La pesca a Eging con la canna è un’attività davvero entusiasmante che ci consentirà di vivere meravigliose avventure nel tentativo di insidiare i veri padroni delle profondità marine: i calamari, i totani le seppie e qualche polpo di passaggio. Potremo farlo in vari modi: da terra, dalla barca e vicini alle coste che offrono profondità adeguate. L’importante è avere con noi le migliori canne da eging, i mulinelli adatti e la montatura e l’esca perfetta per cefalopodi.
Preparazione per la pesca a eging
La tecnica di pesca eging si è praticata da sempre sulla barca. Dobbiamo eseguire con la nostra canna da eging un lancio parabolico della totanara, cioè dell’esca, naturale o artificiale in italiano conosciuta anche come “ontraco” ma internazionalmente chiamata appunto “egi” . si tratta di un cilindro metallico che termina con aghi appuntiti dove legare la nostra esca naturale o artificiale. Dobbiamo poi aspettare che tutto ciò raggiunga finché il fondo. Poi dobbiamo metterci in modalità “azione di pesca”. Più avanti nell’articolo approfondiremo il significato tecnico di “egi”
Le canne da eging: un mondo da scoprire
I calamari, i totani e le seppie amano la profondità e il buio assoluto. La pesca a eging vede infatti i suoi migliori frutti durante la notte. Le migliori canne da eging dovranno avere una lunghezza compresa tra i 2 e i 2 metri e mezzo circa. Sono tanti i modelli disponibili e dobbiamo scegliere in base al tipo di attività di pesca che andremo ad affrontare e anche in base alla nostra esperienza. Per approcciarci alla pesca a eging non c’è bisogno di spendere un capitale ma basta un po’ di accortezza nella scelta. La canna Sale Sky Eging da 1,80 ad esempio rappresenta un ottimo inizio, perché ci consente di sperimentare le basi dell’eging ma si adatta bene anche per la pesca a bolentino. Una ottima scelta per chi non è proprio esperto scelta è anche la Game Saltwater Egi 83S, duttile e già dotata di buona sensibilità generale. Con qualunque attrezzo approccerete l’eging, vi innamorerete di questa tecnica.
Le migliori canne da Eging
Se vogliamo invece immergerci fin dall’inizio nell’ “eging puro”, possiamo iniziare scegliendo la Sugoi Revolve Egi. Ad un prezzo accessibile avremo in mano una canna da due metri e mezzo, adatta per ogni cefalopode. Qualunque canna useremo, dovremo sfruttarne la sensibilità e, con movimenti ripetuti e piccoli ma anche con decisi strattoni faremo muovere la nostra esca a zig zag e in verticale. Questo è il movimento perfetto per attirare i cefalopodi, totani, seppie o calamari. Ci sono canne da eging davvero “micidiali” per ottenere il massimo della performance.
Cominciamo con la sensibilissima Penn Conflict Egi 892 ma attenzione: per la migliore prestazione fermatevi ai modelli non superiori ai 3 m. Saliamo ancora di livello e incontriamo il top della scelta, dove sensibilità, robustezza ed equilibrio si sposano perfettamente. La Savage Gear SGS2 è davvero una canna ad eging ad alte prestazioni ma su tutte, a mio parere, svetta la perfezione della Shimano Sephia BB S83ML, una vera “campionessa”, per struttura e progettazione. Ora che che avete scelto la vostra canna più adatta si dia inizio all’avventura.
La ferrata nella pesca a eging
Non aspettatevi abboccate feroci o voraci dal calamaro e i suoi “cugini di profondità”: Questi cefalopodi si attaccheranno semplicemente alla vostra esca in movimento. La canna da eging si indurirà di colpo quando il calamaro cercherà di ghermire la preda e bisognerà essere preparati. Il nostro mulinello da eging, che deve avere bobine adeguate ad ospitare almeno cento metri di monofilo delle dimensioni almeno di 0,20, 0,30 sarà pronto, con la frizione chiusa. Non dobbiamo usare la canna da eging per ferrare o compiere movimenti bruschi. Dobbiamo invece, oramai sicuri di avere la nostra cattura saldamente agganciata, recuperare con regolarità. Giro dopo giro della manovella del mulinello, vedremo cosa si sarà “avvinghiato” al nostro terminale. Un movimento brusco della nostra canna da eging e “ciao, arrivederci e grazie”. Il nostro calamaro o chi per esso, si sgancerà insospettito dall’esca e tornerà in profondità allentandosi dalla luce.
Una volta a bordo
Attenzione una volta che la nostra preda è giunta a bordo perché è qui che cominciano le danze. Il calamaro e il totano hanno la pessima abitudine, una volta che si tenta di slamarli dall’esca, di gettare potenti schizzi di “inchiostro” sul povero pescatore sportivo. Per evitare questa spiacevole situazione, tenete il cefalopode catturato lontano da voi e cercate di spostarlo lateralmente, mettendolo così fuori dalla traiettoria diretta. Vi assicuro che uno schizzo in faccia di inchiostro nero non fa davvero piacere. La seppia da questo punto di vista è un po’ più gentile: schizzerà sì, ma si limiterà a sporcarvi il fondo della barca. Ma andiamo vedere cosa ci serve, “pezzo per pezzo”, per una “gloriosa” battuta di pesca al calamaro, alla seppia e in generale ai cefalopodi.
Quali mulinelli agganciare alle canne da eging
Per garantire un recupero in sicurezza e senza brutte sorprese il nostro mulinello da eging deve essere adeguato alla nostra azione di pesca a eging. È indifferente che il mulinello abbia la frizione anteriore o posteriore ma deve essere sempre raggiungibile e pronta per essere chiusa immediatamente dopo che il calamaro o la seppia abbiano abboccato. Il mulinello deve consentire un recupero regolare ma in caso di bisogno deve rispondere prontamente agli scatti repentini della manovella. Per questo motivo, è consigliabile usare un mulinello piuttosto leggero e che abbia una capacità di riavvolgimento molto fluida. Le dimensioni non contano molto in questo caso. Potremo usare mulinelli che contengano tra i 50 m e i 250m di monofilo.
Il filo per la pesca a eging
Il filo da pesca è davvero importante. Non deve allungarsi o arricciarsi al primo sforzo. È quindi consigliabile utilizzare lenza da pesca in nylon o meglio ancora il filo da pesca fluorocarbon, della dimensione non inferiori allo 0,20 ma che non superino, perché troppo duri e visibili, lo 0,30 di diametro. Il colore in profondità non è invece molto importante.
Le esche adatte
Torniamo al nome proprio: “Egi”, cioè l’esca “particolare“ che andremo ad utilizzare nella nostra serata dedicata alla pesca al cefalopode. L’egi è unico e riconoscibile perché è un’esca formata o da esche naturali da attaccare al nostro cilindro carico di aghi oppure da esce artificiali specifici, progettati per attirare i cefalopodi. Alcuni di questi cilindri sono dotati di una luce intermittente a batteria per aumentarne la visibilità in profondità ed attirare così calamari e seppie, davvero ipnotizzate dal bagliore intermittente. Gli spuntoni metallici sono invece indispensabili per catturare calamari e a volte anche polpi che rimangono attaccati coi tentacoli e le ventose all’egi.
Possiamo in realtà trovare tantissime tipologie di esche. La scelta deve essere basata sulla nostra conoscenza del tratto di mare e del fondale dove andremo a svolgere la nostra battuta di pesca. Le dimensioni si differenziano quindi a seconda delle profondità che andiamo ad affrontare: possiamo spaziare tra esche che vanno da una numerazione da 1.50, fino a 4.00. La scelta della nostra esca per la pesca a eging sarà figlia di una semplice operazione matematica: L’esca perfetta si ottiene infatti moltiplicando la misura per 3 cm. Ad esempio se scegliamo un esca da eging di 3.00 equivale a 9 cm di lunghezza.
Conclusioni sulle migliori canne da pesca a eging
La canna da eging dovrà essere quindi perfetta e in questa tipologia di pesca ancor più che in altre perché la sensibilità è davvero fondamentale. Non fidatevi quindi di canne troppo rigide. Lo sforzo va infatti ben distribuito e le sere e le notti passate a pescare ad eging, possono garantirvi una nottata di pesca memorabile.