Parabordo: pulizia e manutenzione

Semplicemente indispensabili: oggi parliamo dei parabordi barca. Quanto sarebbe bello poter continuare a navigare, restando sempre in mare aperto, gettando sempre l’ancora in luoghi incontaminati e solitari? Purtroppo questo non è possibile, e anzi, per la maggior parte nel tempo, generalmente, le nostre barche se ne stanno ormeggiate in popolati porti. E lì, tra il molo e le barche adiacenti, diventano fondamentali i fidi parabordi, per salvaguardare le carene della nostra imbarcazione e quelle delle vicine. In passato ci siamo soffermati più volte intorno a questi peculiari accessori per la barca: abbiamo visto come scegliere i migliori parabordi per la barca, nonché come posizionare i parabordi per avere la massima protezione. Oggi vogliamo fare un passo in più, per vedere come far durare a lungo questi accessori: vedremo, quindi, come affrontare la pulizia e la manutenzione dei parabordi. È sufficiente del resto passeggiare per qualsiasi porto per vedere una moltitudine di parabordi sporchi e graffiati, che nuocciono non poco all’immagine complessiva delle barche ormeggiate. E non ci si deve stupire: l’attrito con le banchine e con le altre barche, gli agenti atmosferici, le tracce di idrocarburi e lo sporco raccolto nel gavone sono tutti fattori che minacciano non poco la bellezza – e la durata – di questi importantissimi dispositivi di protezione per la tua barca. Non ci si deve però nemmeno rassegnare: vediamo come pulire i parabordi della tua barca!

Come pulire i parabordi della barca

Tutti i diportisti fanno caso allo sporco che si accumula sui parabordi, che si riempiono di graffi e di macchie nere nel tempo. Alcuni non si pongono il problema, e li lasciano così, senza pulirli: è in questo modo che nascono i leggendari parabordi neri, destinati ad accorciare inevitabilmente la propria durata e, ovviamente, a sporcare progressivamente sia la carena della nostra barca che quella delle sfortunate barche che hanno la disgrazia di ormeggiare vicino a noi. Per fortuna, va detto, solo una piccola percentuale dei diportisti segue questa insensata via. Tanti altri puliscono invece regolarmente i parabordi della barca, usando però non dei prodotti specifici, quanto invece dei detergenti qualsiasi. Sgrassatori per la cucina, solventi, acetoni: questi sono solamente alcuni dei prodotti che vengono utilizzati per la pulizia dei parabordi. Il problema è che questi prodotti non sono per nulla adatti. Gli sgrassatori normali non riescono a riportare al loro splendore i parabordi, mentre i solventi fanno ancora peggio: non solo non garantiscono una pulizia ottimale, vanno anche a rovinare la superficie in PVC, che diventa così appiccicosa, e quindi ancora più sensibile allo sporco, e sempre più difficile da pulire. Molto, molto meglio utilizzare quindi i detergenti per parabordi, e quindi i prodotti pensati appositamente per la pulizia di questi accessori per la barca: pensiamo per esempio al Fender Polish di Osculati, che elimina la vegetazione che si forma sui parabordi nonché le tracce di pittura, di catrame e di gasolio.

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Prevenire è meglio che pulire: le calze per parabordo

Va detto, peraltro, che spendere del tempo per pulire i parabordi non è affatto obbligatorio. È possibile infatti dimenticare del tutto questa attività e, al tempo stesso, avere dei parabordi sempre puliti e in perfetta forma. È proprio a questo che servono i copriparabordi, ovvero le calze che vanno a proteggere questi accessori per barca! Ne esistono di diverse tipologie: ci sono i copriparabordi cilindrici e quelli tondi, alcuni sono realizzati per parabordi specifici (come la linea di copriparabordi per la serie “F” di Polyform), alcuni sono in poliestere elasticizzato, altri sono realizzati in propilene. Si tratta in ogni modo di maglie che proteggono i parabordi dallo sfregamento, dalle macchie e dagli agenti atmosferici, e che possono essere lavati facilmente. Semplice, no?

Il gonfiaggio perfetto del parabordo

Altro capitolo importante della manutenzione dei parabordi della barca è ovviamente costituito dal gonfiaggio. Quanto devono essere gonfiati questi accessori per la protezione delle carene? Ebbene, i singoli produttori fissano sempre i limiti massimi e minimi di pressione consigliata, la quale dovrebbe sempre essere abbassata sensibilmente durante le navigazioni in zone tropicali o particolarmente calde. Il gonfiaggio in sé deve avvenire ovviamente attraverso le apposite valvole, le quali sono tipicamente a spillo nel caso dei parabordi Majoni e a vite nel caso dei già citati parabordi Polyform. Ma perché è importante rispettare la pressione imposta dal produttore? Semplice: i parabordi sgonfi non possono garantire una sufficiente protezione alla barca, e si usurano molto più velocemente. Un discorso simile vale anche per i parabordi troppo gonfi, i quali diventano troppo “duri”, non riuscendo più ad assorbire gli impatti, così da mettere in pericolo la barca. Va peraltro detto che un parabordo gonfiato eccessivamente è destinato a rovinarsi: si pensi a tutti i parabordi cilindrici che, per la pressione eccessiva, presentano la tipica “pancia”, segno che la struttura è davvero troppo tesa.

Il rimessaggio dei parabordi

Ovviamente la pulizia dei parabordi dovrebbe essere sempre effettuata al momento del rimessaggio invernale della barca, per avere la certezza di trovarli puliti e in salute in primavera. Ma è bene mantenere i parabordi gonfi oppure sgonfiarli durante l’inverno? Ebbene, tutto in realtà dipende dallo spazio a disposizione. Indubbiamente l’ipotesi di mantenerli gonfi – pur rassicurandosi di non averli gonfiati eccessivamente – è l’ipotesi migliore, per mantenere in forma queste protezioni ed evitare pieghe. Stiamo del resto parlando dei mesi più freddi dell’anno, durante i quali i parabordi non saranno esposti a temperature alte che potrebbero aumentare la pressione interna! Chi invece dovesse avere dei problemi di spazio potrebbe procedere allo sgonfiaggio – azionando l’apposita valvola – avendo cura di riporre i parabordi sgonfi senza delle pieghe che potrebbero danneggiare il rivestimento.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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