La Mini Transat non è solo una regata per i solitari che vogliono attraversare l’Atlantico a bordo delle piccole Mini 6.50, è anche un cassetto dei desideri dove è possibile ritrovare il proprio sogno oceanico.
La Mini Transat è una regata che ha portato centinaia di navigatori ad attraversare l’Oceano, ma racchiude anche tante storie come quella di Matteo Sassi e delle sue mille miglia in solitario in Adriatico.
LA MINI TRANSAT: L’OCEANO PER TUTTI
La Mini Transat è una regata nata nel 1977, organizzata la prima volta dall’associazione “gruppo dei crocieristi della costa”, e dedicata agli armatori di piccole imbarcazioni che volevano cimentarsi nella traversata atlantica. Il successo della regata è inevitabile, e con il tempo diventa il trampolino di lancio di skipper professionisti e banco di prova per i cantieri navali che vogliono testare nuovi progetti dedicati all’oceano. Oggi, le barche utilizzate sono i Mini 6.50 che seguono una box rule ben precisa.
Tra i partecipanti alla Mini Transat, però, non ci sono solo aspiranti navigatori oceanici, ma anche appassionati e sognatori che, con un budget limitato, si possono permettere l’avventura oceanica.
Ma l’Oceano non è un gioco e deve essere affrontato con consapevolezza ed avendone le giuste capacità. Per questo per partecipare alla Mini Transat è necessario percorrere obbligatoriamente 1500 miglia in regate di classe e 1000 miglia in solitario a bordo del proprio Mini 6.50.
MATTEO SASSI: UNA QUALIFICA PERSONALE
Matteo Sassi è di Imola, naviga da quando era un ragazzo e il mare lo vive come velista e come apneista.
Poi, incontra i Mini 6.50.
“Ho scoperto il mondo della Mini Transat quando mi sono avvicinato alla navigazione d’altura. Era il 2012 ed i Mini 6.50 mi sono subito piaciuti. Così ho acquistato il Mini 355, la barca di Andrea Pendibene con la quale partecipò alla Mini Transat nel 2007. Portata la barca a Marina di Ravenna dopo una settimana ho trovato un biglietto, scritto a mano da Matteo Rusticali, che mi invitava ad entrare nel gruppo di Ministi che stava nascendo proprio in quel periodo. Accettai, mettendo però in chiaro che non ho avevo nessuna intenzione di fare regate di classe e tanto meno navigare in solitario. Esattamente otto mesi dopo ero sulla linea di partenza del Trofeo Bianchetti, una regata della classe Mini 6.50.”
Matteo inizia così a navigare sui Mini, cambia barca con un modello più performante e scatta la voglia di mettersi alla prova, in solitario. La qualifica di 1000 miglia in solitario sembra perfetta, anche come regalo per i 50 anni.
“Vista l’età, se voglio darmi degli obiettivi devo farlo a stretto giro.”
L’11 giugno 2022, seguito da amici e famiglia, Matteo molla gli ormeggi da Marina di Ravenna per la sua navigazione in solitario ed inizia questa sua avventura, seguendo lo spirito della Mini Transat: nessun supporto tecnologico e tanta marineria.
“Quando sono partito pensavo di vivere il mio mare, quello che conosco da oltre 40 anni, di stare in sintonia con l’Adriatico, fatto di ariette. Invece ho navigato veloce, fatto mille cambi di vele, ho incontrato tanto traffico di navi e dormito poco con una media di 2 ore al giorno, invece delle 4 che avevo ipotizzato. In mare non devi mai dare nulla per scontato.”
Matteo nei mesi precedenti la partenza ha seguito un programma di preparazione fisica ma soprattutto ha lavorato tanto sul Mini6.50, curando ogni dettaglio tecnico e strutturale.
“Ho preparato la barca cercando di non trovarmi mai impreparato, perché in mare è necessario fare le cose per bene, non solo per una questione di sicurezza ma piuttosto per avere una certa tranquillità interiore. Quindi non mi sono accontentato di avere il piano B, avevo anche il piano C. Ed ha funzionato. Come la prima notte, quando ho scoperto che sia le luci di via che quelle di rispetto non funzionavano. Fortunatamente avevo il kit di luci a batteria della Plastimo. Problema risolto, e questo perché avevo pensato ad ogni eventualità, facendo tutto quello che andava fatto prima di mollare gli ormeggi.”
La qualifica permette ai velisti che vogliono partecipare alla Mini Transat di testare le proprie capacità, perché navigare in solitario è un’esperienza da provare prima di affrontare l’Atlantico.
“Le mille miglia ti fanno capire se veramente ci vuoi andare alla Mini Transat.”
Esperienza che quindi Matteo ha voluto vivere per sé stesso e per affrontare il suo “oceano” personale, non un luogo ma uno stato interiore fatto di esperienza e di passione per il mare.
“Arrivato alle Tremiti mi sono accorto che non mi stavo più divertendo. Non era una regata e forse la solitudine, che mi è pesata tanto, e la fatica di alcuni momenti mi aveva fatto passare la voglia di navigare. Ero lì, sulla mia barchina, non per fare la Mini Transat, ma per vivere un’esperienza. Quindi ho deciso di saltare l’ultimo waypoint e tornare verso casa. Erano soltanto 20 miglia in più, non sarebbe cambiato nulla, ma nessuno mi obbligava e sentivo di aver raggiunto esattamente quello che volevo. Ero felice così.”
“Ho percorso 1163 miglia in 9 giorni e 4 ore, una fucilata come mi ha detto un amico, e sono tornato diverso. Ho scoperto tante cose di me, come ad esempio che mi piace la navigazione d’altura in compagnia e non in solitario, perché la solitudine in mare non è proprio per me. Consiglio a tutti di fare un’esperienza come questa perché ti permette di capire se sei pronto ad essere un certo tipo di marinaio, e se non lo sei lo diventi. Oggi, mi permetto di dire che sono diventato un bravo marinaio, e che posso pensare ad altre esperienze del mondo Mini.”