Oggi torniamo ancora una volta su un argomento di cui non si parla mai abbastanza, ovvero la scelta del filo da pesca. Questo componente dell’equipaggiamento, infatti, è uno dei più importanti nel determinare il successo di qualsiasi battuta di pesca, indipendentemente dalla tecnica scelta.
Abbiamo già visto come la scelta del filo da pesca sia influenzata dal tipo di preda, in base a cui opteremo per una lenza in nylon, in trecciato o in fluorocarbon, ma oggi vogliamo approfondire proprio i dettagli che riguardano il processo di selezione di quest’ultimo.
Continua a leggere e, ora della fine dell’articolo, saprai esattamente cosa considerare nell’acquistare il filo fluorocarbon migliore per le tue esigenze!
Piccolo ripasso: cos’è un filo fluorocarbon?
Se stai leggendo questo articolo, è probabile che tu conosca già la risposta a questa domanda, ma come erano soliti dire i nostri illustri antenati, repetita iuvant!
Per farla breve, il fluorocarbon è un particolare tipo di filo da pesca molto resistente e caratterizzato dalla quasi totale invisibilità in acqua, giunto agli onori della cronaca di tutto il mondo dal Giappone negli anni ’80 del secolo scorso.
A seconda della tecnica di pesca che utilizziamo e dell’attrezzatura a essa connessa (canna da pesca, mulinello, tipo di esca artificiale ecc.), possiamo beneficiare di una vasta scelta di lenze in fluorocarbonio, caratterizzate da maggior elasticità e morbidezza o rigidità a seconda di quanto ci serve. Approfondiamo questo passaggio fondamentale.
Scegliere il miglior fluorocarbon: le caratteristiche e i vantaggi
Si potrebbe dire che nella famiglia dei fili da pesca per terminale ci sia sempre una sorta di guerra civile in corso. Se infatti già le “fazioni” di nylon, trecciato e fluorocarbon sono in contrasto tra di loro, all’interno delle stesse grandi famiglie ci sono differenze interne che portano a delineare differenze sostanziali. Per il fluorocarbon, parliamo di una fondamentale distinzione:
- Fluorocarbon rigido: può rappresentare decisamente una marcia in più con determinati tipi di pesca, per sua stessa natura tende a rendere quasi impossibile l’ingarbugliamento del terminale rispetto alla lenza madre, soprattutto in alcune tecniche come il bolentino.
- Fluorocarbon morbido: solitamente più costoso della sua controparte morbida grazie a una maggiore adattabilità, rappresenta comunque un eccellente investimento per tecniche come il light drifting con palamite oppure per la traina col vivo. Le caratteristiche del materiale che forma il monofilo, infatti, lo rendono ideale per resistere a pesci di grandi dimensioni a dispetto del terminale lungo e sottile necessario per presentar loro l’esca nel miglior modo possibile.
Indipendentemente da questa distinzione, comunque, il fluorocarbon è un tipo di lenza caratterizzato da grande resistenza alla trazione e da un’ottima capacità di allungamento.
Al di là di queste ed altre caratteristiche come carico di rottura, diametro e affini, comunque, il fluorocarbon tende a essere famoso per la sua bassa visibilità in acqua, con un effetto di rifrazione della luce davvero limitato. Questo è sicuramente un punto a suo favore, in quanto il rischio di far insospettire il predatore si riduce notevolmente, tuttavia, il punto a cui far maggiore attenzione anche secondo gli esperti di Hinelson è la naturalezza del movimento dell’esca.
Se l’esca è troppo statica o si muove in maniera innaturale perché la lenza è troppo rigida, allora questo può rappresentare una discriminante molto più incisiva nel fare allontanare la nostra preda.
Un ultimo punto da tenere in considerazione riguarda la resistenza all’abrasione del fluorocarbon. Moltissimi test indipendenti, infatti, confermano che sebbene la parte esterna possa apparire rovinata ed erosa, un buon fluorocarbon è capace di mantenere comunque un buon carico di rottura, e questo rappresenta un grande vantaggio nel momento in cui, per esempio, ci si ritrova a pescare su fondali molto accidentati sia per la pesca in mare che per quella in acqua dolce.
Filo da pesca fluorocarbon: alcuni dei migliori
Svolto l’approfondimento circa le caratteristiche generali del fluorocarbon e dei danni che è in grado di assorbire, vediamo alcuni prodotti testati a più riprese dai nostri esperti e particolarmente indicati per la loro qualità.
Berkeley Trilene 0.40 mm
Parlando di fluorocarbon per il cosiddetto “Big Game, pochissime alternative sono pari o superiori a questo prodotto. Oltre alla garanzia rappresentata dal marchio, questa lenza prodotta da Berkeley ha un indiscutibile rapporto tra qualità e prezzo. Utilizzabile sia per l’acqua dolce che per quella salata, presenta ottima resistenza e versatilità: lo si può utilizzare per qualsiasi tecnica, dallo spinning alla traina.
Tubertini Carbon Ghost 0.28 mm
Chi ha detto che solo i Giapponesi sanno realizzare lenze in fluorocarbon? Questo prodotto “Made in Italy” eccelle grazie a un indice di rifrazione minimo, capace di renderlo praticamente invisibile in acqua anche al predatore più attento e sospettoso. Il trattamento ai raggi UV lo rende inoltre meno intaccabile dall’acqua salata, aspetto a cui si aggiunge una notevole resistenza del nodo bagnato, convertendolo di fatto in una scelta ideale per tecniche come eging, spinning e bolentino da barca.
Momoi Hi-Catch NEO 0.52MM
Potrebbe sembrare controintuitivo definire un filo da pesca rosa “invisibile”, ma Momoi assicura e da prova del contrario. Secondo gli studi dell’azienda giapponese, infatti, questo colore è il primo che scompare sott’acqua. Oltre alla caratteristica rigidità e resistenza delle lenze del marchio, questa versione beneficia di una grandissima versatilità, venendo impiegata per qualsiasi tipo di pesca in acqua salata: bolentino di profondità, jigging, spinning pesante, traina col vivo e traina d’altura.
Sufix Invisiline Predator Leader Socket 0.620 mm
Ecco una lenza che, oltre ad affondare quattro volte più veloce rispetto al nylon, presenta anche un allungamento tra i più bassi di tutti i concorrenti sul mercato. In questo senso, tutti i fili della serie Invisiline eccellono nell’essere utilizzati per la realizzazione di terminali in congiunzione a un trecciato.