Manutenzione barca: perché è importante e quali sono gli interventi principali

C’è chi, solo a sentir parlare della manutenzione della barca, s’ingagliardisce tutto: parliamo di quel lupo di mare che ama conoscere ogni piccola parte della propria imbarcazione, che ha una buona manualità, che ha attrezzi tali da spingere il neofita vicino d’ormeggio a pensare di avere a che fare con un professionista, di quell’armatore che reputa l’attività di cura della barca come un puro e immancabile prolungamento della passione per il diporto. Dall’altra parte c’è chi di manutenzione della barca proprio non ne vorrebbe sentir parlare, che pensa a queste parole come a un sinonimo di costo, di tempo, di fatica, e via dicendo. Il rapporto con la manutenzione della barca non è dunque sempre lo stesso per tutti, ma non ci sono dubbi: fatta con le proprie mani o affidata a dei professionisti, fatta frequentemente per avere una barca sempre nuova o fatta al “minimo necessario”, la cura dell’imbarcazione non si può cancellare dall’orizzonte. Ma perché è così importante manutenere una barca, così da conservarla integra, efficiente e bella? La risposta è ovvia, ma neanche troppo.

L’importanza della manutenzione della barca

Dunque, perché è importante dedicare tempo, energie e risorse alla manutenzione della barca? Abbiamo detto che la risposta è banale, ma non troppo. In realtà le risposte a questa domanda sono tre, ovvero:

  • Una barca ben mantenuta, e quindi controllata, riparata, revisionata, tagliandata, pulita e all’occorrenza riqualificata, è una barca che naviga bene, che è efficiente, che è sicura. Ecco che allora se ne guadagna in piacevolezza del navigare, nonché in sicurezza, senza rischiare quindi incidenti poco piacevoli o persino drammatici, per il bene del diportista come di tutte le altre persone che si trovano a salire, anche solo temporaneamente, su quella barca. Molto semplicemente, chi segue un programma efficiente di manutenzione della barca potrà dire che, fino all’ultimo controllo, non lontano nel tempo, tutto era perfettamente in ordine. Il che non è certo poco!
  • Il diportista che si dedica alla manutenzione della barca in prima persona, anche solo parzialmente (affidandosi, cioè, a dei professionisti per gli interventi più difficili) è un armatore che conosce bene la propria barca. E non si tratta certo di una conoscenza pura a sé stessa. Nossignore, conoscere la propria barca vuol dire avere maggiore padronanza del mezzo, e quindi di nuovo navigare meglio e in modo più sicuro. Ma vuol dire anche sapere dove mettere le mani nel momento in cui, durante la navigazione, durante una crociera, durante una notte in rada si verificassero dei problemi, di poco conto oppure grandi.
  • Infine, la manutenzione della barca è importante anche dal punto di vista meramente economico. Sappiamo benissimo quanto costa un’imbarcazione, e sappiamo bene anche che una barca ben mantenuta preserva un valore molto alto. E sappiamo anche che – per via dei prezzi alti del nuovo e per via delle lunghissime attese per le consegne – il mercato nautico dell’usato è decisamente vivace. Ecco che allora il diportista che si prende cura della propria barca avrà tra le mani anno dopo anno un tesoretto considerevole che ben si presenterà sul mercato in caso di eventuale vendita; laddove invece magari il  diportista con la stessa barca, identico modello e medesimo anno, che ha avuto però una cura minore, si troverà tra le mani un investimento decisamente meno intelligente, e pericolosamente in perdita.

Quindi sì, la manutenzione della propria imbarcazione è importante da diversi punti di vista. Ripassiamo quindi velocemente le principali attività da pianificare per avere sempre un’imbarcazione in forma, sicura, efficiente, bella e di valore!

Prendersi cura della barca: le principali attività di manutenzione

La pulizia della barca

Pulire e lavare la barca: per molti è ovvio, per altri potrebbe sembrare strano, ma tant’è: la manutenzione della barca inizia dalla sua pulizia. Sì, perché lo sporco non è solo antiestetico, è anche dannoso, senza contare il fatto che tanti prodotti per la pulizia sono pensati anche per proteggere i diversi materiali. Ecco allora che chi lo ha bordo dovrà regolarmente darsi alla pulizia del teak, ma anche pulire la sentina, pulire gli interni e via dicendo, per arrivare fino alla pulizia dei parabordi (per non vanificare la pulizia delle carene stesse). Nessuno dice che il diportista debba sempre girare con spugna in una mano e sgrassatore dall’altro: di certo però pulire una volta una cosa e una volta l’altra può diventare un’ottima abitudine!

Le manutenzioni legate all’invernaggio

La maggior parte delle barche, all’arrivare dei mesi freddi, se ne vanno a dormire. Come sappiamo c’è chi fa il rimessaggio a secco e chi lo fa in acqua, così da mutare le operazioni necessarie per la cura della barca. Chi lascia la barca agli ormeggi per lungo tempo dovrà dare un’occhiata alle cime e alle molle antirisacca, controllare se ci sono crepe e tratti usurati, sapendo che il meteo di questa stagione può mettere a prova gli ormeggi; chi invece effettua un rimessaggio a terra non avrà ovviamente a che fare con questi problemi, ma ne dovrà affrontare altri, dall’invaso in poi.

Il lavaggio dei tessili

Barca più barca meno, i tessuti a bordo – passata una certa misura – non mancano quasi mai. Parliamo dei tendalini, delle vele, dei materassi prendisole, nonché ovviamente di tutta la tappezzeria interna. Questi vanno lavati superficialmente nel tempo, vanno smacchiati quanto compromessi da macchie importanti e, in occasione della pausa invernale, andrebbero tolti, lavati, controllati, eventualmente riparati e infine stivati all’asciutto. Il lavaggio di vele e tessili è quindi da inserire nel programma della manutenzione della barca, insieme a tutte le altre azioni che vediamo qui.

La manutenzione regolare del motore

Intorno al motore della barca ci deve essere sempre una costante attenzione. Pensiamo al regolare tagliando del propulsore come al suo invernaggio, sapendo che in commercio esistono degli additivi appositi, dall’anti-alga agli additivi anti-separazione, per avere la certezza che tra serbatoio e motore non si formino problemi di alcun tipo.

Da non perdere:   Barca a motore: come scegliere la prima da acquistare?

Il carenaggio

Non si può parlare della manutenzione della barca senza citare la cura delle carene, capitolo in cui si tira necessariamente in gioco l’antivegetativa. E qui le posizioni e le abitudini sono come è noto le più differenti. Come sappiamo praticamente tutti, la regola generale – nonché la best practice per eccellenza – è quella di rinnovare la vernice antivegetativa ogni anno. Ma ci sono dei diportisti che scelgono di rimandare questa scadenza, andando a rinnovare l’antivegetativa ogni due anni, o persino ogni tre. Talvolta con delle motivazioni che non sono campate per aria: pensiamo a chi naviga in acqua dolce, oppure a chi naviga in acque fredde con vegetazione ridotta. Questo sapendo in ogni caso che chi tira a secco la barca per 5 mesi, al momento di rimetterla in acqua, si troverà con una antivegetativa che – se non rinnovata – sarà secca e poco o per nulla attiva, sapendo che il suo potere antivegetativo di origine chimica (nel caso della vernice classica) richiede una certa umidità. Ma mica solamente di vernice antivegetativa si parla: nel momento in cui si tira a secco una barca sono da controllare tutte le appendici solitamente immerse e quindi tutt’altro che facili da esaminare, dall’elica al timone. Ecco allora che sarà bene monitorare anche lo stato degli zinchi, andando a sostituire gli anodi consumati; e sarà questa l’occasione buona per controllare anche le prese a mare, e via dicendo. Essere regolarmente a tu per tu con l’opera viva è prezioso, e non bisogna trascurarlo!

manutenzione della barca, consigli

La manutenzione degli apparati di bordo

Tutte le barche hanno carene da controllare, ma non tutte hanno i medesimi apparati. Ecco che allora qui il discorso cambia di imbarcazione in imbarcazione. Chi monta un condizionatore per esempio dovrà fare regolarmente la sua pulizia con relativo check, laddove invece il diportista con dissalatore a bordo dovrà “invernarlo”, utilizzando appositi prodotti per preservarne le funzioni, e di conseguenza la qualità e la salubrità dell’acqua prodotta. Ma non è tutto qui: pensiamo alla manutenzione dei deumidicatori posizionati nelle varie cabine; al controllo delle pompe dei bagni nautici, da quelle manuali a quelle elettriche, a partire per esempio dalle guarnizioni; al lavaggio dei serbatoi delle acque nere, con appositi prodotti sanificanti e disgreganti; e poi ovviamente ai serbatoi dell’acqua, che devono essere correttamente sanificati; al salpa ancora, che non deve essere trascurato, per non incepparsi nel momento meno opportuno; e via dicendo.

La manutenzione della barca a vela

Quanto detto finora vale per qualsiasi tipo di barca. Va aggiunto qui che i velisti hanno delle cose in più a cui fare attenzione: qualcuno si dovrà pur occupare della manutenzione delle vele e di tutto ciò che ne consegue? Il rigging va controllato, dando un’occhiata all’albero, alle crocette, alle sartie, a tutto ciò che viene sollecitato durante il normale utilizzo, per arrivare alle manovre fino ai winch e ai grilli. Di certo non sono cose che il velista medio fa nella sua interezza ogni singolo anno; non prevederle nel programma generale di manutenzione della barca a vela sarebbe però molto rischioso!

La cura delle attrezzature

E infine c’è la cura di tutto quello che è sempre a bordo della barca senza fare parte dell’imbarcazione stessa. Pensiamo per esempio al tender delle barche più grandi (per i quali si ripete in piccolo buona parte di quanto detto finora) e ovviamente alle dotazioni di sicurezza, le quali – se va tutto bene – non hanno mai un utilizzo completo, e se ne stanno rinchiuse in un gavone per mesi e anni. Ma attenzione: il fatto di non utilizzare le dotazioni di sicurezza non vuol certo dire dimenticarsene. Giubbotti di salvataggio, razzi e zattere hanno bisogno di controlli, di revisioni e di sostituzioni, per essere efficaci nel malaugurato momento del bisogno e per essere in regola in caso di controllo da parte delle autorità.

I tempi della manutenzione

Spesso, spinti dalla tipica e tutta umana voglia di semplificare, di schematizzare e di ridurre il tutto in semplici e precise regole, siamo tentati a dare ai vari interventi di manutenzione della barca delle scadenze abbastanza precise. Come abbiamo visto per la questione della antivegetativa, però, ogni diportista tende a creare un calendario “personalizzato”. Questo nel bene e nel male, sapendo che ci sono consigli che sarebbe bene non trascurare, dal tagliando annuale del motore fino al periodico controllo delle dotazioni di sicurezza. Ci sono poi altri interventi di manutenzione della barca che, molto semplicemente, hanno scadenze più lunghe nel tempo o semplicemente non programmabili: pensiamo alla riverniciatura delle fiancate, alla riparazioni, fino ad arrivare alla sostituzione di un motore fuoribordo vecchio, inquinante e poco efficiente con un propulsore nuovo ed efficiente, magari persino con un motore fuoribordo elettrico (sfruttando gli incentivi). Senza dimenticare infine che una barca più datata, in genere, avrà bisogno di tutta un’altra manutenzione rispetto a un modello fresco fresco di cantiere!

Cosa puoi fare tu e per cosa ti serve un professionista

Veniamo a un’altra domanda tipica di chi cerca informazioni sulla manutenzione della barca. Cosa fare in prima persona, e cosa far fare ai professionisti? In parte dipende dalla manualità del diportista, dalla sua pazienza, dal tempo a disposizione e via dicendo; in parte dipende dalle attività. Mica tutte, infatti, possono essere fatte da un “amatore”. Ci sono infatti manutenzioni che devono essere obbligatoriamente essere fatte da personale tecnico, dal semplice tagliando motore (per mantenere la garanzia del produttore) alle varie revisioni obbligatgorie. Va peraltro detto che il fatto di affidarsi a dei professionisti non vuol dire rinunciare ad acquistare i prodotti che si desiderano: è pratica assolutamente comune, per fare sempre l’esempio dell’antivegetativa, che sia il diportista stesso a scegliere e ad acquistare la vernice, per poi consegnarla (o farla consegnare) nelle mani del professionista che andrà a effettuare concretamente il lavoro (e sono davvero pochi gli artigiani e i cantieri che rifiutano questa conveniente pratica!).

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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