Senza dubbio la regina dei pesci magri e dei nostri mari, l’orata è una delle prede più ambite per i pescatori sportivi. La si trova più o meno su ogni fondale delle coste italiane, ma la sua pesca richiede alcuni piccoli accorgimenti che è bene tenere a mente.
In questa guida, andremo a vedere quali sono gli aspetti fondamentali su cui attivarsi per avere maggior successo nelle battute di pesca all’orata.
La pesca all’orata: una sintesi
La prima cosa da tenere presente è che l’orata va alla ricerca di cibo grufolando sul fondo nelle acque antistanti alla riva arrivando anche a pochi metri dalla spiaggia, tanto da guadagnarsi il soprannome di “regina del sottocosta”. Come vedremo, tecniche e segreti per la cattura delle orate variano sensibilmente in base alla posizione scelta per la battuta di pesca, tenendo comunque conto che si tratta di pesca a fondo.
La seconda cose importante da sapere è che le orate mangiano e sputano l’esca più di una volta, il che come vedremo influisce molto su come dobbiamo comportarci. In ogni caso, questo significa che per pescare le orate si debba mettere in conto abbondante pazienza: difficilmente, infatti, ingoiano subito, e nel caso in cui si accorgano di un amo o della tensione continua della lenza sceglieranno di non ingoiare per evitare i rischi.
In linea di massima, per la pesca delle orate si usa il bolentino, servendosi di braccioli che vanno dagli ottanta centimetri al metro, di solito con una girella intercambiabile e con un secondo bracciolo situato 20 – 30 centimetri sotto il piombo. Questo accorgimento serve perché l’orata mangia sul secondo amo, più vicino al fondo (ricordiamoci di usare grammature di 150 – 180 grammi o poco superiori o inferiori).
Come avviene la pesca dell’orata dalla riva?
Per pescare orate dalla riva, teniamo presente che le esche più tradizionali per lo spinning spesso non arriveranno troppo lontane coi lanci. A ogni modo, se c’è la possibilità di reperire esche vive, allora cannolicchi e bibi andranno benissimo, ma può dare ottimi risultati anche l’utilizzo del gambero vivo, specie se utilizzato per la pesca di notte o appena prima dell’alba. In alternativa, anche diversi tipi di artificiali possono fare la loro parte.
Quando si pesca l’orata sulla spiaggia, comunque, bisogna fare attenzione alle condizioni meteo, utilizzare un piombo fisso e una canna di almeno due metri, in abbinamento alla quale può essere utile un segnalatore.
Come per la pesca dell’orata da scogliera o dal porto, non bisognerà recuperare subito la lenza ma aspettate che l’orata abbia effettivamente preso l’amo dopo il primo boccone: la mangiata di questo pesce è molto particolare e può trarre in inganno i meno esperti, ma è solo questione di sviluppare una certa sensibilità con l’ esperienza.
E se voglio pescare dalla barca?
In primo luogo, teniamo presente che la pesca sportiva dalla barca per catturare le orate punta a esemplari di dimensioni maggiori, quindi implica l’allontanarsi dalla riva di almeno un paio di centinaia di metri. Pescare dalla barca è differente rispetto a pescare dalla riva, in quanto si deve cercare di far mangiare il più possibile il pesce. Visto che l’orata, come già detto, mangia e sputa l’esca più volte, si tenterà di tagliare corto il più possibile lo scambio e trarla in trappola con rapidità.
Il periodo migliore per la pesca all’orata dalla barca, comunque, è senza dubbio novembre. In questo mese, infatti, si ha il cosiddetto “montone” delle orate, che corrisponde all’inizio dell’attività riproduttiva di questo pesce estremamente diffidente, che risale dal fondale e inizia a “girare” in maniera concentrica in una colonna d’acqua. Anche i mesi di ottobre e dicembre, comunque, rientrano nel periodo più proficuo.
Quali esche utilizzare per la pesca all’orata?
Prima di parlare delle esche, bisogna fare anche attenzione a scegliere la canna da pesca perfetta per l’orata senza badare a compromessi, così anche quando si scelgono il mulinello e l’amo (un 51-80 è un’ottima scelta, vista la sua capacità di infilarsi anche in spazi stretti senza tranciare la carne ed evitando le slamate). In ogni caso, considerando la natura sospettosa del pesce a cui abbiamo già accennato anche solo nello scorgere un amo, è sempre meglio utilizzare un amo da pesca ricurvo e senza paletta.
Parlando di esche, per questo tipo di pesca possiamo insidiare le orate e propiziarne la cattura sia con un’esca viva che con un artificiale. Abbiamo già trattato il tema su quali siano le migliori esche per orate, ma per fare un riassunto, a seconda del terreno di pesca avremo differenti necessità: un’esca naturale per pesca alle orate da scogliera potrà essere una cozza, un granchio o un cannolicchio e altri molluschi analoghi, mentre per la pesca da barca potrebbe essere meglio ricorrere a esche artificiali che riproducano per esempio il verme coreano.
Bisognerà comunque tenere conto dei tratti di mare scelti per pescare: pescare su fondali rocciosi o all’interno dei porti implicherà l’utilizzo di esche che si possano trovare in quegli ambienti, certamente diverse da quelle reperibili dal pesce sui fondali sabbiosi.