La Campana Nautica oggi

La Campana Nautica

Quasi tutti noi diportisti possediamo una campana in barca. Chi l’ha comprata, a chi è arrivata in regalo, chi l’ha trovata già in barca dopo il suo acquisto. Ma come mai ancora oggi troviamo un oggetto così datato in mezzo all’elettronica di nuova generazione. Eh si, le campane nautiche sono usate da secoli sia nelle Marine Militari che sui mercantili in giro per il mondo. Qual’era e qual’è ai nostri giorni la loro funzione?

Principalmente di segnalazione o allarme, oltre a scandire gli orari dei turni ed il tempo che passa sulla nave. Hanno anche alcune funzioni cerimoniali a cui le marine delle varie nazioni tengono particolarmente.

Le campane sono create in ottone o bronzo in varie misure e, almeno nel caso di grosse navi, hanno il nome della stessa inciso sul Vaso. La troviamo generalmente sul ponte della nave o in una posizione in cui il suo suono può liberarsi incontrando meno ostacoli possibili.

 

Origini e breve storia

Nessuno sa da dove arrivi la campana o chi l’abbia inventata. Grazie ad alcune scoperte archeologiche possiamo però dire che il suo uso è stato contemporaneo di vari popoli. Il nome italiano deriva da Campania, che è storicamente la regione italiana nella quale venivano fuse in origine.

Le prime campane in metallo vengono create durante l’età del bronzo e l’arte della loro produzione viene raffinata soprattutto in Cina, dove i monaci buddisti già le usavano molti secoli prima di Cristo per regolare la vita del monastero. Ma è durante il Medioevo che si affermano in Europa grazie ai Cristiani, i quali cercano e trovano nelle campane un mezzo perfetto per richiamare i fedeli in occasione della messa o di festività particolari. Le campane prescindono però dall’uso religioso di cui oggi sono oggetto essendo state in origine strumenti d’allarme.

Anche nel continente Europeo le campane cominciano ad essere utilizzate nei monasteri cristiani con lo stesso scopo con cui vengono utilizzate a tutt’oggi, e cioè dare il tempo alle attività diurne. Curiosamente le campane vengono assimilate alla voce di Dio. La Marina Militare comincia ad utilizzare le campane proprio per dividere il tempo dei turni e scandire così la vita di bordo.

 

Come si costruisce una campana?

Oggi annoveriamo la campana fra gli strumenti musicali. La sua forma ricorda quella di un vaso rovesciato, tenuto sospeso e suonato grazie ai colpi derivanti da un martelletto esterno o da una battacchio se dall’interno. La differenza dei due metodi di percussione è che con il martello la campana vibra facendo scemare il suono se non viene più colpita mentre se con il batacchio viene fatta oscillare per produrre il cosiddetto “effetto a distesa”.

La fabbricazione delle campane di una certa misura è un lavoro delicato. Le fasi della lavorazione devono essere continuamente seguite per non pregiudicare il suono finale.

Il bronzo migliore con cui possono essere costruite è per l’ottanta per cento rame e per il venti per cento di stagno. Aggiungendo in minima parte altri metalli il suono può variare anche di molto. Sai che nell’antichità, per conferire alle campane una purezza di suono superiore, esse venivano intinte nel sangue di una vergine?

Per costruire una campana bisogna preparare una sagoma in legno, il nocciolo, diversa a seconda del suono che si vuole creare. La sagoma viene successivamente imperniata su di un asse di ferro, la quale permette di farla ruotare a piacimento per tornirla aggiungendo l’argilla. Il maschio è la foto della parte interna della campana. Appena asciutto si passa a ricoprirlo di creta creando così una finta  campana. La . Sulla creta vengono create in cera le iscrizioni dopodiché il tutto viene ricoperto con un nuovo strato di creta, detto la camicia. Una volta indurita la finta campana essa viene cotta e poi viene infranta. Nello spazio venutosi a creare verrà colato il bronzo e, una volta raffreddatosi ecco nata una nuova campana!

 

Quali sono gli elementi della campana?

La Corona è rappresentata dagli anelli a cui la campana viene associata ad un asse detto Cicogna, il quale è sospeso a sua volta. La parte superiore del vaso è detta Testata e appena al di sotto troviamo il Ventre. All’interno del vaso troviamo l’ansola, alla quale viene appeso il Batacchio. Le incisioni si riferiscono al nome della barca, all’anno del varo e, a volte, ad uno stemma.

 

Campana obbligatoria

Proprio così! La campana a bordo delle unità meccaniche superiori ai 40 piedi, 12.19mt, è obbligatoria. L’art. 15 delle “Norme per prevenire gli abbordi in mare” del 1972 recita:

“Una nave a propulsione meccanica di lunghezza uguale o superiore a metri 12,19 (40 piedi), deve essere dotata di un buon fischio, azionato a vapore o da altri mezzi atti a sostituire il vapore, collocato in modo che il suono non possa essere intercettato ad alcun impedimento, di un corno da nebbia efficiente, azionato da un mezzo meccanico, nonché di una buona campana. Una nave a vela di lunghezza uguale o superiore a metri 12,19 (40 piedi) deve essere dotata di un corno da nebbia e di una campana.”

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Utilizzo della campana a Bordo

Prima dell’avvento del cronometro, il tempo a bordo veniva misurato grazie ad un clessidra la quale ogni trenta minuti veniva girata ogni volta che la sabbia terminava da uno dei mozzi della nave. Per avvisare che il tempo era scaduto il marinaio suonava una campanella.

Da qui la tradizione di suonare la campana si è evoluta; avendo turni da quattro ore proprio ogni mezzora veniva colpita la campana la quale avvisava i marinai di guardia del passaggio del tempo. I rintocchi della campana sulla nave non corrispondono però ai loro corrispettivi a terra. A differenza delle campane dell’orologio civile, i colpi della campana di una nave non corrispondono al numero delle ore. Come si determinava l’ora quindi?

Prima dei fusi orari il mezzogiorno era stabilito dal comandante o dal primo ufficiale grazie all’uso del sestante. Normalmente l’equipaggio sulla nave veniva diviso in due o quattro gruppi chiamati orologi. Ogni orologio presidiava il suo turno di quattro ore. Ogni orologio aveva così dal mezzogiorno in poi il suo “orario” determinato da otto suonate di campana. Solo la sera i turni erano di tre ore per permettere all’equipaggio di mangiare insieme per almeno un’ora.

 

Campana da nebbia e altri usi

L’uso odierno della campana nautica è funzionale alla comparsa della nebbia per segnalare la sua posizione o andatura.

La campana può essere suonata anche per fini cerimoniali, quali l’arrivo di un alto ufficiale o dignitario.
Alla mezzanotte del capodanno le campane suonano 16 volte, otto campane per il vecchio anno e otto campane per il nuovo. Questa è una tradizione che si usa onorare ai vari cambi di comando di una nave militare.

Quando un marinaio muore in servizio viene onorato durante il suo funerale del suono delle otto campane; sta ad indicare che è arrivata la fine del suo turno. Alla nascita di un bambino su di una nave è consuetudine battezzarlo sotto la campana della nave; spesso la campana viene rimossa dalla sua sede ed utilizzata come ciotola per l’acqua santa. Una volta completato il battesimo, il nome del bambino viene registrato sul diario di bordo.

 

Allarmi

Anche ai nostri giorni la campana è utilizzata in caso di incendio. Essa viene suonata incessantemente con velocità per almeno cinque secondi. La consuetudine impone che allo scampanellio succedano uno, due o tre squilli per indicare la posizione dell’incendio; a prua, a mezza nave o a poppa.

 

Curiosità

Nome della nave

Il nome della nave è sempre inciso sulla testata della campana e come ho già detto veniva inciso anche l’anno del varo. La prima campana incisa mai recuperata dal mare appartiene ad una nave portoghese naufragata al largo dell’Oman ed è datata 1498. Spesso l’incisione sulla campana permette di capire a quale nave appartiene il relitto di una nave in caso di ritrovamento.

Se il nome di una nave viene cambiato, la tradizione marittima imponeva che la campana originale rimanesse con la nave. Se la nave andava in pensione la campana veniva smontata e conservata. Alcune navi militari hanno due campane in dotazione.

Cuoco e Nostromo
Esiste una tradizione secondo cui, per permettere al cuoco di dormire un pò di più, il nostromo o chi di turno accendeva il fuoco nelle cucine di modo che fosse già pronto al risveglio del cuoco per preparare la colazione. In cambio il cuoco avrebbe lucidato la campana della nave, dovere di competenza del nostromo.

 

In conclusione avrete capito che la presenza della campana a bordo ha più una valenza storica che realmente funzionale. Ma forse un oggetto del genere ci permette di ricordare quando navigare era un’avventura e, poterlo suonare ogni tanto in caso di nebbia, ci fa sentire ancora immersi in quel tempo fatto di tradizioni.

Ora sai perchè possedere una campana in barca non è solo utile ma è anche un modo di onorare una grande tradizione nautica.

 

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Scritto da
Fabio Portesan
Fabio Portesan
Navigo nel Mediterraneo con la mia famiglia dal 2017. Fino al 2021 ho sperimentato il vivere in barca in tutte le stagioni accumulando un po' di esperienza marina. VideoMaker per passione e scrittore per necessità realizzo video di cultura marinara e manutenzione nautica dedicati ad un utilizzo più consapevole della barca ed alla salvaguardia dell'ambiente marino.

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