Possiedo tutti i romanzi di Jules Verne. Sono più di ottanta e occupano un’intero ripiano della libreria. Ma “20000 Leghe sotto i Mari” è il libro che, insieme a “Viaggio al Centro della Terra“, più mi ha ispirato da piccolo. Potrei rileggere questo romanzo in loop.
Ed a quanto pare è stato anche il libro preferito dallo stesso Verne, il quale scrisse al suo editore esattamente queste parole:
“Ah ! mon cher Hetzel, si je ratais ce livre-là, je ne m’en consolerais pas. Je n’ai jamais eu un plus beau sujet entre les mains. Certainement, on n’a jamais fait cela”. Tradotto letteralmente significa “Ah! Mio caro Hetzel, se mi fosse mancato questo libro, non avrei mai potuto consolarmi. Non ho mai avuto un soggetto migliore fra le mani. Certamente, non l’abbiamo mai fatto”.
Chi era Jules Verne?
Verne, oltre ad essere un velista, è considerato il padre della moderna fantascienza dai più. Nasce nel 1828 a Nantes. Su pressione del padre diventerà avvocato a Parigi, ma, preferendo la scrittura ed il teatro rifiuta la generosa offerta del genitore che volendolo vedere economicamente stabile gli propone l’apertura di uno studio legale.
Essendo a Parigi frequenta i caffè letterari assieme ad Alexandre Dumas, sia padre che figlio e molti altri scrittori del tempo. Comincia così a scrivere per il teatro e accetta un lavoro come segretario. Sposa nel 1957 la sua amata Honorine de Viane, già vedova e con due figli. Comincia a lavorare come agente di cambio ma si rifiuta di abbandonare il suo sogno, la scrittura e così, nel 1857 pubblica il suo primo libro, “Le Salon de 1857“.
Verne continua a scrivere con poco successo fino al 1862, anno in cui incontra Pierre-Jules Hetzel, che sarà il suo editore ed amico per tutta la vita. Jules comincia ad essere conosciuto . Un libro all’anno ed a volte anche di più..
Ispirato dalle sue avventure e da qualche viaggio in piroscafo fino in Inghilterra Verne e Signora decidono di acquistare la loro prima barca a vela nel 1865. Veleggiano insieme fino in Mediterraneo e successivamente, insieme a suo fratello, compie un viaggio in America e si innamora di quel paese.
Nel 1869 pubblica “20.000 Leghe sotto i Mari“. Da questo momento della sua vita in poi non dovrà più preoccuparsi di problemi economici.
Muore nel 1905, ad Amiens, in Francia, dopo una vita lunga, movimentata e piena di avventure. Molti dei libri da lui scritti in vita verranno pubblicati postumi. Il figlio Michel, con il quale in vita ebbe sempre dei dissidi molto forti, finì addirittura alcuni dei suoi manoscritti incompleti.
L’ultimo libro di Verne ad essere pubblicato fu “Parigi nel 20esimo Secolo” edito nel 1994 e non sto sbagliando a scrivere l’anno.
Come ho già detto, Jules Verne è stato uno scrittore eclettico, applicandosi con ottimi risultati in più campi, specie in quello fantascientifico. Posso tranquillamente affermare che le sue opere di immaginazione con tutto ciò che ne consegue sono comparse in infinite forme, dai film al palcoscenico, alla televisione. Spesso definito “il padre della fantascienza”, Jules Verne con le sue riflessioni sul futuro dell’umanità ha scatenato l’immaginazione di scrittori, scienziati e inventori fino ai nostri giorni. Rimane da sempre fra gli autori più tradotti al mondo.
I Libri
Verne è stato un autore veramente prolifico. Ha scritto 54 romanzi di cui 8 postumi per la sua Serie “I Viaggi Straordinari” oltre a 18 racconti apparsi in seguito, 14 romanzi esterni alla serie dei viaggi, 12 romanzi postumi, 9 romanzi scientifici, 37 opere teatrali e alcuni discorsi in pubblico.
Molti libri sono famosi ed altri un pò meno, ma non per questo immeritevoli. Ha creato centinaia di personaggi memorabili e immaginato numerose innovazioni anni prima del loro tempo, tra cui il sottomarino e l’esplorazione dei fondali marini, il volo come mezzo di trasporto, le astronavi ed i viaggi spaziali.
Tra i più famosi cito “20.000 leghe sotto i mari” a cui è dedicata la copertina di questo articolo, “Il giro del mondo in 80 giorni“, “Viaggio al centro della terra” e “Dalla terra alla Luna“.
In “20.000 Leghe sotto i Mari” e ne “L’isola Misteriosa” (che è il seguito) appare il personaggio che più ha eccitato la mia fantasia…
Il Capitano Nemo
Nemo, che in latino significa “Nessuno“, è un nome che allude alle vicende di Ulisse ed il ciclope nell’Odissea. La sua figura è avvolta dal mistero. E’ l’archetipo dello scienziato costretto all’azione dalla sua coscienza, dato che si tratta probabilmente di un principe indiano , forse il fu principe Dakkar, e che combatte contro le mire imperialiste dei britannici nei confronti dell’India. Il suo vessillo consiste in una “N” dorata in campo nero.
Appare nei due romanzi sopracitati. Nel primo ha circa 40 anni ed è il comandante del Nautilus, un sottomarino da lui inventato. Non si parla quasi mai della sua vita ma procedendo nella lettura si capisce che fa parte del popolo degli oppressi e che combatte spesso affondandole le navi inglesi. A tratti rivela un carattere eccentrico, asociale avendo in animo buona parte dell’umanità. Se vogliamo ha una carattere sicuramente selvatico.
Nel secondo romanzo in cui il Capitano Nemo fa la sua apparizione , “L’isola misteriosa“, egli viene ritrovato assieme al suo sottomarino in una grotta da un gruppo di naufraghi approdati per caso sull’isola. Ormai è anziano e malato, sta solo aspettando la morte e così, oltre a consegnare l’autobiografia, racconta la sua storia agli uomini che lo hanno trovato.
Racconta di essere un principe indiano, il Principe Dakkar, figlio di un Rajah e nipote di Typpoo Sahib. Dopo aver visto la sua famiglia massacrata dagli inglesi viene dato per morto e ne approfitta per scappare ed architettare la sua vendetta. Studierà ingegneria in America ed in Europa, diventerà il Capitano Nemo. Costruirà il Nautilus e, assieme ad un manipolo di fedeli marinai, si ribellerà ancora una volta agli Inglesi ed a tutti i popoli oppressori.
Confessa inoltre di provare rimorso per tutte le vite da lui prese e di essere in quella grotta da tempo per cercare di espiare le sue colpe. E li morrà. Gli ex naufraghi ormai stabilitisi sull’isola affondano il Nautilus insieme al suo comandante. Successivamente l’isola esploderà trascinando nelle profondità del mare la toma del Capitano Nemo.
Questa a quanto pare però è la seconda stesura del romanzo. Nella versione originale il capitano Nemo non è indiano bensì Polacco , e combatte non contro gli Inglesi ma i Russi, i quali hanno sterminato la sua famiglia durante l’insurrezione Polacca del 1863-1864, la famosa “Rivolta di Gennaio”.
Hetzel, l’editore di Verne, però ha paura che il libro non verrà pubblicato in Russia e quindi chiede a Verne di modificare i fatti ed il background di Nemo. Proprio a causa di questo cambio alcune descrizioni dei fatti rimangono misteriose nel libro.
Così il Capitano Nemo diventa il personaggio non protagonista più enigmatico di Verne, sia nei libri che nella realtà. Chi sa che non possa essere ispirato a qualche personaggio realmente esistito…
“Alla domanda del Professor Aronnax “Voi amate il mare?” il capitano Nemo risponde “Sì! L’amo! Il mare è tutto. Copre i sette decimi del globo terrestre. Il suo respiro è puro e sano. È l’immenso deserto dove l’uomo non è mai solo, poiché sente fremere la vita accanto a sé. Il mare non è altro che il veicolo di un’esistenza soprannaturale e prodigiosa; non è che movimento e amore, è l’infinito vivente, come ha detto uno dei vostri poeti. Infatti, professore, la natura vi si manifesta co i suoi tre regni: minerale, vegetale, animale.”
Il Nautilus
Alzi la mano chi non ha mai voluto possedere il Nautilus! Questo portentoso sottomarino viene così descritto dallo stesso Nemo in “20.000 leghe sotto i mari”:
«Ecco tutte le dimensioni del nostro battello. È un cilindro molto allungato a punte coniche. Si avvicina sensibilmente alla forma di un sigaro, forma già adottata a Londra per molte costruzioni marine. La lunghezza di questo cilindro, da un capo all’altro, è esattamente di settanta metri e la sua larghezza massima è di otto metri. Non è, perciò, costruito con le stesse proporzioni dei vostri vapori, ma le sue linee sono sufficientemente allungate e la sua carena è molto affusolata, affinché l’acqua spostata scivoli facilmente e non opponga alcuna resistenza alla sua marcia. Le due misure che vi ho dato vi permetteranno facilmente di ottenere, con un semplice calcolo, la superficie e il volume del Nautilus.” La sua area misura 1.011,45 metri quadrati e contiene 1.500,2 metri cubi. Una volta immerso completamente sposta 1500.2 metri cubi d’acqua, o 1500.2 tonnellate metriche.»
Vengono poi aggiunte altre caratteristiche oltre alla capacità di immergersi e raggiungere una velocità di 50 nodi grazie ai suoi motori elettrici (già ecologico). Il Nautilus dispone di un rostro per poter affondare le navi e la possibilità di lanciare siluri.
La cosa che più agitava la mia fantasia era il fatto che il Capitano Nemo ed i suoi compagni, grazie a speciali tute munite di autorespiratori, potevano entrare ed uscire per poter raccogliere il loro cibo ed esplorare il fondo del mare. Qui Jules Verne precorre i tempi immaginando un tipo di vita alternativo e veramente ecosostenibile oltreché futuribile.
Noto che cominciano ad apparire sulle barche di serie le LUCI SUBACQUEE a led. Fa un certo effetto vedere in baia le barche che galleggiano su una nuvola di luce ed un pò mi ricordano le luci del Nautilus.
Voglio chiudere questo articolo con una frase di Jules Verne che mi ha da sempre ispirato;
“Miei cari ascoltatori, a stare a sentire certi cervelli limitati (mai aggettivo è stato più adatto), l’umanità sarebbe rinchiusa in un cerchio di Popilio che mai essa riuscirebbe a superare, essendo condannata a vegetare su questo globo senza alcuna speranza di slanciarsi un giorno negli spazi planetari! Sciocchezze! Si andrà sulla Luna e poi sui pianeti e sulle stelle come oggi si va da Liverpool a New York, facilmente, rapidamente, sicuramente, e l’oceano atmosferico sarà tra breve attraversato come gli oceani terrestri. La distanza non è che una parola relativa, e finirà per essere ridotta a zero.”
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Dedicated to G.Portesan
Che dire,complimenti e grazie per tutte le informazioni,ho letto il tuo articolo tutto di un fiato.
Adoro il personaggio del Capitano Nemo e ,dopo averlo fatto conoscere a mio figlio di sette anni,durante il lockdown tramite l’anime “Nadia e il Mistero della Pietra Azzurra”, stiamo leggendo insieme Ventimila Leghe Sotto i Mari. Ho inoltre ordinato il film della Disney che guarderemo prossimamente, un viaggio molto avvincente che ci sta davvero affascinando.
Buona serata.
Serena G.