Il miglior dissalatore: guida alla scelta e all’utilizzo

Il diportista sa benissimo che l’acqua – dolce – è un bene prezioso, da non sprecare. Chiedete in giro, a casaccio, quanti litri si consumano per fare una doccia: praticamente nessuno saprà rispondere in modo realistico, tranne, per l’appunto, il diportista, che saprà darvi delle cifre concrete (per la cronaca, in una doccia di 5 minuti di consumano circa 80 litri d’acqua, ovvero più di 15 litri d’acqua al minuto). Chi esce regolarmente in barca sa che l‘acqua dolce non va sprecata per il semplice fatto che è poca: i serbatoi d’acqua dolce a bordo non possono infatti che contenerne una quantità limitata, che deve essere conservata il più a lungo possibile.

Ma qual è il reale fabbisogno d’acqua dolce di una persona in barca? Occhio: non parliamo del fabbisogno di una persona che usa acqua come se non ci fosse un domani, quanto invece di quello di un passeggero istruito a puntino sulle cura dell’acqua dolce. Ebbene, per ogni persona si devono calcolare come minimo 5 litri al giorno, dei quali 3 ne andranno per l’idratazione, 1 per la cucina e 1 – sì, solo 1 – per l’igiene personale. Difficile, praticamente impossibile, scendere sotto questa soglia.

Chi si limita a delle uscite giornaliere potrà accontentarsi di un serbatoio d’acqua per barche da una cinquantina di litri, il quale, una volta ricaricato, potrà garantire a tutti i passeggeri tutta l’acqua necessaria per bere, per cucinare e persino per risciacquarsi dopo un tuffo in mare. Chi parte per una crociera costiera deve invece calcolare un’autonomia di più giorni, che si moltiplica ovviamente nel caso della navigazione d’altura. Non è un caso se tra gli argomenti più caldi dei diportisti vi è proprio quello della collocazione efficace a bordo dei serbatoi per l’acqua dolce, siano questi rigidi o flessibili.

Ma non bisogna per forza essere schiavi dei porti per l’approvvigionamento dell’acqua dolce. No: è possibile essere totalmente autonomi installando un dissalatore per barca, così da avere sempre tutta l’acqua di cui si può avere bisogno. Ma quali sono i vantaggi di possedere un dissalatore? Quante tipologie esistono? Come funziona questo dispositivo? E qual è il miglior dissalatore?

Perché installare un dissalatore in barca

Ci sono serbatoi d’acqua dolce di ogni tipo, di tanti materiali, rigidi o flessibili, e delle più differenti capacità. Perché, quindi, scegliere di installare un dissalatore in barca? Ebbene, di buoni motivi ce ne sono davvero parecchi. Per prima cosa, bisogna pur sempre rispettare le esigenze relative al dislocamento della propria barca: non si può pretendere di installare a bordo serbatoi per centinaia e centinaia di litri, andando a far pesare eccessivamente la barca. Sarebbe del tutto controproducente per le barche a motore, peggio ancora per le barche a vela, che si affidano completamente al vento e, per l’appunto, a una certa leggerezza. Con un dissalatore è possibile tagliare drasticamente la quantità e la capacità dei serbatoi a bordo, potendo trasformare giorno dopo giorno l’acqua salata e in acqua dolce. Il dissalatore è quindi la soluzione perfetta per i progettisti delle barche, che possono tirare un sospiro di sollievo senza dover portare al limite il peso e le dimensioni della barche.

Ma il dissalatore è un grande vantaggio soprattutto per il diportista, che può dire addio a gran parte delle tappe forzate in porto durante le crociere, potendosi godere davvero e del tutto il fascino selvaggio e la tranquillità assoluta della rada. E tutto questo senza adottare dei rigidi razionamenti circa l’utilizzo dell’acqua dolce. Certo, sarà sempre necessario non esagerare – come peraltro non si dovrebbe esagerare nemmeno a casa – ma non si dovranno nemmeno rispettare delle regole eccessivamente restrittive.

Occhio, però: quando si parla di dissalatori non ci sono solamente vantaggi. Provate a parlare con qualcuno che, magari una decina d’anni fa, ha installato un qualunque dissalatore sulla propria barca: sicuramente avrà qualche lamentela da fare e da condividere.

Gli svantaggi del dissalatore classico

Abbiamo quindi visto i principali vantaggi dell’installare a bordo un dissalatore. Vediamo ora quelli che sino i più conosciuti e diffusi svantaggi del dissalatore classico. Ebbene, se questo dispositivo permette di produrre acqua dolce a volontà a partire dall’acqua salata, rendendo così la nostra barca autonoma dal punto di vista dell’idratazione, va sottolineato che i dissalatori standard vanno a colpire un altro classico punto debole delle barche, ovvero l’energia elettrica.

Sì, perché il meccanismo usato da questi dispositivi per trasformare l’acqua salata in acqua dolce è particolarmente energivoro, andando a intaccare in modo importante la scorta di energia elettrica, un problema che si fa sentire anche a bordo di yacht di tutto rispetto. E non è tutto qui: no, perché oltre al notevole assorbimento energetico, il dissalatore tradizionale tende a essere rumoroso, andando a guastare parte della quiete che si cerca in mare, e a generare delle vibrazioni notevoli. Insomma, a fronte di un grande, enorme vantaggio sul fronte della disponibilità di acqua dolce, il dissalatore tradizionale presenta alcuni svantaggi da non trascurare. Ma non esiste solamente il dissalatore standard!

Il dissalatore tradizionale

In commercio esistono ovviamente molti modelli diversi di dissalatori per barca. É possibile però riassumere il tutto in due grandi gruppi: da una parte, infatti, ci sono i dissalatori tradizionali, così come sono stati concepiti e realizzati negli anni scorsi. Si tratta di dispositivi dotati di una pompa ad alta pressione che funzionano con una corrente continua da 12/24 Volt. Il meccanismo non è particolarmente difficile da comprendere – rispetto a quello che caratterizza i dissalatori di nuova generazione.

Di fatto tutto parte da una prima pompa che preleva l’acqua salata direttamente dal mare, per portarla all’interno del dissalatore. Qui l’acqua prelevata viene fatta passare attraverso un certo numero di filtri, per poi essere convogliata verso una seconda pompa – questa volta ad alta pressione – che spinge l’acqua verso delle speciali membrane, che danno vita al fenomeno dell’osmosi inversa (vedremo tra poco di che cosa si tratta). In questo modo, l’acqua viene dissalata, con l’eliminazione del sale e di altri contaminanti presenti dell’acqua.

Ci sono però alcune precisazioni da fare. Per prima cosa, come abbiamo visto sopra, questi dissalatori sono energivori, possono essere rumorosi e possono produrre una buona dose di vibrazioni. E nono è tutto qui: solamente un frazione dell’acqua aspirata dal mare viene effettivamente dissalata e trasformata in acqua dolce, con il restante 85% – 90% dell’acqua che, attraverso lo scarico, viene rituffata in mare. Ecco, questo per quanto riguarda i modelli di dissalatore tradizionale; vediamo ora la seconda tipologia di dispositivi.

il miglior dissalatore

Il dissalatore di nuova generazione

Anche i dissalatori per barche si sono evoluti negli ultimi anni, dando vita a quelli che vengono chiamati dissalatori di nuova generazione. Si tratta di dispositivi che si lasciano alle spalle la pompa ad alta pressione, sostituita da una pompa meccanica a recupero di energia. In linea generale, questa pompa riesca a creare una pressione sufficiente per creare il processo di osmosi inversa grazie a un gruppo di cilindri. Ma la differenza non sta certo tutto qui. Va sottolineato infatti che i dissalatori di nuova generazione non scaricano in mare l’acqua non pulita, ma al contrario la reintroducono nel circuito, così da sfruttare al meglio sia la risorsa prelevata che l’energia utilizzata. E sta proprio qui la differenza principale e più importante: l’acqua che non viene pulita viene riutilizzata immediatamente, garantendo un mantenimento dell’alta pressione, e quindi un recupero energetico concreto.

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L’osmosi inversa: una spiegazione veloce

Per capire come funziona un dissalatore d’acqua per barche è necessario capire il concetto di osmosi inversa. E sì, per capire quest’ultimo è ovviamente d’obbligo avere prima in mente cos’è l’osmosi “normale”. L’osmosi è un fenomeno naturale, che quindi esiste in natura. Anzi, si tratta di un processo di importanza fondamentale, sia per le piante e che per gli animali: grazie all’osmosi, è possibile mantenere stabile la pressione cellulare. L’osmosi viene quindi “utilizzata” dalle singole cellule, dalla nostra pelle, dai nostri polmoni, dai nostri reni e via dicendo.

Si tratta, riassumendo al massimo, di un passaggio di materia da un luogo all’altro, attraverso una membrana porosa. Ma come funziona? Pensa a due sostanze, di concentrazione differente, divise da una membrana semipermeabile in grado di fare da filtro: si ha l’osmosi quando si ha il passaggio spontaneo dell’acqua dalla soluzione con concentrazione minore alla soluzione con concentrazione maggiore, così da raggiungere, per esempio, lo stesso grado di salinità. É questo il modo in cellule del nostro corpo riescono a purificarsi. La spinta, e quindi la pressione che veicola l’acqua attraverso la membrana, viene chiamata pressione osmotica, che cresce insieme all’aumentare della differenza di concentrazione tra le due soluzioni.

Adesso è facile capire cos’è l’osmosi inversa, il più facile meccanismo per purificare l’acqua: applicando una contropressione, e quindi una pressione inversa più forte di quella osmotica, si può invertire la direzione del flusso, forzando quindi il passaggio delle molecole di solvente dalla soluzione più concentrata a quella con concentrazione minore. Ed è così che è possibile trasformare l’acqua salata in acqua dolce: le particelle d’acqua sono costrette a passa attraverso la membrana, la quale però mantiene al di fuori tutto il sale e le altre impurità.

dissalatore per barca

Lo sviluppo di nuovi desalinizzatori

La costante ricerca e sviluppo di un dissalatore marino e nautico sempre più efficiente, va sottolineato a parte, corre peraltro parallela a quella di desalinizzatoti più efficienti e più sostenibili “da terra”. Come è noto, infatti, la mancanza di acqua dolce e potabile è un problema che affligge tantissime persone nel mondo, innescando malattie, guerre dell’acqua e via dicendo. Per affrontare la mancanza d’acqua dolce negli anni sono stati sviluppati potenti impianti desalinizzatoti, come per esempio quello presente a Ustica, la famosa isola solitaria dalle rocce laviche che, sorgendo a quasi 70 chilometri da Palermo, non ha possibilità di accedere a importanti quantità di risorse idriche.

Non a caso i greci la chiamavano “Ossario”, sottolineando quanto era pericoloso avventurarsi sull’isola. Da quando l’isola è stata dotata di un impianto di dissalazione, però, questo problema è stato ridotto di molto, attraverso un primo processo di dissalamento, e un secondo processo di potabilizzazione. L’impianto di Ustica, per dire, riesce a rendere potabili 66 metri cubi d’acqua all’ora, grazie alla tecnica dell’osmosi inversa sopra esposta.

L’esempio dei dissalatori moderni Schenker

Guardando al mercato attuale di dissalatori si incontra una grande varietà di dispositivi, talvolta difficilmente conciliabili, a vista, in una sola categoria di accessori. Orientarsi nella scelta non è quindi facile: HiNelson, valutando le performance, il rapporto qualità/prezzo e l’innovazione dei prodotti, ha scelto di proporre ai clienti i dissalatori di ultima generazione Schenker. Si tratta di sistemi di filtraggio e di addolcimento dell’acqua di mare che, grazie alle tecnologia utilizzate, permettono di trasformare l’acqua salata in acqua potabile in poco tempo, con un dispendio energetico ridotto e con una riduzione marcata della rumorosità e delle vibrazioni.

Dopo le spiegazioni viste qui sopra, è semplice capire il funzionamento dei dissalatori di ultima generazione di Schenker: l’acqua viene prelevata dal mare e, grazie alla spinta di una pompa a bassa pressione, viene convogliata attraverso dei prefiltri. Dopo questa prima selezione, l’acqua viene spinta verso dei cilindri in carbonio, i quali nascondono al loro interno dei pistoni di sezione differente, che comprimono il liquido dando il via al fenomeno dell’osmosi inversa. Il risultato è quindi dell’acqua dolce a pronta per essere utilizzata, la quale viene dunque stoccata nei serbatoi connessi all’impianto idraulico della barca.

Testimonial d’eccezione dei dissalatori Schenker, per dire, è nientepopodimeno di Giovanni Soldini, che ha installato il dispositivo sul suo stupendo trimarano Maserati.

Ma quali sono i vantaggi peculiari dei dissalatori Schenker?

Il miglior dissalatore: perché Schenker è un’ottima scelta

Il principale svantaggio dei dissalatori tradizionali, come detto, è costituito dalla grande riduzione del dispendio energetico. Va quindi sottolineato fin da subito che i dissalatori Shenker permettono un risparmio energetico notevole rispetto ai modelli standard: si parla infatti di un consumo elettrico inferiore fino all’80%. Un dissalatore Shenker dotato delle tecnologie di ultima generazione utilizza infatti solamente 4 Watt per ogni litro di acqua dolce prodotta.

Conti alla mano, quindi, per produrre 60 litri all’ora basteranno 240 Watt di energia elettrica (per fare un esempio, una lavatrice arriva a consumare più di 2000 Watt all’ora). Con un consumo così contenuto, di fatto, è sufficiente la normale ricarica garantita dal motore, senza andare a dover scomodare altre fonti (in primis, ovviamente, il gruppo elettrogeno). Ma non è tutto qui: grazie alle nuove tecnologie, oltre a ridurre il consumo energetico, e a non richiedere un gruppo elettrogeno, si tagliano drasticamente anche le emissioni di anidride carbonica.

Come detto, inoltre, non utilizzando delle pompe ad alta pressione i dissalatori Schenker riducono al minimo sia la rumorosità che le vibrazioni. E ancora: quando si parla di dispositivi a contatto con l’acqua, e soprattutto con l’acqua di mare, si teme automaticamente la corrosione. Con questi dissalatori, però, non c’è motivo di preoccuparsi, visto che gli elementi a contatto diretto con l’acqua marina sono realizzati in massima parte con fibra di carbono o con resina acetalica.

 

Non ti resta che visitare il nostro e-commerce di ricambi e accessori nautica per scoprire quale dissalatore Schenker può fare al caso della tua barca!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.
    • Buongiorno Enrico, quello disponibili nel nostro negozio online sono dissalatori pensati appositamente per l’uso su barche. Ciò detto, lo stesso brand Schenker produce anche dei dissalatori d’acqua per usi diversi, a partire per esempio dai dissalatori d’acqua portatili.

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