Parlare del problema della plastica in mare è una cosa seria.
Matteo, Piero e Stefano lo stanno facendo con seria ironia.
Stiamo parlando infatti del super equipaggio di Mal di Plastica, un catamarano costruito interamente con materiali di recupero e bottiglie di plastica, che il 4 giugno è partito dal porto di Rimini per raggiungere Venezia.
Un viaggio che vuole portare un grande ed importante messaggio: basta plastica in mare.
Il progetto di Mal di Plastica è iniziato a novembre 2018 e dopo oltre 300 ore di lavoro, necessarie per costruire il catamarano, quasi 3000 bottiglie raccolte da 927 bambini delle scuole elementari, oggi finalmente il catamarano di Mal di Plastica sta navigando con rotta verso Venezia, e sono veramente in tanti a seguire il sogno di questi 3 amici.
Partiamo dall’inizio.
Siamo a Rimini.
Matteo Munaretto è un Dj radiofonico che ama il mare e ha un’idea: costruire una barca con bottiglie di plastica e farla navigare fino a Venezia per parlare di sostenibilità ambientale. Chiama il fratello Piero, agente di polizia municipale, e l’amico Stefano Rossini, giornalista freelance, e racconta loro del progetto. L’idea prende forma, iniziano i lavori di costruzione e si sparge la voce di Mal di Plastica, tanto da diventare un percorso didattico con la partecipazione di istituzioni, aziende e tanti amici.
In perfetto stile romagnolo.
Questa mattina li abbiamo raggiunti al telefono per farci raccontare come sta andando il loro viaggio.
Ciao Matteo, come state e come è andata la prima notte a bordo di Mal di Plastica?
Bene, Piero e Stefano hanno sempre dormito. No, non è vero. E’ stata una notte tranquilla con poco vento. Abbiamo fatto i turni e siamo riusciti a dormire bene nella tenda da campeggio che è montata sul Mal di Plastica. Il nostro “sottocoperta”.
Tantissime emozioni alla partenza dal porto di Rimini, dove erano presenti anche i bambini delle scuole che hanno partecipato al progetto portandovi le bottiglie di plastica. Quali sono le domande più strane o particolari che vi hanno fatto?
Con i bambini abbiamo fatto due incontri. Il primo è stato in classe, dove abbiamo presentato il progetto. In questo caso la domanda base è stata: “ma se morite?” Oppure: “ma se vi mangiano gli squali?” Ovviamente abbiamo cercato di dare una risposta seria a tutte le loro fantasie e curiosità. Il secondo incontro è stato ieri alla partenza, e la domanda più gettonata dei bambini è stata: “avete messo i tappi alle bottiglie?” E quella dopo: “le avete chiuse bene?” Quindi erano già entrati nello spirito del progetto.
Cosa vi siete detti dopo essere usciti dal porto canale e quindi con l’inizio vero e proprio del viaggio di Mal di Plastica?
Prima di tutto ci siamo abbracciati, felici di aver raggiunto il primo traguardo: riuscire a finire la barca ed uscire dal porto di Rimini.
L’altro obiettivo era far navigare Mal di Plastica almeno ad un nodo di velocità, a vela o con il motore. Quindi, quando abbiamo messo la barca in rotta e regolato le vele, con grande soddisfazione abbiamo raggiunto tre nodi di velocità. Siamo riusciti a fare qualcosa che tutti pensavano impossibile. Che dire, siamo veramente soddisfatti. Ora inizia il viaggio.
Avete incontrato altre barche che vi hanno riconosciuto o che vi hanno affiancato per un saluto?
Si, già ieri due barche di Cesenatico ci hanno raggiunto subito dopo la partenza e poi alcune persone, che non conoscevamo, sono venute a salutarci con il loro gommone da Rimini. Avevano saputo del nostro progetto e seguendoci con il tracking sul sito ci hanno raggiunto. Incredibile.
Vi aspettavate tanto seguito?
Personalmente, avendo pensato a questo progetto e vedendone altri simili, avevo grandi aspettative. In realtà all’inizio Mal di Plastica non ha attirato molta attenzione. Le cose sono cambiate quando la barca ha preso forma ed era visibile, era vera. A questo punto la gente ha iniziato a sognare il viaggio insieme a noi e tanti hanno voluto aiutarci, anche solo con un portafortuna. Questo ci ha sorpreso, tanto che ieri, mentre avevamo già il porto di Rimini alle nostre spalle, abbiamo ripensato al calore delle persone che erano sulla banchina del Marina. Non erano solo i bambini delle scuole, gli amici o i partenti, ma anche imprenditori e tanti velisti. Questo calore della gente lo abbiamo percepito tutto, ed è stato fantastico.
Matteo, Piero e Stefano stanno navigando verso Venezia e non è solo il vento a “spingere” il loro Mal di Plastica, ma è anche l’energia di tutti coloro che si sono innamorati di questo progetto/sogno.
Perché il mare trasmette sempre belle storie, basta saperlo ascoltare, anche quando chiede aiuto e rispetto.
Per seguire il viaggio di Mal di Plastica clicca qui.
Foto Isabella Monti