Ormai decisamente di serie sulle barche di una certa dimensione, l’autopilota è diventato un optional molto diffuso anche sulle barche di dimensioni contenute. Ma che perché acquistare un autopilota per la propria barca? Non si tratta, nella maggior parte dei casi, di una spesa particolarmente contenuta. Eppure i vantaggi sono tanti.
Questo equipaggiamento tecnologico può per esempio diventare il miglior amico del velista solitario, che è alla ricerca di un aiuto per governare al meglio la barca senza doversi fare in quattro: non è un caso se i navigatori oceanici, ormai, non ne possano più fare a meno.
Ma occhio, non si tratta di strumenti a solo uso e consumo di questi navigatori ‘speciali’ e un po’ pazzi. Se possono trarne vantaggio loro, possono infatti farlo anche i normali diportisti in crociera. Installare un autopilota sulla propria barca significa infatti avere la certezza di mantenere la rotta scelta mentre ci si dedica ad altre attività, lavorando intorno alle vele o ad altri settaggi a bordo.
Non ci si devo però far fregare dal nome: chi non ha mai visto un pilota automatico per barca in funzione o non ne ha mai sentito parlare in modo approfondito potrebbe essere sviato, pensando magari di ritrovarsi di fronte a qualche dispositivo futuristico in grado di potere effettivamente ‘pilotare’ una barca in autonomia. Ovviamente le cose non stanno così: acquistare un autopilota non significa assumere uno skipper robotico pronto a fare tutto e più al nostro posto. Sì, si tratta di dispositivi altamente tecnologici e via via sempre più evoluti, ma non per questo è possibile affidarsi totalmente a loro.
Nel momento in cui viene acceso l’autopilota è quindi possibile dedicarsi ad altro, senza preoccuparsi di mantenere la rotta, ma allo stesso tempo sarà necessario raddoppiare l’attenzione intorno alla barca, individuando per tempo altre barche o ostacoli che l’autopilota potrebbe non considerare. Almeno all’inizio, dunque, è il caso di approcciarsi all’autopilota come se sì – anziché un dispositivo Raymarine, Lowrance o Simrad – ci fosse un ragazzo alle prime armi con il timone: fidarsi è bene, non fidarsi (del tutto) è meglio: il dispositivo può fare perfettamente il suo lavoro, ma non per questo si può procedere a occhi chiusi. Chi pensa di installare un autopilota per fare dei sonnellini in navigazione, quindi, ha guardato troppi film di fantascienza!
Guardiamo dunque quali tipologie di autopilota per barca esistono, come funzionano questi dispositivi e qual è il miglior autopilota per barca per il 2023.
Pilota automatico per barca: cosa è
Cerchiamo quindi di capire cos’è nel concreto un autopilota per barca, senza peraltro la pretesa di diventare d’un colpo degli ingegneri: non stiamo parlando di un parabordo o di una zattera di salvataggio, né di un salpancora. Stiamo parlando di qualcosa di molto complesso, e possiamo quindi accontentarci di comprenderne il funzionamento ‘superficiale’ nonché, ovviamente, l’utilizzo e le diverse funzionalità.
Bisogna partire dal presupposto per cui, negli ultimi anni, gli autopiloti per barca sono migliorati tantissimo, diventando via via sempre più completi e complessi: i dispositivi che si possono acquistare oggi sono infatti dei computer in grado di interfacciarsi con gli altri dispositivi elettronici presenti sulla barca, a partire per esempio dal GPS, per arrivare fino al Radar per barche.
Questo significa, di fatto, che un autopilota di ultima generazione può accedere a un mare di informazioni, roba che i primi modelli non potevano nemmeno sognare. Possiamo riassumere l’essenza dell’autopilota come un dispositivo dotato di un’interfaccia utente, che permette di impostare i dati di navigazione e che avvisa il navigatore nel momento in cui, per esempio, la barca si discosta dalla rotta, e di una parte ‘operativa’, ovvero di tutta la strumentazione atta a rivelare la direzione della barca e a correggerla in base alla rotta predefinita. Non esiste, peraltro, una sola tipologia di autopilota per barca: partiamo dal più semplice, ovvero dal Tiller Pilot.
L’autopilota più semplice: il Tiller Pilot
Devi sapere che esistono due principali tipologie di pilota automatico. Da una parte, ci sono i piloti automatici per la timoneria a ruota, i quali tendenzialmente sono integrati. Dall’altra ci sono invece gli autopiloti da installare sulle imbarcazioni medio-piccole con timone e barra, ovvero i Tiller Pilot.
Partiamo proprio da questa seconda tipologia: si tratta di dispositivi ‘semplici’ per modo dire, i quali sono presenti sul mercato già dagli anni Settanta, e che da allora sono stati via via perfezionati.
Come si può intuire, questi autopiloti vengono installati direttamente a livello del pozzetto. Laddove gli autopiloti integrati sono composti da svariati elementi, il Tiller Pilot sono costituiti da un unico oggetto, che riassume in sé stesso tutto il necessario, ovvero il braccio operativo, la bussola e il pannello di controllo per l’utente.
Come si può immaginare, i Tiller Pilot costano meno degli autopiloti più complessi, sono caratterizzati da un’installazione più semplice e più veloce; il loro utilizzo, però, per forza di cose, è limitato alle sole imbarcazioni di dimensioni ridotte con timone a barra, non avendo le funzionalità necessarie per adattarsi alle modalità di navigazione di barche più importanti. Guardando ai modelli di ultima generazione, va sottolineato, non bisogna comunque pensare a dei modelli eccessivamente spartani: per i dispositivi di fascia alta si parla infatti in ogni caso di autopiloti che possono essere connessi agli altri dispositivi elettronici presenti sulla barca.
L’autopilota integrato
Facciamo un passo in avanti, e vediamo più da vicino gli autopiloti pensati per le barche con timoneria a ruota. Come preannunciato, qui la questione si fa più complessa: non si tratta più di un solo componente, quanto invece di un vero e proprio sistema, composto da più dispositivi. In linea generale, si tratta di tre componenti distinti, i quali vanno installati separatamente a bordo, in posizioni e con prerogative differenti. Si parte dalla bussola elettronica, la quale, come si può intuire, è deputata all’orientamento.
Per individuare il polo Nord questo dispositivo va ovviamente a sfruttare il campo magnetico, ed è dunque opportuno installare questo componente in un luogo della barca in cui le interferenze siano ridotte al minimo, così da non falsare a priori l’efficacia dell’autopilota. È dunque il caso di pensare attentamente a quali sono le tante fonti di disturbo a livello magnetico presenti a bordo della barca.
Altro elemento fondamentale dell’autopilota per barca è il processore, o meglio, il microprocessore: il cervello elettronico del dispositivo, di fatto, ha una missione principale, andando a confrontare le informazioni provenienti dalla bussola e quelle provenienti da timoniere. Una volta elaborati e confrontati questi dati, il processore capisce qual è il gap tra i due angoli, e invia delle informazioni per correggere la traiettoria della barca. A chi? Ovviamente le informazioni vengono instradate verso il terzo elemento dell’autopilota, ovvero verso l‘attuatore, il ‘braccio’ del dispositivo che va a imprimere fisicamente lo spostamento del timone, concretizzando tutto il processo ‘digitale’ visto finora. Non tutti gli attuatori, va detto, sono uguali: esistono infatti attuatori meccanici e attuatori idraulici, ognuno con i suoi pro e con i suoi contro.
Come funziona?
Veniamo al capitolo più complesso – ma potenzialmente anche più interessante – di questa guida, che ci porterà infine alla selezione dei migliori autopiloti per barca per il 2023. Abbiamo visto da quali elementi è composto: ora non bisogna fare altro che unire i puntini, e quindi di capire come funziona l’autopilota di una barca.
Come abbiamo visto, tutto parte dalla rilevazione della direzione della barca rispetto al Nord Magnetico, con il microprocessore che raccoglie le informazioni inviate dalla bussola elettronica, così da confrontare l’angolo di rotta con quello di spostamento. Il computer riesce in questo modo a individuare quello che viene letto come un ‘errore’ di rotta, ovvero il discostarsi da parte della barca dalla rotta predefinita: una volta rilevato e individuato questo errore, il processore calcola il movimento necessario a livello del timone per correggerlo, e invia di conseguenza una serie di impulsi elettrici all’attuatore, il quale va a spostare la ruota del timone con un’intensità specifica e per un tempo indicato, così da permettere il rientro in rotta. Ovviamente il tipo di meccanismo che va effettivamente ad agire sul timone cambia di volta in volta: si può trattare di una cinghia, di un pistone idraulico, di un pistone meccanico o di una ruota dentata.
Il lavoro dell’autopilota, va sottolineato, può essere più difficile di quanto si potrebbe pensare. Va infatti ricordato, per esempio, che l’intensità di barra da applicare per correggere la rotta cambia in base alla velocità della barca: nel momento in cui la velocità è elevata, basterà poco per riportare la barca in rotta; a velocità più basse, invece, sarà necessario aumentare la barra. Ci sono peraltro ulteriori fattori da tenere in considerazione, a partire per esempio dal vento. E a questo proposito va ricordato che è possibile anche impostare un moderno autopilota in modo che questo mantenga un una rotta costante con l’angolo al vento apparente: questa funzione, come si può immaginare, può essere estremamente preziosa durante una crociera a vela sulle lunghe distanze.
Questa è solo una delle tante possibilità concesse dai modelli più evoluti. Un pilota automatico per barca di ultima generazione permette per esempio di impostare la navigazione verso un preciso punto geografico – il famoso waypoint – grazie a un’integrazione con il GPS della barca. E ancora, un’altra funzione preziosa dal punto di vista della sicurezza è quella del recupero di una persona caduta in mare: si tratta nello specifico della funzione MOB (per l’appunto, Man OverBoard) che, attivata da un comando specifico al momento della caduta, comanda all’autopilota di tornare nel punto esatto in qui la funzione è stata attivata.
Il dislocamento della barca
Prima di passare all’analisi dei migliori autopiloti per barca per il 2023 è bene sottolineare il fatto che, per scegliere il sistema di autogoverno di una barca è necessario pensare non solo al tipo di timoneria, ma anche al dislocamento della barca. Va infatti sottolineato che l’attuatore si trova a fronteggiare uno sforzo non indifferente: è dunque bene assicurarsi che il modello di auto pilota scelto per la propria barca sia sufficientemente potente. Ecco quindi che, al momento della scelta, è bene restringere l’area ai soli dispositivi in grado di lavorare senza problemi su barche con un dislocamento maggiore del 15-20% rispetto a quello misurato a pieno carico della propria barca.
Alla ricerca del miglior autopilota per barca 2023
Autopilota Autotrack Raymarine per barche con timone a barra
Per aprire la selezione dei migliori sistemi di autogoverno per barca abbiamo deciso di presentare il modello Raymarine pensato per le imbarcazioni più semplici, dotate di timone a barra. Si tratta di un elemento unico, che permette di manovrare le scotte con entrambe le mani. Come si può immaginare, è un dispositivo molto semplice da usare, con consumi energetici ridotti. Va sottolineato che, eventualmente, può essere connesso al GPS.
Pacchetto pilota automatico – Lowrance
Questo pilota automatico è pensato, ovviamente, per essere abbinato ai display Lowrance. Si tratta di un sistema di autogoverno per barche dotate di motori fuoribordo. È disponibile in due versioni, ovvero per essere abbinato a dei motori a governo cavi e a ai motori fuoribordo a governo idraulico. Può essere impostata una rotta, una direzione o un waypoint; il kit contiene tutto il necessario per l’installazione e per il collegamento. Gli utilizzi di questo motore sono i più disparati, dalla crociera alla pesca alla traina!
Autopilota Evolution – Raymarine
Altro autopilota di qualità da impiegare durante le crociere, durante la pesca e durante le regate: l’autopilota Evolution di Raymarine è pensato per assicurare virate precise e un mantenimento costante della rotta, il tutto grazie a un monitoraggio preciso di prua, di beccheggio e di rollio. Pensato sia per le barche a vela che per le barche a motore, è sorprendentemente facile da installare.
Autopilota AP44 – Simrad
Con questo sistema di autogoverno si fa un salto di qualità: il modello AP44 di Simrad è il miglior autopilota per chi non vuole compromessi, e desidera solo il meglio. Si tratta di un dispositivo che può essere installato sia su unità con motore fuoribordo che con motore entrobordo, in tutti i casi fino a 15 metri. È completo di tutto il necessario, dal display a colori da 4,1 pollici alla bussola, passando per la pompa idraulica e i connettori.
Alla ricerca del miglior autopilota per barca 2023
Abbiamo scritto questo pezzo dedicato ai migliori autopiloti per barca nel dicembre del 2019. Ora, nel gennaio del 2022, torniamo su questo articolo per indicare alcune interessanti novità uscite nell’ultimo anno.
Autopilota ST2000 Plus Raymarine per barche con timone a barra
Un autopilota che può essere lasciato come unità indipendente o che può essere collegato a un GPS, e che permette di far virare il battello automaticamente senza impegnare in alcun modo le mani, così da poter manovrare le scotte senza impedimenti. Per garantire il minore consumo energetico e il mantenimento della rotta presenta l’intelligente meccanismo AutoSeastate.
Pack completo autopilota Evolution EV-200 Sail per barche a vela – Raymarine
Ecco un signor pack completo autopilota rilasciato da Raymarine, adatto a tutte le imbarcazioni a vela con attuatore meccanico lineare di tipo 1. Presenta EV-1, ACU-200, p70 Control Head e Kit di cablaggio Evolution ed attuatore lineare T1 12V.
Pack autopilota Evolution EV-100 Wheel – Raymarine
Pensato per i timoni a ruota e più nello specifico per barche a vela con dislocamento massimo di 7.500 chilogrammi, si distingue per il nucleo del sensore EV, che Raymarine definisce come rivoluzionario.