorbe pochissima acqua) prima di iniziare la stratificazione classica con resine poliuretaniche, come si fa oggi in quasi tutte le barche in vetroresina, assorbono molta acqua. Quell’acqua durante l’inverno viene ceduta all’aria e la barca si alleggerisce e non rischia fastidiosi fenomeni di osmosi.
Il motore: un motore su una barca che viene usata regolarmente (un paio di volte al mese) dura più a lungo di un motore fermo per mesi, molto meno dura il motore di una barca messa a terra senza che il motore sia stato preparato. Più è datato il motore, più quanto qui scritto è vero.
Un vecchio Volvo che viene messo a terra senza che vi sia fatta circolare dell’acqua dolce per pulire lo scambiatore di calore, quando torna in acqua avrà lo scambiatore intasato dalle incrostazioni di sale, incrostazioni che faranno passare meno acqua il che causerà il riscaldamento del motore in navigazione.
Perciò se si vuole andare a terra, bisogna assicurarsi che il motore venga preparato alla stagione invernale e con esso molte altre componenti come le batterie alle quali vanno staccati i cavi e messa la vasellina sui contatti. Se poi si vive in zone particolarmente fredde, è importante svuotare lo scambiatore dall’acqua che ghiacciandosi durante l’inverno potrebbe danneggiarlo.
Anche la barca lasciata in acqua ha bisogno di cure, anzi, ha bisogno di più cure di quelle di cui ha bisogno una barca che sverna a terra. In particolare bisogna ricordare che la barca in acqua soffre poco se la si usa, ma se la si abbandona, soffre molto di più di una barca a terra.
Per mantenersi la barca in acqua ha bisogno che venga acceso il motore, che le pompe siano fatte girare, che i wc vengano usati, se non è possibile andare in barca regolarmente, diciamo una o due volte al mese, allora sarà meglio preparare la barca e metterla a terra.
Piccolo trucco per il motore!
Auto-spurgo
Il procedimento di spurgo di un diesel è veramente semplice, come tutto ciò che riguarda questo tipo di motore. Il procedimento di spurgo può variare leggermente secondo il modello o la marca, una parte può essere posta in un luogo piuttosto che in un altro, ma concettualmente il meccanismo è lo stesso.
C’è da dire che la maggior parte dei diesel di ultima generazione hanno un sistema di autospurgo che evita il formarsi di vaste zone d’aria all’interno del circuito di alimentazione, anche in caso di blocco del flusso di nafta. Comunque, è sempre bene saper effettuare un’operazione del genere perché vuol dire riuscire a non farsi sopraffare dalla più banale delle eventualità: rimettere in moto un motore a cui è mancato il gasolio.
Da non dimenticare, in special modo, quando si prevede di dover navigare molto a motore, una tanica di gasolio di rispetto nel gavone (una in più del necessario) e un’occhiata, di tanto in tanto, all’indicatore del serbatoio.