Il varo della barca: una guida

A cosa bisogna stare attenti al momento del varo della barca in mare? Con l’arrivo della primavera, restrizioni legate all’emergenza sanitaria a parte, è giunto anche il momento di preoccuparsi del varo della barca, e quindi della messa in mare di tutte quelle imbarcazioni per le quali si è optato per il rimessaggio invernale a secco. Un momento atteso, desiderato, persino sognato da tanti diportisti, che però porta con sé anche tante preoccupazioni. Non si contano, infatti, le operazioni di varo che sono finite male o persino malissimo, con danni ingenti causati da manovre errate con gru, travel lift o carrelli. Oggi, quindi, vedremo una guida al varo della barca, avendo già pubblicato in passato una guida all’alaggio. Iniziamo!

Come posizionare le cinghie prima di posizionare la barca

Molti diportisti, non avendo a che fare con delle barche carrellabili o avendo scelto dei servizi professionali di rimessaggio invernale, affrontano il varo della barca con gru o travel lift, e quindi con degli operatori professionisti a manovrare questi enormi macchinari. Vale la pena, però, sapere come gestire l’operazione, partendo da tre presupposti: prima di tutto, gli operatori dei porti spesso devono seguire tempistiche strette, e non hanno tantissimo tempo da dedicare a ogni barca; in secondo luogo, nessuno conosce una barca come il suo proprietario; in terzo luogo, un paio d’occhi in più, in operazioni delicate come il varo, fanno sempre comodo.

Si parte quindi con il posizionamento delle cinghie. Come capire dove far passare le fasce con cui verrà sollevata la barca? Una cinghia messa nel posto sbagliato può tradursi in uno sbilanciamento della barca, nonché in un danneggiamento della carena: parliamo infatti di superfici ridotte chiamate a sopportare il peso dell’intera imbarcazione! Sulle molte barche moderne le posizioni delle cinghie sono indicate da adesivi o segni piuttosto chiari; negli altri casi, in assenza di indicazioni chiare, sarà necessario cercare la parte più solida dello scafo, lì dove per esempio c’è il rinforzo di un paratia. Per avere la certezza è possibile “auscultare” la carena passando su di essa con un pezzo di acciaio bello solido, come potrebbe essere per esempio una chiave inglese da “battere” dolcemente sulla superficie.

E ricorda: nel momento in cui le cinghie sono posizionate e la barca viene sollevata da terra, si ha la preziosa possibilità di andare a rifinire il lavoro di verniciatura dello scafo, andando ad applicare l’antivegetativa lì dove, per la presenza degli appoggi, era stato impossibile arrivare!

Il varo della barca con la gru

Visto il posizionamento delle cinghie, è ora facile capire come “controllare” il varo della barca con la gru. Nel caso della barca a motore, una volta posizionate la fasce, non resta tanto altro da fare. Nel caso delle barche a vela è bene effettuare un’operazione preliminare, nella consapevolezza che il gancio della gru andrà a disturbare il paterazzo dell’albero; è quindi necessario liberare la strada alla gru, staccando il paterazzo dal ponte. A questo punto sarà facile agganciare le fasce al gancio, facendole passare tendenzialmente al di sotto del cordame.

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La messa in mare della barca con il travel lift

I travel lift, più rari delle gru, sono più sicuri e stabili di queste ultime. Certo, non sono molti i porti che possono permettersi questi grandi macchinari con il relativo bacino di alaggio. Quando presente, però, il travel lift permette un trasporto più sicuro della barca, con una maggiore libertà nel posizionamento delle fasce, eliminando alcuni dei rischi tipici della gru (come per esempio l’urto con le sartie, il quale può causare pericolose oscillazioni della barca sospesa).

Mettere in acqua la barca carrellabile

C’è poi chi, avendo a che fare con una barca carrellabile e con un carrello per la propria barca, può fare da sé, optando per il varo della barca con carrello. Certo, ci sono alcuni piccoli svantaggi. Avere una barca carrellabile significa anche doversi prendere cura del rimorchio, e quindi della sostituzione dei rulli di gomma del carrello, delle revisioni e via dicendo. E di certo non si può dire che le coste italiane contino un gran numero di rampe di accesso al mare, vero e proprio paradosso tutto italiano.

A prevalere sono però i vantaggi, partendo dal presupposto che con il carrello è possibile gestire il varo della barca in totale libertà, senza costi e senza dover rispettare orari imposti da altri. Ma attenzione: Anche con la barca carrellabile ci sono dei rischi. É necessario trovare uno scivolo per barca in buone condizioni, con una pendenza dolce e non scivoloso per il deposito di vegetazione. Un requisito essenziale, in linea di massima, sarebbe poter contare su un veicolo con quattro ruote motrici, da usare sempre dopo un’analisi attenta della rampa. In base al tipo di fondo – in cemento o in terra battuta – si capirà come e quanto avvicinarsi, quando inserire la doppia trazione, quando usare il blocco differenziale e via dicendo. In linea di massima, inoltre, è sempre bene caricare in auto uno o due cunei di legno, un paranco per le emergenze e una tavola di legno, da posizionare eventualmente sotto il ruotino del carrello al momento giusto. Insomma, il varo della barca con carrello è vantaggioso, ma è bene evitare di prenderlo sottogamba!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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