La navigazione notturna offre emozioni e suggestioni uniche, e non è assolutamente proibita. Va detto, però, che è bene evitare di navigare di notte quando si è alle prime armi nel mondo della nautica, e che ci sono parecchie cose da tenere in considerazione, a livello di organizzazione e di strumentazione, per poter affrontare la navigazione notturna in sicurezza e senza troppo stress. Di certo fare dei tratti di notte durante una crociera regala degli attimi stupendi: pensiamo alle stellate, pensiamo ai momenti passati in pozzetto a chiacchierare mentre la nostra barca scivola nel silenzio più assoluto, pensiamo ai riflessi che la luna traccia sulle onde.
Ma questo può cambiare in un attimo: le stelle scompaiono dietro le nuvole, il vento si alza facendo sbattere le vele – se si naviga in barca a vela – le onde si alzano, e via dicendo. Insomma, per affrontare la visibilità ridotta o quasi inesistente della navigazione notturna è bene organizzarsi bene: vediamo come fare e quello che serve per fare delle traversate in barca di notte.
Non è facile immaginare com’è la percezione dello skipper durante la navigazione notturna se non ci si è mai trovati in questa situazione. Quello che dobbiamo dare per assodato è che risulta più difficile o impossibile vedere con i propri occhi eventuali ostacoli, dai fondali bassi agli oggetti galleggianti, per non parlare del fatto che in barca a vela risultano difficili da scorgere persino le manovre. Certo, navigando con la luna piena e con cielo sereno è tutto più facile. In ogni caso, valutare le distanze degli oggetti che si presentano davanti a noi è più difficile: certe volte delle luci lontanissime sembreranno vicine, e viceversa. Un buon binocolo marino o un buon radar per barca, in ogni caso, possono senz’altro aiutare.
La navigazione notturna in sicurezza necessita di una buona organizzazione. Prima di tutto, chi non ha mai affrontato questa situazione dovrebbe cercare di pianificare la prima traversata di notte su una tratta facile, meglio se con luna piena e con bel tempo. In ogni caso è bene prepararsi per la notte, disponendo dei turni in modo che ci sia sempre qualcuno di sveglio e attento al timone. Ecco allora che il consiglio è quello di cenare prima che arrivi l’oscurità, per mandare poi parte dell’equipaggio a dormire: l’errore di tanti è quello di passare le prime ore dell’oscurità tutti insieme in pozzetto, per poi arrivare alla metà della notte con un equipaggio fatto di persone parimenti stanche.
Molto meglio invece programmare cambi di guardia ogni 3-4 ore, anche in base alle ore di oscurità e al numero delle persone a bordo che possono condurre la barca. Laddove possibile, meglio sempre programmare guardie in coppia. Non si parla solo dell’organizzazione dell’equipaggio: anche la barca deve essere organizzata bene, assicurando drizze e cavi prima del tramonto, dando per sicurezza una controllata complessiva alla barca alle ultime luci del giorno. Un’attenzione particolare dovrebbe essere destinata alle dotazioni di sicurezza: quando la visibilità è ridotta, meglio indossare sempre il giubbotto salvagente, nonché eventualmente assicurarsi alla jack line.
Una buona regola, nella navigazione notturna con perturbazioni, è quella di ridurre le vele: si rallenterà la marcia, ma si ridurranno anche stress e rischi.
Gli atterraggi notturni in porto: quando sì e quando no
In generale, sarebbe sempre meglio evitare di entrare in porto durante la notte. Sarebbe quindi un’ipotesi da prendere in considerazione solo in caso di reale bisogno, oppure quando si conosce molto bene l’approdo, che dovrebbe in ogni caso essere ben segnalato, facendosi aiutare da qualcuno a prua munito di binocolo.
Ci sono ovviamente dei dispositivi e degli accessori che ci permettono di aumentare la sicurezza della navigazione notturna. Pensiamo ai radar e ai binocoli (meglio ancora se con visore notturno) ma anche alle luci della barca, tra le quali abbiamo le luci di via barca, le luci di navigazione e le luci dell’ancora.
Le luci di marcia, laterali, servono a indicare la nostra presenza alle altre imbarcazioni, mentre la luce di poppa bianca serve a indicare l’orientamento dello scafo. Va poi sottolineato che la barca a vela che naviga a motore deve accendere la luce di navigazione posta in testa all’albero, laddove invece chi è all’ancora in mare deve obbligatoriamente accendere la relativa luce, in cima all’albero o sospesa al boma. GPS cartografico nautico, infine, sono altamente preziose, pur sapendo che vanno interpretate e comprese: non è poi così raro ritrovarsi con un GPS che ci dice che siamo sulla terraferma mentre navighiamo lungo una costa!