Guida ai pesci più velenosi e alle specie più pericolose  di animali marini nel Mediterraneo

Pensare che un pesce velenoso si possa trovare solo in un clima tropicale è un errore. Certo, siamo abituati a vedere nei documentari in televisione pesci pericolosi come il pesce scorpione con le sue spine o il pesce pietra, senza pensare che animali marini ugualmente rischiosi da incontrare si possano trovare anche nel nostro Mar Mediterraneo.

Diamo un’occhiata all’identikit di ciascun pesce velenoso da cui è meglio guardarsi, sia nelle acque di casa che durante una vacanza in giro per il mondo.

Pesci velenosi: una premessa

Prima che vi spaventiate e smettiate di nuotare per paura di incontrare qualsiasi pesce velenoso, tenete presente che nessuno di loro, per quanto pericoloso, si dimostra aggressivo nei confronti dell’uomo. La puntura di questi organismi, infatti, risulta di solito essere un’azione difensiva atta a mettere in fuga il predatore in questione, anche se si tratta di un inconsapevole bagnante che ha avuto la sfortuna di avvicinarsi troppo!

Pesci velenosi: la tracina.

Conosciuta anche come pesce ragno, la tracina è un incontro piuttosto comune nel Mediterraneo e lungo le coste Italiane. Si tratta di un pesce che durante la stagione calda vive semi sepolto sui fondali sabbiosi o fangosi, dove risulta relativamente facile pestarlo e incappare nelle spine che ha lungo il dorso e sugli opercoli. Questi aculei sono collegati a delle ghiandole velenifere che secernono un veleno dall’effetto molto doloroso, capace di causare tremori, crampi, nausea e perfino svenimenti. Si tratta tuttavia di una tossina termolabile, il cui effetto viene attenuato considerevolmente immergendo la parte lesa in acqua calda o sabbia calda.

Come detto, la puntura è molto dolorosa, ma esiste un modo di “vendicarsi” di questo pesce: la tracina è infatti commestibile e particolarmente ricca di omega 3. Chi di spina ferisce, di padella perisce!

Pesci estremamente pericolosi: il pesce palla argentato

Il pesce palla argentato contiene una tossina mortale in diverse parti del suo corpo.

In questo caso c’è poco da scherzare. Questo pesce, originario del Mar Rosso e degli oceani Indiano e Pacifico, è penetrato nel Mediterraneo tramite il Canale di Suez. Non bisogna lasciarsi ingannare dal suo aspetto apparentemente innocuo: alcune parti del suo corpo sono dotate di un temibile veleno (tetradotossina) capace di arrecare serissimi danni agli apparati respiratorio e circolatorio degli esseri umani, fino ad arrivare alla morte. La tossina è per di più resistente alla cottura, pertanto è sempre meglio ributtare questo pesce in mare ogni qual volta dovesse capitarvi di pescarlo. Solo pochissimi chef di sushi Giapponesi hanno certificazioni e abilità necessarie per individuare e scartare tutte le parti in questione: se non siete uno di loro, lasciate perdere.

Pesci da non prendere sotto gamba: lo scorfano

Un esemplare di scorfano albino.

Una presenza fissa nel panorama gastronomico marinaro del Bel Paese, lo scorfano è un pesce dalla colorazione simile a quella del corallo che tende ad abitare i fondali rocciosi, dove si mimetizza e conduce le sue giornate in tranquillità. La pinna dorsale e gli opercoli nascondono come nel caso della tracina degli aculei velenosi, il cui veleno causa forti dolori alle malcapitate vittime che non prestano abbastanza attenzione a maneggiarlo quando a bordo una volta pescato.

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Considerando quanto buono sia, comunque, può valere la pena volerlo catturare: si può procedere sia dalla barca con canne da bolentino profondo, che dalla riva, con canne da light spinning. Ne caso in cui ti occorresse un ripasso su quale delle due scegliere a seconda della situazione, puoi consultare la nostra guida aggiornata su come scegliere una canna da spinning.

Altri pesci molto pericolosi: il pesce scorpione

Il pesce scorpione è originario del Mar Rosso e ha un veleno molto potente negli aculei.

Bellissimo da vedere in mare o negli acquari, meno bello da incontrare da vicino. Il pesce scorpione è un altro animale marino originario delle acque tropicali del Mar Rosso e ormai diffuso anche nel Mediterraneo, in particolare lungo le coste Siciliane per quanto riguarda l’Italia. Le sue lunghe pinne nascondono sottili spine velenose, le cui punture causano problemi come nausea, vomito, febbre, difficoltà respiratorie e convulsioni. Nei casi più gravi, si parla anche di necrosi totale della zona colpita con una conseguente perdita di sensibilità che si può protrarre per diversi giorni. Insomma, meglio stargli alla larga e limitarsi ad osservarlo.

Un altro possibile incontro nelle acque di casa: il trigone

Il trigone è un pesce da fondale, dotato di una coda con un aculeo velenoso che usa per difendersi.

Appartiene alla stessa famiglia della pastinaca, è commestibile (sebbene le sue carni cartilaginee non siano molto pregiate), ma è meglio lasciarlo in pace. Questo pesce da fondale, infatti, nasconde nella sua coda un arpione carico di veleno, che utilizza per difendersi dai predatori e per ricavare una via di fuga in situazioni di presunto pericolo. Si tratta di un pesce pacifico, che non attacca mai per primo, ma quando si sente minacciato usa l’aculeo per squarciare le carni e iniettare il suo veleno, che può avere effetto locale fino a 48 ore e, anche in questo caso, causare la necrosi dei tessuti nei casi più gravi. Raggiunge dimensioni davvero notevoli e, nonostante sia capace di mimetizzarsi piuttosto bene, è facile avvistarlo con un po’ di attenzione: lasciatelo in pace e vi ignorerà.

Conclusioni

Ci sono molti altri animali marini potenzialmente pericolosi, come per esempio il pesce chirurgo, alcune specie di medusa o il barracuda, ma chiunque si avventuri nei loro ambienti naturali con un po’ di accortezza e con prudenza non ha solitamente nulla da temere.

Una buona norma, comunque, è di portare sempre con sé un kit di primo soccorso per ogni gita in mare, più o meno lontana dalla riva.

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Scritto da
Luigi Oriani
Luigi Oriani
Nato a Milano nel 1992, la pianura che circonda la sua città non gli impedisce di sviluppare una grande passione per il mare. Chiedetegli di descrivere il suo momento ideale e vi parlerà di un tramonto in barca, sorseggiando un bicchiere di bianco nella baia di Corfù mentre il pesce sfrigola sulla griglia.

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