Ogni pescatore durante la sua più o meno lunga carriera di battute di pesca ha avuto occasione di imbattersi in un pesce più difficile da catturare rispetto agli altri, una vera e propria bestia nera, sia in acqua dolce che in mare.
Indipendentemente dalla tecnica che si sceglie di usare e dal livello di esperienza accumulato, ci sarà sempre un predatore che per statistica risulta più difficile da catturare rispetto agli altri.
In questo approfondimento, diamo un’occhiata a quali sono quei pesci che più facilmente fanno venire il mal di testa agli appassionati italiani e non solo, per lo meno sulla base delle esperienze del nostro personale. Iniziamo!
Pesci di acqua dolce
Cominciando dalle acque interne accessibili più o meno a tutti indipendentemente dalla zona di provenienza, diamo un’occhiata a quali sono quei pesci che possono rendere difficile la vita ai pescatori.
Trota
Sembra sciocco inserirla qui visto il suo status di preda prediletta dai più, ma in realtà la trota è un pesce estremamente diffidente, capace di insospettirsi e allontanarsi subito quando un’esca non è presentata bene o quando un rumore o movimento improvvisto turba l’acqua o la riva. Per catturarla, insomma, bisogna stare attenti soprattutto in fase preparatoria, evitando movimenti bruschi o mosse inconsulte che possano rivelare la propria presenza.
Pesce gatto
Un pesce piuttosto brutto esteticamente, ama grufolare sul fondo degli specchi d’acqua, rendendo piuttosto chiaro il perché la miglior tecnica per catturarlo sia quella della pesca sul fondo. La principale difficoltà che si può incontrare nel pescarlo è legata alla sua importante forza fisica. Un po’ come i tonni per l’acqua salata, infatti, i pesci gatto più grandi sono dei veri e propri fasci di muscoli, capaci di opporre una resistenza molto agguerrita e tenace durante le fasi di recupero. Una lotta di resistenza anche per i più allenati!
Luccio
Il vorace re delle acque dolci non è difficile da pescare in senso stretto, se non che si tratta di un predatore che caccia con la tecnica dell’agguato. Cosa significa questo? Che bisogna spesso ingaggiare con lui delle vere e proprie lotte di pazienza, dei combattimenti psicologici che precedono quelli fisici mentre si continua a lanciare l’esca nei pressi della vegetazione e nulla abbocca durante il recupero. L’errore da non commettere e quello di perdersi d’animo: insistendo, il luccio abboccherà.
Pesci di mare
Uscendo dagli alvei di fiumi e bacini di laghi, ci tuffiamo nell’ enorme spazio blu del mare e dell’oceano. Anche in questo caso, sia che si peschi vicino alla costa sia che si peschi al largo, ci sono sicuramente dei pesci da considerare oggettivamente “difficili” da catturare per una ragione o per l’altra.
Tonno gigante
Le modalità con cui catturare questo pesce considerato da molti il signore dei mari sono sicuramente ben note, ma la principale difficoltà in questo senso sta nella sua forza fisica. Il tonno, infatti, è un pesce molto potente, capace di cambiare rapidamente direzione e di scattare all’improvviso, dando filo da torcere anche ai pescatori più allenati. Più aumentano peso e stazza del tonno preso all’amo, più impegnativo diventa stancarlo per catturarlo.
Ricciola
Un pesce che in sé e per sé non sarebbe difficile da catturare…se non fosse per il suo carattere “lunatico”. La ricciola infatti è estremamente imprevedibile, spesso visibile anche a occhio nudo mentre insegue le esche che le vengono presentate, ma senza spingersi all’ingaggio tramite la mangiata. Questo perché l’attenzione del pesce ai dettagli è altissima: se associa il movimento dell’esca al rumore del motore, sospetterà del marcio e non la addenterà, se il movimento dell’esca è troppo legnoso, il risultato sarà lo stesso. Il consiglio fondamentale è quello di trainare anche da molto lontano dalla barca…e di fare tanta pratica per rendere il movimento più fluido e naturale possibile!
Seppia
Non parliamo di un pesce in senso stretto, ma questa astuta creatura condivide comunque l’ambiente con tutte le specie ittiche più famose. La particolarità che può rendere difficile catturarla sta soprattutto nella tecnica utilizzata per presentare l’esca da eging: questa deve essere mossa nella maniera più simile possibile ai piccoli crostacei di cui la seppia è ghiotta, o sarà piuttosto facile farla insospettire. Inoltre, durante la fase di recupero occorre non esagerare con la forza. Strattoni eccessivi della lenza e del cestello, infatti, potrebbero strappare i tentacoli e vanificare l’ingaggio. La nostra guida per la pesca alla seppia può tornare utile per un ripasso in tal senso.
Altri pesci difficili da catturare
Come detto all’inizio, questo approfondimento si basa sull’esperienza dei pescatori del nostro personale, ma ognuno ha la propria bestia nera. Fateci sapere qui nei commenti quale pesce vi ha fatto venire più il mal di testa e provvederemo volentieri ad aggiornare il contenuto!