Proteggersi dai fulmini in barca: il parafulmine e il suo funzionamento 

Il rischio di incappare in una improvvisa tempesta, come tutti i diportisti sanno , è sempre dietro l’angolo, soprattutto durante la navigazione estiva e invernale. Oltre al vento forte e alle onde alte incontrate navigando in una burrasca, i fulmini sono un pericolo che può portare a grandi rischi per la sicurezza di tutto l’equipaggio dello yacht o della barca a vela. 

A questo punto, proteggere la barca con un adeguato sistema di protezione diventa fondamentale, e installare un parafulmine può essere la soluzione più rapida ed efficace. Ma di che si tratta, e come installarne uno? 

Diamo un’occhiata a cosa tenere in considerazione. 

Cosa succede quando un fulmine colpisce una barca a vela o uno yacht

Ribadendo il rassicurante fatto che, comunque, la possibilità che un fulmine colpisca la propria barca è comunque piuttosto limitata anche durante le tempeste più terribili, prendere precauzioni contro questa evenienza non rappresenta affatto una cattiva idea.

Nel caso malaugurato di un simile evento, infatti, le possibilità di un incendio a bordo diventano molto alte, esattamente come quelle di un’avaria diffusa della strumentazione e dell’impianto elettrico, nonché di seri danni alla salute degli occupanti della barca per via dei milioni di volt della scarica elettrica. Oltre a tutto questo, il fulmine tende a danneggiare tutti gli oggetti a cui passa attraverso lungo il suo percorso per raggiungere il mare: questo fa sì che il più delle volte il suo passaggio risulti in un buco nella chiglia.

Come fare dunque a proteggersi da questa improbabile ma comunque possibile eventualità?

Il parafulmine: guardiano della barca e delle apparecchiature elettriche

Questo strumento, tanto semplice eppure tanto efficace, è stato portato alla ribalta da Benjamin Franklin e dagli studi che nel corso della sua vita ha condotto proprio sui fulmini e sul loro ciclo di formazione.

Tramite diversi esperimenti, lo scienziato scoprì che la differenza di carica tra gli strati di nuvole (soprattutto cumulonembi) e oggetti a terra genera una sorta di canale che viene poi percorso dalla scarica elettrica. Intuitivamente, i primi punti a toccarsi in un canale sono proprio le due punte del flusso ascendente e discendente di segno opposto, pertanto l’ installazione di un’appendice appuntita che punti verso l’alto, metallica o meno, ha molte più possibilità di attirare un fulmine rispetto a oggetti posizionati più in basso di lei.

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Questo concetto, oltre a far capire perché i fulmini hanno la tendenza a colpire sempre l’albero di una barca a vela, ci fa anche capire quale sia il punto in cui conviene installare il proprio parafulmine.

La testa d’albero, ove presente, è dunque il luogo più appropriato per attaccare questo dispositivo, che non deve essere necessariamente in acciaio. Un parafulmine in ottone o in rame, per esempio, rappresenta un’ottima scelta grazie all’alta capacità che questi materiali hanno di condurre calore ed energia. Indipendentemente da questo criterio, comunque, la punta deve sempre essere piazzata almeno quindici centimetri più in alto del punto più alto della barca, solitamente rappresentato dall’antenna VHF.

Come installare il parafulmine

Individuato il luogo appropriato per l’installazione, occorre creare un canale che permetta alla scarica catturata dal dispositivo di raggiungere il mare senza perforare lo scafo o arrecare altri danni alla barca. A questo fine, il cavo di collegamento tra la punta e il sistema di scarico deve avere uno spessore di almeno 35 mm quadrati ed essere coadiuvato da congiunzioni crimpate e imbullonate. 

Il sistema di scarico stesso deve essere costantemente sommerso ed essere sufficientemente grande da assicurare una dispersione della scarica in tutta sicurezza. Nel caso delle barche con scafo in vetroresina, solitamente la chiglia è in piombo o ghisa e rappresenta già di per sé uno spazio abbastanza ampio. Per barche come i catamarani o i multiscafo, invece, occorre installare un’apposita piastra di almeno 100×30 cm e assicurarsi che rimanga costantemente immersa. 

Nel caso in cui la propria barca non fosse dotata di parafulmine, è possibile improvvisare una soluzione di emergenza collegando l’albero e una grossa piastra metallica immersa con uno spesso cavo, possibilmente di rame. L’idea migliore, comunque, resta sempre quella di rimanere sottocoperta fino alla fine della tempesta.

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Scritto da
Luigi Oriani
Luigi Oriani
Nato a Milano nel 1992, la pianura che circonda la sua città non gli impedisce di sviluppare una grande passione per il mare. Chiedetegli di descrivere il suo momento ideale e vi parlerà di un tramonto in barca, sorseggiando un bicchiere di bianco nella baia di Corfù mentre il pesce sfrigola sulla griglia.

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