Avere sete ed essere circondati da una distesa apparentemente infinita di acqua… salata. Beffardo destino di tanti naviganti che nella storia si sono trovati a dover centellinare fino all’ultima goccia la poca acqua dolce stivata nella propria barca, per arrivare infine – nei casi con lieti fine – a gridare “terra!” e quindi, immediatamente dopo aver messo il piede in porto, regalarsi acqua a iosa per placare la propria seta. Si pensi che nelle navigazioni di un tempo in oceano aperto, a bordo delle navi c’era una figura – il bottaio – dedicata esclusivamente alla manutenzione delle botti cariche di liquidi potabili, per assicurarsi che questi contenitori reggessero per l’intera traversata. E abbiamo parlato di “liquidi potabili” e non di acqua dolce a proposito: va infatti detto che l’acqua stipata nelle botti nei viaggi più lunghi tendeva a guastarsi in fretta, e per questo le botti venivano riempite soprattutto con della birra debole. E oggi? Oggi per fortuna possiamo contare su serbatoi per l’acqua dolce in barca decisamente più sicuri, nonché di fonti di approvvigionamento di acqua potabile in ogni porto. Ma non è tutto qui: per aumentare l’autonomia a bordo ci sono infatti anche efficienti impianti di filtraggio dell’acqua marina, per desalinizzare quindi l’acqua del mare e renderla potabile. Ma come funzionano questi sistemi di filtraggio per il diporto? Quanto consumano, e quanta acqua riescono effettivamente a produrre?
Le diverse tipologie di sistemi di desalinizzazione per la nautica
Per prima cosa, vediamo quali tipologie di impianti di filtraggio dell’acqua di mare sono effettivamente presenti per soddisfare le esigenze dei diportisti. È possibile suddividere i sistemi di desalinizzazione dell’acqua marina in due grandi gruppi, mettendo da una parte quelli ad azione manuale, e dall’altra quelli elettrici. Nel primo caso abbiamo dei sistemi di filtraggio che sembrano delle pompe, e che possono essere azionati con la sola forza delle braccia di una persona. Va però sottolineato che con questi sistemi è possibile produrre quantità estremamente limitate di acqua dolce: non stupisce quindi che la diffusione di questi dissalatori sia estremamente ridotta. Ci sono poi i dissalatori elettrici, i quali funzionano per l’appunto grazie all’azione di un motorino elettrico, senza richiedere nessun intervento umano. Questi impianti di filtraggio, in base alla potenza, possono filtrare quantità anche importanti d’acqua marina per convertirla in acqua potabile. Ma come funzionano questi impianti?
Come funzionano gli impianti di filtraggio per barche
Vediamo come funziona un impianto di desalinizzazione classico, partendo da una spiegazione generale, di fatto comune a tutti gli impianti di filtraggio dell’acqua marina per barche. Di fatto si parte da una pompa di alta pressione, la quale spinge – per azione umana o azione elettrica – dell’acqua di mare attraverso un filtro, o meglio, attraverso una membrana semipermeabile. Il compito di quest’ultima è quello di trattenere le sostanze che rendono l’acqua marina non potabile, per avere in uscita dell’acqua dolce.
Tutto questo avviene nei più efficaci dissalatori per barche sfruttando il fenomeno dell’osmosi inversa. In natura esiste l’osmosi, ovvero quel fenomeno per cui un solvente, come per l’appunto l’acqua, passa attraverso una membrana semipermeabile, bloccando però il soluto, come potrebbe essere per l’appunto il sale. In natura la soluzione fluida con una porzione minore di soluto passa dal lato con soluto maggiore. Nell’osmosi inversa, che non esiste in natura ed è unicamente artificiale, succede esattamente il contrario, grazie per l’appunto all’ausilio di una pompa ad alta pressione. Così facendo il fluido caratterizzato da una maggiore quantità di soluto – l’acqua marina ricolma di sale – viene forzata in direzione della membrana semipermeabile, per passare dall’altra parte, senza però riuscire a portare con sé il soluto.
Come si può capire, quindi, gli impianti di filtraggio per barche non necessitano di nessuna sostanza chimica per rendere potabile l’acqua: la desalinizzazione, ovvero la conversione da acqua salata ad acqua dolce, avviene infatti “semplicemente” per il passaggio nella membrana.
Quanto consuma un dissalatore d’acqua marina per barche?
Visto a parole, il processo di desalinizzazione messo in campo dagli impianti di filtraggio per la nautica potrebbe sembrare persino semplice. Non è però così: non tutte le membrane funzionano ovviamente a dovere. E ancora, per riuscire ad avviare l’osmosi inversa è necessario poter conare su una pressione molto forte, tendenzialmente superiore agli 800 psi. Per poter raggiungere dei livelli di forza di questo tipo, le pompe degli impianti di filtraggio consumano normalmente molta energia, producendo peraltro anche parecchio rumore, nonché vibrazioni. Non va inoltre trascurato il fatto che il classico dissalatore d’acqua marina è anche parecchio ingombrante, nonché pesante. A questo punto nessuno si sorprende nello scoprire che per tanti anni i dissalatori sono stati esclusiva delle navi o dei più grandi yacht: solamente di recente questi dispositivi sono stati declinati in versioni adatte anche al normale diporto, grazie a una riduzione del peso, dell’ingombro e soprattutto dei consumi. Un dissalatore per barche come il modello Zen 30 di Schenker, per esempio, consuma solamente 110 Watt, livello dell’80% inferiore rispetto ai sistemi definiti tradizionali
Dissalatore elettrico in barca: quanta acqua produce?
Per capire quale tra i sistemi di filtraggio per barca è il caso di installare a bordo della propria barca può essere molto utile calcolare quali sono le proprie effettive esigenze, in base al numero di persone presenti a bordo, ai giorni che si passeranno a largo senza la possibilità di riempire i serbatoi d’acqua dolce, e via dicendo. Una volta calcolata questa cifra, sarà possibile guardare al mercato per capire quale è il modello di dissalatore nautico che può soddisfare il proprio fabbisogno. Il già citato Zen 30 di Schenker riesce a produrre 30 litri d’acqua dolce all’ora, con un’alimentazione di 12-24 VDC; il modello immediatamente superiore della medesima linea, ovvero lo Zen 50, riesce a raggiungere la produzione di 50 litri all’ora, con un consumo di 240 Watt.
Impianti di desalinizzazione per barca: quanto costano?
Vale la pena infine vedere quanto costano gli impianti di filtraggio dell’acqua marina pensati per il diporto. Restiamo per comodità sui due modelli che abbiamo visto finora. Lo Zen 30 di Schenker, con una capacità di 30 litri di acqua all’ora e un consumo di 110 watt, a fronte di 22 chilogrammi di peso, è pensato per essere installato su barche a vela dai 9 metri in su e per le barche a motore dagli 8 metri. Il prezzo di vendita è di circa 6.000 euro, ma qui su HiNelson è possibile accedere a importanti sconti per l’acquisto di questo modello. Per quanto riguarda invece il modello Zen 50, con una capacità di 50 litri di acqua all’ora e un consumo di 240 watt, con 31 chilogrammi di peso e pensato per le barche dai 10 metri in su, il prezzo è di partenza sui 7.500 euro. Anche qui, però HiNelson propone talvolta delle importanti promozioni.