Navigazione con il maltempo: consigli per la sicurezza in mare

Parlare di sicurezza in mare vuol dire prima di tutto pensare alle dotazioni di sicurezza da avere a bordo della barca, quindi alle regole da seguire per evitare incidenti, e ancora, alla manutenzione della barca, che deve essere sempre in condizioni tali da poter navigare in sicurezza. Non bisogna però mai dimenticare che durante un’uscita in barca gli attori in gioco non sono solamente il diportista e il relativo mezzo: anche il mare, o meglio, la natura ha un suo ruolo. E si sa, il sole non splende sempre, e il mare non è sempre calmo. Anzi! Soprattutto negli ultimi anni, nel Mediterraneo, e in particolar modo lungo alcune delle rotte più battute, si sono registrate forti tempeste, burrasche, e qui e là persino degli uragani. Ecco che allora ogni diportista che mira a qualcosa in più rispetto alla breve uscita lungo la costa, a pochi minuti dall’ormeggio, dovrebbe sapere come affrontare in modo sicuro la navigazione con il maltempo. Sapendo che il primo comandamento in questi casi è, per quanto possibile, mantenere la calma. Ma no, non la calma data dall’ingenuità, o persino dall’ignoranza del rischio che si sta correndo: al contrario, quella che serve è la tranquillità data dalla consapevolezza di essere in grado di affrontare nel modo giusto delle condizioni meteorologiche avverse. Vediamo quindi una guida completa per la navigazione con il maltempo!

Sicurezza in mare: controllare il meteo

Abbiamo dunque chiarito che la sicurezza in mare è determinata anche dai capricci del meteo. Non stupisce dunque che il primo passaggio che desideriamo affrontare in questa guida sia quello relativo al monitoraggio dell’evoluzione meteorologica, lì dove ci troviamo e soprattutto lì dove dovremo essere a breve. Per farlo ci sono ovviamente diversi strumenti a disposizione, ognuno con delle caratteristiche ben precise. Di sicuro possono essere molto utili le previsioni meteorologiche, senza scordare inoltre che il meteo può passare anche per la radio VHF: il Servizio Metereologico dell’ Aeronautica Militare fornisce infatti aggiornamenti regolari sul canale 16 del VHF, rispettivamente alle ore 00 – 06 – 12 – 18 UTC. Non vanno inoltre scordate le varie app per il meteo marino, da Windy in poi. Accanto agli strumenti digitali ci sono poi quelli più classici, a partire dal barometro, fondamentale per controllare la pressione: quando questa cade infatti è bene prepararsi alla navigazione con il maltempo.

Il buon diportista, con il tempo, impara peraltro a capire il meteo anche a occhio nudo. Questo non vuol dire certo che con una sola occhiata si potranno avere tutte le informazioni utili per la navigazione in sicurezza! Certo che no, anche perché si potrebbero avere delle interpretazioni sbagliate, e perché non è possibile avere dei dati certi né sulla velocità del vento, né sulla pressione senza i relativi strumenti. Al centro della nostra attenzione deve esserci il vento, che come è noto è generato dalla differenza di pressione tra due aree: dove c’è alta pressione, in estrema sintesi, c’è poco vento e meteo stabile, mentre quando c’è bassa pressione il vento aumenta, così come l’instabilità meteorologica. Sulla carta sinottica, le direzioni del vento sono indicate dalle isobare, le linee che uniscono i punti di pressione uguale; all’aumentare della vicinanza delle isobare viene indicata una forte differenza di pressione, e quindi di conseguenza venti più forti.

Per capire la direzione del vento senza strumenti, velocemente, è sufficiente ruotare la testa, fino a quando sentiremo il vento che colpisce entrambe le orecchie: ecco, in quel momento saremo esattamente nella direzione in cui soffia il vento. A confermare questa intuizione ci sono anche le increspature sull’acqua (increspature del mare che, va detto, non sono da confondere con le onde!). Per cercare di capire quanto è forte il vento, in mancanza di altri strumenti, è possibile affidarsi alla famosa scala del vento Beaufort, che definisce gli effetti delle diverse velocità del vento: un vento a 5 gradi, ovvero una brezza leggera, va muovere la banderuola, e genera ondicelle minute e corte; un vento teso, a 18 nodi, fa oscillare i piccoli alberi a terra, le onde si allungano, e iniziano gli spruzzi: si ha invece una burrasca dai 34 nodi in su, quando al largo le onde si fanno alte e lunghe, con la loro sommità che si rompe in spruzzi vorticosi risucchiati dal vento.

Navigazione con il maltempo: quando è bene rinunciare

Non ci sono dubbi: quando le previsioni ci dicono che il giorno dopo o magari tra poche ore ci si troverà ad affrontare una navigazione con il maltempo, con venti molto forti, marosi, burrasche e tempeste, è assolutamente bene evitare di uscire in barca, posticipando l’uscita a quando le condizioni meteorologiche saranno migliori. Tutto dipende anche da cosa si desidera fare: alcune volte le previsioni presentano vento, pioggia e freddo, pur senza indicare delle condizioni tali da far venir meno la navigazione in sicurezza. In quel momento sarà necessario capire se varrà o meno la pena di uscire in mare, anche in base ai desideri di chi si troverà a condividere con noi questa avventura potenzialmente poco confortevole!

Navigazione con il maltempo: dipende anche da barca ed equipaggio

È bene precisare, prima di vedere quali sono le regole della navigazione con il maltempo, che non esiste una vera e propria definizione di “maltempo” uguale per tutti: ci sono infatti imbarcazioni da crociera particolarmente solide e stabili, che possono affrontare senza grossi problemi delle condizioni meteorologiche difficoltose, e altre barche che invece per la loro natura devono cercare al più presto un porto sicuro. Anche l’equipaggio fa la differenza. Chi ha a bordo dei lupi di mare molto preparati potrà affrontare una condizione avversa con entusiasmo ed eccitazione, sapendo di avere tutte le carte in regola per sfidare un vento sostenuto; un equipaggio con esperienza moderata o limitata farà invece benissimo a evitare per quanto possibile l’impegno di affrontare delle condizioni difficili. Detto questo, il buono skipper, quando possibile, evita sempre di ritrovarsi a dover gestire una navigazione con il maltempo.

Come preparare la barca in vista delle condizioni avverse

Ipotizziamo ora di trovarci al largo, e di avere delle indicazioni – dalle previsioni meteo via app, dall’osservazione del vento e delle nuvole, dalle comunicazioni via VHF e via dicendo – sull’arrivo di condizioni di maltempo. Al di là delle scelta della strategia da seguire (ovvero sull’opportunità di tornare quanto prima in porto o di sostenere il maltempo in mare, scelta sulla quale torneremo tra poco) è bene in ogni caso preparare sia la barca che l’equipaggio alla navigazione con il maltempo. E sì, in effetti i preparativi non sono pochissimi, anzi. Ecco una lista da tenere a mente per quanto riguarda la preparazione della barca:

  • Liberare la coperta da ogni attrezzatura e da ogni oggetto lasciato all’esterno, dall’asciugamano steso ad asciugare in poi
  • Controllare la zattera di salvataggio, che deve essere rapidamente raggiungibile
  • Verificare che la cabina sia libera e in ordine, e che ogni oggetto sia perfettamente stivato, per evitare di trovarsi con oggetti a terra durante il maltempo
  • Se in barca a vela, assicurarsi che tutte le linee siano ben organizzate, per evitare che i membri dell’equipaggio si inciampino, che le cime cadano in acqua e che si impiglino nell’elica
  • Controllare che tutti i boccaporti siano chiusi, e che le prese d’aria siano coperte
  • Accertarsi che in cucina sia tutto assicurato, senza piatti sul tavolo, senza coltelli sul bancone e via dicendo
  • Assicurarsi che la sentina sia svuotata, e che la pompa di sentina sia pronta per intervenire in caso di bisogno
  • Assicurarsi che l’eventuale tender sia perfettamente fissato (è assolutamente da escludere l’ipotesi di affrontare una navigazione con il maltempo mentre si traina il battello di servizio, ed è bene sapere che sarà difficile tirarlo a bordo in condizioni di forte vento)
  • Accertarsi che l’eventuale bimini sia chiuso e assicurato
  • Assicurarsi che tutte le luci di via funzionino.

Non basta preparare l’imbarcazione ad affrontare una tempesta in mare: è bene assicurarsi che anche l’equipaggio sia pronto per tenere alto il livello di sicurezza.

Sicurezza in mare: come preparare l’equipaggio al maltempo

Come preparare l’equipaggio della barca alla navigazione con il maltempo? Ecco i passaggi fondamentali:

  • L’intero equipaggio deve pensare prima di tutto all’abbigliamento, indossando indumenti caldi e impermeabili
  • In caso di temperature basse, è bene accendere il riscaldamento in barca, così da offrire all’equipaggio la possibilità di riscaldarsi durante la navigazione con il maltempo
  • Sempre in caso di temperature basse, non è da scartare l’ipotesi di preparare una thermos di tè caldo da tenere a portata di mano durante la tempesta
  • Ogni membro dell’equipaggio deve indossare il giubbotto di salvataggio
  • Ogni membro dell’equipaggio deve indossare la cintura di sicurezza e utilizzare la jackline per muoversi in sicurezza a bordo
  • È buona regola mangiare prima dell’arrivo del maltempo, sapendo che in caso di prolungata navigazione con una tempesta sarà difficile preparare dei pasti
  • È bene che qualcun altro a bordo, oltre al capitano, sappia come utilizzare i dispositivi fondamentali, a partire dalla radio VHF, per arrivare fino alla messa in acqua della zattera di salvataggio
  • Per sicurezza, non è da scartare l’idea di distribuire a tutti delle pastiglie contro il mar di mare.

Navigazione con il maltempo: scegliere una tattica da seguire

Abbiamo quindi visto come preparare la barca alla navigazione con il maltempo e come preparare l’equipaggio ad affrontare delle ore potenzialmente difficili, con condizioni meteorologiche avverse. Ma qual è effettivamente la strategia da seguire nel momento in cui durante la navigazione si scopre che il meteo sta peggiorando? In base ai dati in proprio possesso, il comandante dovrà decidere se dirigersi verso il porto più vicino, qualsiasi esso sia, o se continuare con la navigazione con il maltempo. Sono da considerare le effettive condizioni meteorologiche, la portata delle previsioni e il tipo di perturbazione in arrivo, l’affidabilità della barca, la preparazione dell’equipaggio, le distanze da percorrere, la distanza dalla costa, e via dicendo.

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Certo, si potrebbe pensare a prima vista che l’opzione del rientro in porto sia la più ovvia. Ma non è sempre così: talvolta l’ingresso al porto presenta infatti delle condizioni talmente pericolose – per via del fondale basso, per la ristrettezza dell’entrata e via dicendo – da rendere più sicuro il largo, lontano dalla costa e da potenziali ostacoli (non a caso il vecchio detto marinaresco dice che “in caso di tempesta è meglio restare in mare”, sostenendo che di fatto il marinaio debba proteggere la barca dalla riva, e non dal mare stesso). Scegliere di restare in mare significa impegnarsi per muoversi verso una zona di mare manovrabile, dove porsi sottovento. L’opzione migliore è quella di rifugiarsi in una baia, a patto però che questa non sia colpita sfavorevolmente dal vento.

Come comportarsi in barca a vela in condizioni di maltempo

Concentriamoci ora sulla barca a vela. Come comportarsi in condizioni di maltempo su una barca che sfrutta proprio la forza del vento per muoversi? La regola di fondo, di per sé, è molto semplice: all’aumentare del vento, è bene ridurre via via la le vele, terzalorando e impiegando superfici veliche progressivamente più piccole. Il comportamento da mantenere dipende molto in realtà anche dalla direzione della barca rispetto a quella del vento: la via più confortevole dovrebbe essere quella di tenere il vento da lato o da poppa, ma sempre e solo a patto di non sottostimare la forza del vento: non è da escludere in certi casi la scelta di navigare unicamente con il fiocco.

Nel mezzo di una tempesta è inoltre bene assicurarsi di controllare l’andatura e, se necessario, di ridurla: è il caso per esempio della barca che procede sottovento con il maltempo, e rischia di essere colpita dalle onde stesse. Non è da escludere infine l’opzione di mettersi in cappa, con l’obiettivo quindi di subire il meno possibile i contraccolpi del brutto tempo. La cappa secca prevede di non avere alcuna vela issata: si tratta di una scelta da fare quando le condizioni sono effettivamente brutte, o quando c’è la concreta necessità di far riposare almeno un po’ l’equipaggio: ecco allora che tutte le vele vengono ammainate e che il timone viene portato all’orza, lasciando la barca a scarrocciare nella direzione del vento (in alcuni casi potrebbe essere utile aggiungere anche l’utilizzo dell’ancora galleggiante, filata da prua).

Ancorare in caso di tempesta

E se la decisione fosse quella di cercare un riparo? Se la tempesta in arrivo fosse prevista per la notte? Ecco, in questo caso certamente sarebbe il caso di scegliere un riparo: la baia da individuare in questo caso deve essere orientata in modo da assicurare che il vento in arrivo non vada a soffiare verso la costa, quanto invece, verso il mare, al largo. Trascurare questa verifica prima di scegliere l’area in cui ancorare può avere, come si può immaginare, delle conseguenza catastrofiche: in caso di vento forte ci si troverebbe infatti impossibilitati a uscire dalla baia, talvolta perfino aiutandosi con il motore.

Trovato il posto giusto è possibile ancorare, senza essere tirchi con la catena: molto meglio arrivare almeno a filare 5 volte la distanza tra la barca e il fondale; e anzi, visto il maltempo in arrivo, sarà bene assicurarsi doppiamente la tenuta dell’ancora, per prevenire rischiose arature: un tuffo con la maschera per controllare l’ancora potrebbe essere una buona idea! E ancora, soprattutto pensando alla presenza di altre barche nella medesima baia, in vista del maltempo potrebbe essere utile posizionare i parabordi, così da scongiurare per quanto possibile danni da urto.

In ogni caso, visto l’arrivo del maltempo, è sempre bene farsi trovare pronti. È buona norma quindi preparare la barca in modo da poter salpare in pochissimo tempo, e lasciare sempre qualcuno di guardia, per assicurare perlomeno la tenuta dell’ancora.

Uomo in mare: un veloce ripasso

Quando ci si trova a dover gestire una navigazione con il maltempo, tra le priorità assolute c’è ovviamente quella di evitare delle cadute in mare. Le quali, con degli sbandamenti improvvisi, e senza i dovuti accorgimenti, sono tutt’altro che improbabili. Se è vero che il giubbotto salvagente è la prima forma di sicurezza, è vero anche che tutti a bordo dovrebbero assicurarsi alla life line, per scongiurare fin dal principio la possibilità di finire fuoribordo. E se, nonostante tutte queste attenzioni, qualcuno dovesse finire in mare? Per farsi trovare pronti, è necessario che l’equipaggio sappia come comportarsi in caso di emergenza. Il primo passaggio consiste nel gettare in mare, al momento della caduta, del materiale galleggiante, dal salvagente anulare obbligatorio in poi. Questi oggetti galleggianti hanno due motivi d’esistere: per prima cosa, potranno offrire un supporto alla persona caduta in mare; in secondo luogo, aiuteranno a identificare in modo più veloce la zona in cui la persona è caduta, così da permettere alla barca di rallentare e tornare sul posto. In questo senso, la combinazione tra giubbotti di salvataggio colorati e aste gelleggianti con bandiera è praticamente insuperabile, anche perché di per sé vedere la testa di un uomo in mare – soprattutto in condizioni di visibilità ridotta – è tutt’altro che facile.

Una volta fatta la manovra necessaria per avvicinarsi alla persona caduta, sarà necessario prima di tutto assicurarla a una cima, e in secondo luogo recuperarla e tirarla a bordo. Due operazioni che, va sottolineato, non sono facili come si potrebbe pensare: a rendere più facili queste operazioni c’è il galleggiante a ferro di cavallo, che complice la manovra della barca può arrivare “addosso” all’uomo in mare. Per issare la persona a bordo – soprattutto in presenza di un naufrago inconscio – può essere utile far scendere un membro dell’equipaggio in mare e successivamente aiutarsi con una drizza sul boma, con la quale fare più forza.

navigare in sicurezza con il maltempo

Cattivo tempo: il diritto del rifugio in porto

Come anticipato, al sopraggiungere del maltempo in navigazione ci si si trova nella maggior parte dei casi a dover decidere tra il restare in mare aperto e tra il cercare rifugio in un porto. Vale quindi la pena sottolineare che in casi di maltempo ogni porto deve lasciare spazio a delle imbarcazioni in difficoltà. È noto infatti che ogni porto italiano è obbligato a lasciare libero almeno il 10% dei posti barca per le unità di transito (così come stabilità dalla Circolare n. 47 del 5/8/1996); la stessa Capitaneria di Porto afferma che in condizioni meteorologiche avverse il diportista che si trova in mare ha il diritto di vedere accolta la propria richiesta di rifugiarsi in un porto.

Tornando sui posti riservati alle unità in transito, l’ormeggio dovrebbe essere gratuito per un periodo di tempo non superiore alle 12 ore, e unicamente nella fascia oraria che va dalle 8 alle 20. Per evitare che qualcuno “approfitti” di questa regola, nella Circolare viene sottolineato che non è possibile usare questa possibilità più di 3 volte al mese. È però noto che non tutti i porti turistici rispettano questa regola, sia per quanto riguarda la percentuale di posti barca lasciati liberi, sia per quando concerne l’utilizzo gratuito. Non ci sono però dubbi: in caso di navigazione con il maltempo, il posto in porto deve essere garantito!

Cosa mangiare per prevenire il mal di mare

Vale la pena infine dedicare alcune parole al fattore alimentazione: nessuno vorrebbe ritrovarsi a dover affrontare una tempesta in mare con un equipaggio in preda al mal di mare. Come anticipato più sopra, su una barca che si appresta ad affrontare una navigazione con il maltempo sarebbe bene anticipare il pasto, sapendo che sarà difficile sia cucinare qualcosa durante la tempesta, sia prendersi del tempo per mangiare con calma. Ma cosa mangiare sapendo che le prossime ore saranno molto movimentate? Certo, già di per sé la tensione di dover affrontare la navigazione potrebbe essere un buon aiuto per prevenire la “cinetosi”, ovvero per l’appunto il mal di mare. Può però certamente aiutare un’alimentazione leggera, con cibi non grassi, con quantità non esagerate. Alleati perfetti in questo caso sono i cibi secchi, quali i cracker, che aiutano anche contro l’acidità di stomaco. Ottimi anche frutti come la mela e la pera, facilmente digeribili, o come le banane, sapendo inoltre che lo zenzero è un ottimo rimedio contro la nausea.

Siamo dunque giunti alla fine di questa guida per la sicurezza in mare durante la navigazione con il maltempo: come avrai certamente capito, gran parte dell’impegno va assegnato alla previsione e alla preparazione!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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