Le emozioni del Vendée Globe 2020

Battute finali per l’edizione 2020 del Vendée Globe, il giro del mondo in solitario senza scali, senza assistenza passando per i 3 capi: Capo di Buona Speranza, Capo Leeuwin ed il famigerato Capo Horne.

Una regata considerata l’Everest della vela che in questa edizione ha visto alla partenza, dal porto di Les Sables D’Olone, 33 skipper.

Un’edizione fuori dal comune, se pensiamo a tutti gli avvenimenti successi in questi oltre 80 giorni di navigazione. Avvenimenti che abbiamo sentito raccontare attraverso post, commenti, dirette ed interviste sui vari canali social.
Grazie a tanti professionisti del settore come giornalisti, progettisti, skipper e anche appassionati, questa edizione del Vendée Globe è stata un grande argomento di discussione per il mondo della vela.
Tutto è stato detto, tutto è stato commentato e tutti hanno partecipato.

Quindi in questo articolo vogliamo solo raccontare le emozioni più belle di questa edizione 2020 del Vendée Globe, quelle che ci hanno colpito e che hanno colpito il pubblico, sempre numeroso, che ha seguito questi marinai intorno al mondo.

Prima fra tutte è stata sicuramente la presenza tra i partecipanti di Giancarlo Pedote.

Prima di lui solo altri quattro velisti italiani si erano cimentati in questa regata:
1992 – Vittorio Malingri a bordo di Everlast/Neil Pryde Sails – ritirato per un problema al timone.
2001 – Pasquale De Gregorio con Wind – 15°classificato impiegando 158 giorni, 2 ore e 37 minuti
Simone Bianchetti con Aquarelle – 12° classificato con 121 gg, 1 ora, 28 minuti di navigazione.
2012 – Alessandro di Benedetto a bordo di Team Plastique – 11° classificato con 104 gg 2 ore 34 minuti

Giancarlo Pedote è quindi stato il quinto italiano a solcare gli oceani intorno al mondo conquistando un meritato e bellissimo 8° posto.

Vedere sulla linea di partenza la felicità di Giancarlo è stata una grande emozione. Non solo perché ha rappresentato l’Italia ma soprattutto perché essere su Prysmian Gruop, il suo IMOCA 60, ha richiesto tanto lavoro, tanta determinazione e tanti sacrifici.

Ma sono le emozioni degli arrivi che forse ci fanno comprendere in modo totale quale esperienza possa essere il Vendée Globe.

Le onde, il vento, le tempeste, la bonaccia sono sempre difficili da percepire, anche se abbiamo la possibilità di vivere tanti di questi momenti grazie ai video da bordo.
Solo l’espressione, i gesti e gli abbracci di quando, dopo oltre 80 giorni, si torna da dove si è partiti consapevoli di aver compiuto un’impresa, di aver coronato un sogno che ha richiesto anni di lavoro, possono infatti rendere la giusta emozione.

E’ l’attimo in cui tutto si è compiuto, in cui tutto il vissuto ed il voluto travolge come un’onda.

Come ha raccontato nell’intervista su La Stampa, il Vendée Globe è come farsi picchiare da Mike Tyson.

E a dirlo non è stato solo Giancarlo Pedote, ma anche un veterano come Jean Le Cam: 61 anni, 5 Vendée Globe all’attivo, un vero bretone, puro e duro.

Jean Le Cam è stato un altro grande protagonista di questa edizione. A bordo di una barca di vecchia generazione ha dato filo da torcere alle barche con i foils chiudendo la regata al quarto posto (ottavo in tempo reale) dopo l’abbuono ottenuto per aver salvato un altro concorrente.

Da non perdere:   I vantaggi dei motori fuoribordo (e come scegliere quello giusto)

Sì, perché Jean Le Cam ha recuperato nell’Oceano Indiano, di notte e con onde formate, Kevin Escoffier salito sulla zattera di salvataggio dopo che la sua barca, spezzata praticamente in due, era affondata in pochissimi minuti. Un recupero da manuale, non facile per condizioni e per le modalità. Ma la chicca di questo burbero ma simpatico marinaio è stata la conferenza stampa dove ha raccontato la sua regata, riportata nell’articolo scritto da Christophe Julliand , dove ammette, senza mezzi termini: ‘’Un Vendée Globe così non l’ho mai vissuto, sono andato in fondo, in fondo, in fondo del fondo.”

Altro personaggio carismatico, ma sfortunato, di questa edizione è stato sicuramente l’inglese Alex Thomson a bordo di Hugo Boss.
Favorito, con una barca di ultimissima generazione e con budget milionario, ha avuto un problema allo scafo in Atlantico, poco dopo la partenza. In collegamento con il suo team a terra riesce però a risolvere il problema ricostruendo parte della zona danneggiata in carbonio.

Il suo video del grido “The boss is Back” è diventato subito virale.

https://www.facebook.com/124956890851705/videos/1320671608315781

Purtroppo, dopo qualche giorno la rottura al timone ha costretto lo skipper inglese a fermarsi a Cape Town e chiudere il suo Vendèe Globe.
Un vero peccato, perché tutti aspettavano di vedere le prestazioni del suo IMOCA nero e cattivo come una astronave di Star Wars, ma anche perché grazie agli strumenti de Nokia Lab a bordo di Hugo Boss venivano monitorati i parametri vitali di Alex e della barca, come ad esempio i decibel del rumore registrati a bordo; 113 decibel, che per intenderci corrispondono ad un concerto rock dal vivo.
Una vita non semplice per i marinai che vivono sottocoperta per la maggior parte del tempo.

Festeggiare il compleanno in Oceano, durante un giro del mondo, navigando in solitario, è già un bel modo per spegnere le candeline, ma ricevere gli auguri dal proprio attore preferito aggiunge qualcosa in più.

E così Russell Crowe ha mandato i suoi personali auguri a Pip Hare, velista inglese, impegnata nel Vendèe Globe.

Il film preferito della skipper anglosassone è Master & Commander e il suo shore team riesce a contattare l’attore che registra un messaggio di auguri tutto per lei.

Fonte – BBC News 

Queste sono ovviamente le emozioni e le curiosità dell’edizione 2020 del Vendée Globe, quelle che  vengono condivise online dagli skipper dopo aver fatto mille cambi di vele, dopo aver sofferto il freddo e le tempeste degli oceani più complicati, magari con il mal di mare, e dopo aver studiato le carte meteo per la migliore strategia sempre con un occhio sugli avversari.

Perché una regata intorno al mondo come il Vendée Globe è comunque una competizione, una gara con una classifica.

Ma il bello del Vendée Globe è proprio che tutto questo, le emozioni e la classifica che si fondono in un grande e particolare momento dove l’elemento mare e l’uomo diventano una sola cosa.

Ed allora, viva il Vendée Globe e le sue emozioni.

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Scritto da
Laura Doria
Laura Doria
Mi chiamo Laura Doria e sono nata al mare, quindi raccontare storie ed incontrare i personaggi del mondo della nautica è qualcosa di naturale per me. Perché è sempre un grande privilegio scrivere della passione che punta la prua verso i grandi orizzonti blu.

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