La scelta del salpancora perfetto

Su alcune barche è un optional, su altre imbarcazioni è invece un vero e proprio must. Sì, perché ci sono ancore che no, non possono essere assolutamente recuperate a mano: non ci troviamo su dei galeoni con degli equipaggi infiniti, e quindi con uno stuolo di marinai nerboruti pronti a sollevare l’ancora – magari leggermente incagliata – dalle profondità del mare. Solo le barche di dimensioni ridotte, e quindi tendenzialmente inferiori ai 7 o 8 metri, possono fare a meno del salpa ancora, avendo di fatto a che fare con delle ancore tutto sommato ridotte, con un peso inferiore ai dieci chili. Da lì in su, ogni imbarcazione deve invece poter contare su dei verricelli salpa ancora, in grado di fare il lavoro di un equipaggio – a patto d’essere scelti e usati bene.

In questo post andremo quindi a vedere come scegliere un salpa ancora adatto alla propria barca, destreggiandoci tra i vari modelli in commercio in base a tipologie, a prezzo, a potenza e a dimensioni. Dopo aver visto brevemente qual è l’utilizzo corretto di questo verricello elettrico per carrello barca, infine, guarderemo alcuni esempi pratici, analizzando le principali proposte di verricelli salpa ancora Quick, azienda protagonista a livello internazionale del settore nautico con sede in provincia di Ravenna.

A cosa serve il salpancora?

Partiamo dal dare una risposta a tutte quelle persone che, ritrovandosi con una barca piccola ma non troppo, sono indecise sull’acquisto di un salpancora. Questi verricelli permettono di calare e di far risalire l’ancora in modo veloce, sicuro e facile. L’ormeggio diventa dunque più semplice da gestire, e anche più affidabile, evitando eventuali danneggiamenti dello scafo. Non è, quindi, una questione legata solamente all’eliminazione di uno sforzo faticoso: i vantaggi sono molteplici.

Anatomia di un verricello salpa ancora

Non serve essere degli esperti di verricelli nautici per capire che non tutti i salpaancore sono uguali. Basta infatti lanciare lo sguardo sul ponte di alcune barche ormeggiate per capire che ne esistono di diverse tipologie: ci sono dei verricelli verticali o orizzontali, grandi e piccoli, semplici o dotati di strumentazioni aggiuntive. In linea di massima, però, possiamo dire che l’elemento base che si trova in tutti i salpanacora è il barbotin. Questo simpatico nome si riferisce a una ruota a impronte, realizzata solitamente in ghisa per resistere all’usura, la quale ha il compito di movimentare la catena che sorreggere l’ancora della barca. Non servirebbe nemmeno sottolineare il fatto che, per funzionare a dovere, il barbotin deve essere accoppiato a una catena con gli anelli identici, uno uguale all’altro. Si parla, in questi casi, di catene calibrate, che possono dunque essere arrotolate e srotolate dal barbotin senza salti e senza blocchi improvvisi.

Altro elemento caratterizzante del salpancora è ovviamente il motore. Nella maggior parte dei casi si ha a che fare con dei motori elettrici, mentre sono meno diffusi i modelli idraulici. Questi ultimi, infatti, vengono installati solo su imbarcazioni molto grandi, che si trovano quindi a dover movimentare ancore e catene estremamente pesanti. L’ausilio di un sistema a olio idraulico sarebbe del tutto esagerato – e ingombrante – per delle barche di dimensioni normali. Possiamo dare per scontato, dunque, che il diportista che acquista un verricello salpa ancora per la propria barca propenderà per un motore elettrico, la cui potenza necessaria specificheremo tra qualche paragrafo.

Talvolta questi verricelli, come anticipato, sono forniti di attrezzature aggiuntive. La più vistosa e potenzialmente utile è la campana di tonneggio, la quale per l’appunto torna utile per le manovre atte a tonneggiare la barca in modo facile, veloce e affidabile. Si tratta, in estrema sintesi, di una leva rotante, che può essere utilizzata come un winch automatico, al posto di quello classico a manovella. La campana di tonneggio viene realizzata con una particolare sagomatura, per permettere – una volta effettuati alcuni giri di cima – di fare forza sul cavo, senza ‘girare a vuoto’, nel momento in cui la scotta viene messa in tensione.

Non è tutto qui. Alcuni modelli di salpancora sono completati anche da un particolare sensore il quale, andando a tenere traccia dei giri del barbotin – e quindi del numero di anelli di catene di ancoraggio – ci può informare automaticamente circa i metri di catena in uso, così da avere il pieno controllo della situazione.

verricello salpancora

Salpancora elettrico: quanto deve essere potente?

La potenza del verricello salpa ancore deve essere scelta in base al peso dell’ancora da gestire, ma non solo. Sarebbe infatti da ingenui scegliere un salpancora potentissimo, che riesce a sorreggere un peso che va ben oltre la tenuta del vascello stesso. La stessa installazione, infatti, influisce sulla capacità complessiva di un verricello. In ogni caso, per farsi un’idea, un salpancora da 800 Watt potrà andare bene per una braca tra gli 8 e i 10 metri, laddove invece una barca da 20 metri avrà bisogno di un verricello con una potenza minima di 2000 Watt.

Scegliere il salpancora per la propria barca: meglio verticale o orizzontale?

Ecco l’eterna domanda, il quesito per antonomasia quando si parla di verricelli salpa ancore: meglio orizzontale o verticale? I produttori di attrezzature nautica come il già citato Quick producono infatti entrami i modelli, proponendo ai naviganti sia i verricelli ad asse verticale che quelli ad asse orizzontale.
Già il fatto che da anni vengano venduti e acquistati entrambi i modelli ci dovrebbe suggerire che no, in effetti non esiste una tipologia in tutto e per tutto migliore dell’altra. Entrambi i tipi di salpancora, insomma, hanno il loro perché, e per questo, per facilitare la tua scelta, in questo paragrafo esamineremo le caratteristiche principali di tutti e due i modelli.

Partiamo dalla distribuzione degli sforzi a livello del barbotin. Il salpapancora verticale, ovvero quello che presenta un asse di rotazione perpendicolare al ponte, e che quindi si erge come una torretta verticale con una ruota che gira orizzontalmente, comporta un particolare giro di catena, a formare un angolo di lavoro di 180 gradi, con un numero maggiore di maglie della catena a contatto rispetto al modello orizzontale. Quali sono i vantaggi? Le sollecitazioni, con il verricello verticale, risultano ben distribuite sull’intero asse, e la catena lavora più sinuosamente, andando tra l’altro ad alleggerire lo sforzo a livello della coperta.

Il verricello orizzontale – che presenta invece il barbotin che gira verticalmente – ha un angolo di lavoro di 90 gradi. Ci troviamo dunque ad avere un minor numero di maglie a contatto con la ruota dentata. Questo orientamento dell’asse, però, è perfetto per le operazioni di tonneggio, perché la cima è avvolta in un modo più naturale. I verricelli orizzontali presentano inoltre una struttura più robusta, e per questo motivo sono una scelta quasi obbligata per le barche di grandi dimensioni (tendenzialmente oltre i 30 metri).

Quando si compra un accessorio per la nautica, però, non si guardano solo le performance. No, avendo tendenzialmente a che fare con spazi ridotti – e in ogni caso preziosi – è sempre il caso di pensare attentamente anche agli ingombri. Anche in questo caso, va sottolineato, i due tipi di verricelli presentano delle importanti differenze, che non possono essere trascurate. Anzi, in molti casi è proprio il diverso ingombro dei due modelli a determinare la scelta finale.

Da non perdere:   Termocamera per barca: che cosa è?

Il salpancora verticale – non a caso il più diffuso – è quello che presenta un ingombro minore a livello di coperta. Si tratta infatti di un accessorio già di per sé più compatto, il quale inoltre prevede l’installazione del motore non in superficie, ma sottocoperta. Di fatto, quindi, sul ponte avremo solo il barbotin e la sua base, la quale non risulta di molto più larga della ruota dentata. Altro vantaggio è quello di avere un gruppo motore orizzontale, il quale dunque non necessita grandi spazi sottocoperta.

Il discorso è totalmente contrario per quanto riguarda i verricelli orizzontali. In questo caso il motore non viene inserito in coperta, bensì sulla coperta. Spesso, per risparmiare spazio, il salpancora orizzontale viene installato direttamente nel pozzo dell’ancora.

Telecomando o pedale?

Il salpancora non si attiva con la forza del pensiero. Installare un verricello sulla nostra barca significa dunque anche scegliere un sistema di comando. Le opzioni in questo caso sono essenzialmente quattro: si può optare per delle pulsantiere stagne con filo, per dei telecomandi a controllo remoto senza fili, per dei comandi da plancia e, infine, per i classici pulsanti a piede.

Sul comando da plancia non serve dire molto: va installato sul quadro comandi, e non è di certo il massimo della comodità per i naviganti che possono contare su un aiuto scarso o nullo da parte dell’equipaggio o degli altri passeggeri. La pulsantiera con filo – la quale si presenta con il classico filo estensibile – è pensata invece per essere attaccata all’apposita presa installata in coperta, non lontano da verricello stesso. Di certo questo cavo spiralato garantisce maggiore libertà all’operatore, che si può muovere grazie all’elasticità del cavo spiralato. Le stesse pulsantiere, del resto, possono essere utilizzate per azionare diversi accessori elettrici nautici. Non solo verricelli, quindi ma anche passerelle barca, scalette, gruette e via dicendo.

Più evoluto e ancora più comodo è poi il telecomando remoto senza fili, il quale dona la massima libertà di movimento ed è dunque l’ideale per chi naviga con poco aiuto. Anche in questo caso, se configurato correttamente, lo stesso telecomando può essere utilizzato per azionare diversi dispositivi di bordo.

Infine, tornando con i piedi a terra, ci sono i classici pulsanti a pedale, che vengono installati a coppie sulla coperta: un pulsante servirà per azionare la discesa dell’ancora, mentre l’altro – di colore differente – servirà per issarla. In alcuni casi, per ridurre al minimo l’ingombro, la spesa e i lavori necessari per l’installazione, è possibile montare il solo comando per la risalita, affidandosi al peso stesso della catena e dell’ancora per la sua discesa verso il fondale marino . Questa ipotesi, va sottolineato, è da considerare solo nel caso delle barche di dimensioni ridotte.

salpare ancora

L’uso corretto del salpancora

Prima di andare a vedere quelli che sono i principali modelli di verricelli salpa ancore proposti da Quick, vogliamo dedicare alcune righe al corretto utilizzo di questi dispositivi durante le operazioni di ancoraggio. Partiamo dalla calata dell’ancora, la quale può essere fatta – come abbiamo accennato – sia con l’ausilio del motore che affidandosi alla sola gravità. In questo secondo caso si avrà una discesa velocissima dell’ancora, la quale può essere utile in caso di emergenza. Tale calata però sarà anche quasi del tutto incontrollata, e quindi potenzialmente pericolosa. Per farlo sarà sufficiente sbloccare la catena da eventuali chain stopper, liberare la frizione e lasciar scorrere la catena. Più sicuro è invece è il normale ancoraggio a motore, regolato dal verricello. Tolti gli eventuali chain stopper, basterà azionare l’apposito pulsante per far scorrere lentamente la catena, per poi reinserire, ad ancoraggio effettuato, i dispositivi di bloccaggio.

Eccezion fatta per eventuali guasti al verricello, per salpare l’ancora non si può che usare il motore. Accendendo eventualmente il motore della barca per salvaguardare le batterie, dopo essersi assicurati che la frizione sia perfettamente serrata e dopo aver tolto gli eventuali chain stopper, è possibile azionare il comando, fino a quando l’ancora non sarà nella sua posizione di riposo a prua. A questo punto, spento il verricello, non si dovrà fare altro che reinserire il dispositivo di fissaggio della catena.

Qualche esempio pratico: i verricelli salpa ancora Quick

Partiamo per esempio dai verricelli salpa ancora orizzontali. Quick in questo caso propone gli eleganti verricelli orizzontali ‘On-deck‘, in all’alluminio anodizzato, i quali permettono di utilizzare sia la cima che la catena su un unico barbotin, e sono provvisti di un pratico dispositivo tendicima. Va sottolineato che, attraverso un apposito comando, questo salpancora permette di attivare la caduta libera della catena, funzione preziosa in caso di emergenza.

Accanto ai modelli orizzontali, Quick presenta ovviamente anche dei salpancore verticali, provvisti o meno di campana da tonneggio. Sul nostro negozio di accessori per la nautica online è per esempio possibile acquistare il modello DP1, con campana integrata e base in acciaio inox. Questo modello, nello specifico, è dotato sia del sistema manuale di caduta libera della catena che del sensore contacatena.

I verricelli Lofrans

Altro noto marchio di verricelli salpa ancora è ovviamente Lofrans: difficile mettersi alla ricerca di un verricello salpa ancora elettrico senza incontrare questo famoso brand. Il nome potrebbe trarre in inganno: l’azienda, va sottolineato, è lombarda, ed è stata fondata a Monza nel 1966, occupandosi fin da subito della produzione di sistemi di ancoraggio e di verricelli.

salpa ancora

Anche i verricelli Lofrans, come i già visti Quick, sono disponibili sia in formato orizzontale che verticale. Ci si muove tra i salpa ancora per le imbarcazioni più grandi, come il verricello X4 Lofrans, con un formidabile motore da 2700 W, per arrivare a salpa ancora meno ponenti, per barche più contenute, inferiori ai 9 metri, come il verricello X1 Lofrans, con un motore da 500 W. La serie X di Lofrans propone, come si può intuire, verricelli di diverse potenze in formato verticale, in alluminio.

La serie di verricelli salpa ancora Lofrans Dorado, invece, si concentra sui salpa ancora orizzontali, anche qui con potenze differenti, senza però raggiungere le soglie della serie X1.

Nel nostro negozio di nautica è possibile acquistare anche gli altri accessori Quick e Lofrans per verricelli, nonché i salpa ancora di altri quotati brand, come per esempio Lewmar e Italwinch.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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