Il futuro è senz’altro quello. Deve essere così: tra qualche anno anche le barche diranno addio ai classici motori alimentati da combustibili fossili per abbracciare le motorizzazioni elettriche. Quello che sta pian piano – molto piano – succedendo nel mondo dell’automotive, con i più grandi marchi che si stanno lentamente approcciando a un nuovo modo di pensare il motore, succederà dunque anche al mondo della nautica. Certo, il cambiamento, per quanto riguarda le automobili, è stato trascinato da un marchio preciso, che ha portato le automobili elettriche a livelli di performance fino a poco tempo fa impensabili. Nel campo nautico, almeno per ora, manca invece una “Tesla” a cui guardare. Qualche pioniere, qualche esempio da seguire, esiste comunque, e vale davvero la pena scoprirlo. Nella maggior parte dei casi si parla di prototipi, o poco più, ma non si può certo dire che i motori elettrici sono del tutto estranei al mondo dell’acqua: per le navigazioni ‘in piccolo’ non sono più una novità. Non ci si stupisce più, per esempio, di vedere degli snorkeler o dei sub spostarsi in superficie o sott’acqua con dei seascooter elettrici come quelli prodotto da Yamaha, e sta pian piano diventando normale anche vedere dei natanti spinti da motori fuoribordo elettrici. Insomma, sembra che sia solo questione di tempo: molto meglio dare un’occhiata al mondo delle barche elettriche, prima che queste ci travolgano cogliendoci impreparati.
Il motore fuoribordo elettrico
Il fuoribordo elettrico: i pro e i contro
Perché acquistare una barca elettrica?
La Tesla dei mari: la barca elettrica XShore
La barca solare elettrica
Una panoramica sulle barche elettriche
Il motore fuoribordo elettrico
Come anticipato, il motore fuoribordo elettrico è sì una novità, ma ormai ha smesso di essere una vera e propria rarità. Si tratta di una motorizzazione nata per il mercato americano, e in particolare per tutti i proprietari di piccole barche che desideravano avere sempre a bordo un secondo motore, da usare sì come motore d’emergenza, ma anche e sopratutto come motore di prua. E di fatto i piccoli motori elettrici sono perfetti per questo utilizzo: si tratta infatti di motori fuoribordo che permettono spostamenti brevi e precisi.
Da lì, però, i motori fuoribordo elettrici per barche hanno ben presto iniziato a prendere stabilmente il posto a poppa, sostituendo del tutto i classici motori a benzina, a gasolio o a gpl. Ma perché scegliere un motore fuoribordo elettrico? Ebbene, dopo vedremo tutti i buoni motivi per comprare una barca elettrica: per quanto riguarda il fuoribordo, i vantaggi stanno soprattutto nella leggerezza e nella silenziosità, oltre che nel rispetto dell’ambiente. Si pensi per esempio alle esigenze dei pescatori, che desiderano spostarsi senza spaventare i pesci. Con i motori elettrici, grazie alla loro silenziosità, è possibile spostarsi in mare e nei laghi senza fare rumore, così da non allontanare le prede. Non tutti i motori fuoribordo elettrici sono uguali: esistono i modelli con batteria integrata e altri modelli che invece devono essere collegati a una batteria esterna. I primi, ovviamente, sono pensati per piccoli natanti e per tender, mentre gli altri possono essere impiegati su barche più grandi. Pensando poi alla tipica leggerezza di questi motori, non deve stupire che i fuoribordo elettrici siano sempre più la scelta ideale per quanto riguarda i tender, per sbarcare e preparare senza problemi il vascello di servizio. Ma cosa significa, nel concreto, montare un fuoribordo elettrico? Quali sono i pro, e quali sono i contro?
Il fuoribordo elettrico: i pro e i contro
Prima di passare alla presentazione delle migliori barche elettriche, dedichiamo quindi qualche altra riga al fuoribordo elettrico. Si tratta di un motore che rispetta l’ambiente, non inquinando durante l’utilizzo, cosa che invece ovviamente i motori fuoribordo classici fanno. È poi silenzioso e leggero. Ma queste sono le caratteristiche ‘note’. Come è davvero usare questo tipo di motore? Intervistato da VaiElettrico, la community della mobilità elettrica italiana, Jacopo Giliberto – giornalista del Sole 24 ore veneziano di nascita – ha narrato la sua esperienza di 5 anni con un motore elettrico, montato sulla su barchetta – un sandalo sampierotto da 7 metri – ormeggiata in laguna.
Per 5 anni Jacopo Giliberto ha utilizzato un Torqeedo da 2 kW, al momento dell’acquisto il più potente disponibile. Come ha sottolineato, ora, dopo un lustro di utilizzi, «le batterie sono da cambiare e per affrontare il traffico in laguna, simile a quello di una grande città, serve un motore da 4 kW. A Venezia il discorso è diverso dalla navigazione sul lago o dal tender della barca a vela. Serve un motore con prestazioni di rilievo». La prima nota è relativa al prezzo, alto, sia quello del motore che quello delle batterie. Al giorno d’oggi, come sottolineato da Giliberto, con un motore da 4 kW della Torqeedo con pacco batteria da 48 V «ci avviciniamo a circa 10 mila euro, quando riesco a prendere un 9 CV a 3 mila. Con quello elettrico si arriva quasi al valore della barca, il valore di una utilitaria». Insomma, indubbiamente il primo e principale svantaggio è dato dai costi, soprattutto quelli delle batterie. Per quanto riguarda i benefici, questa soluzione «offre il vantaggio di leggerezza, semplicità, flessibilità, silenzio. L’ecologia passa in secondo piano. Dal punto di vista economico i costi di gestione sono molto ridotti per via della poca manutenzione necessaria. Pesa di meno e rispetto al termico, per il quale invece una gran parte dell’energia serve per il suo funzionamento e non per la propulsione, è più efficiente». Per ora, però, non si tratta di un motore «per lunghi percorsi e per le barche plananti che richiedono tanta energia», né di un motore per il piccolo diportista che esce con un gommone economico.
Questo, dunque, per quanto riguarda i fuoribordo. E per le barche elettriche?
Perché acquistare una barca elettrica?
Partiamo con i motivi che potrebbero spingere un diportista ad acquistare, nel prossimo futuro, una barca elettrica. Senza ombra di dubbio il ridotto impatto ambientale – nullo durante l’utilizzo, ovviamente presente durante la produzione – è un motivo non da poco: in alcuni laghi tedeschi, per esempio, è fatto ormai divieto di usare motori termici. In linea generale, allargando lo sguardo, non si può dimenticare che i motori elettrici possono potenzialmente essere ricaricati con un alto numero di fonti: si parte dalla presa elettrica per arrivare ai generatori, passando per il sole, l’acqua, le celle a combustibile, il vento e via dicendo. Con una barca elettrica si può navigare ovunque, anche in tante aree marine protette precluse ai motori a scoppio. Come visto, i motori elettrici sono inoltre silenziosi, un vantaggio per i pescatori e non solo. Va poi sottolineato che i motori elettrici sono molto leggeri, e che sì, le batterie che li alimentano sono in genere pesanti, ma pesano comunque meno del complesso motore + serbatoi delle barche classiche.
La Tesla dei mari: la barca elettrica XShore
Vediamo dunque la prima barca elettrica di questo viaggio tra le barche del futuro. Sopra abbiamo detto che, in effetti, nel mondo nautico non è ancora emerso un brand in grado di trascinare il settore verso l’elettricità. Per innovazione, performance e approccio, il costruttore che più degli altri si avvicina a essere l’Elon Musk (CEO di Tesla) delle barche è Konrad Bergström. Mai sentito questo nome? È un imprenditore navigato, che negli ultimi anni ha saputo rivoluzionare lo storico brand Marshall, famoso per gli amplificatori per chitarre elettriche, portandolo nel terzo millennio a suon di casse bluetooth, di cuffie e di abbigliamento. Dopo aver pensato al mondo della musica, Bergström ha volto lo sguardo anche a quello della nautica, ripescando la tradizione di una famiglia di pescatori e marinai. Anche qui, però, con una bella carica di innovazione, puntando a realizzare delle barche tecnologicamente avanzate, performanti e rispettose dell’ambiente, il tutto a prezzi accessibili. Ed è così che è nata la gamma XShore, una linea di barche elettriche pronte a rivoluzionare il settore. Quella presentata alla stampa e sui cui punta maggiormente Bergström la Elex 8000, una 8 metri larga 2,60 metri, che può fare affidamento su un motore elettrico Eel di 220 kW di potenza, alimentato da due batterie agli ioni di litio da 60 kWh l’una.
Si tratta di una barca stilisticamente essenziale, molto nordica, con un design che punta alla funzionalità: i sedili in pelle, per esempio, possono cambiare assetto e posizione scorrendo su dei binari sagacemente installati nel pagliolato. Pur essendo spinta da un motore elettrico, questa barca riesce a filare piuttosto veloce sull’acqua, a 40 nodi, distaccando di parecchio la ‘classica’ velocità media delle barche elettriche (come avremo modo di vedere tra poco). Con una velocità di crociera ideale di 25 nodi ha un’autonomia di 2 ore; scegliendo per il massimo rendimento, possibile coprire fino a 100 miglia. Per ricaricare completamente le batterie sono necessarie 8 ore su una colonnina da 360 Volt, con tempi maggiori in caso di colonnine meno potenti. E si sa, per ora i porti non sono per nulla messi bene quanto a strutture per barche elettriche.
Per ora si tratta di un prototipo, il cui prezzo si aggira intorno ai 300.000 euro; l’obiettivo è di portare questa barca sul mercato tra 5 anni, abbassando concretamente il prezzo di vendita e rendendola ancora più funzionale.
La barca solare elettrica di plastica riciclata
Abbiamo parlato della sostenibilità della barca elettrica. Vale dunque la pena aprire una piccola parentesi sull’eventualità che può rendere davvero ridotto al minimo l’impatto ambientale di questa ipotesi: parliamo, ovviamente, di una barca elettrica alimentata dai raggi solari. Negli ultimi anni sono stati realizzati diversi prototipi di questo tipo. Tra i più convincenti c’è la barca prodotta dall’azienda danese Rand Boat, ovvero la barca Picnic: si tratta di una barca il cui scafo è costruito con la plastica di bottiglie riciclate, inaffondabile e autosvuotante, senza la necessità di pompe (per ridurre al minimo il dispendio energetico). A pensare alla ricarica della batteria – oltre ovviamente al cavo da collegare all’eventuale rete elettrica – c’è un tavolo fotovoltaico molto efficiente. Una volta ricaricata completamente la batteria – che pesa solamente 9 chilogrammi e, a detta dei consumatori, si carica piuttosto bene anche con cielo nuvoloso – si può avere un’autonomia di 16 ore, tempo che può aumentare grazie al tavolo di cui sopra.
Ovviamente non si tratta di una barca velocissima: si parla di una velocità massima di 13 chilometri orari. A stupire, piuttosto, è il prezzo di vendita. Per la versione base si parla solamente di 9.995 euro. Insomma, una barca del tutto peculiare, per tanti motivi differenti.
Una panoramica sulle barche elettriche
Vediamo ora velocemente alcuni altri modelli di barca elettrica, alla ricerca della migliore barca elettrica in questa fase ‘di avvicinamento’ per quanto riguarda i motori a zero emissioni.
La barca Ernesto del cantiere Riva
Cominciamo con una barca italiana, dello storico cantiere Ernesto Riva. Si tratta di una barca elettrica di 7,65 metri, con un layout aperto e uno scafo in legno certificato. Si parla in questo caso di una velocità massima di 25 nodi e di una velocità di crociera di 12 nodi, condizione in cui è possibile avere un’autonomia di 3 ore. Pensata per il lago – il lago di Como per l’esattezza – si presta bene anche per la navigazione in mare.
La 740 Mirage Air di Frauscher
Day cruiser austriaco in grado di raggiungere i 26 nodi di velocità massima, motorizzata dalla tedesca Torqueedo – della quale abbiamo già accennato – sopra vanta tutta l’esperienza di un’azienda che opera nel settore nautico da 70 anni. Si tratta quindi di una barca elettrica che non disdegna una guida ‘divertente’.
La Sun Wave 2 di AA/ROL
Eletta barca elettrica dell’anno nel 2018, la barca dello studio di progettazione francese AA/ROL è lunga 6.85 metri e larga 2,54 metri, ed è spinta da un motore elettrico da 20 kW. Si tratta di una barca un filino più lenta delle altre, con una velocità massima di 20 nodi. Anche questa, come la barca danese di cui sopra, vanta dei pannelli fotovoltaici, che di fatto nelle giornate giuste possono donare un’autonomia infinita, a patto di viaggiare al di sotto dei 4 nodi.
L’Elovation di Ganz Boats
Il cantiere di Zurigo, attivo dal 1972, propone questa barca elettrica sportiva ed elegante di 6,8 metri: l’obiettivo è quello di permettere la navigazione nei tanti laghi tedeschi in cui, ormai, è stata vietata la navigazione con motori a scoppio. Con una planata veloce e una guida agile, è spinta da un motore da 100 kw.
1600 Dogado di FAP
FAP sta per Falegnameria Artigiana Pesce, e denota l’italianità del mezzo. Il battello è stato disegnato da Roberto Roscioni, ed è motorizzato con propulsori fuoribordo GardaSolar da 10 kW o da 20kw. Sportiva ma allo stesso tempo molto elegante, stupisce per l’aerodinamica nonché per il legname usato, dal faggio passando per il mogano, fino ad arrivare al teak.
Wave e-550 di Magonis
In questo caso abbiamo una barca elettrica prodotta in Italia ma disegnata in Belgio. Si tratta di una barca facilmente riconoscibile, lungo 5,5 metri e larga 1,98, che può essere spinta da un da un motore Torqeedo 10 kW o 20 kW
Molto interessante
Grazie Paola!
Saluti Team HiNelson