Pescare i cefali, anche detti muggini, è un’attività che potrebbe essere vista con sospetto da molti, soprattutto dai neofiti del mondo della pesca. Parliamo infatti di un pesce molto comune, piuttosto brutto e normalmente associato a una qualità delle carni non troppo alta, una combinazione che certamente non lo fa di solito percepire come una preda ambita o pregiata.
Tuttavia, pescare i cefali può rivelarsi molto meglio di quanto possa sembrare all’apparenza, sia in termini di divertimento che in termini gastronomici (con le catture nelle acque salate fuori dalle lagune e dagli estuari che possono riservare ottime sorprese per il palato). Continua a leggere l’articolo per la guida completa per la pesca al cefalo!
Il cefalo o muggine: dove trovarlo e cosa mangia
Il cefalo, noto anche come muggine, è una specie ittica che si trova soprattutto lungo le coste e moto spesso anche nei porti, anche se non è affatto raro notare banchi di cefali che vanno alla ricerca di cibo presso una scogliera o in un estuario salmastro. Questo pesce tanto comune quanto bruttino è avvistabile spesso in superficie, anche se si alimenta solitamente vicino al fondale, cibandosi soprattutto di piccoli organismi come alghe, crostacei, altri invertebrati e materiale organico. La sua diffusione è davvero ampia: il suo areale, infatti, comprende tutte le acque tropicali e temperate calde del mondo. La zona più a Nord in Europa in cui possiamo trovarlo è quella del Golfo di Guascogna.
Considerando l’alimentazione di questa specie, non stupisce che pasturare le acque in cui si sceglie di piazzarsi faciliti enormemente le operazioni di pesca del cefalo. Come vedremo, questo contribuisce a renderlo una preda relativamente facile quando si procede a lanciare in acqua una lenza con innescata una sarda, un verme o un gamberetto. Anche alcuni tipi di esche artificiali, comunque, riscuotono un certo successo.
In termini di luoghi in cui svolgere la pesca al muggine, considerando la sua tolleranza a vari gradi di salinità, c’è l’imbarazzo della scelta. Si può infatti procedere a insidiarlo da riva, sia essa quella di un fiume presso la foce o quella del mare (spiaggia o scogliera), da una barca sotto costa e anche in un porto. In questo ultimo caso, occorre prestare attenzione a scegliere una zona poco trafficata del bacino idrico che non sia soggetta allo sversamento di sostanze inquinanti. Una buona idea è anche quella di portarsi un paio di pinze per recidere la lenza nel caso in cui si incagliasse totalmente in un ostacolo o nel cordame che abbonda nei porti.
Quando è il periodo migliore per pescare il cefalo?
Considerando quanto abbiamo detto sulla diffusione di questo pesce, non stupisce che il momento migliore per la pesca del muggine sia quello tra la tarda primavera e la fine dell’estate, nello specifico i mesi tra maggio e settembre. L’autunno non inoltrato, corrispondente al mese di ottobre e agli inizi di novembre, può portare comunque a buone catture utilizzando la tecnica di pesca a fondo. In queste momenti dell’anno, infatti, l’acqua è calda o comunque ancora piuttosto temperata, facilitando l’ incontro con il cefalo e la sua cattura.
Accorgimenti necessari per la pesca al cefalo
Per prima cosa, è necessario premettere che, come abbiamo anticipato in precedenza, la pasturazione svolge un ruolo importantissimo per pescare il muggine, soprattutto a fondo. Oltre alle pasture confezionate studiate appositamente per simulare gli scarti di pesce e gli altri alimenti di cui il cefalo è ghiotto, è possibile realizzare in autonomia una mistura con ottimo potenziale. Gli ingredienti che di solito si dimostrano irresistibili per questo pesce sono il pan carré, il semolino, la pasta di acciughe, le sarde tritate e anche alcuni formaggi come la ricotta forte. Il cefalo è sicuramente un gran goloso!
In merito alla tecnica di pesca, invece, occorre fare una piccola distinzione. Sono due, fondamentalmente, le tecniche impiegabili durante una battuta di pesca al cefalo:
- Pesca a fondo: in questo caso, occorre usare la giusta montatura. Nello specifico, si procede a legare un numero di ami (solitamente a gambo lungo) che varia tra 5 e 9 a una lenza ciascuno e poi al filo di lenza madre tramite una girella debitamente corredata da un piombo. Così facendo, si darà vita alla cosiddetta “mazzetta“, all’ integrità della quale bisognerà far attenzione soprattutto durante la fase di lancio. La distanza tra ciascun amo e l’asola è di solito di circa 60 centimetri. In questo caso, la pasturazione assume un ruolo molto importante e occorre coprire le estremità degli ami con palle di pastura di piccole dimensioni. Una volta utilizzata la pastura per attirare i pesci, basterà fluttuare sul fondo con la mazzetta e aspettare che le prede abbocchino.
- Pesca a spinning: un metodo meno diffuso, ma comunque praticabile e più semplice, soprattutto per la pesca al cefalo in porto o da riva. In questo caso, è sufficiente dotarsi di una canna da spinning (dai un’occhiata qui nel caso ti servisse un ripasso o un consiglio!), di un mulinello robusto, di una bobina sufficientemente lunga e, come vedremo nel prossimo paragrafo, di un’ esca artificiale adeguata. C’è chi utilizza anche la canna fissa o la canna bolognese, con quest’ ultima che richiede sicuramente più perizia ed esperienza. A ogni modo, questa tecnica risulta leggermente meno efficace della precedente, ma sicuramente più divertente, soprattutto utilizzando canne da spinning con azione di punta veloce.
Esche per cefali
Il cefalo è un pesce la cui curiosità non si attira troppo difficilmente lungo le coste italiane e non solo. Se si ha intenzione di insidiare a spinning i folti branchi di cefali che vanno alla ricerca di cibo nelle acque salate o salmastre, infatti, anche solo dei semplici hard baits a cucchiaino potranno svolgere un lavoro egregio. L’esca, coi suoi riflessi metallici prodotti dal lancio e dal recupero veloce, avrà gioco facile ad attirare l’attenzione dei cefali, che saranno spinti ad aggredire quello che percepiranno come un intruso nel loro territorio.
Non vi resta che approntare le vostre attrezzature per la pesca e attendere la cattura del cefalo più “intraprendente” del suo banco. Mi raccomando: per una pesca effettuata con successo vogliamo poi essere invitati a cena!
Penso siano molto gradite queste info da
parte di molti, specie neofiti, per la
condivisione su questa infinita Passione!
Molte Grazie per la Gentilezza!
Grazie a te per il commento Giuseppe, siamo felici che le informazioni possano essere utili! Se hai domande, non esitare a chiedere eventualmente. 🙂
buona informazione…avrei una domanda ma se innesco il cefalo cosa si potrebbe pescare che tipo di pesce?
Buongiorno Cristian e grazie per la domanda!
Allora, riguardo al cefalo si può effettuare l’innesco a nose Rig per insidiare i pesci Serra, per esempio. 🙂
Buonasera signor Oriani, sono un ragazzo di 13 anni che pesca i cefali da 2 anni e volevo chiederle che cosa è la ricotta forte da aggiungere alla pastura.
Grazie
Buona serata 🌇
Buonasera Pietro e grazie per il tuo commento!
Per ricotta forte si intende semplicemente la ricotta salata, la stessa che si trova nei banchi alimentari di qualsiasi supermercato e, grazie alla sua maggior durezza, si grattugia a volte sulla pasta. 🙂
Buonasera, bellissimo articolo. Premetto che sono un neofita, vorrei chiedere: pensi per il cefalo si possa anche fare una traina leggera dal kayak? In questo caso, come devo innescare l’hard baits a cucchiaino, con piombo o senza?
Ciao Gabriele, il cefalo non si riesce a pescare a traina purtroppo!