Olio motore per motore marino fuoribordo: cosa considerare nella scelta

Come ogni possessore di barche sa, la buona salute del motore fuoribordo è fondamentale per una navigazione efficiente e tranquilla in qualsiasi momento della stagione, e per garantire tale buona salute è una buona idea ricorrere all’utilizzo di olio motore specifico per la nautica. Il cambio di questo fluido rappresenta un’operazione fondamentale di manutenzione, tanto quanto la pulizia della carena, a cui abbiamo già dedicato un approfondimento (come dare la vernice antivegetativa alla barca).

In questo approfondimento, comunque, daremo un’occhiata alle caratteristiche che rendono un olio per motore fuoribordo la scelta indicata per ciascun diportista, sia che la sua idea preveda una tranquilla spedizione di pesca a largo sia che voglia sfidare le onde in una giornata ventosa con l’ausilio del motore. Diamo un’occhiata!

Olio per motori fuoribordo: va bene anche quello per auto? 

Il primo passo da compiere consiste nel dirimere questo dubbio: l’olio per il motore delle automobili non danneggia i motori marini se utilizzato al posto delle controparti più specifiche, ma presenta sicuramente dei lati negativi in termini di durata ed efficienza.

La composizione chimica dell’olio lubrificante progettato per automobili e autocarri, infatti, non presenta alcuni degli additivi fondamentali che consentono alla sua controparte nautica di rendere al meglio a stretto contatto con l’acqua, dolce e salata che sia. 

In secondo luogo, la composizione chimica dell’ olio motore marino è appositamente studiata per reagire al meglio alle costanti sollecitazioni cinetiche che il movimento delle onde provoca, con tutti i conseguenti vantaggi in termini di prestazioni ed efficienza delle stesse. Ovviamente, anche una costante opera di manutenzione del motore è sempre consigliata.

In conclusione, per andare sul sicuro ed ottenere il massimo è sempre meglio acquistare dell’olio specificamente progettato per lubrificare i propulsori nautici. Diamo un’occhiata adesso a cosa considerare. 

Olio lubrificante per motore marino: cosa considerare nella scelta

La prima cosa da considerare è senza dubbio la viscosità, che potremmo definire come il livello di resistenza all’attrito che il fluido incontra nell’esercitare la sua funzione. I fattori principali che influiscono su questo parametro sono senza dubbio la temperatura e la pressione: più la prima è alta e più la viscosità diminuisce, e più la seconda sale più la viscosità aumenta.

Risulta quindi chiaro quanto la viscosità dell’olio per fuoribordo sia fondamentale al momento della partenza, in cui la temperatura è più bassa. Un lubrificante di qualità è in grado di rimanere fluido anche a basse temperature, ed è proprio questo il fattore principale per determinarne la qualità. Idealmente, anche se la temperatura dovesse essere inferiore allo zero, l’olio dovrebbe essere in grado di essere spinto rapidamente dalla pompa a tutti i punti di maggior attrito del circuito, indipendentemente dalla sua configurazione (4 tempi o 2 tempi). 

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Le sigle solitamente indicate sulle confezioni, comunque, ci aiutano a capire il livello di qualità del prodotto che stiamo acquistando. Nello specifico, la sigla SAE è senza dubbio la più importante. L’acronimo sta per “Society of automotive engineers” e indica solitamente l’intervallo ottimale di temperatura in cui un olio può operare in tema di viscosità. Per fare un esempio, una dicitura 10W-40 indicherà che un particolare lubrificante è efficiente nell’arco di temperatura tra -30° e +40°. Più l’intervallo è ampio e più, ovviamente, il fluido risulta versatile.

Tipi di olio motore per la nautica e la barca

Tenendo presente il discorso sulla viscosità e sulla qualità degli oli fatto nel paragrafo precedente, chiariamo un ultimo punto relativo alla distinzione tra i vari tipi di lubrificante. Solitamente, troviamo tre grandi categorie che accomunano sia l’ olio per auto che l’ olio nautico: 

  1. Oli sintetici: sicuramente quelli di durevolezza maggiore per via della loro composizione appositamente studiata, si basano sul petrolio e rimangono viscosi anche durante la stagione fredda. La grande resistenza agli sbalzi termici fa si che non vengano spaventati nemmeno dalle alte temperature e che siano poco favorevoli alla formazione di fastidiosi residui. In ultima analisi, si tratta dei lubrificanti di maggior qualità in termini di prestazioni.
  2. Oli semi-sintetici: una conveniente via di mezzo che aggiunge una componente importante di additivi a una base minerale. Sono capaci di assicurare ottime prestazioni in ambienti caratterizzati da inverni non troppo rigidi ed estati non troppo torride. Il costo rispetto alle controparti sintetiche è leggermente inferiore. Parliamo di un ottimo compromesso in termini di rapporto tra qualità e prezzo, soprattutto se il clima in cui un’imbarcazione si trova a operare non è eccessivamente incline a temperature estremamente calde o fredde.
  3. Oli minerali: la viscosità di questi oli è molto alta, ma presentano il grande svantaggio di evaporare rapidamente ad alte temperature. Il livello relativamente basso di additivi, poi, li rende soggetti a contaminazioni piuttosto frequenti, con tutti gli svantaggi del caso. In sostanza, sono un’ottima soluzione nel breve periodo, in cui assicurano ottima lubrificazione a tutte le componenti del motore, ma potrebbero presentare problemi se non cambiati con relativa frequenza.

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Scritto da
Luigi Oriani
Luigi Oriani
Nato a Milano nel 1992, la pianura che circonda la sua città non gli impedisce di sviluppare una grande passione per il mare. Chiedetegli di descrivere il suo momento ideale e vi parlerà di un tramonto in barca, sorseggiando un bicchiere di bianco nella baia di Corfù mentre il pesce sfrigola sulla griglia.

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