Non c’è niente da fare: ancora oggi, nel 2019, il teak a bordo della barche resta il migliore dei rivestimenti quanto a eleganza. E non parliamo solo di mega yacht: qualsiasi tipo di imbarcazione viene arricchito da questo particolare materiale, capaci di adattarsi alla vita di bordo come nessun altro. Poter sfoggiare una copertura in teak tenuta a regola d’arte significa dare un tocco di classe unico alla propria barca, esaltandone il lato estetico e, ovviamente, facendo lievitare la sua valutazione in caso di compravendita. Il legno a bordo, però, può portare tante gioie quanto tanti dolori: senza una corretta manutenzione e pulizia del teak, questo rivestimento rischia di trasformarsi in un vero e proprio pugno nell’occhio, nonché in un importante spreco di soldi.
Stiamo infatti parlando di un materiale che, grazie alla naturale presenza di oli naturali, è in grado di resistere come nessun altro agli agenti atmosferici e all’ambiente marino, ma solo a patto di essere pulito con costanza e con i migliori prodotti per la pulizia del teak. In un lungo post dedicato a questo meraviglioso materiale, dunque, ci soffermeremo sulle caratteristiche peculiari di questo legno asiatico, per poi analizzare le migliori tecniche di pulizia e di manutenzione. I nostri alleati, in questo percorso di scoperta, saranno i prodotti Teak Wonder, che da sempre costituiscono una soluzione ottimale per chi ama i rivestimenti in teak.
Le particolari caratteristiche del teak
Prima di capire come pulire il teak nel migliore dei modi, vogliamo soffermarci sulle particolarità di questo legno. Il teak per barche è un materiale pregiato conosciuto in tutto il mondo per la sua bellezza e per le sue proprietà fisiche. Si da infatti il caso che, oltre a essere esteticamente appagante per le sue vistose venature, il teak nautico è anche idrorepellente ed estremamente resistente alla salsedine, caratteristica che lo differenzia da tanti altri tipi di legno. Ecco perché si tratta di un materiale nobile che da sempre attrae il settore nautico: pur nella sua porosità, questo legno è protetto da una particolare resina oleosa, la quale offre già di per sé una portentosa difesa contro i parassiti, gli insetti, le muffe, l’acqua e la salsedine. Sembra proprio, insomma, che qualcuno lassù abbia voluto creare il teak per fare un piacere ai naviganti.
Solido ma facile da lavorare, questo rivestimento rapisce anche chi non ne conosce le proprietà meccaniche: le sue belle venature giocano su un colore che spazia dal bruno chiaro al giallo oppure, dall’altra parte, fino all’ambrato e il bruno scuro, talvolta con piacevoli sfumature rossastre. Questo magnifico legno non ha origini europee: il teak si ricava infatti dall’albero tropicale Tectona, tipico del sud e del sud-est dell’Asia (un tempo questa pianta veniva ricondotta nella famiglia delle Verbenacee, mentre oggi vengono inquadrate nelle Lamiacee). Questi alberi presentano frusti grossi e cilindrici, capaci di crescere fino a circa 40 metri, con un diametro che si aggira talvolta intorno 1,5 metri. Le zone più adatte alla crescita del teak sono quelle prettamente pluviali e in quota, in genere al di sopra dei 1.000 metri. Va sottolineato che, per produrre il teak per barche sono state via via create delle piantagioni al di fuori dell’est Asiatico, come per esempio in Tanzania, in Camerun e nell’America Centrale.
Manutenzione teak: le dovute attenzioni verso questo pregiato materiale
I fortunati che possiedono una barca impreziosita dal teak sanno bene che, ancor prima di pensare alla manutenzione del teak, è necessario prestare delle particolari attenzioni nella vita a bordo di tutti i giorni. Chi tiene alla propria coperta di legno, infatti, difficilmente lascerà scorrazzare per la barca dei cani, i quali possono rigare il rivestimento con le loro unghie, né lasceranno camminare qui e lì delle passeggere con i tacchi a spillo. Sempre per restare sull’argomento scarpe, le suole di cuoio sono da dimenticare e, per andare sul sicuro, prima di salire a bordo sarebbe sempre il caso di controllare di non avere dei sassolini incastrati nella suola. E non sono solo le calzature a presentare problemi: nemici giurati di questo materiale sono i pomodori e, in genere, i cibi oleosi, così come le sempre presenti creme per la protezione solare. Se non hai a cuore il rivestimento in teak della tua barca, quindi, potrai lasciar da solo sulla tua coperta un bambino armato da una parte di panino con pomodoro e maionese, e di Coca-Cola dall’altra, cosparso magari di crema solare. Diversamente, o il panino il bambino dovranno tornare composti a tavola!
In caso di lavori a bordo, nell’eventualità di una grigliata o nel momento in cui si decide di caricare il fuoribordo in coperta, è indispensabile prendere delle precauzioni, proteggendo il teak al meglio con tappeti, teli o cartoni.
Teak barca: perché ingrigisce?
Abbiamo detto che il teak è un legno molto resistente, che si comporta bene di fronte ai più disparati agenti atmosferici. Questo non significa, però, che abbiamo a che fare con un materiale eterno e immutabile nel tempo. Un fenomeno tipico di questi rivestimenti è infatti quello di ingrigire nel tempo, spostandosi via via verso una tinta quasi argentea, la quale del resto può anche non dispiacere. Ma cosa attiva questo cambiamento? Qualcuno dice che è il sole, mentre qualcun altro afferma che è la pioggia. In realtà, hanno ragione entrambi. La pioggia, cadendo sul rivestimento e mescolandosi alla polvere, finisce infatti per insinuarsi tra le fibre del legno, causandone il mutamento. I raggi ultravioletti del sole, da parte loro, avviano un processo di ossidazione, il quale per l’appunto porta alla virata grigiastra.
Proteggere la coperta in teak da questo doppio procedimento non è ovviamente impossibile: in primo luogo, come abbiamo già detto e come vedremo tra poco, è necessario procedere regolarmente con la pulizia e con la manutenzione del teak. In secondo luogo, è possibile predisporre delle apposite coperture, e quindi montare dei tendalini i quali, oltre a proteggere la nostra barca, possono offrire una piacevole protezione dal sole e dalle intemperie: i passeggeri – e il rivestimento – ringrazieranno.
Come pulire il teak della barca
Pur prendendo tutti gli accorgimenti del caso, dunque, il teak va pulito regolarmente con dei prodotti appositi: solo così, infatti, è possibile preservarne le doti estetiche e meccaniche, per non ritrovarsi in poco tempo ad avere a che fare con una coperta bruttina, invecchiata e inesorabilmente indebolita. Se dunque si intende continuare a poggiare i propri piedi su un rivestimento elegante e bello, si rende necessario dotarsi dei migliori prodotti per la pulizia del teak, nonché, come si dice in questi casi, di un po’ di olio di gomito.
Prima di procedere con la pulizia e manutenzione del teak è di fondamentale importanza ricordarsi che il punto forte di questo legno sta nei particolari oli che lo abitano, e che lo difendono dal mondo esterno. Lavare e spazzolare il teak, quindi, vuol dire sì pulirlo, ma non deprivarlo di questa importante componente naturale: imprescindibile, dunque, l’utilizzo di spazzole estremamente morbide, che non vadano ad aggredire il legno. Non a caso, gli esperti sconsigliano l’utilizzo della idropulitrice per lavare e sciacquare questo rivestimento, considerando il suo getto eccessivamente aggressivo. Visto il costo e il valore affettivo che può avere questa pavimentazione, è di certo molto meglio non rischiare.
Per lo stesso motivo, è sempre meglio avvalersi dei migliori prodotti per la pulizia del teak. Del resto, di storie di diportisti traditi dai propri stessi detergenti ce ne sono fin troppe. Non si contano, infatti, i possessori di barche rivestite in teak che si sono ritrovati a pulire più e più volte il proprio ponte arrivando a risultati del tutto deludenti, lontani anni luce dalle aspettative iniziali. Ma non si contano nemmeno, purtroppo, i diportisti che, dopo aver utilizzato delle sostanze troppo aggressive, sono stati costretti a carteggiare la coperta, avendo rovinato il teak, la gomma dei comenti e perfino il gel-coat.
Ecco perché, quando è l’ora di prendersi cura del proprio ponte, è necessario scegliere i prodotti giusti. Qui sotto vi spieghiamo quindi come affrontare la pulizia del teak con Teak Wonder, per riportare di volta in volta al suo antico splendore il nostro prezioso rivestimento.
La manutenzione e la pulizia del teak con Teak Wonder
Mettiamo le mani avanti: la pulizia del teak, con Teak Wonder o con altri prodotti di qualità, non è una passeggiata. Si tratta infatti di un compito piuttosto lungo e anche abbastanza faticoso, che aumenta insieme all’aumentare delle dimensioni della coperta. Eppure, come abbiamo visto, si tratta di un compito che va assolutamente fatto e portato a termine, per una questione estetica ma non solo.
Come ci si approccia alla pulizia del teak? Prima di tutto ci si deve dotare del detergente giusto, ovvero di Teak Wonder Cleaner, potente ma non aggressivo, capace quindi di pulire a fondo il rivestimento in legno senza scalfirlo e, soprattutto, senza richiedere il carteggio della superficie. Per tutti quelli che, scottati da esperienze passate, si sono impuntati a pulire il proprio ponte con la sola acqua di mare – la quale è antibatterica e rallenta leggermente l’evaporazione degli oli contenuti nel teak – senza usare altri prodotti, vogliamo sottolineare che Teak Wonder Cleaner non è un detergente qualsiasi: è un prodotto pensato appositamente per la pulizia delle coperte in teak, rispettandone quindi il legno, la gomma dei comenti, le varie ferramenta e le vernici. Se usato in modo corretto, insomma, questo prodotto non presenta alcun rischio per la nostra imbarcazione, andando a eliminare sia lo sporco che lo strato grigiastro che ricopre la coperta.
Come iniziare? Prima di tutto è necessario bagnare la superficie con un bel po’ di acqua dolce. Fatto questo, armati di spazzola morbida, è il momento di cospargere il detergente Teak Wonder Cleaner sul ponte, per poi darsi alla spazzolatura, in modo efficace ma non violento, avendo cura di non spazzolare mai, come si potrebbe essere portati a fare, seguendo il senso delle venature. Molto meglio, invece, muoversi in modo perpendicolare rispetto a esse, così da non rischiare di asportare le fibre morbide di questo prezioso legno. Subito dopo aver spazzolato l’area interessata, si deve procedere in modo immediato con il risciacquo, il quale deve essere fatto con abbondante acqua. Va sottolineato che, nel caso di ponti non lavati da tempo o particolarmente ingrigiti, è richiesto spesso un doppio trattamento. L’efficacia del detergente, del resto, sarà in questo caso palese, laddove durante la prima spazzolata si creerà una schiuma grigiastra, mentre al secondo round si vedrà una schiuma candida, a segnalare l’effettiva pulizia del teak. Per evitare aloni, si consiglia di non pulire le coperte in teak sotto il sole battente, e di usare dei bei guanti da pulizia (stiamo pur sempre parlando di un prodotto piuttosto potente!).
La pulizia e la manutenzione del legno con i prodotti Teak Wonder, però, non finisce qui, o perlomeno, non sempre. Nel caso di superfici vissute è infatti possibile riscontrare un certo inscurimento del teak, anche dopo il passaggio del detergente Cleaner. In questi casi, per eliminare le ombrature e riportare la coperta al suo colore originale, è possibile accompagnare la normale pulizia alla stesura di un prodotto schiarente, come è per l’appunto il Teak Wonder Brightener. Questo particolare prodotto, venduto spesso in coppia con il detergente, riesce a riportare i rivestimenti a delle tonalità simili al legno appena carteggiato, pur senza aggredirlo in alcun modo.
Come si utilizza questo sbiancante per teak? Ebbene, l’azione si riprende dal risciacquo della pulizia precedente: abbiamo dunque a che fare con un ponte perfettamente pulito e ancora bagnato, sul quale possiamo andare a versare in modo omogeneo una quantità modesta di Teak Wonder Brightener (laddove il Cleaner richiede circa 1 litro ogni 6/8 metri quadrati, il prodotto Brightener lavora con un litro ogni 8/10 metri quadrati). L’effetto è immediato, con un schiarimento assolutamente percettibile in pochi secondi. Non bisogna però spaventarsi: se anche per errore si esagerasse, il teak non si sbiancherà mai eccessivamente. Si dovrà dunque distribuire velocemente il prodotto sulla superficie, aiutandosi in caso con una spugna, e quindi risciacquare nuovamente con abbondante acqua.
In questo utile video dimostrativo ti mostriamo il funzionamento dei prodotti Teak Wonder:
Ciliegina sulla torta, per proteggere il teak a lungo, si consiglia di trattare la coperta con il protettivo Teak Wonder Dressing & Sealer. A differenza di altri protettivi teak in commercio, questo prodotto non è a base oleosa, non macchia i vestiti, non puzza e non rende il ponte unto. Il protettivo Teak Wonder Dressing & Sealer agisce andando a chiudere i pori del legno, così da impedire la penetrazione di polvere, sporco e raggi ultravioletti, difendendo i preziosi oli contenuti nel teak. Il momento perfetto per applicare il protettivo è dopo la pulizia e lo sbiancamento del ponte, non appena il legno sarà asciutto; per avere il massimo risultato, il procedimento dovrà essere ripetuto – stavolta senza pulizia del teak – una decina di settimane dopo.
Il teak sintetico
Prima di chiudere con questa guida alla manutenzione del teak in barca, per completezza vogliamo aggiungere che ormai non si parla più unicamente del teak nautico classico, e quindi del legno. Certo, per i veri puristi parlare di teak sintetico è quasi una blasfemia, eppure non ci sono dubbi: pur con prodotti di qualità come Teak Wonder, prendersi cura del teak della barca non è un giochetto da ragazzi, è necessario dedicarci del tempo, e capire come trattarlo nel modo giusto (ed è per l’appunto questo che abbiamo visto oggi). Ma se qualcuno non avesse la pazienza sufficiente? Ebbene, chi non vuole saperne della manutenzione del teak e desidera comunque avere una coperta di questo tipo può rivolgersi verso il teak sintetico, un sostituto del legno teak per barche. Certo, non è uguale all’originale, ma ci va molto vicino!
Eccoci qui, arrivati fino in fondo a questa guida per la manutenzione e la pulizia del teak con Teak Wonder. Ora non devi fare altro che rimboccarti le maniche, acquistare il detergente, lo sbiancante e il protettivo, e metterti al lavoro per far tornare perfetto il teak della tua barca!
…qualche incoerenza…. il video mostra pulizia con una spazzola utilizzata seguendo veneture del legno,…nella spiegazione scritta si raccomanda di non farlo e di procedere a 90 ° lrispetto alle venature…qual’é il giusto sistema ?…mahh
[…] già affrontato in modo piuttosto esteso l’argomento della pulizia del teak l’anno scorso, con una guida bella cicciona che è stata molto apprezzata. Qui, dunque, ci […]