Oggi vogliamo farvi sognare un po’ vivendo insieme gli interni di una barca a vela.
Prima di scoprire varie tipologie che cambiano a seconda dell’uso che l’armatore fa della barca, vogliamo chiedervi, cos’è veramente una barca?
Ci sono diverse definizioni di “barca”, alcune più tecniche a altre più creative, oltremanica si dice che possedere una barca corrisponde al restare vestiti sotto la doccia continuando a stracciare banconote da 20 sterline.
Nel Bel Paese il parallelo è la barca-moglie, perché per ambedue acquistarla è il meno, è poi che, dovendola mantenere nel corso degli anni, ci costa un sacco di soldi.
Quante tipologie di interni troviamo?
Vivendo l’ambiente, soffermandomi nei porti credo che la “barca” possa rappresentare per molti adulti la rivalsa per ciò che da piccoli non hanno mai avuto. Per come viene tenuta stretta stretta all’ormeggio o se pensiamo alle gite del weekend “per un pick-nick marino”, la barca sostituisce quella casetta, mai costruita sull’albero di fronte, o la capanna di frasche dell’infanzia che crollava al primo alito di vento.
Non a caso i progettisti e i cantieri approfittano di queste debolezze umane e inventano, dentro il guscio navigante, tutto ciò che l’aspirante armatore può desiderare nell’ambiente domestico.
Proprio per questo vediamo insieme alcune tipologie di interni di barca a vela esistenti sul mercato.
Quali sono le differenze?
Qual è la prima differenza da fare?
Il layout interno di una barca a vela cambia radicalmente se si parla di barche con pozzetto centrale, motor sailer o barche a vela con pozzetto poppiero.
Le barche a vela con pozzetto centrale sono barche solitamente nordiche, molto riparate dal mare che internamente differiscono dalle nostre barche “mediterranee” perché hanno una grossa cabina armatoriale di poppa a tutto baglio con bagno en suite, e una dinette enorme.
Sono barche provviste solitamente di tutti i comfort per passare lungo tempo a bordo nei climi più freddi, barche ricche di optionals, che permettono a fronte di un costo più elevato, di stare comodi e al caldo.
Molto simili a questa tipologia di barche, troviamo i motorsailer, barche a vela, con un motore importante, che usualmente ha una potenza maggiorata anche se a bassi giri.
Qual’è la più indicata per i live a board?
Questo tipo di barche a vela denominate motorsailer sono l’ideale per i “live a board” perché permettono grandi spazi di stivaggio senza rinunciare alla poesia della vela.
Veniamo ora alle barche più diffuse nel mediterraneo, ovvero quelle a pozzetto poppiero.
Queste barche per loro natura, vengono utilizzate solitamente nei mesi estivi dall’armatore e quindi non necessitano di grossi spazi di stivaggio, a favore di spazi esterni più vivibili.
In queste tipologie di barche troviamo un ampio prendisole, una plancetta di poppa abbattibile, spesso un barbeque esterno, perché in questo tipo di barche a vela si vive più all’esterno che all’interno, dove, di solito, ci si riduce a dormire e cucinare e basta.
Troviamo cabine poppiere basse e non molti spazi di stivaggio, questo perché il velista medio del mediterraneo, sta fuori in barca al massimo 10/15 giorni e quindi non ha bisogno di fare cambusa che duri mesi, o di avere una scorta d’acqua dolce enorme.
La barca è un meraviglioso giocattolo per chi ce l’ha e resta un bellissimo sogno per chi non ce l’ha.
Qual è la tua tipologia di barca a vela preferita?
La chiosa dell’articolo “La barca è un meraviglioso giocattolo per chi ce l’ha e resta un bellissimo sogno per chi non ce l’ha.” apre ai soliti stereotipi come: “possedere una barca=possedere molti soldi” Oppure “solo in pensione potrò permettermi una barca”
Io con la barca ci lavoro, ho un’imbarcazione non un natante, per me non è un “giocattolo” o un “sogno”, ho deciso di acquistarla, ho deciso di lavorarci, e con tutte le difficoltà, cerco di mantenerla in efficienza facendo personalmente la maggior parte delle manutenzioni.
Forse adesso, che a livello politico ci sono (spero) i presupposti per dare una spinta al diporto, dovremo cambiare atteggiamento e considerare le barche qualcosa di attuale e non proibitivo… Se poi puntate, ad esempio, ad un Wally 101 per “giocarci” nel weekend … ignorate pure il mio parere.
Gentile Vittorio, prima di tutto ti ringraziamo per il commento.
L’articolo vuole essere volto ad una pluralità di lettori, più o meno esperti, dai vecchi “lupi di mare” al neofita. Si sviluppa infatti sulle differenze dei disegni dello scafo, per far capire come cambiano gli interni a seconda che si tratti di pozzetto poppiero o centrale, racer o crocieristico, motorsailer o da regata.
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Saluti Team HiNelson