La manutenzione del gommone

Il gommone è un fedele alleato di chi ama il mare. É il mezzo perfetto per chi cerca un mezzo leggero capace di portare più peso di una barca, per chi si muove soprattutto dove non ci sono posti barca attrezzati, o magari per chi ormeggia intorno a una boa; e ancora, il tender è da preferire alla barca se non si è alla ricerca di un ampio calpestio, se a bordo non ci saranno bambini piccoli e se si cercano consumi ridotti. Va sottolineato, poi, che non sempre il gommone è un’alternativa alla barca: spesso e volentieri le barche più grandicelle si dotano infatti di tender gommone, che altro non sono che piccoli gommoni per raggiungere la terraferma in caso di ormeggio in rada, o per fare magari delle brevi escursioni. Tutto questo per dire, insomma, che ci sono davvero parecchi motivi per scegliere di acquistare un gommone, e non è un caso se ci sono tantissime persone che, per il mare o per il lago, hanno già fatto questa scelta. Possedere un gommone, però, vuol dire anche dedicarsi periodicamente alla sua manutenzione: non farlo significa rovinare precocemente questo mezzo, nonché perdere punti quanto a comodità, a performance e a sicurezza.

Ecco perché, in questa breve guida, abbiamo voluto sintetizzare tutte le attività obbligatorie per la manutenzione del gommone: parleremo della pulizia dei tubolari, delle piccole riparazioni agli accessori dei gommoni, della manutenzione dei motori marini fuoribordo e di tanti altri piccoli aspetti che tutti i gommonauti dovrebbero conoscere e ricordare.

Bene, iniziamo con la nostra guida alla manutenzione del gommone!

Il gommone: un’occhiata da vicino

Prima di dare il via alla guida sulla manutenzione del gommone è il caso di guardare un po’ da vicino questo mezzo: solo conoscendolo in tutte le sue parti, infatti, possiamo poi prendercene cura a dovere. Pensi di essere un vero asso nel mondo dei gommoni, e di conoscere ogni aspetto della loro costruzione? Allora puoi passare al paragrafo successivo: un ripassino, ti avvisiamo, però, non fa mai male!

Il gommone non ha dietro a sé una storia lunghissima: i primi mezzi di questo tipo sono stati sviluppati in campo militare durante la prima metà del secolo scorso, per poi diventare i protagonisti indiscussi della nautica minore, in una continua evoluzione.

Il concetto di base del gommone da diporto è ovviamente legato all’aria che gonfia i suoi tubolari: grazie alla sua leggerezza, infatti, il gommone riesce a trasportare pesi molto elevati, superando sotto questo punto di vista senza problemi una barca dalle dimensioni similari. Il gommone, per sua stessa natura, offre dunque una portata molto alta, ed è caratterizzato da una galleggiabilità difficilmente raggiungibile con strutture diverse.

A contenere l’aria sono per l’appunto i tubolari, i quali vengono sagomati in modo da dare al gommone una forma simile a quella di una barca: a prua i tubolari infatti si incontrano, per formare un angolo più o meno aguzzo (molto spesso quadrato). A poppa, invece, i due tubolari terminano tipicamente con delle calotte, per lasciare spazio allo specchio di poppa, unito ai tubolari e pagliolato: questi tre elementi, insieme, costituiscono la struttura base di qualsiasi gommone tradizionale. Per avere un gommone effettivamente funzionante e planante, ovviamente, è però necessario mettere il tutto in tensione. Questo avviene attraverso una chiglia (anche se sarebbe meglio chiamarla paramezzale) pneumatica, oppure attraverso un asse rigido in tronconi.

Ma di che cosa sono fatti i tubolari? Ebbene, per contenere l’aria e per essere resistenti verso le minacce esterne – il sole, le banchine, gli scogli, gli ami delle canne da pesca e via dicendo – i tubolari sono costruiti con dei particolari tessuti gommati (anche se va detto che i parabordi barca sono comunque indispensabili). Le componenti di base sono dunque due: all’interno un tessuto, e all’esterno della gomma.

Il tessuto può essere principalmente di due tipi. Possiamo avere del poliestere, tendenzialmente rigido, che tiene la forma ma che è difficilmente lavorabile, oppure il poliammidico, il quale invece è più leggero, più lavorabile e più morbido. Il tipo di tessuto interno viene però scelto anche in relazione alla gommatura. Questa è una finitura indispensabile, in quanto nessun tessuto, di per sé, potrebbe garantire la resistenza necessaria per mantenere l’aria all’interno e l’acqua all’esterno. Ecco dunque che interviene la gommatura, su entrambe le facce del tessuto, a renderlo impermeabile all’acqua e a tanti altri agenti fisici e chimici.
Anche la gommatura può essere di due tipi: possiamo avere una gommatura in PVC (che è un plastometro) o in neoprene (o anche in hypalon, il quale è, come il neoprene, un elastometro). Mediante l’ausilio di particolari e costosissimi macchinari industriali, i tessuti vengono gommati e quindi impermeabilizzati.
La legge impone che l’intero sistema tubolare dei gommoni sia diviso in almeno tre sezioni stagne, per garantire una maggiore sicurezza. Un tubolare, dunque, non è mai costituito da un’unica grande camera d’aria: al suo interno si trovano infatti delle apposite membrane.
Esistono ovviamente anche i gommoni semirigidi, e quindi i gommoni compositi, i quali presentano una carena in vetroresina oppure, sebbene raramente, in alluminio. La costruzione di un gommone semirigido, di per sé, è ancora più semplice di quella di un gommone tradizionale: in questo caso la struttura rigida presenta infatti degli appositi vani e attacchi per i tubolari.

Bene, adesso che abbiamo fatto un breve ripasso sulla struttura e sulla costruzione del gommone, possiamo dedicarci alla sua manutenzione: iniziamo dalla classiche operazioni di pulizia.

La pulizia dei tubolari

I tubolari andrebbero puliti periodicamente, per non andare in giro con un gommone dal colore irriconoscibile e per individuare tempestivamente eventuali problemi. La pulizia più importante è però senza ombra di dubbio quella che si deve fare all’inizio di stagione, nel momento in cui si rimette in acqua il gommone. Per il rimessaggio invernale, tipicamente, il gommone viene coperto con un telo copribarca, il quale sì, riesce senz’altro a proteggere il mezzo, ma non del tutto: la polvere, gli insetti e l’umidità possono comunque riuscire a farsi strada. Per quanto riguarda l’umidità, come si ricorda sempre nelle migliori guide per il rimessaggio invernale, è consigliabile scoprire la barca o il gommone nei giorni di sole, così da far girare un po’ d’aria e asciugare per quanto possibile l’umidità presente, scongiurando il manifestarsi di muffe, per poi richiudere il tutto attentamente.
Per quante attenzioni si prendano, però, appena estratto dal telo il gommone sarà sempre e comunque sporco e impolverato: l’obiettivo, dunque, è quello di ripristinare l’originale splendore dei tubolari! Come fare?

Per prima cosa, la pulizia dei tubolari inizia con un abbondante risciacquo, aiutandosi con una spugna. Una bagnata e via non va bene: non dobbiamo guardare ai tubolari del gommone come a un accessorio plastico e impenetrabile, quanto invece come a un tessuto, nella quale la polvere e la sporcizia riescono a penetrare in profondità. Il risciacquo deve dunque essere fatto con attenzione, con acqua a pressione – ma non eccessiva – e con delle belle passate di spugna. Il risciacquo iniziale, oltre a eliminare tutto lo sporco ‘facile’ ha anche lo scopo di raffreddare i tubolari: del tessuto gommato riscaldato dal sole, infatti, non sarebbe il massimo per procedere con la prossima fase.

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Una volta risciacquato il gommone, si può procedere con il secondo step, ovvero con il lavaggio vero e proprio con dei detergenti pensati appositamente per la pulizia dei gommoni. È importante, in questa fase, non farsi prendere la mano, e procedere dunque un pezzo alla volta, senza applicare il detergente su un’area troppo vasta. Qui si deve lavorare di gomito e guardare bene la superficie trattata, per cancellare tutte le macchie, tutti gli aloni e tutte le striature, nonché per individuare eventuali danneggiamenti ai tubolari e agli accessori per gommoni: tutto questo non si sposa con una pulizia veloce e tutto in una mano. Va poi detto che i detergenti e gli sgrassanti non andrebbero mai lasciati troppo tempo sul gommone, per non rischiare di avere delle macchie e delle colature indelebili. Molto meglio, dunque, procedere un poco per volta, meglio ancora se all’ombra, per non far asciugare il detergente troppo in fretta.
Una volta applicato il detergente, dopo aver lasciato agire per qualche secondo, bisogna passare l’area con una spugna morbida, per poi risciacquare. Alcune guide suggeriscono di usare dei detergenti domestici, come per esempio gli sgrassanti per la cucina. Per la loro bassa efficacia e per la loro attitudine a corrodere la finitura gommata, però, sono assolutamente da evitare! Gli sgrassanti per gommoni, infatti, sono pensati appositamente per rispettare la gomma, senza ‘mangiarla’ e senza renderla appiccicosa.

Di per sé la normale pulizia del gommone potrebbe terminare qui. In molti casi, però, ci si trova ad affrontare delle fastidiose muffe, le quali devono essere assolutamente eliminate con degli appositi prodotti antimuffa. Qualcuno potrebbe pensare che è meglio utilizzare i detergenti contro la muffa prima della pulizia generale del gommone, ma sarebbe un errore: facendo così, infatti, il prodotto specifico finirebbe spalmato in ogni dove, quando invece deve essere utilizzato solamente nei punti precisi colpiti da muffa. Il prodotto va lasciato agire, ma non troppo: una volta rimossa la muffa, infatti, potrebbe andare a colpire la gommatura.

A questo punto, dopo una buona risciacquata, si deve procedere all’asciugatura dei tubolari: per avere un risultato soddisfacente non basta lasciare che questi si asciughino da soli. Nossignore, per non andare incontro a tracce e ad aloni è meglio usare un panno morbido e asciutto, così da avere un tubolare perfetto e soddisfacente.

L’ultimo step, infine, prevede l’utilizzo di una cera protettiva per gommoni: il compito di questo prodotto è quello di ridare luminosità al tessuto gommato, nonché di ridonare elasticità e quindi resistenza nel tempo. Terminato quest’ultimo passaggio, il tuo gommone sarà pronto per tornare in acqua facendo un figurone. Ma aspetta… durante le operazioni di pulizia hai forse notato qualche piccolo distaccamento a livello dei vari accessori per gommoni?

Riparare i piccoli distaccamenti

Non è raro trovare dei piccoli distaccamenti o degli allentamenti tra i tubolari e gli accessori gommone come le maniche, i nastri e via dicendo. In tal caso, anziché aspettare l’inevitabile distaccamento totale, è meglio agire in modo preventivo. Le parti allentate o distaccate vanno dunque sollevate e pulite con cura: non avere paura di sollevare eccessivamente, in quanto qui l’importante è arrivare a trovare la parte ‘solida’, poiché è proprio da lì che deve iniziare la tua riparazione. Come sempre quando si vuole riparare un gommone, è bene delimitare l’area d’intervento con del nastro, così da non sporcare le altre parti (soprattutto adesso che hai pulito tutto!). Fatto questo, puoi procedere con una leggera carteggiata delle parti da incollare, per poi procedere con l’applicazione del sempre utile C-Systems 10 10 CFS di Gustavo Cecchi, aiutandosi con un pennellino. Dopo aver lasciato agire qualche minuto, asciugare leggermente e applicare il sigillante, per poi finalmente attaccare le due parti, esercitando una pressione omogenea. Dopo 24-48, in base alla temperatura, il tuo gommone potrà essere dichiarato riparato!

Il gommone e l’antivegetativa

Prima di passare alla parte relativa alla manutenzione del motore del gommone carpfishing, ci vogliamo soffermare velocemente sull’opzione antivegetativa per gommone. Sì, perché una volta che il gommone sarà perfettamente pulito, si potrebbe approfittarne per trattare l’opera viva del battello. E qui, si sa, si apre un conflitto, tra chi non usa mai l’antivegetativa sul gommone, e tra chi invece è convinto non se ne possa fare a meno. Tutto dipende ovviamente dall’uso che si fa del gommone, dal tipo di acque in cui è immerso, dalla frequenza di utilizzo e via dicendo. A fare la differenza è soprattutto il luogo in cui il gommone riposa, se in acqua o se su un carrello. Chi usa il gommone saltuariamente per poi rimetterlo sul carrello, può semplicemente sciacquare e pulire con una spugna l’opera viva dopo ogni utilizzo.

E gli altri? Gli altri dovrebbero approfittare della pulizia straordinaria del gommone per applicare della vernice antivegetativa su tubolari e su carena. La vernice antivegetativa per i tubolari è specifica, pensata di volta in volta appositamente per il neoprene, per il PVC e via dicendo. Si tratta di vernici peculiari, più elastiche rispetto a quelle classiche.

La manutenzione del motore marino del gommone

Eccezion fatta per rari casi, quando si parla del motore di un gommone si fa riferimento a un motore fuoribordo, senza ombra di dubbio uno dei più diffusi motori marini. Ma qual è la manutenzione necessaria per questo tipo di motore nautico? Dopo ogni uscita il fuoribordo dovrebbe essere risciacquato per rimuovere la salsedine, avendo cura di immergere il gruppo poppiero in acqua dolce per far girare il motore (utilizzando in caso l’apposito kit). Facendo girare in questo modo il motore marino, è buona norma scollegare il tubo della benzina, per fare in modo di esaurire completamente il carburante presente all’interno del carburatore, così da eliminare eventuali depositi che potrebbero rendere difficoltoso la prossima accensione.
Così facendo, con queste attenzioni dopo ogni uscita, riuscirai certamente a fare durare il tuo motore marino a lungo.

E ora, non ti resta che mettere in pratica tutto quello che hai imparato in questa lunga guida sulla manutenzione del gommone e degli accessori per gommone, così da solcare le onde con un mezzo perfettamente pulito e resistente!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.
  1. Buongiorno, per chi come me inizia solo ora ad approcciarsi l’articolo è risultato interessante. Abbiamo in cantiere l’acquisto di un gommone con chiglia gonfiabile da utilizzare sul lago (Como), dove risiediamo ed in ogni altro luogo, avendo il camper.

  2. Trovo molto interessante,tutto il blog. Avendo io un gommone da 3 metri della Intex, che metterò in acqua domani; cosa mi consigli appena rientrato dal mare . Apparte asciugarlo bene . Anche xchè dopo averlo sgonfiato lo ripongo ripiegato nel suo borsone. Ti ringrazio anticipatamente x la tua cortesia. Sensaltro comprerò la Cera.

    • Buongiorno Pietro,
      le azioni da fare sempre prima di sgonfiare il gommone sono semplici ma molto importanti: eliminare ogni traccia di sporco e di salino usando dell’acqua dolce, asciugarlo per bene per prevenire il formarsi di muffa, e dare un’occhiata complessiva per assicurarsi che sia tutto in salute, a livello di giunture e di valvole. Essenziale è inoltre la cura del motore, che deve essere anch’esso pulito, come spiegato sopra. Per quanto riguarda la ripiegatura, mi raccomando: ricordati come era piegato in origine il gommone, per seguire poi lo stesso schema. Giustissimo l’acquisto della cera, alleata dello sgrassante per la pulizia regolare e per la rimessa in sesto del gommone. Buona navigazione!

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