Perché e come si usa lo slamatore a pesca

Perché e come si usa lo slamatore a pesca? Ecco una domanda che tanti pescatori alle prime armi – e non solo – si pongono. In effetti lo slamatore, a prima vista, può sembrare una attrezzo piuttosto difficile da utilizzare, pur nella sua oggettiva semplicità. Oggi vedremo quindi come slamare un pesce con uno slamatore e ancora prima con una pinza, e vedremo come farlo nel modo corretto, senza rischiare di danneggiare il pesce e le nostre mani. Va da sé che i pescatori maggiormente interessanti all’uso dello slamatore sono quelli che praticano il sempre più diffuso – fortunatamente – catch & release, per liberare pesci fuori taglia o pescati unicamente per ambizioni sportive, e non per fare bottino. Vediamo quindi perché e come si usa lo slamatore a pesca.

A cosa fare attenzione nello slamare un pesce

La slamatura di un pesce è un’attenzione abbastanza complicata. Effettuare il movimento giusto è di per sé semplice: a rendere tutto molto più difficile sono i movimenti del pesce, le posizioni scomode, il fatto di non vedere del tutto o per nulla l’amo, e via dicendo. Va poi detto che le nostre mani in questa operazione sono a rischio: le punte degli ami e i denti dei pesci possono infatti procurare microferite abbastanza fastidiose (per questo l’uso di un boga grip può essere molto utile). Va poi detto che l’operazione di slamatura deve essere fatta velocemente e nel modo giusto per non ferire il pesce: estrarre un amo ferendo la bocca o la gola del pesce rende spesso inutile il catch & release. Non va poi dimenticato che spesso il solo fatto di prendere in mano il pesce crea parecchi danni alla preda: pensiamo a quanto una presa errata possa danneggiare le branchie, o a come delle mani non raffreddate in acqua possano ustionare i pesci, soprattutto quelli che si muovono in acque particolarmente fredde, come per esempio le trote. Detto questo, vediamo come slamare un pesce!

Slamare un pesce con la pinza

Ancora prima di vedere come usare lo slamatore, vediamo come slamare un pesce con la pinza. Quest’ultima è sicuramente uno strumento molto versatile: si parla solitamente di una pinza da pesca dalla punta ricurva e meno, con impugnatura ergonomica e con cordino, perfetta per essere utilizzata con una sola mano. Ovviamente la pinza è l’ideale per slamare il pesce nel momento in cui si vede almeno un po’ di amo: quando invece la visibilità è ridotta o quando l’amo è completamente nella bocca del pesce, lo slamatore può risultare più utile. In ogni caso l’uso della pinza è decisamente intuitivo: con una mano (o con un boga grip) si mantiene fermo il pesce, mentre con l’altra, il più velocemente possibile, si raggiunge l’amo con la pinza e lo si sfila, facendo attenzione a non toccare la bocca del pesce con la punta acuminata. Vale la pena, non appena rimesso il pesce in acqua, controllare gli ultimi centimetri di filo, per assicurarsi che né i denti del pesce né la pinza stessa lo abbiano danneggiato.

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Come scegliere lo slamatore

Come scegliere lo slamatore? In commercio esistono tre tipologie di slamatori. Ci sono gli slamatori tradizionali, gli slamatori di nuova concezione e gli slamatori a pistola. Questi ultimi si presentano come degli slamatori a grilletto, abbastanza ingombranti, per togliere gli ami più ostinati: sono, di fatto, delle pinze del tutto particolari pensate appositamente per l’operazione di slamatura. Guardando agli slamatori dei primi due gruppi, ovvero agli slamatori veri e propri, si incontrano – come vedremo tra poco, delle leggere differenze a livello di utilizzo. Non è tutto qui: gli slamatori sono disponibili in diverse misure; le dimensioni alle quali dobbiamo fare attenzione non sono però tanto quelle relative alla lunghezza, quanto invece quelle relative all’apertura del “foro” in cui deve inserirsi l’amo. Ci sono slamatori con foro piccoli, per ami piccoli, e slamatori con fori più generosi, per ami medi o grandi. Alcuni slamatori tradizionali sono inoltre doppi, con un’estremità a punta, utile per esempio per scogliere dei nodi.

Come si usa lo slamatore a pesca

Partiamo dagli slamatori tradizionali, la cui struttura è più semplice. Come usarli? Lo slamatore deve essere fatto passare intorno al filo, per agganciare la lenza. A questo punto lo slamatore deve essere fatto scorrere in basso, fino a infilare la paletta dell’amo nell’apposito foro; una volta arrivati in fondo, si tirerà leggermente la lenza, dando una spinta in avanti allo slamatore. A quel punto l’amo esce dalla sede, e può essere estratto dalla bocca del pesce, facendo attenzione a non strofinare la punta dell’amo contro l’interno della bocca.
Gli slamatori di ultima generazione non devono invece essere girati intorno al filo: basta farli scorrere lungo la lenza fino alla paletta, ruotarli leggermente per fare in modo che questa si inserisca nell’apposita sede e quindi slamare con facilità. Non guasta, in entrambi i casi, fare un po’ di pratica in casa, usando per esempio del polistirolo in cui agganciare gli ami da slamare!

 

Come slamare un pesce: la presa

Come si è già intuito, buona parte della difficoltà nello slamare un pesce – usando uno slamatore come una pinza – sta nel tenere il pesce nel modo giusto. Chi sta pescando in modalità catch & release deve fare di tutto per mantenere il pesce vivo e in salute. Per questo il pesce dovrà essere tenuto in acqua il più a lungo possibile, tenendolo però allo stesso tempo saldamente in modo che non possa liberarsi e ritardare ulteriormente la sua slamatura. La presa più comoda e sicura prevede di afferrare il pesce a livello delle pinne che si trovano sotto le branchie, ovvero le pinne pettorali, tenendo l’indice al di sotto del mento: in questo modo si dovrebbe avere una certa stabilità. Di sicuro da evitare è la presa dalla mascella, anche perché da quella posizione a ciondoloni il pesce potrebbe provare a svincolarsi e a saltare.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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