Issare lo spinnaker: guida e consigli

Issare lo spinnaker: c’è chi non si sogna nemmeno di farlo, e chi invece vede questa operazione come parte essenziale della navigazione a vela. Certo, questa vela triangolare ausiliaria tutto è fuorché obbligatoria, e non spicca di sicuro per facilità di utilizzo. Ecco che allora che chi non ha a bordo degli aiutanti abbastanza preparati tende a non prendere in considerazione l’utilizzo dello spinnaker, il quale anzi viene guardato da tanti diportisti come qualcosa di attinente il solo mondo delle regate. Se è vero che per issare lo spinnaker è bene essere almeno in 3, meglio ancora in 4, non è vero che il semplice diportista non possa usare questa vela in crociera, per guadagnare velocità e soddisfazione in condizione di venti leggeri e alta pressione. Basterebbe di fatto esercitarsi un po’, imparare tutti i passaggi per issare lo spinnaker, e coordinare l’equipaggio per effettuare i movimenti e i controlli del caso: nel momento in cui l’issata dello spinnaker viene ben pianificata, diventa quasi un gioco da ragazzi. Vediamo quindi come armare lo spinnaker e come sfruttarlo in sicurezza.

Cos’è lo spinnaker: le unicità di questa vela ausiliaria

Vediamo prima di tutto cos’è lo spinnaker. Si tratta di una vela ausiliaria di forma triangolare – anche se va detto che si parla anche di forma ellittica, di big-boy, di tagli differenti e via dicendo – che in italiano può essere indicata anche con il nome di vela a pallone o fiocco a pallone. Si tratta di una vela tendenzialmente colorata o coloratissima, nata dalla cucitura di due fiocchi lungo l’inferitura, che ha fatto la sua comparsa nel 1965: il primo a utilizzarla fu infatti lo yacht di W. Gordon, Niobe, in una regata di quell’anno. C’è anche chi dice che il nome peculiare di questa vela derivi proprio da una dichiarazione dello skipper del Niobe, che riguardo a questo fiocco disse “that’s the sail to make her spin» ovvero “questa è la vela che la farà correre”: dalla contrazione e storpiatura di spin-maker nascerebbe quindi il nome attuale. C’è invece chi dice che il nome della vela sia stato ricavato da “Sphinks”, come si chiamava una barca a vela del 1965 che vinse un’altra regata proprio grazie a questa vela. Vediamo quindi come issare lo spinnaker!

Quando usare lo spinnaker

Ma quando questa vela dovrebbe essere utilizzata? Trattandosi di una vela dalle dimensioni importanti – la somma di randa e genoa – che richiede parecchi movimenti a bordo, è giusto capire quando issare lo spinnaker e quando invece non pensarci nemmeno. Da dove nasce l’esigenza di questo fiocco a pallone? Semplice: spesso l’efficienza del fiocco o del genoa viene meno per via della presenza della randa sul cammino del vento, e quindi nelle andature di lasco e poppa. In condizioni di mare calmo, alta pressione e venti leggeri, in questi casi issare lo spinnaker è certamente la migliore delle opzioni in campo, per acquisire velocità importanti. Avendola a disposizione, e avendo un equipaggio capace di gestire la cosa, farne a meno sarebbe anzi un vero peccato!

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Prima di issare lo spinnaker

Cosa fare prima di issare lo spinnaker? Prima di tutto, è bene sottolineare che, viste le sue peculiarità e le sue dimensioni, questa vela va issata nonché manovrata all’esterno di qualsiasi manovra e vela. In secondo luogo, il fiocco a pallone non dovrebbe mai gonfiarsi prima di essere issato nella sua completezza: da questo ne deriva che dobbiamo issare lo spinnaker quando il genoa è ancora attivo, andando a cazzare per diminuire l’esposizione.

E ancora, prima di issare lo spinnaker è fondamentale controllare che tutte le manovre siano libere, nonché controllare la vela stessa e il suo posizionamento nella sacca. Prima di iniziare l’armamento dovremmo infatti andare a verificare che le balumine siano correttamente posizionate e pronte per essere utilizzate – e quindi in chiaro – andando eventualmente a dare una ripassata ai colori dei vari “lati”, per permettere un veloce incocciamento dei moschettoni alle corrette bugne.

Occhio: prima di issare lo spinnaker è bene andare a controllare anche il tangone, nonché caricalto e caricabasso, assicurandosi che sia tutto in ordine, e che il tangone stesso sia all’altezza ideale sull’albero, con la relativa varea bassa in coperta.

armare e issare lo spinnaker

Issare lo spinnaker: i passaggi

Prendiamo una barca a vela con procede con andatura a lasco, con mure a dritta. L’issata di conseguenza avverrà dietro al genoa, ancora gonfio e ben bordato, sul mascone di sinistra. L’equipaggio minimo come abbiamo visto è di 3 persone – meglio ancora se con un buon pilota automatico – una in pozzetto e 2 a prua. Con 4 issare lo spinnaker diventa ovviamente ancora più semplice. A dare il via ai giochi sarà il prodiere, che andrà rapidamente a incocciare i moschettoni alle bugne dello spinnaker, precedentemente controllate. A pozzetto, nel frattempo, si darà un’ultima controllata al caricabasso, per assicurarsi che sia in tensione.

A questo punto, un membro dell’equipaggio sarà incaricato di facilitare l’uscita dello spinnaker dalla sua sacca, mentre l’altro membro a prua isserà attivamente la vela. Chi è rimasto a pozzetto può ora orzare e dare il via per la cazzatura del braccio, da completarsi fino al momento in cui la bugna del punto di mura dello spinnaker non sarà in posizione, ovvero a livello della varea del tangone.

Mentre continua l’issatura – con la vela sottovento al genoa – in pozzetto si annulla l’imbando della drizza, per poi strozzare la drizza e cazzare lo spinnaker che, finalmente, potrà gonfiarsi. A questo punto gli addetti alla prua potranno tornare verso il pozzetto, per ammainare o rollare il genoa, mentre il tangone viene posto perpendicolarmente al vento. Da qui in avanti, si procederà con la regolazione perfetta dello spinnaker, con le due bugne di braccio e di scotta che devono essere tendenzialmente alla medesima altezza.

Come visto, issare lo spinnaker non è impossibile: l’importante è essere in numero sufficiente a bordo, coordinarsi bene e preparare tutto prima di avviare l’operazione!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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