La gassa d’amante è un nodo ad occhiello tra i più utili di tutta la nautica insieme al nodo bandiera. La sua fama, che lo fa conoscere a volte anche come “nodo bolina”, è dovuta soprattutto alla sua affidabilità come nodo sotto carico, che però non ne compromette la facilità di scioglimento quando necessario.
Gli utilizzi della gassa d’amante…e un’utile storiella
Per la sua natura di nodo ad occhiello, la gassa d’amante può essere preparata in anticipo e lasciata “in attesa” fino al momento del bisogno, per esempio per ormeggiare a una bitta o per assicurare una scotta al fiocco. Anche l’utilizzo di una gassa legata ad un’altra, per esempio, è un modo molto sicuro per ottenere un affidabile nodo di giunzione. La sua particolarità è, come già accennato, la capacità di sciogliersi agilmente anche a pieno carico, con tutti i vantaggi che questo comporta.
In ogni caso, questo tipo di nodo in barca è fondamentale. Il cappio che si ottiene eseguendolo correttamente, infatti, si usa per diversi scopi, tra i quali citiamo:
- Assicurare una cima alla catena dell’ancora
- Fissare oggetti a bordo per evitare una malaugurata caduta in mare
- Ormeggiare una barca
- Fissare una cima agli occhielli degli angoli di una vela
Esiste una simpatica storiella, trasposta sullo schermo anche nella celebre pellicola “Lo Squalo”, per ricordare più facilmente come fare questo nodo: Il serpente (il corrente) entra nel pozzo (l’anello ) esce dal pozzo, gira attorno all’albero (il dormiente) e rientra nel pozzo.
Se non è chiaro ora, continuate a leggere, procuratevi una cima e provate a seguire i passaggi: sarà un gioco da ragazzi!
Primo passaggio: formazione dell’anello
Occorre semplicemente sovrapporre il corrente e il dormiente per formare un anello.
Secondo passaggio: il corrente si muove ed entra
Per proseguire, ci si limita a passare il corrente all’interno dell’anello inizialmente creato.
Terzo passaggio: il corrente esce e aggira il dormiente
Ora, il corrente esce dall’anello e passa dietro il dormiente.
Quarto passaggio: Il corrente sale e rientra nell’anello
A questo punto siamo in dirittura d’arrivo: il corrente va verso l’alto e riscende dentro l’anello.
Quinto passaggio: il nodo è pronto
Ora è sufficiente tirare nelle direzioni opposte corrente e dormiente. Il gioco è fatto!
Cambierei la foto all’inizio, dove c’è un parlato.
Buongiorno Gene e grazie per l’osservazione. Cercheremo una nuova immagine di copertina, che rimane comunque puramente illustrativa del contesto dei nodi. Fortunatamente nell’articolo abbiamo usato immagini e tecnica corretta. 😉